4 novembre 2015
Diritto all'affettività ed alla sessualità dei carcerati ancora negato
Il diritto all'affettività ed alla
sessualità dei carcerati.
Ne parlarono per primi Moana Pozzi e il
Partito dell'Amore. Erano i primi Anni '90 e si stava uscendo, grazie
a Riccardo Schicchi e all'esperienza di Diva Futura, da un lungo
periodo di censure, di divieti, di pruderie culminanti nel reato di
“violazione del comune senso del pudore”.
Il diritto all'affettività ed alla
sessualità dei carcerati. Perché anche loro sono donne e uomini,
non già bestie da soma, per quanto male possano avere commesso.
Perché la sessualità e l'amore sono l'esatto opposto della
violenza. Sono rieducazione e redenzione, alla faccia dei bempensanti
o, meglio, dei malpensanti.
I giornali l'hanno presentata come una
proposta sulle “stanze dell'amore” in carcere, quella dell'On.
padovano Alessandro Zan. In realtà lui ha subito smentito e così si
sono assopiti anche i nostri entusiasmi: mai una buona volta
che la politica italiana compia una scelta di civiltà !
“Niente a che fare con il sesso,
la proposta di legge vuole solo aumentare i colloqui famigliari con
chi ha un caro dietro le sbarre – spiega infatti il deputato del
PD - oggi i colloqui avvengo in stanzoni grandi alla presenza di
altre persone. Non è giusto per la privacy, i figli, ma anche il
coniuge non hanno commesso nulla e hanno il diritto di avere con il
loro caro un rapporto riservato. Al massimo ci si potrà avere il
bacio, ma la notizia delle stanze dell'amore è travisata e
esagerata”.
Al massimo un bacio. Ma non un
amplesso. L'amplesso è vietato ai detenuti. Aberrazione. La
sessualità è, quindi, preclusa, castrata al detenuto che, ancora
una volta, è trattato da bestia da soma o, da angelo
asessuato...Lucifero non ancora redento.
Persino un leghista, tale Nicola
Molteni, altro deputato di questo triste Parlamento da noi tutti
mantenuto, si era affrettato a dichiarare scandalizzato che questa
legge avrebbe portato nientemeno che i “bordelli in carcere”.
Magari lo avesse fatto, diciamo noi !
Che male può fare un detenuto o una
detenuta che compiano un atto d'amore con la/il propria/o compagna/o
? O che male fa un detenuto che, dopo mesi d'astinenza, copula con
una prostituta o, eventualmente, con un prostituto, a seconda delle
preferenze ?
A questo, i politicanti, sembrano non
pensare. Sembra quasi che la politica sia avulsa dai bisogni delle
persone, perché di questo si tratta. I detenuti sono, prima di
tutto, delle persone. Che, oltre a necessitare di spazi adeguati, di
ore d'aria e di privacy con i propri famigliari, necessitano anche di
scopare.
La stessa Costituzione repubblicana
stabilisce, all'Articolo 27, che “Le pene non possono consistere
in trattamenti contrari al senso d'umanità e devono tendere alla
rieducazione del condannato”.
Il diritto all'affettività ed alla
sessualità in carcere è pertanto diritto costituzionale e proibirlo
o impedirlo equivale a compiere un trattamento contrario al senso
d'umanità. Perché la sessualità e l'affettività sono, checché ne
possano pensare i ben-mal-pensanti, l'aspetto fondante dell'umanità.
 Luca Bagatin
|
|
22 agosto 2014
Eros e Thanatos
Il rapporto fra Eros e Thanatos è forte e imprescindibile. Quando l'Amore fisico raggiunge l'apice, allora ti rendi conto che non sei lontano dal morire e che la morte non è così brutta come viene dipinta dalla cultura dominante. Purtuttavia, per avere una buona morte occorre aver avuto una buona vita. Una vita zeppa di desideri e priva d'Amore ti condurrà in uno stato di illusione tale da non comprendere nemmeno la sacralità della tua morte. E rimarrai, per sempre, un non-morto, ovvero il fantasma di te stesso.
