Non lo so.
Non
so capire le persone e capire perché la gran parte delle persone sia
pervasa da egoismo e menefreghismo che le porta, di volta in volta, a
fregarsene unicamente degli affari propri.
Ma,
in particolare, posso dire che quest'ultimo viaggio a Roma mi ha
insegnato - semmai non mi fosse stato abbastanza chiaro - che la gran
parte dei cosiddetti "amici" sono amici interessati o occasionali, un
po' come certi fugaci rapporti sessuali nei quali, purtuttavia, non ho
mai creduto (e mai ho voluto praticare).
Sono
stanco di cercare le persone. Persone a cui non frega
assolutissimamente nulla di me. Sarei più felice, dico sul serio, se me
lo dicessero almeno in faccia.
E
sono stanco di dover dare corda alle persone che mi si appiccicano come
il miele se hanno bisogno di un'intervista, salvo poi disconoscerne il
contenuto ed impedirne la pubblicazione allorquando sono diventate
famose (magari anche grazie al sottoscritto).
Sono
stanco della falsità e per questo non sono mai stato simpatico a
nessuno. Perché se sei uno stronzo o una stronza io te lo dico in faccia
e te ne dimostro le ragioni con dovizia di particolari.
Ma, per lo più, preferisco lasciar correre salvo gustarmi successiva vendetta se la cosa si fa oltremodo pesante.
Mai provocare un depresso cronico che, pergiunta, non ha nulla da perdere. Quante volte l'ho detto e ripetuto ?
Qualche
giorno fa mi sono trovato a piangere e non per una solitudine imposta
dagli anni, dalle persone inutili che sovrappopolano questo ingiusto
mondo. Mi sono commosso nel leggere la notizia del suicidio di Amnesia,
una ragazzina di Padova di quattordici anni. Amnesia si era già da tempo
praticata tagli alle braccia.
Mi
ha ricordato i miei quattordici anni. Ancora porto le ferite delle mie
di lesioni alle braccia. Anche nel mio caso si trattava di un rifiuto
d'amore, ma, forse, si trattava anche della percezione che in questo
mondo l'amore è solo uno spot pubblicitario. Mercificazione economica
spacciata per sentimento ove ragazze e ragazzi fingono di volersi bene,
per un periodo, sin tanto che dura.
Ho
sempre creduto nell'assoluto. E quindi anche nell'amore assoluto. E
penso che Amnesia fosse solo una ragazzina sensibile, alla ricerca
dell'amore.
Dubito
che fosse depressa. La depressione non esiste. E' solo bisogno d'amore.
Quello vero. Non le cretinate che spacciano per amore ogni tre per due
nei media o nelle soap e, spesso, purtroppo, anche nella vita reale.
Amnesia
si è rifugiata così nel web, cercando aiuto, cercando comprensione. E
ricevendone solo ulteriori cretinate di utenti virtuali che la
invitavano a morire. Nel giornale ho letto e ho ancora sotto gli occhi
frasi quali: "Ti tagli solo per farti vedere", oppure "Secondo me tu
stai bene da sola...fai schifo come persona".
Non
vorrei mai augurare alle persone che hanno scritto queste frasi di
trovarsi nella condizione in cui si è trovata Amnesia. E' vero, forse lo
meriterebbero. Ma non è una cosa che vorrei augurare loro. La
sofferenza emotiva è un abisso dal quale non ci risolleva facilmente.
Perché no, non si fanno certe cose perché si vuole apparire, bensì si
vorrebbe scomparire. Per sempre.
Non si vorrebbe essere mai esistiti e tale consapevolezza ti rimane, volente o nolente, per tutta la vita.
Orde
immonde di psicologi, commentatori televisivi, criminologi, puttane
delle carta stampata da sempre si prodigano nell'elargire la loro
insipienza non richiesta sull'argomento. Ma stessero un po' zitti !
Abbracciassero
le loro figlie, i loro figli, le loro mogli, compagne, mariti,
compagni, fratelli, sorelle, genitori. E facessero sentire loro il bene
che hanno da dare e che desiderano ricevere.
Non so se ci sia altro da aggiungere.
Mi
viene in mente solo che, anche il prossimo libro che pubblicherò, come
fu per il primo, lo pubblicherò unicamente perché con esso sarà
pubblicata anche la dedica che ho scritto nel frontespizio.
La dedica che pubblicherò, anche questa volta, sarà più importante del contenuto del libro. Perché è importante, per me, la persona a cui è rivolta.