6 febbraio 2015
Una visita presso la sede della Massoneria italiana del Grande Oriente d'Italia, con un particolare ringraziamento al Gran Bibliotecario Bernardino Fioravanti
Sono detentore di un sacco di oscuri segreti... Segreti in quanto spesso celati all'intelletto addormentato. Oscuri in quanto necessitano dell'illuminazione interiore per poter essere compresi, svelati.
 
“Coloro che entrano nella Massoneria solo per carpirne il segreto possono
ritrovarsi delusi: può infatti accadere loro di vivere per cinquant'anni
come Maestri Massoni senza riuscirvi. Il mistero della Massoneria è per
sua natura inviolabile: il Massone lo conosce solo per intuizione, non
per averlo appreso. Lo scopre a forza di frequentare la Loggia, di
osservare, di ragionare e di dedurre. Quando lo ha conosciuto, si guarda
bene dal far parte della scoperta a chicchessia, sia pure il miglior
amico Massone, perché se costui non è stato capace di penetrare il
mistero, non sarà nemmeno capace di profittarne se lo apprenderà da
altri. Il mistero rimarrà sempre tale. Ciò che avviene nella Loggia deve
rimanere segreto, ma chi è così indiscreto e poco scrupoloso da
rivelarlo non rivela l'essenziale: come potrebbe, se non lo conosce?
Conoscendolo, non lo rivelerebbe”.
(Giacomo Casanova)
 Il mio ringraziamento ed affetto va al Gran Bibiliotecario Bernardino Fioravanti per avermi invitato a visitare la pregevole Biblioteca della Massoneria del Grande Oriente d'Italia presso Villa del Vascello in Roma; per avermi donato dei pregevoli volumi ed anche per aver voluto inserire nel catalogo della Bibilioteca medesima i miei due saggi "Universo Massonico" e "Ritratti di Donna". Ed il mio primo pensiero, appena sono entrato nella Villa, è stato rivolto a Giuseppe Garibaldi Gran Maestro dell'Umanità ed a sua moglie Anita, le cui spoglie mortali riposano al Gianicolo. Il loro esempio di Amore e Libertà rimane scolpito, quantomeno nel mio cuore.
 Giuseppe Garibaldi La Biblioteca del Grande Oriente d'Italia Ernesto Nathan
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14 gennaio 2015
Intervista dell'artista Daniele Pacchiarotti allo scrittore, giornalista e attivista (anti)politico Luca Bagatin
Nell'intervista - a braccio, senza filtri e senza tagli - fattami dall'artista Daniele Pacchiarotti e realizzata dal fotografo Antonello Ariele Martone - parliamo di temi di scottante attualità: Massoneria, politica, (anti)politica, religioni e fondamentalismo, donne, mass-media, Risorgimento, Amore e Libertà, libertà civili e sessuali, arte, erotismo e molto altro.
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11 gennaio 2015
"Non so se sono Charlie. Posso solo dire che sono triste. Perché a prevalere è sempre la stupidità degli uomini" Monologo by Baglu
Sulla questione ho preferito non
scrivere nulla e nemmeno dichiarare "Io sono Charlie" o, appunto, "Je suis Charlie".
Io, Charlie Hebdo, sino all'altro
giorno, nemmeno lo conoscevo, così come immagino molti altri non ne
avessero mai sentito parlare, nel nostro Paese e/o altrove. Mi
sarebbe sembrato ipocrita associarmi ad un coro che ho trovato e
trovo assai mediatico.
Mi sono sentito vicino alla moglie del
direttore ucciso, Stéphane Charbonnier. Mi sono commosso quando lei
ha pianto, in televisione. Così come mi sento vicino al dolore di
tutte le famiglie che hanno perduto i loro cari a causa di un gesto
di profonda violenza e stupidità perpetrato da due balordi in nome
di un Dio che credevano, così, di onorare.
Il dolore è intimo e va pertanto
rispettato.
Così come va rispettata la satira, che
è spesso più seria della cronaca, del mero giornalismo mediatico
d'accatto. La satira, lo si è visto, come il dolore, fa riflettere e
va sempre a segno.