Luca Bagatin
|
|
10 luglio 2014
Perché tifiamo per le squadre Latinoamericane. Una riflessione socio-politica per l'emancipazione dell'America del Sud e dell'Europa
Francamente di calcio ci
disinteressiamo, purtuttavia questa storia del Mondiale è sulla
bocca di tutti da settimane.
In Italia si fermerebbe anche
l'economia pur di parlare di calcio. E' il trionfo dell'assurdo, ma
tant'è.
Da qualche giorno sentivamo parecchie
persone tifare per l'Olanda. Ora, non ne comprendiamo il motivo. Noi,
diversamente, preferimmo l'Argentina e per ragioni storico-politiche,
che la maggior parte dei profani ignorano, purtroppo.
L'Argentina fu la patria di José de
San Martin (1778 - 1850), il liberatore della sua terra
dall'oppressione spagnola, tanto quanto lo fu Simon Bolivar
(1783 - 1830) nell'America Latina (si pensi ad esempio alla liberazione del
Venezuela, del Perù, della Bolivia, della Colombia e non solo) e
tanto quanto lo fu il nostro Giuseppe Garibaldi (1807 - 1882) sia in America
Latina che in Italia.
L'Argentina è ed è stata una terra
oppressa e sfruttata, come lo furono pressoché tutte le terre
dell'America del Sud, ricche di risorse e depredate da quella che
definiamo l'incultura barbarico-teutonico-anglofona.
E non a caso ci siamo dispiaciuti della
sconfitta calcistica del Brasile contro la Germania. La ricca, la
tronfia Germania guidata dalla burocrate Angela Merkel, negazione del
mito della Donna Selvaggia in quanto donna di mero Potere e di
un'austerità senza sentimento, senza amore, senza umanità.
Il nostro è un discorso
socio-politico, filosofico se vogliamo e che ben poco ha a che vedere
con il calcio, che continuamo a non ritenere affar nostro in quanto
sostenuto da logiche mediatico-pubblicitarie, che di sportivo hanno
ben poco.
Purtuttavia, attraverso il pretesto di
queste partite di fine Mondiale, vogliamo porre l'attenzione sulla
cultura latina che è parte della nostra cultura e che nulla ha da
imparare dalla cultura barbarico-teutonico-anglofona, che ha preso il
sopravvento e depredato gran parte dell'Umanità sin dalla caduta
dell'Impero Romano ai giorni nostri.
Vogliamo porre l'attenzione
sull'America Latina, che necessita di una nuova liberazione sull'onda
non già dei vari dittatori sanguinari che ha conosciuto e che
talvolta - se non spesso - sono stati finanziati dalla CIA, bensì sulla
base dell'esempio e dell'insegnamento di San Martin, di Bolivar, di
Garibaldi.
E vogliamo porre l'attenzione sulla
nostra Europa che non è l'Europa dei Popoli e delle Repubbliche
sorelle che sognavano Giuseppe Garibaldi e Giuseppe Mazzini; non è
l'Europa degli Stati Uniti d'Europa che sognavano Ernesto Rossi,
Eugenio Colorni ed Altiero Spinelli. E' l'Europa della Merkel e di
Van Rompuy. E' l'Europa degli Schulz e dei Matteo Renzi. E' un'Europa
senz'anima e senza fratellanza, che se ne frega dei suoi stessi
cittadini i quali sono considerati solo merci di scambio, meri
individui utili solo a pagare le imposte ed a reggere un sistema
bancario senza via d'uscita, visto che alimentato dal sistema del
signoraggio, ovvero dello stampare moneta a più non posso – senza
alcun collegamento con l'economia reale, ovvero senza tenere conto dei
beni e servizi effettivamente prodotti - e del conseguente debito
pubblico impagabile.
Un sistema destinato unicamente a
sfruttare l'individuo.
