23 ottobre 2015
"In cammino verso la Casa della Sapienza": convegno organizzato dalla Massoneria italiana e che dà crediti universitari. Contestato solo dai soliti politicanti nostrani
Finalmente un'Obbedienza massonica –
e forse la più prestigiosa, ovvero la Gran Loggia d'Italia degli
ALAM – organizza, in collaborazione con l'Associazione culturale
AISPES, un convegno filosofico che dà la possibilità, agli studenti
di un Ateneo universitario - in questo caso agli studenti delle
facoltà dell'Ateneo di Genova – di ottenere crediti universitari.
“In cammino verso la Casa della
Sapienza” il titolo del convegno, che darà un'opportunità, per
gli studenti, dunque, di approfondire la filosofia dell'Antica Grecia - culla della democrazia - che è peraltro alla base anche della cultura esoterica della Libera
Muratoria.
La Massoneria, infatti, è una scuola
filosofica, morale e spirituale ed è più che giusto che organizzi
convegni di questo tipo che, ci auguriamo, possano sempre più essere
parte dei programmi di studi delle Università e delle scuole
italiane nel loro complesso, specie in questo periodo storico di
profonda crisi di valori umani, spirituali e di trionfo della più
crassa ignoranza.
Il convegno, che si terrà sabato 24
ottobre prossimo a partire dalle ore 9.00 presso l'Hotel Bristol
Palace di Via XX Settembre 35 a Genova, sarà aperto dal Sovrano Gran
Commendatore Gran Maestro della Massoneria italiana della Gran Loggia
d'Italia prof. Antonio Binni, il quale ha così commentato in una nota:
“Per Epicuro la felicità è vivere con
saggezza e questo vuol
dire aver trasformato la vita da Bios in Ethos, avere cioè
convertito la vita in un valore morale, in un identico comportamento
che non deve costituire eccezione, bensì regola. Noi studiamo le vie
che portano alla saggezza, una saggezza millenaria, una saggezza
profonda, sentita e condivisa che deve essere recuperata, fatta
propria dalla collettività. Il nostro impegno è rivolto alla
propagazione di valori imprescindibili per l’edificazione di un
mondo sempre più giusto, sempre più solidale, sempre più umano e
per questo - conclude il Gran Maestro
dell’Obbedienza massonica di Piazza del Gesù Palazzo Vitelleschi –
il convegno di Genova è una straordinaria
occasione per conoscere, riflettere, capire, trovare risposte da dare
ad un mondo che crediamo sia riformabile grazie anche e soprattutto a
questa saggezza”.
Stupisce
che i soliti soloni della politica nostrana, figli dei partiti
responsabili peraltro della morte del pensiero e della caduta dei
valori morali e spirituali nella quale siamo caduti, non abbiano
perso tempo nel criticare questa lodevole iniziativa: dai Pippo
Civati che fanno inutili interrogazioni parlamentari, ai Matteo
Orfini che si dichiarano “sconcertati” sino ai Giovanni Monchiero
che affermano “Incredibile !”. Eppure il Monchiero, chi scrive,
lo conobbe personalmente alla sua festa di compleanno dello scorso
anno e gli regalò il suo ultimo saggio “Ritratti di Donna”, che
parla anche di filosofia massonica. Come Maria Elena Boschi, dunque,
anche l'On. Monchiero sembra non averlo letto e...trovare
“scandalosa” quella Massoneria che è, in Occidente, pilastro di
cultura filosofica millenaria.
Ovvero
l'esatto opposto della politica che, nel corso degli anni, è
diventata quanto di più lontano ci possa essere dalla cultura, dal
merito e dalla moralità.
