19 luglio 2013
Intervista di Nicola Ricchitelli per "Il Giornale di Puglia" ad Ilona Staller: "SONO UN PERSONAGGIO STORICO, HO SPOSTATO IL CONFINE DEL COMUNE SENSO DEL PUDORE"
Riportiamo, con grande piacere, questa superba intervista del collega Nicola Ricchitelli alla nostra carissima amica Ilona, che ringraziamo per averci citato, anticipando brevemente i nostri prossimi progetti artistici. L.B.  di Nicola Ricchitelli -
Intervista alla politica, attrice e musicista ungerese Ilona Staller,
in arte Cicciolina.
D: Ilona, partiamo dalle tue esperienze
politiche: nelle ultime amministrative di Roma le cose non sono
andate molto bene, qual è il futuro di Ilona Staller nella
politica? R: «Ero molto felice di collaborare con il PLI, ma
dopo le pubblicazioni del voto purtroppo non mi ha più chiamato
nessuno in quel campo; sono molto delusa, perciò ho deciso di
rimandare la tessera del PLI e di abbandonare il partito. Non so
ancora cosa farò politicamente nell’immediato futuro per il
momento».
D: Il punto più alto della tua militanza
politica lo tocchi nel 1987 con l’elezione nel Partito Radicale.
Come hai vissuto quegli anni nella 'stanza dei bottoni'? R:
«All’inizio il mio incontro con il Partito Radicale è stato
fantastico. La base radicale era gente carina; poi conobbi il grande
Marco Pannella e la sua grande libertà di pensiero. Era un leader
liberale di un partito 'fondamentalista', in cui realmente
rappresentava un problema se qualcuno lanciava o attaccava delle
locandine senza l'approvazione del partito. Io predicavo la libertà
sessuale e volevo portarla anche in politica. La mia campagna
elettorale partì infatti con un affissione di manifesti massiccia su
Roma e nel Lazio. I miei slogan erano: “SCHIZZIAMO DI FELICITA” e
“ VIVA LA LIBERTA' SESSUALE E VIVA L'AMORE”. Facevo
manifestazioni e performances in discoteca e fui subito denunciata
per atti osceni. Mi chiamarono immediatamente alcuni dirigenti del
Partito Radicale e mi chiesero: ”Ma cosa stai combinando?”; ed io
risposi ingenua: ”Siamo liberi e siamo radicali”... l’avessi
mai detto. Durante la campagna elettorale si schierarono contro una
gran parte dei radicali, perche molti temevano che io c’e l'avessi
fatta veramente, mi invitavano alla moderazione, altri replicavano
“bisogna fermare la STALLER”. Avevo scoperto che diversi
radicali avevano 2 facce, mi frenavano ai loro congressi, staccavano
i miei manifesti; Pannella si trovava sempre più in difficoltà. Mi
mandò una delegazione per consigliarmi di ritirare la mia
candidatura, o almeno, in seconda battuta, accettare la rotazione con
la mia firma che gli garantiva di togliermi di mezzo se fosse stata
eletta al Parlamento. NON FIRMAI. Ormai avevo capito che stavo avendo
un enorme successo durante la mia campagna elettorale, un tale e
incredibile successo che nemmeno i peggiori radicali sarebbero
riusciti ad arrestare. Purtroppo il partito non mi sosteneva, anche
se rispettavo le loro regole, compresa quella di passare il 60
percento del mio stipendio di parlamentare al partito».
D:
Tutto ebbe inizio nel 1964, a soli 13 anni. Che ricordi conservi
delle prime esperienze come modella?
R:
«Vorrei tornare indietro nel tempo. Sono nata in una famiglia medio
borghese e molto povera. Siamo 4 tra fratelli e sorelle, il più
giovane e Laszlo, poi vi sono Attila, Ilona e Valeria. Sono nata il
26 novembre all’alba dopo una lunga notte tempestosa in un ospedale
di Budapest. Abitavamo in una casa modesta di 2 stanze piccole in un
quartiere povero. Io, per aiutare la mia famiglia, avevo deciso di
fare la modella. Ero molto bella a detta degli altri, ma la mia
grande passione era il violino, la danza classica e il pattinaggio
sul ghiaccio. Ero una bambina vivace e piena di speranza verso il
futuro. A 13 anni feci il mio primo nudo artistico come modella. Per
me era un fatto naturale, non avevo complessi verso la mia nudità.