La via d'uscita è e sarebbe molto
semplice e la nostra Storia è lì ad indicarcela. Purtuttavia
occorre studiare, tornare alle origini. Capire il rapporto fra Potere, economia
e media e stravolgerlo. Occorre comprendere che la vera democrazia è
finita con l'abbandono dell'Agorà greca, con il trionfo delle
monarchie e con la nascita di regimi dittatoriali (di destra e
sinistra) e/o di pseudo-repubbliche partitocratiche. La vera democrazia è finita con il trionfo dei media e della pubblicità commerciale in luogo della libera scelta dei cittadini.
Occorre sanare le divisioni e
recuperere gli ideali ed i principi della Prima Internazionale dei
Lavoratori del 1864 e costituire la Prima Internazionale dell'Amore e
degli Individui.
Siamo ancora molto lontani, ma, nel
nostro piccolo, cerchiamo di gettare il nostro piccolo seme di
riflessione.
 Luca Bagatin
|
|
16 ottobre 2012
"IL (non) MORTO: racconto horror by Baglu
Non avrei mai pensato che qui fosse così buio. Il buio mi piace certo. E' riposante e non necessita di occhiali per vederci. Da
bambino amavo nascondermi in luoghi bui. Da adulto poi...il buio mi ha sempre accompagnato. Ma, andiamo con ordine. Iniziamo con il dire che ieri notte mi sono ucciso. Come
? Ho trovato il coraggio di farlo,
nell'unica maniera possibile, indolore e sufficientemente rapida
(ovvero senza dover attendere che quelli di Dignitas, in Svizzera,
valutassero la mia richiesta di suicidio assistito): ho ingurgitato
cinquanta delle pasticche
antiepilettiche che abitualmente utilizzavo da vent'anni. Credo di
essermi addormentato. Poi credo di non essermi più svegliato o,
meglio...diciamo che la mia coscienza è sveglia, ma il mio corpo non
risponde. O, meglio
ancora, il mio corpo non c'è. La mia coscienza è avvolta dal buio e, francamente, non è che la cosa mi entusiasmi. Mi
aspettavo un mondo alternativo, dopo la morte. Magari un paradiso pieno
di donne, oppure un inferno pieno di diavolesse. O, più semplicemente,
mi auguravo di ritrovare Merlino, Mabus, Silvestro, Paffy e tutti gli
amici gatti che ho perduto, da quando ero bambino. Vorrei piangere, ma non mi è possibile: la coscienza non può piangere. Mi chiedo se sarà così per tutta l'eternità...ovvero se sarò condannato a rimanere sveglio (si fa per dire) in eterno ! Mi
manca bere e fumare. I miei sigari. E bere la mia birra, con la quale
meditavo di farmi fuori in un primo tempo. Ma la cirrosi epatica poteva
attendere...evidentemente. Immagino vorrete (vorrete ? ah sì ? perché, ho un pubblico ?) sapere il motivo per il quale mi sono ucciso. Non è che ci sia molto da dire. Potrei dire che i motivi erano due: la mia vita
era abbastanza inutile e, soprattutto, non mi andava di vivere in un mondo di stronzi. Non
avevo nulla da dire né da dare. Soprattutto non avevo un soldo, ma
questa è un'altra storia. E pare che abbia l'eternità per raccontarvela.
Se vorrò e deciderò di farlo. Da dove posso cominciare ? Avevo sei
anni che mi prendevano in giro per via del fatto che ero pieno di peli
sulla testa e sulla faccia. Mia madre, anche per questo, mi odiava. E,
una volta tornato a casa da scuola, mi legava alla catena assieme al
cane. Bobi (mia madre non ha mai avuto una grande fantasia per i nomi.
Del resto io mi chiamo Baglu). Mio padre, invece, era assente e, quando c'era, mi ignorava. Per questo ho fraternizzato subito con
i gatti. Loro erano le uniche persone (sì, persone, orkozzeus !!!!) che
mi capivano. Ci scambiavamo le pulci vecendevolmente, un po' come i
miei compagni di classe si scambiavano le figurine Panini. A dieci anni mi innamorai. Lei era alta, era bella e soprattutto era buona. O almeno sembrava tale.
