30 ottobre 2012
L'INTERVENTO del prof. Aldo A. Mola
INDIMENTICABILE PASCOLI di Aldo A. Mola
Furono il toscano Giosue
Carducci e il romagnolo Giovanni Pascoli a scrivere i versi più
memorabili sul Vecchio Piemonte, quello che “fece l’Italia”
con i suoi re, i cospiratori e gli esuli, mazziniani e garibaldini,
giovani e meno giovani dalla vita un po’ disordinata ma che, al
momento giusto, accettarono le redini e le staffe della monarchia: il
siciliano Francesco Crispi e gli emiliani e romagnoli Luigi Carlo
Farini, Manfredo Fanti, Enrico Cialdini. Malgrado sorrisi ironici,
l’ode Piemonte
sopravvive al crepuscolo della scuola.
Ma chi è “Zvanì”
Pascoli? Poeta sommo della Nuova Italia, forse tra i più sublimi
del Novecento. Vittima, con tutta la sua famiglia, dell’assassinio
di suo padre Ruggero, amministratore della tenuta dei principi
Torlonia a San Mauro, il 10 agosto 1867. Venne ammazzato da chi
voleva prenderne il posto e allo scopo usò due manutengoli,
drappeggiati da repubblicani. Liberate dal giogo del Legato
pontificio, le Romagne ne subivano un altro: la guerra sociale
strisciante contro proprietari e uomini d’ordine. Quelle plaghe
rimasero teatro di delitti e infamie. Profondo Nord. Non per caso,
il primo maxiprocesso della storia d’Italia non fu celebrato in
Sicilia ma a Bologna contro la “associazione di malfattori”,
iceberg della “setta
degli accoltellatori: un mondo che arrivava e sarebbe andato lontano
drappeggiando come anticlericalismo l’ odio contro la borghesia e
la ricerca di profitto personale a soddisfazione di istinti
inferiori.
Giovanni Pascoli rimase
schiacciato dall’assassinio del padre, che quasi portò Oltretomba
sua moglie e molti dei dieci figli. Una tragedia. Sopravvissero lui,
Ida, Maria (Mariù) e Raffaele (Falino), che ebbe vita disordinata.
Nel collegio dei padri Scolopi a Savignano sul Rubicone e
all’Università di Bologna, ove studiò lettere grazie alla
meritata borsa di studio Giovanni bevve calici amari. Come ad Andrea
Costa, internazionalista ma dal 1882 primo deputato
“rivoluzionario”, fu folgorato dal socialismo, il “sol
dell’avvenire”: insegna dieci anni prima ideata da Giuseppe
Garibaldi. Socialismo per Pascoli significava libero pensiero,
progresso civile, soccorso ai bisognosi e “dimenticati”, come
egli si sentì’ per tutta la vita. Allievo a Bologna di Giosue
Carducci, che in pochi anni ridestò l’Università e ne fece faro
della Terza Italia, con altri giovani Pascoli cercò di spiegare le
radici dell’attentato al re compiuto dal cuoco Giovanni Passannante
con un innocuo coltellino. Arrestato, detenuto tre mesi e
processato, Zvani fu assolto. Riprese gli studi e divenne…Pascoli.
Dalle cattedre liceali di Matera, Massa e Livorno passò alle
universitarie e nel 1905 ereditò a Bologna quella di Carducci, alla
cui morte prese sulle spalle la “canzone dell’Italia”,
altrimenti monopolio di Gabriele d’Annunzio. Lavorò ai Poemi
del Risorgimento,
un’opera dimenticata nel 150° dell’unificazione italiana, forse
perché prova che il socialismo umanitario otto-novecentesco non è
antinazionale ma capace di patriottismo, come già avevano insegnato
Garibaldi e Carducci. Pascoli non ebbe nessuna tessera se non
quella di Poeta, cioè la tessera dell’Universo, contemplato a
Livorno, a Castelvecchio di Barga, nel breve ritorno a San Mauro,
nella sua “Romagna solatia”. Anziché subire la tessera di
partiti-chiese (cioè vincolanti), Pascoli cinse i fianchi con il
grembiale di massone, nella loggia “Rizzoli” di Bologna. Venne
iniziato con procedura speciale (settembre 1882, un anno prima
dell’ingresso di Andrea Costa nella “Rienzi di Roma) perché in
partenza pe Matera, da operaio della parola. Libero pensatore portò
sempre con sé quel breve passaggio tra le colonne: da un luogo
qualsiasi all’Universo, un “pavimento” bianco e nero e la volta
stellata. Come ricorda Adele Cencetti in Giovanni
Pascoli: una biografia critica (Le
Lettere),
tante volte Zvanì lasciò trapelare la conoscenza del cifrario
massonico. Lo dicono i versi sull’incontro tra Garibaldi e Mazzini:
“Tre colpi all’uscio. Era un fratello. Avanti…”.