Ho visto le vignette di Charlie e
francamente non solo le condivido, ma mi piace il loro spirito
libertario e graffiante. E, una volta di più, penso che le tre
Religioni Monoteiste Istituzionalizzate siano da sempre foriere di
stupidità, ignoranza, violenza intima. Perché vilipedono lo stesso
Dio che dicono, ma solo a parole, di onorare.  Baglu
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2 dicembre 2014
Cos'è la Massoneria e che cosa non è
"La
Massoneria, quella vera, è cristallina come l’acqua di sorgente,
penetrante come l’aria, pura come il fuoco. Non conosce
accomodamenti, falsità, meschinerie, arroganza. Non si maschera
dietro il vuoto concettuale, nel qualunquismo ideologico che alla
prosopopea della parola fa seguire il niente. Fratellanza,
uguaglianza, tolleranza, amore non sono flatus ma fini da raggiungere
ed imporre, ogni giorno, in concreto, all’interno e al di fuori del
Tempio, lavorando su se stessi con costanza ed ardore"
(Luigi
Pruneti)
"La
Massoneria non era (e non possedeva) il Potere nemmeno ai tempi della P2, che raccolse
pressoché persone oneste (una fra queste, il Generale in pensione
Umberto Granati, è un mio carissimo amico). Di ciò ho scritto diffusamente anche nel mio primo saggio, "Universo Massonico" (Bastogi Editrice Italiana). Per cui è RIDICOLO e
VERGOGNOSO continuare a pubblicare libri complottistici (alcuni
scritti anche da "massoni"), senza avere contezza ci ciò che si scrive. Il Potere sono i
politicanti, gli affaristi, i banchieri e gli imprenditori senza coscienza che, da quel dì, imbrogliano il prossimo. Ovvero tutto ciò che NON c'entra nulla con
massoni autentici e Massoneria.
(Luca Bagatin)
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10 novembre 2014
Stato dell'arte dei rapporti fra Chiesa cattolica e Massoneria: intervista esclusiva di Luca Bagatin al saggista Guglielmo Adilardi
Guglielmo Adilardi,
giornalista, saggista e scrittore veneziano, collaboratore delle
maggiori riviste italiane di cultura massonica e risorgimentale,
oltre che autore di numerosi saggi sul Risorgimento ed in particolare
sul rapporto fra Chiesa cattolica e Massoneria e che ho peraltro
citato anche in un mio recente articolo sull'argomento, ha accettato
di essere intervistato in esclusiva dal sottoscritto, proprio per
approfondire meglio i rapporti spesso altalenanti fra la Chiesa
cattolica e Massoneria, in particolare italiana.
Nella foto, secondo da sinistra, Guglielmo Adilardi. Accanto a lui l'attuale Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia Stefano Bisi
Luca Bagatin: Dunque
Guglielmo, per i cosiddetti “addetti ai lavori”, ovvero per
coloro i quali hanno – negli anni – approfondito i rapporti fra
Chiesa e Massoneria, è noto che tu sei uno dei massimi esperti
italiani dell'argomento. Quando hai iniziato ad occuparti di tale
fenomeno ?
Guglielmo
Adilardi: Direi l’8 marzo
1976 al mio ingresso nella Libera Muratoria. Una laurea in Diritto
Ecclesiastico, ma
ancor più un’educazione “di tipo ottocentesco” presso il
collegio delle Scuole Pie fiorentine dirette dagli Scolopi, con don.
Ernesto Balducci, prima, e successivamente presso il Collegio alla
Querce retto dai Barnabiti, hanno stimolato in me l’approfondimento
di questa secolare lotta fra la Chiesa cattolica e la massoneria.
Luca Bagatin: Il
primo e forse anche unico uomo di Chiesa ad aprire i rapporti con la
Massoneria italiana fu Padre Rosario Esposito, negli Anni '60 e che
tu hai anche avuto modo di conoscere personalmente. Che cosa puoi
dirci di lui ?
Guglielmo
Adilardi: Don Rosario F.
Esposito lo conobbi personalmente nel 1989, quando pubblicai dopo
anni di studio Un ‘antica condanna. Le origini di un conflitto tra
Chiesa Cattolica e Massoneria ( Bastogi ED. 1989), in cui per la
prima volta riportavo alla luce la storia del primo martire massone:
Tommaso Crudeli. Per l’occasione organizzai a Prato un convegno con
il Centro per la Storia della Massoneria di Roma, diretto da Aldo A.
Mola, in coincidenza anche del ventennale dell’incontro di Savona
fra don Esposito ed il Gran maestro Giordano Gamberini (1969).
Don
Rosario Esposito fu l’artefice non soltanto dell’apertura di un
dialogo fra le due Istituzioni, cosa che per allora sembrava un
‘eresia per ambedue le parti, ma fu anche pioniere, insieme a Carlo
Francovich e Aldo A. Mola, nel far prendere coscienza ai cattedratici
di materie storiche della connessione fra la Massoneria e la società
civile in tutti i tempi, fino allora quasi pressoché trascurata.