Mi sorrideva e ciò era già di per sé strano. Finì sotto
un'automobile senza che io sia mai riuscito a parlarle. Del resto non
l'avrei comunque mai fatto. Non ricordo nemmeno come si chiamava. Anzi
no, l'ho dimenticato. Così come ho dimenticato molte cose. Il bello
della morte è che aiuta a dimenticare ciò che ci ha fatto soffrire. Qualcuno,
una volta, mi pare di ricordare che mi disse che la sofferenza rafforza
gli animi. Credo di non aver mai sentito una stronzata più grande in
tutta la mia vita. Ad ogni modo, ora che mi trovo qui, trapassato,
posso confermarlo: non esiste nessun Dio. E non esiste nemmeno San
Pietro con le chiavi, Buddha, le vergini del Corano e, evidentemente,
nemmeno la reincarnazione. C'è solo buio. A meno che questo non sia il "purgatorio dei suicidi" e, beh, questo non lo saprò mai. Qui non c'è anima...viva ! Da
quanto tempo mi troverò qui ? Non è che sono in coma e prima o poi mi
sveglierò in un
ospedale ? No, dai, speriamo di no. Non voglio svegliarmi e,
soprattutto, mi vergognerei come un ladro (perché, se nella mia vita ne
ho fatte di cotte e di crude, compreso mangiare cibo per gatti, non ho
mai rubato). Se sei un suicida, in questo Paese di merda che mi pare
chiamarsi Italia, così come se sei un alcolista o un tossico, ti
guardano con disprezzo misto e pietà. Secoli di cultura caZZolica
(ovvero del cazzo, come la medesima Chiesa alla quale tale organo
riproduttivo fa capo), hanno condannato un sacco di individui al
pubblico disprezzo da parte di milioni di stronzi ! No, non posso, non voglio e soprattutto non devo sveglirmi. Sono morto, infondo, no ? E'
tutto nero, ma riesco a pensare. Confesso che è l'unica cosa che mi da
noia davvero. Quand'ero vivo, l'unica cosa che mi faceva stare bene era
dormire. Qui pare non ci sia verso di chiudere occhio...anche perché
credo di non avere più degli occhi, né di averne tantomeno bisogno. Uhm.
Nessun rumore. Che pace. Potrei mettermi a cantare, nella mia mente,
quanche motivetto. Infondo non posso essere stonato, con il pensiero. Bah. Questa è la morte ? La morte è davvero una condanna a vivere, allora ! Eccheccazzo ! Però
di positivo c'è che non ho più fame. Non posso più ingrassare e/o
dimagrire a dismisura. E poi, qui, nessuno noterà più i lunghi peli che
cospargevano il mio corpo ! Tutto sommato è un bilancio in pareggio: mi annoierò per l'eternità, ma, in compenso, non sarò più infelice ! Beh,
che parola grossa. Che cos'è la felicità ? Bertrand Russell sosteneva
che la felicità dell'uomo è data dal divertimento e dalla tranquillità
di spirito...due cose che io non ho mai conosciuto, almeno forse non nei
termini auspicati da Bertrand Russell. Uhm, ma che cosa ne so io di
Bertrand Russell, che ho appena la licenza di terza media ? Non sarà
che, dopo la morte, si acquisiscono davvero conoscenza e saggezza ? E a che scopo ? Per educare il buio che ci/mi sta avvolgendo ? Uno pensa di morire e di scoprire il significato della vita. Ed invece, eccolo ancora lì a porsi domande. Se prima era la vita a non avere un senso, ora sono persuaso che anche la morte, di senso, ne abbia pochino.