Carducci scrisse che le
“sette” erano state necessarie all’unificazione. Pascoli andò
oltre. Celebrò Carlo Alberto di Savoia come“re dei Carbonari”.
Cercò documenti. Colse bene la dimensione europea del liberalismo. E
capì che esso doveva fondersi con il socialismo umanitario. Lo disse
nel discorso sulla guerra per la sovranità dell’Italia su Libia e
Cirenaica: “La grande proletaria si è mossa…”. Era il 1911,
l’anno in cui scrisse in latino l’ Inno a
Roma.
Pascoli solo
“fanciullino”? In quale senso? Le sue grandiose visioni della
storia, l’identificazione di Napoleone con Pan, la Natura, la Vita
vanno molto oltre la piccola Belle Epoque che mescolò egoismi con
esordio della finanza internazionale, la prima crisi borsistica con
ricadute sulla produzione industriale, conflitti sociali esasperati,
lo sciopero generale del 1904, la rivoluzione russa del 1905…. Esse
additano mete, grondanti di sangue e di duri sacrifici, come era
stata la sua vita. Malgrado lo sforzo linguistico talora affatichi
l’efficacia poetica dei suoi componimenti “storici” (è il caso
dei Poemi italini e canzoni di Re Enzio)
Pascoli rimane voce vivida. Perciò è davvero singolare che, appena
insediato al ministero dei Beni Culturali, Ornaghi, già rettore
dell’università Cattolica, si sia affrettato ad azzerare il
progettato Comitato nazionale per il centenario della morte di
Pascoli, un omaggio che poteva essere a costo zero per un gigante che
non ebbe il Nobel ma vinse tredici medaglie d’oro ai concorsi di
poesia in latino banditi dall’Accademia di Amsterdam. Ne vendette
alcune per acquistare la casetta nel verde di Castelvecchio per sé
e la sorella Mariù, due passi dalla cappella ove i due infelici
riposano: cattolicissima lei, libero pensatore lui, passato
all’Oriente Eterno senza bisogno di speciale viatico. L’aveva
avuto dalla vita.
Malgrado l’oblio del
ministero (che poi vuol dire del governo, dello Stato!), non tutti
dimenticano il grande poeta della memoria individuale e collettiva ,
dei popoli e dell’umanità. Chissà se vorrà ricordarsene il
Vecchio Piemonte che gli ispirò Ciapin,
commossa evocazione del maggiore monregalese Giuseppe Galliano, eroe
di Macallè, morto ad Adua come i generali Giuseppe Arimondi, di
Savigliano, e Giuseppe Ellena, saluzzese? (*)
 Aldo A. Mola
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27 giugno 2011
Massoneria e Risorgimento italiano

La Massoneria è la più grande
confraternita spirituale esistente al mondo.
Essa non si occupa nè di religione nè
di politica, purtuttavia, nel corso della Storia, molti massoni,
animati dai principi di emancipazione spirituale ed individuale da
essa insegnati, hanno contribuito a cambiare il corso degli eventi.
E' il caso del nostro Risorgimento
italiano, che, senza l'apporto di numerosi Liberi Muratori e di
società segrete come la Carboneria, non avrebbe avuto pieno
compimento.
La Carboneria è infatti una società
segreta di derivazione massonica. Il suo rituale, che si ispira al
simbolismo dei boschi ed all'iconografia cristiana, è in parte
mutuato a quello della Libera Muratoria.
La Carboneria, libera associazione
segreta sorta unicamente in Italia, fu la prima società segreta che
direttamente si attivò al fine di liberare il nostro Paese dal giogo
straniero con i celebri moti carbonari del 1820 – 21.
Come mai Carboneria e Massoneria
offriranno l'humus necessario agli italiani di ogni ceto e classe
sociale per sollevarsi contro l'Impero Asburgico, l'Impero di
Napoleone III, lo Stato della Chiesa ed il Regno delle due Sicile ?