Questi tre storici aprirono un filone di studi che diede in seguito
molti succedanei. Esposito,
oltre ad essere stato uno studioso serio della materia –
consideriamo anche la scarsità dei documenti che allora si potevano
rinvenire - fino al punto di ritrattare coraggiosamente le sue prime
tesi avverse sulla massoneria del 1956 (La massoneria e l’Italia
dal 1800 ai nostri giorni. Ed. Paoline) nelle successive edizioni,
per giungere a scrivere il saggio: Le Grandi concordanze tra Chiesa
cattolica e Massoneria (Nardini ED. 1987Ed.) e La riconciliazione tra
la Chiesa e la Massoneria ( Ed. Longo, 1979). In
don Esposito vi erano due direttive che lo spingevano ad approfondire
tale argomento: la ricerca della verità epurata dai pregiudizi
secolari e lo spirito missionario tipico della sua formazione di
sacerdote paolino. Per il resto era un uomo molto coraggioso e aperto
alla società in divenire, molto critico con alcuni suoi
correligionari con cui combatteva la sua battaglia che era poi in
definitiva la nostra, cioè tendente a togliere le maschere che
denigravano ingiustamente la massoneria fuorviandone gli studi seri
sulla stessa. Di ciò abbonda il mio archivio, geloso custode delle
Sue corrispondenze, alcune delle quali, dopo la sua dipartita nelle
Valli Celesti, pubblicate nei miei saggi sull’argomento. Al
di là della facile retorica per me fu un maestro di vita oltre che
un esempio di studioso da imitare. Questo il suo insegnamento che ho
fatto mio fin dal principio: “Guglielmo ricordati di non fare lo
spazzino della storia”, volendo significare di andare a trovare
anche il bene (il bello, la verità platonica) ove questa vi fosse,
senza tesi preconcette od ideologiche. Comunque
non dobbiamo dimenticare che don Esposito non fu solo nel perseguire
la conoscenza dei fatti sulla materia, in quanto ebbe a suo fianco
don Giovanni Caprile (S.J.) scrittore de “La Civiltà Cattolica”
e don Vincenzo Miano, segretario generale del Segretariato per i non
credenti, più altri che riservatamente ne condividevano gli studi
seri sulla materia e le iniziative pacificatorie, uno per tutti José
Ferrer Benimeli (S.J.), docente emerito presso l’Università di
Saragozza, direttore per circa un ventennio di un Istituto di Storia
massonica, il primo in Europa di matrice Universitaria.
Luca Bagatin: Il primo
Gran Maestro della Massoneria italiana, parimenti, a cercare un
dialogo con la Chiesa cattolica è stato il già Vescovo Giordano
Gamberini. Che cosa puoi dirci di lui ?
Guglielmo
Adilardi: Giordano Gamberini,
fu Vescovo di una Chiesa gnostica, della quale ho rintracciato con
qualche incertezza e non poche difficoltà l’origine. Un’ ampia
notizia si trova nella nota 192 pag. 275 del mio saggio: Chiesa
Cattolica e Massoneria: antiche lotte nuovi orizzonti. (Bastogi,
2009) che è una continuazione, venti anni dopo, di Un’antica
condanna… . E’ una Chiesa che discende da Jean Bricaud con
deviazione verso Gerard Encausse “Papus”, fino alla sua chiusura
dopo la fucilazione il 22 marzo 1944 del patriarca Costantin
Chevillon ad opera dei nazisti nella Francia occupata. Alla
liberazione la Chiesa gnostica, ebbe vari patriarchi; ne raccolse
l’eredità Robert Ambelain con la sua Chiesa Gnostica Apostolica,
di cui Gamberini ne divenne vescovo. Quindi una matrice, se vogliamo,
Martinista – Martinezista. Questo percorso mistico-religioso fece
di Gamberini un cultore delle discipline teologiche cristiane tanto
da partecipare alla composizione della “Bibbia concordata”
(Edizioni Mondadori) quale traduttore ed esegeta del Vangelo di
Giovanni, quello che i massoni dovrebbero ben conoscere essendo
obbligatoriamente sempre aperto durante i lavori di Loggia ordinari.