Siamo
dunque lieti dell'iniziativa promossa dalla Gran Loggia d'Italia che
vedrà, come relatori: Luisella Battaglia
– Professoressa ordinaria di Filosofia Morale – Università di
Genova, “Epicuro maestro di saggezza”;
Sonia Barillari – Professore associato di
Filologia Romanza - Università di Genova, “Luciano
e la Storia vera”; Mariano Bianca –
Professore ordinario di Filosofia della Scienza - Università di
Siena-Arezzo, “L’iniziazione e
l’iniziato”; Dino Cofrancesco -
Professore Emerito – Scienze Politiche - Università di Genova, “La
polis”; Ida Li Vigni – Cultore della
materia - Università di Genova e Varsavia, “L’orfismo”;
Michele Marsonet - Professore ordinario di
Filosofia della Scienza, “L'interpretazione
popperiana di Platone”; Oscar Meo –
Professore associato di Estetica - Università di Genova, “Il
vero e il falso nella teoria platonica dell’immagine”; Paolo
Aldo Rossi – Professore ordinario di Storia del Pensiero
Scientifico - Università di Genova, “I
greci e l’irrazionale”; Davide Susanetti
– Professore associato di Letteratura Greca - Università di
Padova, “Chi bussa al pensatoio (Nuvole di
Aristofane e il Teeteto di Platone)”; Valerio
Meattini –Professore ordinario di Filosofia Teoretica - Università
di Bari, "Le anime luminose".
Filosofia, iniziazione e polis”. Per informazioni ulteriori: http://www.granloggia.it/ufficiostampa/cammino-verso-la-casa-della-sapienza
Un
convegno d'eccezione che non farebbe male anche ai politici o ai
politicanti di casa nostra, i quali, anziché passare il week-end
oziando, potrebbero finalmente imparare qualche cosa.
 Luca
Bagatin (nella foto con il prof. Antonio Binni)
Il capogruppo di Scelta Civica Giovanni Monchiero con il mio saggio "Ritratti di Donna". L'avrà letto ???
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14 gennaio 2015
Intervista dell'artista Daniele Pacchiarotti allo scrittore, giornalista e attivista (anti)politico Luca Bagatin
Nell'intervista - a braccio, senza filtri e senza tagli - fattami dall'artista Daniele Pacchiarotti e realizzata dal fotografo Antonello Ariele Martone - parliamo di temi di scottante attualità: Massoneria, politica, (anti)politica, religioni e fondamentalismo, donne, mass-media, Risorgimento, Amore e Libertà, libertà civili e sessuali, arte, erotismo e molto altro.
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9 maggio 2014
Elezioni europee: un derby fra imbroglio legalizzato e onestà intellettuale. Ovvero: perché sosteniamo il NON VOTO (tratto da www.amoreeliberta.blogspot.it)
 Come abbiamo
sempre sostenuto, le imminenti elezioni europee, non
saranno, come ha detto Renzi, un “derby fra rabbia e speranza”,
bensì un derby fra imbroglio legalizzato e onestà intellettuale,
ovvero fra coloro i quali continueranno a votare l'inciucio mediatico
e di Potere rappresentato da Renzi-Grillo-Berlusconi e coloro i quali
avranno il coraggio di opporsi, con il loro NON VOTO. Ed
il NON VOTO, sostenuto dal nostro movimento (anti)politico e
(contro)culturale di ispirazione garibaldina AMORE E LIBERTA'
(www.amoreeliberta.altervista.org
– www.amoreeliberta.blogspot.it),
è, da settimane, in testa a tutti i sondaggi, con oltre il 40% dei
consensi. L'obiettivo
che ci siamo prefissati, ad ogni modo, è di raggiungere e superare
il 51% dei NON VOTANTI. Come
sanno i nostri sostenitori, i nostri lettori e simpatizzanti, AMORE E
LIBERTA', sostiene infatti la possibilità che le singole
intelligenze delle persone, dei cittadini, possano parlarsi,
confrontarsi, approfondire, autogestirsi, attraverso il buonsenso
tipico delle Agorà dell'Antica Grecia (Grecia ben diversa da quella
attuale). In
questo senso, infatti, AMORE E LIBERTA', si batte per un sistema
elettivo tipico di quel periodo, ovvero la nascita di assemblee
popolari estratte a sorte, fra tutti i cittadini compresi fra i 18 ed
i 65 anni. In
questo senso, peraltro, non sarebbe impossibile pensare di cambiare
la legislazione elettorale vigente, introducendo quantomeno la
possibilità di attribuire i seggi dei NON VOTANTI ai cittadini
italiani (o europei, nel caso di elezioni europee), estraendoli a
sorte. Per
la prima volta si permetterebbe così, dunque, alle singole
intelligenze, di avere un posto all'interno del Parlamento. E dunque
di costituire, via via, una base per una prima assunzione di
responsabilità politica e civile da parte della cittadinanza
attiva. Al
di là del solito imbroglio partitico-mediatico-elettorale (vera e
propria “delega in bianco”).  Luca
Bagatin Presidente/fondatore
di "Amore e Libertà" www.amoreeliberta.altervista.org
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13 febbraio 2014
Ricominciamo da "Amore e Libertà": contro il Renzusconismo e l'Europa delle élite
Lo chiamano Italicum, in realtà è un
Italicus, ovvero una nuova strage politica ai danni dei cittadini.