|
|
8 ottobre 2012
"Ad A.": poesia by Baglu

Amo guardare i tuoi occhi verdi, perdermici per poi ritrovarmi. Amo scriverti, anche senza riceverne risposta, perché essa è dentro di me. Amo pensare che le tue labbra, così carnose, così morbide, possano aprirsi un giorno e raccontarmi di te. Amo vederti sorridere e mi chiedo se quel sorriso riuscirò un giorno a vederlo davvero. Amo pensare che esisti, anche se forse non avrò mai l'ardire di conferire, a viva voce, con te. Amo chiedermi che cosa c'è nel tuo cuore, anche se questo rimarrà per me sempre un mistero. Amo pensare di
scriverti una poesia, senza pretendere che sia compresa, che abbia un senso, che sottenda qualche cosa. Amo immaginarmi con te, sotto la pioggia, a danzare, a baciarti lungamente, a far l'amore. Sin tanto che i nostri corpi si
inzuppino del tutto. Amo non chiederti nulla più di quanto tu non voglia dire, non voglia dirmi. Amo quando mi ringrazi, anche se ti rimprovero, spesso, di farlo. Amo di te tutte queste cose e forse altre ancora. Ora le ho dette. Posso tornare alla mia dimora.  
|
|
19 maggio 2010
A proposito dei manifesti anti-omofobia a Pordenone e Udine.....da quando un bacio può considerarsi aggressivo ?
COMUNICATO STAMPA
 
Relativamente alla campagna anti-omofobia lanciata da Arcigay e
Arcilesbica nei giorni scorsi a Pordenone e Udine, è oltremodo ridicolo
che il tutore dei minori - il Consigliere regionale leghista Edouard
Ballaman - consideri un bacio come "una comunicazione eccessivamente
aggressiva". Da quanto un bacio può considerarsi, infatti, aggressivo ?
Ritengo invece che questa campagna possa sensibilizzare proprio i minori
e far comprendere loro che l'amore va ben oltre l'orientamento
sessuale. E poi se un minore avesse pulsioni omosessuali sono proprio
campagne di sensibilizzazione come queste che gli permetterebbero di
sentirsi "meno solo" in una società che culturalmente sembra considerare
"normale" unicamente l'eterosessualità.
Come laici, peraltro, sono decenni che chiediamo l'introduzione di
un'ora di educazione sessuale obbligatoria a scuola (ove si insegna fra
l'altro che l'amore di due uomini o di due donne è condizione del tutto
naturale), come avviene nella gran parte dei Paesi europei e negli Stati
Uniti d'America.

Luca Bagatin
componente del direttivo del Partito Repubblicano Italiano della
provincia di Pordenone

DA www.ilfriuli.it del 18
maggio 2010
I commenti a caldo
Telegrafico Luca Bagatin, componente del
direttivo del Partito Repubblicano Italiano della provincia di
Pordenone, che in una nota afferma "Relativamente all'oscuramento
dei manifesti di Arcigay ed Arcilesbica rivendicato dall'esponente de La
Destra Ernesto Pezzetta, penso che ci sia davvero di che riflettere
relativamente alle legittimazione democratica di movimenti estremisti
come il suo, che dimostrano di non rispettare nemmeno le regole del
comune senso civico. E' oltremodo ridicolo, pertanto, che egli affermi
di rispettare le persone omosessuali".
|
|
29 marzo 2010
PENSA CON LA TUA TESTA ! ESCI DAL BRODO PRIMORDIALE !
|
|
19 dicembre 2009
Prendere il sopravvento sul tempo: excursus bagatiniano
Se c'è una persona al mondo che si è rifiutata di crescere quella sono io !
Non erano le responsabilità della vita che, da bambino mi spaventavano, bensì "il Mondo dei Grandi".
Il Mondo dei Grandi, per uno gnometto creativo come me, era (è)
decisamente privo di fantasia e di tutti quegli elementi che
l'avrebbero potuto (potrebbero ) rendere (renderlo) davvero brillante
(e meno complesso, per sommo gaudio di tutti).