In tale Bibbia concordata egli vi figura con la doppia appartenza,
sia come Vescovo sia come Gran Maestro del GOI. Ricordiamo, per chi
non ne fosse a conoscenza, che tale libro collettaneo fu voluto e
partecipato sopratutto dalla Chiesa cattolica; addirittura la prima
edizione fu pubblicata dalle Edizioni Paoline e, nonostante il
successo, mai più ristampata; per fortuna ora la si trova nei
Meridiani Mondadori; con buona pace del Fratello dott. Lucio Lupi
(Segretario della Camera dei Deputati) con due lauree (Lettere e
Filosofia), anticlericale d’antan, pessimo massonologo a giudizio
de “La Civiltà Cattolica” che commentava, alla nomina di
Gamberini quale Gran Maestro, che costui avesse soltanto un semplice
diplomino chimico conseguito in Svizzera: “ausiliario preparatore
di laboratorio”.
Un
Gran Maestro che rimarrà nella Storia anche per questi suoi studi,
nonostante il processo massonico subito per opera dei vertici del GOI
una volta che ne era andato in sonno, non avendo condiviso che nei
Landmarks il Grande Architetto dell’Universo fosse fatto
retrocedere da Verità Rivelata, come testimonia da secoli la Sacra
Bibbia in Loggia, a semplice simbolo. Un processo massonico che
ricorda tristemente il processo a papa Formoso, nel quale la Chiesa
cattolica volle riesumare il cadavere per un’esemplare giudizio e
condanna. Ma
Gamberini fu anche molto altro dal giorno in cui nel 1945 andò
incontro alle truppe di liberazione alleate con il suo semplice
grembiulino di stoffa da maestro Libero Muratore. Attivo nella vita
politica come nella sociale attende ancora una biografia esaustiva
sull’uomo, sul religioso, sul politico, sul massone. Qualche
traccia si può trovare nel mio saggio: La massoneria di Lino Salvini
(Ed. Pontecorboli, 2012).
Luca Bagatin:
Nell'estate del 2013, in Francia, un sacerdote – Padre Pascal Vesin
– ha dichiarato di appartenere alla Massoneria del Grande Oriente
di Francia e si è detto desideroso di incontrare Papa Francesco al
punto da aver percorso a piedi chilometri e chilometri per giungere
sino a Roma. Personalmente ne fui talmente favorevolmente
impressionato che gli dedicai un articolo. Tu che ne pensi del suo
gesto ? In particolare, pensi che un gesto come il suo possa essere
stato utile a far comprendere alle alte gerarchie ecclesiastiche che,
di fatto, i valori propugnati dai massoni sono, di fatto, i medesimi
di quelli propugnati dai cattolici, oltre che, ovviamente, da tutti i
cristiani ?
Guglielmo Adilardi:
Certamente il gesto eclatante, di poco successivo alla nomina di papa
Francesco, ha destato l’attenzione non soltanto del mondo
massonico. E’ stato un gesto alla Mazzini, i cui fallimenti
ripetuti, le battaglie perse, avrebbero avvicinato la vittoria
finale. Comunque quel gesto del Fratello Pascal Vesin, ora segregato
in un convento francese per i consueti “rigorosi esercizi
spirituali” riparatori ha segnato un punto a favore della Libera
Muratoria, in quanto se la Chiesa cattolica considerasse ancora
nemica la massoneria avrebbe dovuto, anche per il codice canonico del
1983, comminargli “l’interdetto” cioè la scomunica o
sospenderlo a divinis , al contrario è stato soltanto rimosso
dall’incarico e privato della congrua perché iniziato in una
Loggia del Grande Oriente di Francia. Similmente
a ciò che accade ai Fratelli che si recano a confessarsi; non c’è
sacerdote che ne impedisca la Comunione, previa qualche penitenziale,
nonostante gli avvertimenti espressi da Ratzinger nel 1983 che
vietava di ricevere la Comunione.
Luca Bagatin:
L'attuale Papa dei cattolici Francesco si è espresso una sola volta
sulla Massoneria, paragonando i massoni ad una lobby. Qual è lo
stato dell'arte, per così dire, dei rapporti (se ci sono) fra la
Chiesa di Papa Francesco e le maggiori Obbedienze massoniche italiane
?
