21 maggio 2009
La Chiesa cattolica secondo Mark Twain
Quando ancora andavo alle scuole superiori, venne per qualche giorno un supplente di Religione assai simpatico ed abbastanza stravagante. Si divertiva a farci disegnare alla lavagna degli alberi ed interpretava così la nostra indole psicologica, per così dire. Un tipo davvero straordinario oserei definirlo ! L'ultimo giorno di supplenza ci assicurò che - se fosse tornato nella nostra classe - ci avrebbe dimostrato l'esistenza matematica di Dio mediante un'equazione. Ciò non accadde, ma sono certo che quel tipo sarebbe sicuramente riuscito nell'impresa. Chi è abituato a leggermi sa quanto io sia preplesso se non contrariato nei confronti dell'ateismo e degli atei, che trovo affatto dissimili dai clericali per inclinazione assolutistica ed in quanto - come affermava il clown di Heinrich Boll - finiscono per parlare SEMPRE ed OVUNQUE di Dio. Ordunque, anni dopo, anche grazie all'amico Bazardelleparole che me lo fece apprezzare, scoprii un autore che avevo tralasciato nei miei anni giovanili di pur lettore accanito: Mark Twain ! Fu così che riuscii a comprendere che, se - forse - era possibile dimostrare l'esistenza matematica di Dio, sicuramente era possibile dimostrarne quella letteraria ! Leggendo e rileggendo Mark Twain, mi rendo conto di quanta essenza Divina ci sia in quel simpatico ometto baffuto, umorista, scrittore, businessman, pacifista, antischiavista, repubblicano, bizzoso ed incazzoso, che tanto trovo mi somigli (ovviamente anche nella presunzione !)......
Vi riporto qui di seguito due ghiottissimi passi tratti da Uno Yankee del Connecticut alla Corte di Re Artù, edito nel 1889. Potrete notare come le opere di Mark Twain siano dei veri e propri trattati filosofici, altro che delle storielle per ragazzi (che pur sarebbe bene leggessero, e nella versione integrale) ! Andrebbero adottate nelle scuole al posto di mattoni remissivi come I Promessi Sposi, che, francamente, trovo abbiano assai poco da insegnare ad una società già sufficientemente pecoronizzata.  Luca Bagatin ....Qui potete vedere la mano di quel tremendo potere che è la Chiesa Cattolica Romana. In due o tre secolini, essa aveva convertito una nazione di uomini in una nazione di vermi. Prima dell'avvento della supremazia della Chiesa nel mondo, gli uomini erano uomini, e tenevano alta la testa, e avevano l'orgoglio, lo spirito d'indipendenza dell'uomo; e la grandezza e la posizione che una persona raggiungeva le venivano soprattutto dall'opera e non dalla nascita. Ma poi la Chiesa si fece avanti con un interesse privato da servire; ed era saggia ed astuta, e conosceva più di un mezzo per scorticare un gatto - o una nazione; inventò il "diritto divino dei Re", e lo puntellò tutt'intorno, mattone su mattone, con le Beatitudini - strappandole dal loro buon fine per usarle e rafforzarne uno cattivo; predicò (al plebeo), l'umiltà, l'ubbidienza ai superiori, la bellezza del sacrificio di sé stesso; predicò, (al plebeo), la rassegnazione sotto l'insulto; predicò, (ancora al plebeo, sempre al plebeo), pazienza, povertà di spirito, non-resistenza all'oppressione; ed introdusse caste ereditarie ed aristocrazie ed insegnò a tutti i popoli cristiani della terra a prostrarsi davanti a loro e venerarle.
 Per prima cosa avevo iniziato una fabbrica di insegnanti ed una quantità di scuole domenicali; come risultato avevo ora in quei luoghi un mirabile sistema di classi e di scuole elementari in pieno sviluppo, e anche una completa varietà di congregazioni protestanti, tutte in condizioni prospere e fiorenti. Ognuno poteva essere il tipo di Cristiano che desiderava; v'era libertà completa in questo campo. Ma io confinai l'insegnamento pubblico religioso nelle chiese e nelle scuole domenicali, non consentendolo negli altri miei edifici d'educazione. Avrei potuto dare la preferenza alla mia propria setta e far tutti presbiteriani senza alcuna fatica. Ma questo sarebbe stato fare un affronto a una legge di natura umana; i bisogni spirituali e gli istinti sono tanto vari nella famiglia umana quanto lo sono gli appetiti fisici, i colori e le fattezze, e un uomo è moralmente vestito con gli abiti migliori quando è munito dell'abito religioso il cui colore e la cui forma e misura meglio si adattano al colorito, alle angolarità e alla statura spirituali dell'individuo che lo indossa; e inoltre avevo paura di una Chiesa unita; essa costituisce una potenza straordinaria, la più straordinaria concepibile, e allora quando essa poco dopo finisce in mani egoiste, come sempre è pronta a fare, ciò significa morte per la libertà umana, e paralisi per il pensiero umano.
