7 settembre 2009
Libertà di stampa: forse Berlusconi non ha tutti i torti
Confesso che non avrei voluto parlarne più di tanto. Questa cosa
delle libertà/illibertà di stampa alimentata dal gossip denigratorio
sta davvero raggiungendo livelli di insopportabilità. Saranno gli ultimi rimasugli del caldo torrido di quest'estate ? Premetto
che non entrerò più di tanto nel merito delle questioni, limitandomi a
dire che non sono per nulla d'accordo con l'appello dei giuristi Franco
Cordero, Stefano Rodotà e Gustavo Zagrebelsky, relativamente ad una
presunta mancanza di libertà di stampa nel nostro Paese. Un conto è
la libertà di stampa, un altro il killeraggio politico ovvero la
denigrazione dell'avversario con illazioni mai provate. E ciò
sarebbe anche possibile, per carità, ma solo se determinati giornali
fossero organi dichiaratamente militanti ed i cui
giornalisti/collaboratori esprimessero esclusivamente e dichiaratamente
la loro personali opinioni. Se invece si scrivono
cose pretendendo di spacciarle per notizie, verità e compagia cantante,
con il mostro sbattuto in prima pagina, beh, va a finire che la gente
ci crede ed addio informazione libera e trasparente. E' una cosa veramente becera, questa sì veramente antidemocratica. Sul
caso Boffo personalmente non avrei nemmeno calcato la mano
giornalisticamente parlando. E' triste che una persona venga messa a
nudo mediaticamente: sia che sia vero o no quel che ha fatto. Idem sul
caso di Garlasco, ove quel ragazzo (assassino o meno) è stato messo
alla gogna, dato in pasto ai media. L'Italia non può dirsi Paese
democratico, ma più per questo che per altro. Perché il giornalismo
nostrano appare piuttosto e troppo spesso sciacallaggio. E lo sciacallaggio, penso, non abbia nulla a che vedere con la libertà di stampa. Il
giornalismo italiano (ma non solo quello) è uso pressoché da sempre
deformare i fatti. Personalmente lo scrissi anche in un mio articolo,
affermando che la "formazione" è più importante ed utile
dell'"informazione". Ovvero che gli scrittori, i letterati, sarebbero
di gran lunga preferibili ai giornalisti. E portai a sostegno di ciò
anche quanto scrisse Gurdjieff a proposito della professione di
giornalista. Ovvero:
“Il pubblico non sa mai chi è che scrive. Conosce soltanto il giornale,
il quale appartiene a un gruppo di esperti commercianti. Che cosa sanno
esattamente coloro che scrivono su quei giornali, e che cosa succede
dietro le quinte della redazione? Il lettore lo ignora completamente. I
rappresentanti della civiltà contemporanea, trovandosi a un grado di
sviluppo morale e psichico molto inferiore, sono come dei bambini che
giocano col fuoco, incapaci di misurare la forza con la quale si
esercita l'influenza della letteratura sulla massa." Ed ancora: "Non
posso passare sotto silenzio questa nuova forma letteraria, perché, a
parte il fatto che non porta assolutamente nulla di buono per lo
sviluppo dell'intelligenza, essa è diventata, a mio avviso, il male de
nostri tempi, nel senso che esercita un'influenza funesta sui rapporti
umani. Questo genere di letteratura si è molto diffuso i questi ultimi
tempi perché - ne sono fermamente convinto - esso corrisponde meglio di
ogni altro alle debolezze e alle esigenze determinate negli uomini
dalla loro crescente mancanza di volontà". Il problema è dunque forse a monte. Quanto
Berlusconi, se proprio dobbiamo e vogliamo parlarne qui, ovvero alla
sua presenza nei media, io penso che finalmente gli si stia dando il
giusto spazio (cosa che non è stata fatta negli anni precedenti, in cui
l'ostracismo era profondissimo per questo imprenditore televisivo
definito "parvenu" dai maitre à penser nostrani). Penso anche ciò sia
dovuto al fatto che per la prima volta egli ha messo in piedi un
governo, nel bene o nel male, di gran lunga più riformatore dei
precedenti negli ultimi sedici anni. Io
stesso, che pur non ho mai avuto simpatia politica per il centrodestra
(ma nemmeno per il centrosinistra, avendo preferito votare per i
Radicali, i Socialisti del Garofano o per i Liberali del PLI, quando si
presentarono slegati dai due schieramenti, oppure preferendo
l'astensionismo, come negli ultimi anni), però oggi sono un sostenitore
di questo governo e di questa maggioranza, alla quale alle prossime
elezioni sono pressoché certo darò il mio voto. Lo sono per tutti i
motivi che ho scritto nei miei articoli dell'ultimo anno e mezzo ed
anche perché ritengo sia l'unico schieramento che ha garantito un
minimo di voce a noi laici. Lo dico anche per esperienza personale a
livello locale. Il fatto è che Berlusconi rappresenta, sin dagli
anni '80, un nemico per i veri Poteri Forti: le banche, la grande
industria, la Rai-Tv.... Berlusconi, come Craxi e come tutti coloro
i quali si misero di traverso al Potere Dc-Pci che faceva comodo a
daterminati settori economici illiberali ed illiberisti. La
questione della vita privata del Berlusca poi....si rivolterà contro lo
stesso Pd (e viene agitata perché l'opposizione non ha ormai più nulla
da dire). Ed è anche profondamente triste che si vada a spulcare nella
vita privata di un politico solo per denigrarlo (lo pensai anche nel
caso Lewinsky, una vera americanata puritana....). Tutte cose che peraltro ho scritto questa mattina anche ad un amico e che sostengo da anni. Il problema, ordunque, lo ribadisco, è un altro. E sta a monte. Non certo a valle.
 Luca Bagatin
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