Guglielmo
Adilardi: Papa Francesco da fonti assai a Lui vicine deve
confrontarsi con problemi giganteschi sia all’interno della Chiesa
sia all’esterno (principalmente le persecuzioni dei cristiani e la
scristianizzazione dell’Europa). La Libera Muratoria non è
all’ordine del giorno, ma i rapporti con i sacerdoti di base ed i
massoni sono ottimi e collaborativi su più fronti sociali. La
Chiesa cattolica ufficiale nei secoli ha avuto rapporti più vicini
alla Libera Muratoria quando la stessa era un’entità sociale forte
e determinante nella società. Senza entrare nella Storia del
Settecento e nell’Ottocento, in cui la presenza degli ecclesiastici
nelle logge era ben rappresentata, nello stesso Novecento, prima
della vicenda P2, la Chiesa cattolica si dimostrò aperturista. Viene
da riflettere come nella Storia la Chiesa cattolica ha dovuto fare i
conti con chi “conta”, scusate il gioco di parole. Ad oggi
perché dovrebbe riconsiderare la massoneria ? Ricordiamo che è
sempre stata la Libera Muratoria a cercare la Chiesa cattolica, mai
il contrario. Pertanto
alla Massoneria giova andare ancora a ricercare il dialogo con essa
per due motivi. Il primo dei quali riguarda il cattomassone che vive
questa esclusione con disagio (ripetiamo: è fatto divieto di
ricevere la comunione almeno ufficialmente) non trovando
nell’appartenenza alla massoneria alcun elemento che logicamente lo
connoti quale “peccatore grave”. Il secondo punto riguarda più
in generale tutta l’Istituzione massonica senza distinzione di
appartenenze e cioè la diuturna diffamazione a mezzo media di alcune
frange cattoliche che influenzano i fedeli, facendogli credere che i
massoni siano gli adoratori di bafometto di taxiliana memoria e cose
simili. In internet ve ne sono a schiere di tali aggregazioni
cattoliche, più o meno aggressive. Tutto ciò getta una luce
sinistra sulla massoneria in una nazione, ricordiamolo, è di base
strutturalmente ed ipocriticamente cattolica.
Luca Bagatin: Oggi e
ormai da parecchi decenni è la Gran Loggia d'Italia degli ALAM, più
che il Grande Oriente d'Italia, ad avere un rapporto più morbido e
conciliante con la Chiesa cattolica. Ricordiamo peraltro che lo
stesso Padre Rosario Esposito fu iniziato – pochi anni prima della
sua morte - alla Massoneria della Gran Loggia d'Italia, dall'allora
Gran Maestro Luigi Danesin. Come è spiegabile, a tuo parere, questa
cosa ?
Guglielmo
Adilardi: Nel dopoguerra il dialogo con la Chiesa cattolica fu
richiesto da varie componenti massoniche che avevano dimostrato anche
con affermazioni scritte dei loro dirigenti la volontà di dialogo e
pacificazione. Tutte le Obbedienze che richiedevano dei colloqui
furono ascoltate ma “… I contatti principali – anzi esclusivi,
a livello di gruppo – si ebbero con il Grande Oriente d’Italia
(Palazzo Giustiniani ); ma quando esponenti di altre famiglie
massoniche chiesero un incontro, sempre a livello individuale, questo
non fu negato, anche se in pratica si rivelarono come casi sporadici
ed isolati, senza seguito sistematico…( da Massoneria e Chiesa
cattolica, ieri, oggi e domani. J.A. Ferrer Benimeli- Giovanni
Caprile. Ed. Paoline)”. In pratica fu la determinazione di Giordano
Gamberini e la continuità di Lino Salvini che crearono i presupposti
di affidabilità per il dialogo. Padre
Esposito per dimostrare la sua autenticità e credibilità nella
compatibilità fra massone e cattolico diverse volte aveva chiesto di
essere iniziato, lo propose anche al sottoscritto in occasione della
visita al Tempio di Prato e alla presenza di alcuni Fratelli (1989).
Memore di tale atteggiamento e consapevole che alcuni Fratelli gli
avevano chiesto più volte, per verificare l’attendibilità della
sua tesi, perché non si facesse Fratello, egli con tale gesto,
reputo, abbia voluto dare una testimonianza di veridicità e di
amore fraterno col farsi uguale fra gli uguali. Fu così che il 2
dicembre 2006 don Esposito volle dimostrare con un gesto generoso
presso gli ALAM che tutto ciò che aveva sostenuto in parole ed
opere, circa la compatibilità fra massone e cattolico, era
autenticamente veritiero. Il 23 novembre 2007 transitò per le Valli
Celesti accolto dal Grande Architetto dell’Universo che è il Dio
dei cattolici e parimenti il Dio dei Liberi Muratori, come attesta la
Bibbia aperta al Vangelo di Giovanni.  Luca
Bagatin
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8 novembre 2014
Il demone di Casanova
Contemporanei ed entrambi massoni,
oltre che dediti a pratiche esoteriche e talvolta occulte,
purtuttavia così diversi.
