19 gennaio 2013
Bettino Craxi: a tredici anni dalla scomparsa
Bettino Craxi, statista, Segretario socialista, ex Presidente del
Consiglio italiano, tredici anni fa moriva ad Hammamet, il 19 gennaio, solo e lontano
dal clamore mediatico. Bettino Craxi moriva dopo una persecuzione
giudiziaria che gli aveva attribuito le peggiori nefandezze, come se la
colpa delle ruberie di Stato fosse sua o solo sua. Quale la colpa
principale di Craxi ? Di aver scelto di finanziare il Psi attraverso
finanziamenti privati, in nero, è vero, ma pur sempre privati, come
avviene in tutte le maggiori democrazie occidentali. Non certo come
avveniva per la Dc ed il Pci, che si facevano finanziare dal
sottogoverno, dalle industrie di Stato o parastato e, nel caso dei
comunisti, addirittura dalla dittatura sovietica. Del resto la politica costa, ma, almeno, ai tempi di Craxi, le idee
contavano ancora qualcosa. Contavano le culture e le storie politiche e persino il benessere dei cittadini. Oggi
contano i personalismi, ovvero gli arricchimenti personali - che sono
aumentati esponenzialmente dal '92 ad oggi -, contano i mass media ed i
magistrati che si candidano in politica. Contano gli arrivisti come
Berlusconi ed i conservatori postcomunisti come Bersani e Vendola.
Contano i parolai come Maroni e Grillo. Conta l'illegalità diffusa ed un
sistema bancario centralizzato, ove la banca centrale americana può
stampare cartamoneta a suo piacimento, in barba ad ogni regola di libero
mercato. Craxi è morto e nemmeno i suoi figli si sono rivelati suoi
degni eredi. Bobo è esponente del microscopico partitino
socialdemocratico di Nencini, sempre a fianco dei cattocomunisti.
Stefania, invece, dopo essere stata fedelissima di Berlusconi ha fondato
un micro partito chiamato Riformisti Italiani, candidando alle prossime
elezioni addirittura un personaggio impresentabile e lontano da ogni
cultura politica come Luciano Moggi. Povero Bettino ! Ad ogni
modo, per fortuna che esistono ancora storiche riviste socialiste come
"Critica Sociale" - diretta dall'amico Stefano Carluccio - a ricordarlo ed a
riportare i suoi articoli e discorsi. E' proprio in questi giorni
uscito il nuovo numero della "Critica", che riporta una notizia molto
interessante, ovvero la dimostrazione di come Tangentopoli fu una "falsa
rivoluzione" orchestrata ad arte attraverso un intreccio fra finanza,
mafia e procure deviate. In un articolo della "Critica" , riportato
in prima pagina, si legge di "Proposta Nuova" (con tanto di documenti
allegati), ovvero una lobby segreta promossa negli anni '90
dall'andreottiana Ombretta Fumagalli Carulli, dall'immobiliarista Radice
Fossati e dall'allora magistrato Antonio Di Pietro. Lobby che, pare,
avesse lo scopo di infiltrare propri affiliati nei partiti e nelle
Istituzioni al fine di - si legge - "disarticolare ed egemonizzare la vita interna dei partiti e della loro posizione nella pubblica amministrazione". Sarebbe peraltro ora, in questo Paese ove si è indagato più volte su falsi scandali e falsi misteri, di far luce vera almeno su questo aspetto. La
memoria del socialista Bettino Craxi e la scomparsa - unica al mondo -
di un'intera classe politica "manu militari", avvenuta in Italia fra il
'92 ed il '93, ce lo chiedono. E con loro l'onestà intellettuale dell'Italia intera.
 Luca Bagatin
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