Ho conosciuto di persona Emma
nell'aprile del 1999 ed allora le regalai una poesia che scrissi per
lei e che qualche giornale pubblicò anche.
Recitava così:
Emma Bonino,
una dei tanti radicali scalzi
che popolavano negli anni ‘70 le
piazze delle città
per affermare i diritti di tutti, anche dei
più derelitti di questo mondo,
contro un regime violento,
burocratico, partitocratico e clericale,
che aveva in gloria solo
la gestione del Potere: la poltrona sicura di Ministro, Cardinale o
Presidente.
Emma Bonino: una donna, un simbolo dell’Europa e
per l’Europa, a dispetto di chi ha cercato e cerca di oscurarla con
ogni mezzo.
Emma Bonino: oggi di nuovo alla ribalta come degna
Commissaria europea, sempre in prima linea per l’affermazione dei
diritti umani, civili e politici, come ieri, più di ieri.
Loro,
i Potenti, forse ti saranno avversi, ma è certo che la gente è con
te
e con le tue battaglie di libertà e legalità.
Un augurio
di cuore!
Una speranza dal profondo!
....magari una piacevole
utopia: Emma for President
A quei tempi credevo molto nel percorso
politico portato avanti dai Radicali che, proprio nell'aprile di
quell'anno, a Monastier di Treviso, fondarono la “Lista Emma
Bonino”.
Qualche mese prima, del resto, avevo
condotto – senza alcun mezzo e solamente con l'aiuto della radicale
Paola Scaramuzza – la campagna per “Emma Bonino al Quirinale”,
nella città di Pordenone. Città che, peraltro, alle elezioni
europee, le regalerà il secondo posto con oltre il 14% dei consensi.
Anche allora, gli unici a fare campagna elettorale, fummo solamente
Paola ed io.
Radicale ad ogni modo non sono mai
stato. O, meglio, non sono mai stato un pannelliano. Diciamo che mi
riconosco molto di più nel Partito Radicale di Mario Pannunzio, più
che in quello di Pannella. Boniniano lo sono stato a tratti, anche
se, con gli anni, penso che il percorso più interessante lo abbia
fatto chi pur frequentava quei “luoghi libertari”, ma voleva
rimanere libero di essere sé stesso, senza sporcarsi troppo nelle
Istituzioni e ricercare piuttosto un'alternativa alla politica
parlamentare e mediatica. Parlo dell'esperienza del Partito
dell'Amore che, in questi anni, sono pressoché l'unico che ha
tentato di ricostruirne e raccontarne, sotto il profilo
giornalistico, la storia e la storia dei suoi protagonisti.
Oggi mi fa male al cuore vedere Emma
con quel turbante africano in testa, ma al contempo mi rafforza. Mi
fa pensare alla forza dei radicali storici che hanno sempre mostrato
il loro corpo – fosse nudo o malato – per un bene superiore.
Sono e sono sempre stato vicino alle
battaglie per la libertà di cura per i malati, per la ricerca
scientifica, per il diritto all'affettività ed alla sessualità per
i disabili, per l'eutanasia, per il diritto a decidere sulla propria
vita e/o sulla propria morte.
Di questo sono e sarò per sempre grato
ai Radicali, che sono anche stati i miei primi maestri di scuola politica,
quando non ero ancora maggiorenne.
Poi, come succede con i vecchi amori,
ma soprattutto come succede agli spiriti liberi, abbiamo preso strade
diverse.
Non ho mai amato questo dialogo
continuo dei Radicali con destra e sinistra. Non ho mai accettato il
dialogo con Berlusconi prima e con Prodi successivamente e l'entrata
di Emma nel Governo Prodi del 2006. L'ho visto come un passaggio
completamente estraneo alla storia ed alla cultura libertaria che,
con i cattocomunisti, non ha mai avuto nulla a che spartire.
E non ho nemmeno condiviso l'entusiasmo ed il sostegno
dei nuovi Radicali per la globalizzazione tout-court, per il
cosmopolitismo/immigrazionismo tout-court, per l'europeismo tout-court.
Da allora direi che ho anche smesso di
andare a votare perché, le rare volte che ho votato in vita mia, o
lo facevo per i socialisti, oppure per i verdi oppure per i radicali.
Ma quando i primi sono scomparsi ed i secondi hanno seguito strade a
parer mio fra il velleitario, il globalista e l'istituzionale, ho
preferito prenderne le distanze.
Però mi è sempre rimasto un forte
senso di affetto per Emma ed anche per Pannella che, come testimonia
anche un'intervista che mi fece Radio Radicale, proposi candidato al
Quirinale nel 2013. Pannella, infondo, è l'ultimo Padre Nobile di
quella che dovrebbe essere una Repubblica e che invece, forse, ne è
solo il suo simulacro. Ovvero nei fatti è una monarchia/oligarchia di partiti.
Sono certo che Emma la spunterà ancora
una volta ed il suo ottimismo contagerà molte persone che si trovano
a vivere situazioni simili.
Un abbraccio con il cuore, da uno dei
tanti vostri ex compagni di strada !

Luca Bagatin