Perché queste due associazioni
iniziatiche, proprio per il loro carattere adogmatico e di libero
pensiero, permisero a persone diversissime fra loro di incontrarsi.
Come tutt'oggi in Massoneria dialogano
pacificamente, come veri e propri Fratelli, il cattolico ed il
musulmano, l'ebreo e l'induista, nell'Ottocento italiano dialogavano
liberali, democratici, radicali, moderati, monarchici e repubblicani.
Tutti animati da un'unica fede: quella verso il Grande Architetto
dell'Universo e gli ideali di Fratellanza, Libertà ed Uguaglianza
che la Libera Muratoria mutuò non già dalla Rivoluzione Francese,
bensì dal celebre motto del conte Alessandro di Cagliostro.
Come ci ricorda lo studioso Aldo A.
Mola, il conte di Cagliostro, peraltro, utilizzava - nell'ambito
delle sue Logge di Rito Egizio - nastri verdi, bianchi e rossi. Pochi
sanno, infatti, che il Tricolore italiano fu coniato proprio dal
celebre Mago massone e successivamente fu scopiazzato, anni dopo, dal
Segretario Generale della Repubblica Cispadana, ovvero il prete
spretato Giuseppe Compagnoni.
Molti studiosi, tutt'oggi, si
interrogano ancora sull'appartenenza o meno alla Libera Muratoria
dell'Apostolo dell'Unità d'Italia, ovvero di Giuseppe Mazzini.
Il Mazzini, infatti, aveva una
concezione spirituale gnostica e teosofica non dissimile
dall'insegnamento massonico e, oltre al fatto che molte sue lettere
iniziano con il celebre “Fratelli...”, rivolegendosi ai patrioti
massoni, c'è chi assicura che fu iniziato “sulla spada” - ovvero
senza alcun rituale regolare - dal massone Francesco Antonio da
Passano nel carcere del Priamar a Savona.
Ad ogni modo, non vi sono prove della
sua appartenenza alla Massoneria. Per quanto si può affermare con
certezza che egli, nonostante non lesinasse critiche a tale
istituzione in quanto da lui considerata troppo elitaria, fu un
Grande Iniziato che insegnò moltissimo, in termini filosofici e
morali, ai massoni del suo tempo ed a quelli d'oggi (si pensi ad
esempio ai suoi studi su Dante, ma anche alla sua celebre opera
politica e spirituale “Doveri dell'Uomo”).
Chi massone fu, con orgoglio e ricoprì
persino la carica di Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia e, caso
unico al mondo, Gran Maestro dell'Umanità, fu il Generale Giuseppe
Garibaldi.
Iniziato in una Loggia massonica
irregolare a Montevideo, in Uruguay, Garibaldi conobbe una
rapidissima ascesa nella comunione massonica. Egli fu colui il quale
definì la Massoneria “la Grande Umanitaria” e si adoperò, da
Gran Maestro, per renderla sempre meno elitaria e sempre più aperta
alla società ed alle opere umanitarie.
Dobbiamo peraltro al Gran Maestro
Garibaldi le prime iniziazioni femminili - stabilite con un suo
decreto nel 1864 - e dunque il decadimento (purtroppo durato
solamente il tempo della sua gran maestranza e quella del Gran
Maestro Ernesto Nathan, alla fine dell'800, sempre di ideali
repubblicani mazziniani) di quegli astrusi dogmi barocchi imposti in
Inghilterra dal Reverendo James Anderson nel 1723.
Il dogma della non iniziazione delle
donne in Massoneria è assolutamente smentito, peraltro, dal
grande massone, esoterista ed alchimista moderno Paolo Lucarelli,
purtroppo recentemente scomparso, nella pefazione italiana a
"Simbolica Massonica per il terzo millennio" di Irène
Mainguy (edito in Italia dalle prestigiose Edizioni Mediterranee), il
quale ricorda che nei cantieri operativi dei muratori medievali - ai
quali si rifanno gli odierni Libero Muratori - vi erano anche donne.
Ed inoltre, sempre il Lucarelli, ricorda che vi erano culti solari -
come ad esempio quello di Apollo e Dioniso - che erano officiati
soprattutto da sacerdotesse. Ciò fu peraltro confermato già nei
primi del '900 anche dal reverendo Cherles W. Leadbeater,
trentatreesimo grado del Rito Scozzese Antico ed Accettato ed autore
del volume "La Massoneria e gli Antichi Misteri" (edito in
Italia dalla Athanor).