Una nuova forma di autoritarismo incostituzionale che, per
stemperare, ad ogni modo, preferiamo definire Cacarellum. L'ennesimo,
a dirla tutta, dopo il Porcellum.
Matteo Renzi è un novello Berlusconi.
Come il Berlusconi del 1994 non ha alcun merito politico personale.
Vive di luce riflessa e, soprattutto, vive di una nuova crisi della
politica e della classe politica.
Silvio Berlusconi nasceva dalle ceneri
dei partiti democratici della Prima Repubblica. Matteo Renzi –
novello spot elettoralpubblicitario vivente con alle spalle Ciriaco
De Mita - nasce dalle ceneri di un sistema politico-partitico ormai
alla futta, senza alcuna credibilità nei confronti dei cittadini.
Silvio e Matteo, un ottantenne
condannato e ineleggibile e un quarantenne che farebbe bene a pensare
unicamente alla sua Firenze, senza alcun proprio merito, senza
brillare per lungimiranza, oggi si accordano per far fuori una buona
fetta dell'elettorato. Per spazzare i piccoli movimenti e per imporre
definitivamente il monopartitismo Renzusconiano Pd-Forza Italia. Il
renzusconismo, infondo, è questo qui. Una nuova forma di
autoritarismo che impone sbarramenti, che non riammette le preferenze
e che vìola, per l'ennesima volta, la Costituzione repubblicana.
Ma c'è di più. Renzi punta a
sostituire Enrico Letta alla guida di un governo già di per sé
monopartitico. E' il solito gioco delle parti, in sostanza. Cambiamo
il manovratore per non cambiare nulla. Infondo, del resto, l'alleanza
destrosinistrica rimarrà, come sempre da un Ventennio (neofascista),
al Potere.
Un Potere politico che sbaglia e non
paga, ma, come sempre, fa pagare al cittadino contribuente, che sia
lavoratore o, purtroppo sempre più spesso, disoccupato.
Pensiamo solo al fatto che la pubblica
amministrazione paga le aziende in grave ritardo e pensiamo al fatto
che per questo l'Italia è stata sanzionata dall'Unione Europea. Ma
non sarebbe stato più corretto che ad essere sanzionate fossero le
Istituzioni italiane, ovvero quei politici ed amministratori rei di
non aver pagato le aziende creditrici ? E' mai possibile che a pagare,
ancora una volta, siano i cittadini per colpa di politici ed
amministratori pubblici che non sanno fare il loro mestiere ?
E' tempo di elezioni europee. Di
un'Europa che non funziona, ovvero che esiste unicamente per
mantenere in piedi un'apparato burocratico e finanziario utile alle
élite politico-economiche. Siamo lontani anni luce, dunque, dai
sogni di Giuseppe Mazzini, di Garibaldi, di Altiero Spinelli e di
Ernesto Rossi. Loro volevano un'Europa di popoli affratellati.
L'Unione Europea, diversamente, vuole un'Europa di concorrenti, di
banchieri, di burocrati e di politicanti arraffoni ed arruffoni.
Ordunque ci chiediamo perché mai
scannarsi per le elezioni europee visto che sono l'ennesima truffa
legalizzata dalla politica.
Quando ideammo il pensatoio politico
“Amore e Libertà” (www.amoreeliberta.altervista.org; www.amoreeliberta.blogspot.it) ci ispirammo al Partito d'Azione di Mazzini.