Da una parte Alessandro conte di
Cagliostro (1743 - 1795), il nobile amico del popolo e dei filosofi, il guaritore
degli afflitti, il dispensatore dell'Antica Spienza Gnostica.
Dall'altra Giacomo Casanova (1725 - 1798), il conservatore amante dell'Ancien
Regime, il fautore del dispotismo illuminato, il nemico giurato di
Voltaire e Rousseau, il libertino tollerante nei confronti
dell'ateismo.
Due figure emblematiche di quel Secolo
dei Lumi diviso fra fede nella Ragione - propugnata dagli Illuministi -
e ricerca di quell'antica sapienza che troverà la sua massima
sintesi nella fondazione della Massoneria Speculativa, che all'epoca
ospitava spesso, nelle Logge, maghi, alchimisti ed occultisti di
vario genere.
Di Alessandro conte di Cagliostro ci
hanno parlato numerose opere, da noi in passato lungamente recensite,
redatte da Pier Carpi, da Marc Haven e da numerosi altri
memorialisti.
Di Giacomo Casanova ci parla, invece,
con grande acume e proprietà di lunguaggio, il saggio “Il demone
Casanova” del giornalista e scrittore Angelo Mainardi, edito dalla
Tre Editori.
“Il demone Casanova”, che vanta
un'ampia ed approfondita bibliografia, trae in particolare linfa
dalla monimentale opera del libertino veneziano, ovvero “La Storia
della mia vita”, scritta negli ultimi anni di vita - pubblicata
postuma, quasi duecento anni dopo - , quando il Nostro si trovava nel Castello
del conte di Waldstein a Dux, in Boemia, ove morì riuscendo a
trovare conforto solo nella scrittura, ormai vecchio, stanco e preda
delle angherie dei servitori del conte stesso.
L'opera di Mainardi è certamente
completa e priva di quelle censure tipiche dei memorialisti
casanoviani, i quali hanno preferito non scalfire troppo la figura
del Veneziano, ricordandolo solo quale mito immortale.
Mainardi, diversamente, attraverso
l'analisi delle Memorie casanoviane, ne traccia un profilo
autentico. Appassionato di magia sin dalla tenera età, ovvero sin da
quando una fattucchiera riuscì a guarirlo dai numerosi malanni
causati da una salute cagionevole, Giacomo Casanova è figura
singolare del XVIII secolo. Di umili natali, figlio di due attori, si
farà presto strada nel gran mondo proprio grazie alla consapevolezza
di “non essere nessuno”.
Uomo fra i più colti del suo tempo,
come lo definiscono i suoi stessi memorialisti contemporanei, fu
scrittore, filosofo, occultista, massone, diplomatico e spia al
servizio delle grandi potenze dell'epoca.
In particolare divenne celebre per
essere un grande seduttore, ma pochi ricordano o vogliono che –
come scrive Mainardi, riferendosi a ciò che scrive lo stesso
Casanova nelle sue Memorie – amava sedurre anche bambine,
religiose compiacenti, oltre che non disdegnava i rapporti
incestuosi, al punto da giudicarli del tutto naturali.
Altro aspetto curioso e per molti versi
controverso del Casanova è il suo rapporto con l'occulto. Da una
parte egli conosceva alla perfezione la sapienza antica della Cabala ebraica e
se ne serviva per fare oracoli; dall'altra non vi credeva troppo, al
punto da utilizzare detti oracoli o dette pratiche per imbrogliare il
suo prossimo e trarne vantaggio, talvolta seduttivo – se su donne –
talvolta pecuniario, se trattavasi di persone di sesso maschile.
Interessante, invece, il rapporto con
l'esoterico ed in particolare con la Massoneria.
Iniziato massone nel 1750 nella Loggia
di Lione “Amicizia”, le sue Memorie ci riportano la seguente
frase, a proposito del cosiddetto “segreto massonico”, che denota
– a dispetto del personaggio – una profonda cultura esoterica:
“Coloro
che entrano nella Massoneria solo per carpirne il segreto possono
ritrovarsi delusi: può infatti accadere loro di vivere per
cinquant'anni come Maestri Massoni senza riuscirvi. Il mistero della
Massoneria è per sua natura inviolabile: il Massone lo conosce solo
per intuizione, non per averlo appreso. Lo scopre a forza di
frequentare la Loggia, di osservare, di ragionare e di dedurre.