La professoressa Francesca Vigni,
autrice del testo “Donne e Massoneria in Italia”, dedica ampi
capitoli alla presenza di Logge massoniche femminili durante il
Risorgimento. Donne massone e carbonare, come ad esempio Enrichetta
Caracciolo: nobile napoletana, prima obbligata a farsi monaca e
successivamente ardente patriota, massona ed esponente della Chiesa
evangelica.
Il rapporto fra massoni, patrioti,
ovvero fra Massoneria e Risorgimento è così stretto che noi
italiani dobbiamo persino il nostro Inno nazionale agli ideali della
Libera Muratoria.
Colui che lo scrisse, ovvero il giovane
patriota della Repubblica Romana, Goffredo Mameli, era massone e quel
“Fratelli d'Italia” è un chiarissimo e palese riferimento agli
ideali di Fratellanza, Uguaglianza e Libertà, che accomunava i
massoni durante le lotte mazziniane e garibaldine per la liberazione
dal giogo straniero e clericale.
Il “Canto degli Italiani” o “Inno
di Mameli” sarà successivamente musicato da un altro massone:
Michele Novaro, ligure anch'egli, il quale, dopo una vita di stenti
nella quale destinò molti dei suoi proventi di musicista alle
imprese garibaldine, morì in completa povertà.
L'Italia diventerà unita, dunque, nel
1861 e lo divenne completamente, con Roma Capitale, nel 1870.
Diventerà unita, dunque, e libera dal
giogo straniero e clericale, ma non repubblicana e non, dunque, un
Paese completamente civile.
Gli ideali mazziniani, garibaldini,
carbonari e massonici, non avevano dunque trionfato nella politica
politicante, bensì nel cuore del popolo italiano.
Quel popolo italiano che non avrà
ancora diritto ad eleggere i propri rappresentanti a suffragio
universale diretto.
Quel popolo italiano che mal
sopporterà, al Nord come al Sud, il giogo monarchico dei Savoia.
Quel popolo italiano che, a Roma,
eleggerà con grande entusiasmo l'indimenticato Sindaco Ernesto
Nathan, erede di Mazzini e Garibaldi: repubblicano, massone, ebreo,
laico ed anticlericale.
Nel 1896, Ernesto
Nathan, venne eletto Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia,
succedendo ad Adriano Lemmi, ed inizierà un processo di rinnovamento
dell'Istituzione massonica, rafforzandola e mettendola al servizio
dell'etica laica e dell'emancipazione delle classi popolari. Quale
Sindaco della Città Eterna, Nathan, istituì le municipalizzate
tutt'ora funzionanti: l'Atac e l'Acea; promuoverà l'istituto dei
referendum per permettere alla cittadinanza di partecipare
direttamente alla gestione della cosa pubblica; ostacolerà gli
speculatori ed i proprietari terrieri che si opponevano al nuovo
piano regolatore; aumenterà il numero delle scuole e promuoverà la
cultura laica. Celebre il suo discorso - a Porta Pia - del 20
Settembre 1910, ove denunciò l'oscurantismo della Chiesa cattolica e
la sua scarsissima sensibilità nei confronti del ceti meno
abbienti. Nel 1914, il "Blocco popolare" guidato da
Nathan, prese il nome di "Unione liberale democratica",
riconfermando per le amministrative di Roma l'alleanza fra
repubblicani, radicali e socialisti. E nello stesso anno, in Nostro,
prese posizione a favore dell'entrata in guerra dell'Italia contro
gli Imperi centrali, necessaria a completare il processo di Unità
nazionale e di emancipazione dagli Asburgo. Il suo irredentismo fu
così acceso che decise, nel 1915, di arruolarsi volontario
nell'esercito, nonostante i suoi settant'anni e sarà assegnato ai
reparti di Croce Rossa. Infine, nel 1919, si dimise dalla carica
di Gran Maestro del GOI per dedicarsi alla cura dell'Edizione
Nazionale delle opere di Giuseppe Mazzini. Morì nel 1921 e gli fu
così risparmiata la sciagura del fascismo che spazzò via,
tristemente, ogni residuo di cultura laica e risorgimentale, mettendo
all'indice gli ideali mazziniani (arrivando persino a distorcerli e
ad utilizzarli ad uso e consumo del fascismo), radicali, socialisti e
mettendo fuori legge la Massoneria. Con questo breve cenno ad
Ernesto Nathan, possiamo dire che si chiude il ciclo risorgimentale
che va dai moti carbonari del 1820 sino alla Prima Guerra Mondiale.