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30 luglio 2008
Lo Straniero Misterioso di Mark Twain, ovvero le avventure del giovane Satana
Mark Twain è uno scrittore ed umorista statunitense da sempre assai
sottovalutato e relegato fra gli autori di storie per l'infanzia.
Niente di più errato ! Non a caso tutte le sue opere, comprese le
celeberrime "Le avventure di Tom Sawyer", erano dirette agli adulti al
fine di farli riflettere sulla loro "anima bambina" che li accompagna
sempre e comunque, al di là delle convenzioni "morali".
La "morale", ovvero il "senso morale", è un concetto profondamente
detestato da Mark Twain, dissacrante paroliere, il quale illustra al
meglio questa sua concezione della vita nei suoi quattro manoscritti
rielaborati dalla sua "La storia del giovane Satana" che sarà
pubblicata definitivamente con il titolo "44 lo Straniero Misterioso".
Il Nostro inizia ad interessarsi e a giocare con la figura di Satana
nei primi del '900 ed elabora appunto quattro storie diverse che hanno
per protagonista un govane straniero dai poteri soprannaturali - Satana
appunto - il quale funge da "reagente" per mettere in luce tutta la
crudeltà, la codardia e la follia degli esseri umani.
Su questo punto Twain ha le idee ben chiare nel momento in cui egli si
pone la filosofica domanda di matrice darwinista Che cos'è l'uomo ?,
egli risponde candidamente: "L'uomo è un animale inferiore, discende in
senso letterale e morale dai primati, è l'unico animale che sia
crudele, che infligga il dolore per il solo piacere di farlo".
Posizione radicale quella dell'umorista, purtuttavia delineata con uno
stile innocente e quasi bambino nella fiaba de "Lo Straniero
Misterioso".
La versione che riassume tutta la trilogia del "giovane Satana", ovvero
"44 lo Straniero Misterioso", è ambientata attorno al 1500 in Austria e
narra appunto dell'arrivo di 44 (il cui nome completo egli stesso tiene
a specificare essere: 44 Nuova Serie 864.962, lasciando i suoi
interlocutori esterrefatti di un siffatto nome !) un ragazzo sedicenne,
mendicante fragile ed affamato, il quale si presenta nella tipografia
del paese a cercare ristoro e un lavoro. Qui riceve tutta la
disponibilità da parte del tipografo, il quale gli da da mangiare e lo
assume. Purtuttavia 44 riceve anche tutto l'odio da parte degli altri
operai e della moglie del tipografo, i quali lo costringono a mangiare
per terra il cibo dei cani e lo umiliano in ogni modo, financo
picchiandolo.
Il ragazzo sopporta in silenzio, senza piagere né lamentarsi e questo indispettisce ancor di più i suoi antagonisti.
L'unico a provare simpatia per 44 è August, un operaio suo coetaneo, al
quale il giovane straniero si offre di mostrare i suoi prodigi.
44 infatti riesce a far apparire dal nulla qualsiasi cosa: cibo,
oggetti di valore ecc...e tutti provenienti dal passato e addirittura
dal futuro e da Paesi ancora non scoperti nel tardo Medioevo (come
l'America) !
Ovviamente, per non indispettire ulteriormente gli altri operai e per
evitare di finire sulla forca come previsto dalla Chiesa per gli
"eretici" di allora, 44 attribuisce tutto il merito delle sue magie al
mago del paese. Il quale in realtà è un profittatore e un imbroglione
mangiapane a tradimento del tipografo.
44 non è in pena per i maltrattamenti che subisce, anzi. La cosa lo
diverte in quanto gli permette di mostrare ad August tutta la stupidità
e crudeltà della "razza umana", come la chiama lui. Una "razza umana"
devotissima alla Chiesa e quindi a Padre Adolf, il parroco sempre
pronto a scovare streghe ed eretici ovunque. Specie se innocenti !
44 non è altro che Satana, il quale è assai diverso da come ci si
aspetterebbe che fosse. Egli è, appunto, un "reagente": attore e
protagonista del romanzo che finge di subire le cattiverie altrui per
il solo scopo di metterle in luce in un crescendo di umorismo privo del
"senso morale" che pervade l'umanità addormentata dal conformismo
imperante.
Solo nell'ultimo capitolo il giovane 44 svelerà la sua vera natura e
quella di tutto ciò che ci circonda: non esiste nulla in realtà (e
sottolinea il fatto che sarebbe pazzesca cotanta cattiveria e follia
umana in un “mondo reale”). Esiste solo un pensiero ed il suo amico
August, il quale a sua volta non è che "un pensiero nell'eternità vuota
d'ogni cosa".
Una conclusione grottesca come è a tratti grottesca è questa
meravigliosa fiaba per adulti capace di incantare e di lasciarci a
esterrefatti di come Mark Twain sia stato capace di fotografare e di
prendere in giro l'intima essenza della “razza umana”.... facendoci
così sorridere, ma anche vergognare di noi stessi ! Come è giusto che
sia.