Quando lo ha conosciuto, si guarda bene dal far parte della scoperta
a chicchessia, sia pure il miglior amico Massone, perché se costui
non è stato capace di penetrare il mistero, non sarà nemmeno capace
di profittarne se lo apprenderà da altri. Il mistero rimarrà sempre
tale. Ciò che avviene nella Loggia deve rimanere segreto, ma chi è
così indiscreto e poco scrupoloso da rivelarlo non rivela
l'essenziale: come potrebbe, se non lo conosce ? Conoscendolo, non lo
rivelerebbe”.
La cultura, fosse essa
esoterica, occultistica, oppure libresca, non mancò mai al Nostro,
il quale, durante il corso della sua vita, dette alle stampe diverse
opere letterarie, spesso pubblicate a sue spese, ad ogni modo. Oltre
al celebre “Il duello”, ove racconta del suo duello vittorioso con il conte
polacco Branicki, ricordiamo l'opera in cinque volumi “Icosameron”,
ovvero il primo romanzo di fantascienza mai apparso nella Storia.
Angelo Mainardi, nel suo “Il demone Casanova”, a tal proposito,
ci presenta l'opera come la storia di un rapporto incestuoso fra
fratello e sorella e del loro viaggio al centro della Terra che, per
molti versi, anticipò l'opera di Jules Verne. Da notare che
nell'”Icosameron” - che pur non ebbe alcun successo letterario al
punto dall'indebitare l'autore stesso – sono prefigurate invenzioni
avvenieristiche quali l'automobile, i gas asfissianti, l'aereo, il
telegrafo e la televisione.
Grande viaggiatore e
avventuriero, Giacomo Casanova frequentò tutte le corti d'Europa e
divenne intimo del "Re Filosofo", ovvero Federico II di Prussia, il quale purtuttavia lo
deluse, in quanto gli offrì un umile posto quale precettore dei
cadetti dell'esercito. Impiego che rifiutò sdegnato.
Conobbe inoltre Voltaire
con il quale si confrontò spesso con un certo astio, non
condividendo con il filosofo l'idea che tutti gli uomini fossero
eguali, in quanto il Nostro - figlio del suo tempo ed amante
dell'Ancien Regime, come abbiamo detto - riteneva che la libertà di
pensiero potesse essere concessa solo alle classi agiate e che il
popolo, in buona sostanza, non fosse in grado di ragionare se non per
il proprio tornaconto personale, al punto che egli scrisse: “Quanto
al popolo, esso è dovunque della stessa natura: date sei franchi a
un facchino perché gridi “Viva il Re”, egli vi farà questo
favore, e per tre lire griderà un momento dopo “Che egli muoia”.
(…) Esso non ha né leggi, né ordine, né religione; le sue
divinità sono il pane, il vino e la poltroneria; crede che libertà
voglia dire impunità, che aristocrazia significhi tigre, che
demagogo stia per pastore amorevole del suo gregge. (...)”.
Misera,
come abbiamo detto, la fine del Nostro, il quale, purtuttavia, mai si
pentì dei suoi eccessi e della sua condotta tutta dedita
esclusivamente al piacere, più che all'amore.
Questo
in sostanza il “demone di Casanova” che lo rende inquieto, al
punto che, ad un certo punto del saggio, lo stesso Mainardi si chiede
se, in realtà, questa fuga continua del Nostro, ovvero questa ricerca del
piacere effimero, del rincorrere incessantemente ogni donna, non
voglia, in realtà, nascondere la ricerca della Donna Ideale ed al
contempo un luogo ideale e perfetto. Un luogo ed un tempo così
diverso dal Secolo dei Lumi, teatro dell'effimero e talvolta delle
contraddizioni (Fede/Ragione/Spiritualità/Esoterismo).
Un'opera
che getta nuova luce, quella del Mainardi – che recentemente ha
pubblicato sempre per la Tre Editori “Casanova l'ultimo mistero”
e che sarà nostra cura prossimamente recensire - e che va
accompagnata alla lettura delle Memorie
di Casanova che, chi vi scrive, lesse per intero alla sola età di
quindici anni, con l'animo di un ragazzino curioso ed al contempo
ammirato nei confronti di un personaggio unico nel suo genere.
Comunque lo si voglia giudicare.
 Luca
Bagatin
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11 settembre 2014
Riflessioni ed aforismi quotidiani. By Luca Bagatin
Ho iniziato ad interessarmi e ad appassionarmi
di Massoneria da ragazzino (avevo 10 anni), sull'onda della mia
passione per il Generale Giuseppe Garibaldi. A quattordici anni, ad ogni modo, lessi tutta la "Storia della mia vita" di Giacomo Casanova, entusiasta massone anch'egli e via via iniziai, con gli anni, ad interessarmi del conte di Cagliostro.