Quando ero bambina la mia bisnonna, che adoravo, qualche volta mi
portava con se' alla stazione per guardare le partenze dei treni,
intanto mi accarezzava la mia piccola testa e mi disse: “Sei la
bambina più bella e più dolce del mondo”... ero innocente,
guardavo con ammirazione la stazione e i suoi treni così imponenti.
Erano belli, forti e mi facevano una certa paura, buttavano tanto
fumo prima di sparire nei boschi bui. Sempre più spesso fantasticavo
e pensavo “un giorno anch'io andrò lontano con quel treno nero,
più lontano dei sogni, più lontano dai problemi spinosi della
frontiera».
D: Poi, a soli 22 anni, arrivò il tuo
primo matrimonio... come maturò quella scelta? R: «Il mio
primo matrimonio è finito in breve tempo. Salvatore era un uomo di
26 anni più grande di me, e, quando chiesi il divorzio, lui mi
disse: “Se paghi tu tutte le spese legali allora divorziamo”;
trovai un piccolo studio legale a Milano e rapidamente dopo 3 anni di
separazione ero di nuovo 'libera'».
D: L’anno 1973
rappresenta un anno fondamentale per la tua carriera poiché incontri
il tuo pigmalione, Riccardo Schicchi. Come avvenne il tutto?

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Ilona ed il suo primo marito
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R: «Conobbi Schicchi a Roma nel 1974, avevo una piccolo
superattico in affitto sulla via Cassia. Era una splendida giornata
d'estate. Quel pomeriggio ero arrivata all' angolo della strada dove
abitavo. Nella mia borsetta c'era il caos più totale, tra rossetti,
matite per gli occhi, cercavo le chiavi di casa. Arrivata al cancello
d'ingresso, alzai gli occhi e mi trovai davanti un ragazzo
buffissimo, in posizione yoga con la testa in giù. Appena mi vide si
alzò in piedi, mentre io ridevo di gusto e mi disse ”sono Riccardo
e ti cerco da 2 settimane. Ti ho lasciato dei messaggi sulla tua
segreteria telefonica e ti vorrei portare a fare un provino per un
nuovo film d'arte. Va bene dissi, aspettami qua, faccio un salto a
casa a prendere il mio cane Bubu - era una yorkshire - andiamo a fare
una passeggiata insieme,e se vuoi ci accompagni. Vidi il suo volto
felice. Il comportamento di Riccardo era un pò infantile. In breve
tempo diventammo amici. Riccardo non era un tipo qualunque, così
come io non ero una ragazza comune. Lui era un bravo fotografo -
oltre che uno squattrinato studente di architettura - amavamo la
natura, gli animali e le belle fotografie. Facevamo lunghe
passeggiate nei boschi, risalivamo i fiumi con dei stivaloni,
pescavamo, prendevamo il sole nudi e ammiravamo il tramonto. Mi
portava nelle campagne più sperdute e mi scattava migliaia di
fotografie. Era instancabile. Mi scattava foto nella natura, al mare,
tra girasoli, papaveri rossi, nel fango, nelle tombe etrusche. Aveva
molta fantasia, e mi disse sovente “ricordati che la natura è la
migliore scenografia, non c’è più bella luce di quella del
tramonto e tu sei bellissima e sei un angelo della natura”. Mentre
mi scattava le foto, io ballavo in mezzo ai prati con la coroncina di
fiori sui miei cappelli lunghi biondi e il mio corpo sinuoso coperto
solo da un velo trasparente. Riccardo si innamorò della mia bellezza
giovane e infantile, ero una ragazza sognatrice, naif e
ingenua».
D: Riccardo Schicchi, quale il tuo ricordo
di lui? R: «Riccardo era malato ormai da anni di diabete
giovanile. Sono andata a trovarlo in ospedale tante volte, penso che
lui non credeva di morire. Al suo funerale ho portato delle rose e
davanti alla sua bara ho fatto una lunga preghiera. Voglio ricordare
il tempo che eravamo insieme, il periodo dal 1973 al 1990».
D:
Visto che siamo in vena di ricordi, come non ricordare
l’indimenticabile Moana Pozzi… R: «Io e Riccardo avevamo
2 società al 50%. Avevamo una rosa di artisti tra cui Ursula Davis
detta Hula Hop, Barbarella, Moana, Ramba, Petra e altre. Moana
era genovese, aveva una gran voglia di diventare popolare. Era una
maggiorata ed era affascinata dagli uomini potenti e famosi. Mi
ricordo uno spettacolo a Venezia dove abbiamo fatto un doppio
spettacolo. Era altissima e sapeva come giostrare il suo pubblico. Il
corpo era il riferimento principale della sua vita, la misi al mio
fianco durante la mia campagna elettorale e diventò popolarissima
con il mio aiuto, la feci partecipare a tutte le mie conferenze
stampa, la portai con me portai con me a Parigi, in Grecia, ovunque.