Ovvero un Partito inteso come pensatoio d'azione. Critico nei
confronti del parlamentarismo politico-burocratico e dei sistemi
elettorali.
Oggi, un progetto come
“Amore e Libertà”, è più che mai necessario. Per abbattare, con
amore, un sistema insostenibile. Una politica che è contro i
cittadini e che legalizza le truffe ai loro danni.
Per questo proponiamo, da tempo, in
luogo delle elezioni politiche, l'estrazione a sorte fra tutti i
cittadini aventi diritto al voto dai 18 ai 65 anni, come avveniva
nell'Antica Grecia, culla della Democrazia.
E vorremmo anche che, se un politico o
un amministratore sbaglia, pagasse di tasca sua e non scaricasse sui
cittadini le sue colpe, attraverso imposte, tasse e balzelli.
Proponiamo la Civiltà dell'Amore e dei
diritti civili e sociali, in luogo dell'inciviltà dell'economia,
della politica e del burocraticismo partitocratico.
Siamo forse utipici utopisti, ma lo
furono anche le nostre madri ed i nostri padri, ovvero Anita e
Giuseppe Garibaldi. Ricominciamo da lì.
 Luca Bagatin
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21 dicembre 2013
"Boldrin rischia l'oblio grazie ai partiti ?" di Gabriele Maestri per Termometro Politico
Tratto da www.termometropolitico.it
Non sembra esserci pace per Fare per Fermare il declino. Non bastava la scissione di fatto che ha portato l’economista Michele Boldrin a diventare una sorta di dominus di ciò che è rimasto della formazione ultraliberista lanciata poco più di un anno, mentre dall’altra la ex coordinatrice Silvia Enrico e l’avvocato Alessandro De Nicola hanno sbattuto la porta per cercare di recuperare lo spirito delle origini in Ali – Alleanza liberaldemocratica per l’Italia assieme all’ex guida Oscar Giannino. Lunedì una critica mirata alle ultime mosse di Fare è arrivata da Luca Bagatin, giornalista, blogger e presidente di Amore e Libertà, che aveva apprezzato l’esordio sotto la guida di Giannino e Luigi Zingales (“sembrava un progetto serio, concreto, alternativo alla partitocrazia e non ideologico”), salvo constatare che “quando
ci si getta nella mischia partitico-politica, si finisce non solo per
contarsi ma anche per doversi misurare con il proprio ego”. E a portare
Boldrin sul banco degli accusati sarebbe la “rincorsa alla candidatura alle elezioni europee del 2014": lo scritto, pubblicato nel blog di Amore e Libertà ha circolato molto tra gli aderenti a Fare, provocando un dibattito nel gruppo.  Luca Bagatin Va
giù duro Bagatin nel descrivere il progetto “In cammino per cambiare”,
cui Fare ha aderito: “Boldrin – dice – ha traghettato il partito nell’ennesima astrusa alleanza partitocratica con ciò che rimane dei partitini pseudo-liberali della galassia politica nostrana”. A varie di quelle formazioni il blogger rimprovera i frequenti cambi di fronte in cerca di posti che non sono arrivati (“fortunatamente” dice lui): “Boldrin
è economista troppo serio per imbarcare il banchiere Corrado Passera,
il sempreverde Stefano de Luca ed il democristiano Bruno Tabacci, che
ricordano piuttosto le accozzaglie fra partitini da zerovirgola che hanno costellato gli ultimi vent’anni di pseudo-democrazia italiana”. Il giornalista riconosce a Boldrin di “predicare benissimo, sia da economista che da ideologo”, ma di rischiare la condanna all’oblio per sé e i suoi buoni propositi.
Rischio che avrebbe corso meno, ad esempio, sostenendo un progetto
apartitico, fuori dal Parlamento, per portare avanti da lì le battaglie
sulle libertà. Il tutto “senza
chiedere o pretendere finanziamenti né pubblici, né tantomeno privati” e
guardando più all’Agorà dell’Antica Grecia che alla “dittatura delle
élite partitico-burocratico-clientelari dell’Italia di sempre”. 