Ora, se gli Adulti non fossero così idioti e folli - e questo in tutte
le culture e tradizoni della Razza Umana - allora forse forse potrei
anche dire che la giovinezza e l'adolescenza sono una malattia.
Non stando ontologicamente così le cose, dico che al Mondo dei Grandi andrebbe contrapposto il Mondo dei Vivi.
Da bambino ero decisamente.....più taciturno ed introverso di oggi.
Ma questo solo perché non trovavo all'esterno rispondenza con il mio mondo interiore: decisamente creativo e simpatico !
Ora, io mi rifiutavo di fare a botte con
gli altri bambini - come era uso fare durante l'intervallo scolastico
ed all'uscita - non tanto perché non avrei voluto farli soffrire (oh
beh, magari non tutti. Solo la gran parte. Ovvero quelli che da Adulti
sarebbero diventati intolleranti, privi di fantasia, palloni gonfiati
senza midollo ecc...), quanto piuttosto perché lo giudicavo stupido.
Non voglio tediarvi oltre.
Sarebbe troppo lungo e a tratti troppo triste.
Qualcuno ha scritto: amo l'umanità, è la gente che non sopporto.
Quello sì che la sapeva lunga e merita di essere ricordato fra i più grandi filosofi del globo !
Dall'archivio dei ricordi ho avuto la folle idea di tirare fuori un po' di mie foto....d'epoca. In questa qui - decisamente di qualità scadente - avevo all'incirca sei o sette anni e quella simpatica siamese era Duchessa, la mia Tata.
 Da ragazzo, attorno ai dodici-tredici anni, ero decisamente più magro e alto di oggi. In altezza, purtuttavia, mi fermai attorno a quell'età. In larghezza proseguii.....per la legge di compensazione.  Sin da giovanissimo avevo una certa propensione per la teatralità ed il travestimento. Più che un cow boy, sognavo di fare il medico del Far West. Una sorta di Doc West d'antan.  A quattordici anni ero decisamente un figurino. Non avevo alcun successo con le ragazzine, ma, in compenso, scrissi il mio primo romanzo.     Ed ecco un po' di oggi..... Oggi inteso anche e soprattutto come 19 dicembre 2009. Ha nevicato e la neve è l'unica cosa positiva che possa capitare nella zona di Pordenone. Almeno una volta l'anno.
|
|
30 settembre 2009
Tu, io e niente più...... poesia by Luca Bagatin
No so chi sei o forse sì. Non t'ho mai vista, ma che importa. Non so perché, ma dico sì. Penso che, ma anche no. Non penso, non mi interessa pensare.... Perché voglio vivere immergendomi in te. Tenendoti per sempre per mano. Calda o gelida che sia. Perché tu sei poesia. E allora sia quel che sia. Per sempre, Pera mia. Frutto proibito. Frutto celato. Importa l'aspetto fisico o un cuore che ama silenzioso e che t'invia..... Un bacio salato. Erotico. Sensuale. Sgorgante e rigoglioso. Fra i cespugli. Un gabbiano che vola lassù. Ai confini solo l'orizzonte. E noi.....noi due. Tu ed io. Verso l'Antica Fonte.
 
|
|
13 febbraio 2008
Caos Calmo. Crudités ou Cruauté ?
 
Può un bacio, un amplesso, un congiungimento carnale, essere diseducativo, educativo e/o quant'altro ? E' un fatto privato, ma anche politico e quindi inevitabilmente pubblico (esiste infatti vera distinzione fra pubblico e privato ?). Il Caos può essere calmo o non essere. Il Caos può essere anche fretentico e, quindi e appunto, caotico. Il Dott. Timothy Leary associava il Caos alle Cyberculture, di cui scrisse l'omonimo saggio. Ciascuno la pensi pure come vuole....Crudités ou Cruauté ? ? Wilson lo Zuccone ci insegna che è dalla diversità di opinione che nascono le corse dei cavalli !
Luca Bagatin
|
|
|