Siamo partiti per Los Angeles per girare insieme un film porno, ci
siamo divertite a fare shopping nelle boutique di Madonna dove
abbiamo comprato della bellissima biancheria intima. Nel 1991 mi
sposai con Jeff Konos e andai a vivere in America, New York. Moana
stava già male, al mio ritorno dagli Usa trovai l'ombra di Moana.
Era Scheletrica, non aveva la forza di una volta; poi, partita poco
dopo per Lione, è morta tra le braccia della madre. Ho tantissimi
bei ricordi con lei, la custodisco amorevolmente. Voglio ricordare di
lei, come era una volta, la superdonna maggiorata. Ricordo ancora
quando Moana vide mio figlio Ludwing e mi disse “sono felice della
tua felicità di mamma». 
D: Come e perché avvenne la
svolta porno?
R: «Avevo girato diversi film, “Cicciolina amore mio” - film
erotico - ma era ad un passo dalla pornografia. Realizzai “Telefono
rosso”. In quel film ho previsto tutto, perfino la telefonia
erotica con 10 anni di anticipo. Quel film fu un vero e proprio
record di incassi. Sono passata dai rotocalchi familiari - con la
stessa faccia e lo stesso corpo - all’interno di una produzione
pornografica. Gli abitanti delle grandi città erano confusi e
inibiti davanti alla novità della pornografia. Diverso invece nelle
campagne e nelle provincie dove i miei spettacoli riscuotevano enorme
successo. Feci un tour per tutta Italia, fra mille paesi fino ad
arrivare a Milano - al palazzetto dello sport di fronte a 22 mila
persone – dove mi esibì con le mie bellissime canzoni. Facevo
volare striscioni con la scritta “sghettizziamo la pornografia”,
“viva la rivoluzione sessuale”. Il pubblico cadeva in delirio. A
Como, durante un mio show, il tetto di una discoteca insieme alle
travi portanti venne giù con tutti i ragazzi appesi. Ci salvarono i
pompieri. Io la pornografia la vivevo come un fatto piacevole, tanto
sesso con artisti del sesso sempre diversi. Ho lavorato con il mitico
attore americano John Holmes e con Amber Lynn E Ginger Lynn. Adesso
con Ursula e Luca Bagatin, con Soraya Roselli e con Ludwing Koons
stiamo preparando sei sketch tv divertenti. Tre anni fa era uscito il
mio bellissimo libro autobiografico dal titolo “PER amore e per
forza”; sto cercando sponsor per fallo diventare un grande
film per il cinema e metterò protagonista del mio film nella parte
della giovane Cicciolina, la bellissima diciottenne Soraya
Roselli».
D: Come è cambiato nel corso degli anni il
mondo dell’hard? R: «Io penso che la pornografia di oggi e'
differente da quella di allora. Ormai con internet chiunque può
vedere milioni di porno, i tempi sono cambiati. Nelle discoteche le
ragazze fanno ormai un nudo integrale e usano oggetti per
masturbarsi».
D: Con quali delle tue colleghe hai stretto
un buon rapporto nel corso degli anni? R: «Ho una grande
amicizia con la bellissima amica mia Ursula Davis, detta Hula Hop. Ci
vediamo spesso e andiamo al mare, pranziamo insieme o andiamo al
cinema. Spesso parliamo dei vecchi tempi, di come e cambiato
tutto».
D: Hai mai pensato ad un ritorno nel mondo
dell’hard? R: «Non ho mai pensato ad un mio ritorno alla
pornografia. Nel mio futuro vedrò di fare questo bellissimo film
sulla mia vita e tanta televisione. Nel mio futuro vedo anche la
discografia, nuovi cd musicali che inciderò».
D: Cosa c’è
nel futuro di Ilona Staller? R: «Nella sostanza sono un
personaggio storico, ho spostato il confine del comune senso del
pudore, sono sempre stata una donna trasgressiva ma dolce. Essendo un
vero sagittario, sono ottimista verso il mio futuro. Lavorerò di più
per il sociale perche io amo la gente e voglio aiutare tutti i
bisognosi e bambini. Io sono felicemente single, vivo con mio figlio
e la fidanzata Soraya. Abbiamo dei grandi progetti di lavoro per
l’immediato futuro». http://www.giornaledipuglia.com/2013/07/lintervista-di-ilona-staller-cicciolina.html
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