10 novembre 2010
Costituiamo l'Unione Democratica Liberale ed alleiamoci ai finiani: per la Nuova Repubblica
E' necessario, oramai, organizzarsi. Le elezioni potrebbero essere alle porte e non dobbiamo farci trovare impreparati. Non come al solito, quantomeno.
"Uniamoci a coorte, siam pronti alla morte. L'Italia chiamò", dovrebbe
essere, dunque, il nostro risorgimentale motto. Un'Italia laica,
liberale, libertaria. Occorre mettere infatti in piedi
un'aggregazione politica che metta assieme laicità, libertà economiche
ed individuali e diritti civili. Occorre dunque sciogliere o federare in un un'unica formazione: Repubblicani, Liberali e Radicali (se lo vorranno). Occorre mettere in piedi una nuova "cosa", ovvero una nuova "casa" con la quale puntare almeno al 4 % dei consensi. Occorre
mettere in piedi un soggetto unitario di tutti i
laici-liberaldemocratici-liberalsocialisti da chiamare, magari, Unione
Democratica Liberale. Un'aggregazione che possa parlare di unioni
civili, diritti di cittadinanza, legalizzazione di marjiuana e hashish,
testamento biologico ed eutanasia, ricerca scientifica, diritti degli
omosessuali, oltre che di abolizione delle Province, riduzione della
spesa pubblica e riduzione delle imposte. Un'aggregazione - questa
possibile Unione Democratica Liberale - capace di coalizzarsi su pochi
ma concreti punti programmatici con Futuro e Libertà di Fini (che già al
suo interno gode di associazioni culturali laiche come "Libertiamo",
"GayLib" e "Socialismo e Libertà"), con l'Udc e con tutti coloro i quali
vogliono puntare all'alternativa tanto a Berlusconi quanto ad una
sinistra cattocomunista e giustizialista. Terzo Polo ? Giammai ! Secondo o primo polo al massimo. Ovvero garantire un'alternativa a Berlusconi
ed ai suoi alleati di estrema destra per mezzo di una nuova coalizione
capace di attrarre laici e cattolici oltre la destra e la sinistra. Ove
i laici facciano davvero i laici in Parlamento ed ove al governo si
occupino di pochi ma concreti punti programmatici e di riforma. Per una Nuova Repubblica. Per una Terza Repubblica. I
punti programmatici da mettere sul
tappeto sono presto detti: abolizione delle Province; privatizzazione
della Rai; riduzione della spesa pubblica improduttiva; progressiva
riduzione delle imposte sino ad arrivare - possibilmente - ad
un'aliquota unica; separazione delle carriere dei magistrati;
spoliticizzazione del CSM; politica estera filo occidentale e filo
israeliana con conseguente chiusura dell'amicizia politica berlusconiana
con la Russia di Putin, la Bielorussia di Lukashenko e con la Libia di
Gheddafi. No, dunque, all'amicizia fra Italia ed i Paesi dittatoriali. Tutti
punti sui quali nè Pd nè PdL sono d'accordo, ma sui quali, in Italia, i
consensi raggiungono vette elevate e che saranno capaci di restituire
credibilità al nostro Paese a livello internazionale.
Armiamoci e partiamo, dunque. Le elezioni sono più vicine di quanto non possiamo nemmeno immaginare.

Luca Bagatin
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