Non esiste autore che, come il signor Samuel Clemens in arte Mark Twain, riesca a farmi comprendere la vita e la morte ed a farmele amare nonché a farmi sorridere di esse. Penso che, se io ed il signor Clemens ci fossimo conosciuti e quindi fossimo stati contemporanei, sarebbe stato assai difficile distinguerci per indole umorale, bizzosa e burlona. Egli amava fumare molto, portare i baffi ed i capelli lunghi e vestirsi sempre di bianco "per sentirsi pulito in un mondo sporco". Amo fumare anch'io il sigaro e non solo, portare baffi, barba e capelli lunghi quando il caldo non mi tormenta. E vestirmi sempre con camicie e magliette......rosse "per sentirmi vivo in un mondo non troppo in salute". Non è difficile rimanere bambini per tutta la vita. Specie quando si è consapevoli che un giorno dovremo morire e per questo ricordarci di lasciare ai posteri un ricordo di noi stessi non troppo avizzito dal tempo.
Luca Bagatin (scusate, ma mio fratello Silvestro è un vero pigrone !)
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23 febbraio 2008
Un viaggio in Paradiso con Mark Twain
Tra vent’anni rimpiangerai le cose che non hai fatto più di quelle che
hai fatto. Quindi vai di bolina. Lascia il porto sicuro. Spiega le tue
vele al vento. Esplora. Sogna. Scopri.
Imbattermi in "Viaggio in Paradiso" di Mark Twain è stato per me come
imbattermi nella più morbida delle parti anatomiche della più deliziosa
fanciulla della terra: una folgorazione ! Eh, sì, aveva proprio
ragione quel barbuto geniaccio di George Bernard Shaw quando affermava
che questa pur breve opera dell'umorista statuinitense permette di
entrare, meglio di altre, nel suo universo di scrittore. Nulla che
lo possa paragonare alle più famose opere come "Le avvenutre di Tom
Sawyer" o "Le avventure di Hukleberry Finn"; "Viaggio in Paradiso" è
l'umoristica salita nei cieli del capitano Stormfield che, pur
destinato all'Inferno, finisce per errore in Paradiso. Un Paradiso
che è tuttavia assai diverso da come la cultura religiosa ce lo
descrive: qui infatti non si incontrano così facilmente Profeti e
Patriarchi pronti ad accogliere i nuovi arrivati. Figuriamoci ! Come
spiega Sandy, un vecchio angelo: "sarebbe un onere ben grave per quei
vecchi accogliere sessantamila nuovi arrivati al giorno " ! E così,
predicatori terreni come un certo Talmage di Brooklyn rimarranno delusi
quando giungeranno in Paradiso....specie se verranno a conoscenza del
fatto che sono stati nominati Profeti emeriti sconosciuti come: il
sarto del Tennessee Billings, il veterinario dell'Afghanistan Sakka, il
calzolaio di una colonia francese chiamato Marais e il muratore Jones
il quale, se gli fosse data l'occasione favorevole, avrebbe dato prova
di grande genio militare financo superiore a quello di Napoleone...ed
invece fu sempre scartato come soldato semplice in quanto gli mancavano
due incisivi ed entrambi i pollici ! Questa è la legge del Paradiso
di Mark Twain: coloro i quali nella vita terrena non hanno avuto una
ricompensa adeguata ai loro meriti, in Cielo occupano la posizione che
loro meglio compete. E così, fra parate in onore di questi emeriti
ma meritevoli sconosciuti, canti angelici ed inni sacri cantati in
onore dei neo-arrivati (come un barista convertito in extremis), si
snoda il romanzo iperumoristico che fu inedito sino al 1907 per volontà
dello stesso Twain che pur lo iniziò nel 1870. "Viaggio in
Paradiso", a dire il vero, è solo uno (ma sicuramente il migliore) dei
racconti dissacranti nei confronti della religione scritti dal Nostro (molti dei quali contenuti nella raccolta "Racconti contro tutti" edizioni Stampa Alternativa). La
gran parte sono rimasti inediti sino a parecchi anni dopo la sua morte
(1910), sia per volere della moglie che della figlia e in quanto
sarebbero certamente stati censurati in un'epoca così bigotta e legata
alla tradizione. Fra questi vorrei ricordare "Lo Straniero
Misterioso" che secondo me è un vero e proprio romanzo filosofico il
cui protagonista è un ragazzo non a caso di nome Satana il quale, fra
le altre cose, spiega ad un gruppo di suoi coetanei come la gran parte
della "razza umana" sia fatta di pecore che seguono le minoranze che
gridano più forte delle altre. Significativo in questo senso il passo: "Le
monarchie, le aristocrazie, le religioni sono tutte basate su questo
grande difetto della vostra razza: la diffidenza di ogni individuo nei
confronti del suo vicino, e il desiderio, per motivi di sicurezza e di
comodità personale, di mostrarsi sotto una buona luce agli occhi del
vicino". Come non dare torto, pur a distanza di oltre un secolo, al
signor Samuel Langhorne Clemens in arte Mark Twain: eterno ragazzo,
eterno monello, impareggiabile maestro di vita per ragazzi e adulti che
in ogni epoca hanno riso e continueranno a ridere dell'assurdità che ci
circonda.
Luca Bagatin
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