L’invito e la riflessione avrebbero potuto esaurirsi lì, se due giorni fa Costantino De Blasi,
membro della direzione nazionale di Fare per Fermare il declino, non si
fosse preso la briga di rispondere a Bagatin, intervenendo su alcune
delle sue osservazioni. La via extrapartitica proposta dal giornalista
non convince De Blasi, che la bolla come “una
sorta di velleitarismo antipartitico che ponga Fare al di fuori
dell’agone politico”, un’azione che in Italia sarebbe sempre rimasta
sterilmente autoreferenziale, senza dare risposte ai problemi del paese. De Blasi rivendica per Fare l’impegno nella quotidianità con banchetti, incontri con le partite Iva e con chi non ce la fa più
a tirare avanti “con uno Stato violento e confuso”, ma mette in guardia
Bagatin: tutto questo costa, in termini economici e di tempo sottratto
alle famiglie e alle professioni. E allora il tempo va usato meglio per non condannarsi all’irrilevanza: “Noi
pensiamo di avere buone idee; pensiamo di avere la lucida visione della
situazione economica e delle ricette per risolverla – spiega con
puntiglio De Blasi -. Se limitassimo la nostra azione alla sterile
enunciazione delle stesse molti dei nostri potenziali interlocutori ci
accuserebbero, giustamente, di fare filosofia a danno della realtà
quotidiana”. 
Sul
capitolo delle alleanze, il dirigente di Fare riconosce la distanza tra
il suo progetto e quello di alcuni partiti di “In cammino per
cambiare”, ma spiega che si è preferito “provare a superare le
differenze per esaltare di contro le affinità”, anche se questo
significa rinunciare a parte del proprio orizzonte “per poter essere più forti e rappresentare una vera alternativa”. Da ultimo, De Blasi assolve in pieno la figura di Corrado Passera: “E’ stato finora uno degli interlocutori più affini e affidabili,
avendo condiviso la necessità di imprimere una vera svolta alla
politica italiana”. Conoscerebbe bene la macchina statale e le sue
criticità, non avendo risparmiato nemmeno il governo Monti di cui faceva
parte. “Per ora questo ci basta. Nelle prossime settimane vedremo se
anche lui dalla teoria vorrà passare alla pratica”. 
La risposta, tuttavia, non soddisfa in pieno Bagatin che, forte della sua lunga militanza nell’area
laica, liberale, libertaria e repubblicana, sostiene che
l’autoreferenzialità lamentata da De Blasi era vera, ma era stata
causata da “dirigenti politici
che, anziché inseguire il bene comune, ovvero il buonsenso, hanno
preferito o perseguire il proprio tornaconto personale oppure scelte
politiche senza alcun costrutto”. Scelte tra cui Bagatin inserisce anche
l’operazione in cui si è impegnato Fare e che rischia di finire come i
Poli laici e le Case laiche dalla fine poco gloriosa. “Tutto ciò che fate, confondendovi con i partiti e con i partitini – è il monito del blogger - finirà per essere vano“.
Per Bagatin è stata un’intera classe politica (insieme al sistema
politico-economico) a frodare i cittadini e a far venire meno le energie
politiche, per cui l’interesse per la cosa pubblica scema via via:
“Inizialmente Fare sembrava un’altra cosa, sembrava
puntare sulla società civile e non sulle alleanze partitocratiche, con
partiti che peraltro hanno rinnegato la loro Storia da quel dì”.
Potenziali successi per “In cammino per cambiare” non ne vede: “L’1% è la soglia massima alla quale ragionevolmente potrete ambire“. 
Per il giornalista, allora, meglio, molto meglio ”una politica fatta d’amore e con amore.
Da persone consapevoli, libere, aperte da ogni condizionamento. Da
persone comuni che fanno ciò che fanno unicamente per passione”. Come
cerca di fare Bagatin da tempo con il “pensatoio pubblico” Amore
e Libertà (lo ha fondato proprio lui, proponendo l’adesione anche a
Boldrin), veicolando proposte, senza velleità organizzative né pretese,
se non il desiderio di “stimolare le persone a ragionare e proporre”. E ci sarebbe posto anche per le idee economiche e copyleft di Boldrin: “sono preziose e non vanno sprecate/perdute confondendosi con la mera politica-partitica”. Lo ascolterà?
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