Dopo anni di ricerche e di studi, ancora una volta, sono certo che
Garibaldi, Casanova e Cagliostro - forse proprio in quanto anime
trasgressive per i loro stessi tempi - siano stati gli unici, nella
Storia della Libera Muratoria, ad incarnare davvero i principi di
LIBERTA' (Casanova), UGUAGLIANZA (Garibaldi) e FRATELLANZA
(Cagliostro).
Il giudizio pregiudica !
Il progresso non va arrestato, va semplicemente ignorato.
La vera barbarie è la politica dei governi o, meglio, dei malgoverni. Poco importa se eletti o meno "democraticamente" (ammesso che i sistemi elettorali siano sistemi considerabili democratici).
Corrado Passera scrive "Io Siamo". Che cosa sia la passera ben lo sappiamo. Su Passera, invece, preferiamo soprassedere.
La
dimostrazione del fatto che la coscienza popolare sta crescendo, in
luogo dell'incoscienza dei politicanti, è il fatto che gli scozzesi
stanno - finalmente - per decretare la loro indipendenza !
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22 agosto 2014
Eros e Thanatos
Il rapporto fra Eros e Thanatos è forte e imprescindibile. Quando l'Amore fisico raggiunge l'apice, allora ti rendi conto che non sei lontano dal morire e che la morte non è così brutta come viene dipinta dalla cultura dominante. Purtuttavia, per avere una buona morte occorre aver avuto una buona vita. Una vita zeppa di desideri e priva d'Amore ti condurrà in uno stato di illusione tale da non comprendere nemmeno la sacralità della tua morte. E rimarrai, per sempre, un non-morto, ovvero il fantasma di te stesso.
Luca Bagatin
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22 aprile 2014
"SOGNO". Poesia by Luca Bagatin
Poesia serale. Poesia notturna. Poesia che si posa laddove una
rosa fiorisce sull'urna. Nell'urna riposa qualcosa di
antico. Di antico e passato e per sempre finito. Ed io son
rapito dal sogno di te. E ciò che un tempo era amaro, dolce
ora è.
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21 aprile 2014
"Aforismi e riflessioni politiche flash" by Luca Bagatin
A Giacomo Casanova, al Conte Alessandro Cagliostro, a Giuseppe Garibaldi, tre Grandi Iniziati amati e rimasti nel cuore del Popolo e che della politica autoritaria dei Paesi che visitarono si fecero beffe e contrastarono, pagando spesso di persona, talvolta anche con la vita.
 Sono
troppo onesto per candidarmi a qualsiasi tipo di elezione politica,
nel 2014 e negli anni a venire.
Politicamente
posso definirmi liberale di sinistra e libertario di destra.
L'unica
cosa che so, di preciso, di Forza Italia, è che il simbolo che
presenterà alle elezioni europee recherà il nome di un noto
pregiudicato.
Il
partito di Ageletto Alfano, denominato NCD, ha nominato suo
coordinatore nazionale quella quaglia clericale di Quagliariello. Un
motivo in più per seguitare a disgustarlo.
E'
oltremodo vergognoso che, alle prossime elezioni europee, siano
candidati dei Ministri della Repubblica. E' vergognoso per una
ragione molto semplice: allorquando saranno eletti, proprio in quanto
Ministri, NON andranno mai al Parlamento europeo e NON si occuperanno
mai di Europa (Debora Serracchiani insegna, visto che, a parte il
suo essersi fatta pubblicità, in Europa non ha mai fatto
nulla). Stefania Giannini, Beatrice Lorenzin, Maurizio Lupi, ma
perché vi candidate e non continuate, invece, ad occuparvi dei
vostri rispettivi Ministeri ?
Allorquando
il commendator Licio Gelli elaborava un piano di riforma in senso
liberale dell'Italia - denominato Piano di Rinascita Democratica,
alla faccia di coloro i quali lo tacciarono di autoritarismo - Beppe
Grillo faceva il comico prezzolato su Rai 1, lottizzata dalla
Democrazia Cristiana, sostenuto dal democristiano Pippo Baudo e a
volte affiancato da Bruno Vespa...
Matteo Renzi è un ottimo affabulatore. Del resto ha avuto ottimi maestri del gioco delle tre carte: Ciriaco De Mita e Giulio Andreotti.
La libertà richiede sempre un alto senso di responsabilità. Libertà e responsabilità sono sinonimi, infatti. Mi viene da pensare che i politicanti italiani (ma non solo loro, spesso), non provuovono leggi di libertà proprio in quanto sono privi di ogni senso di responsabilità.
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