Se l'Italia è
dunque oggi un Paese un po' più libero rispetto a duecento anni fa,
lo dobbiamo dunque ai mazziniani, ai garibaldini e dunque ai massoni
di ogni colore politico e fede religiosa.
Ciò - come ci
ricordano anche gli autori del bel libro storico di recente
pubblicazione per la casa editrice Bastogi “Fratelli d'Italia”
(ovvero Maurizio Del Maschio, Stefano Momentè e Claudio Nobbio) - è
incarnato da tre simboli fondamentali e nazionali: il Tricolore che
rappresenta la Libertà; l'Inno di Mameli che rappresenta la
Fratellanza e la nostra Carta Costituzionale che, per quanto andrebbe
profondamente riformata, incarna comunque l'Ugliaglianza del nostro
popolo sovrano. 
Luca Bagatin
Bibliografia:
Giuseppe
Schiavone: “Massoneria Risorgimento Democrazia” Editrice Bastogi
Giuseppe
Schiavone: “Scritti massonici di Ernesto Nathan” Editrice
Bastogi
Francesca e Pier
Domenico Vigni: “Donne e Massoneria in Italia” Editrice Bastogi
Del Maschio,
Momentè, Nobbio: “Fratelli d'Italia” Editrice Bastogi
“Officinae”
numero 4 e 1 Dicembre 2010 e Marzo 2011: organo ufficiale della Gran
Loggia d'Italia degli ALAM
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12 marzo 2011
"L'Unità d'Italia vista da un olandese": articolo di Peter Boom
L'UNITA' D'ITALIA VISTA DA UN OLANDESE
di Peter Boom

Quanto entusiasmo
riscosse in noi ragazzini olandesi quando la maestra alle elementari ci
raccontò le eroiche gesta di Garibaldi che con soli mille uomini
rivoluzionò la storia d'Italia. A noi sembrava uno straordinario ed
incredibile miracolo. L'Olanda ha più o meno la stessa superficie della
Sicilia e l'Italia con la sua grande storia, l'antica Roma, il
rinascimento, l'arte, il Vaticano, tutto in quello stivale lunghissimo
trasformato in poco tempo da questi Mille che disponevano solo di
qualche imbarcazione e cavalli, ma evidentemente armati, più che dalle
poche e povere armi di allora, di grande determinazione, coraggio ed uno
spirito che già allora alludeva idealmente ad una futura Europa Unita
che poté nascere dopo diverse e tragiche vicissitudini circa cento anni
dopo.
Noi avevamo dovuto
combattere una guerra contro l'inquisizione spagnola (re Filippo II)
dal 1568 al 1648, ben ottanta anni, per liberarci dallo opprimente giogo
e diventare uno stato autonomo.
Non è per caso che
nel nostro sangue scorre una buona dose di testardaggine forse ancora
più determinata dalla nostra eterna lotta contro le acque.
L'unione fa la
forza e garantisce proprio con la pluralità, le differenze culturali,
etniche e anche logistiche, una maggiore democrazia. Questo lo abbiamo
potuto constatare anche in altre nazioni come per esempio gli Stati
Uniti d'America, la piccola Svizzera nella quale convivono pacificamente
e con grande stabilità le popolazioni di lingua tedesca, italiana e
francese.
Dopo la seconda
guerra mondiale nasce l'Europa Unita, con la Francia, la Germania, il
Belgio, l'Olanda, il Lussemburgo e naturalmente l'Italia, sei paesi con
quattro lingue principali diverse, che dopo il 1945 non ha più
conosciuto guerre interne e che costantemente si sta ampliando.
Non è solo
un'unificazione dei mercati, ma anche un'importante realizzazione volta
al benessere e la felicità delle genti attraverso il rispetto di diritti
umani e civili. I problemi certamente non mancano ma col tempo, la
buona volontà e senza violenza questi si risolvono.
L'Unità d'Italia
ha significato un importante passo in questa direzione malgrado le
critiche della Lega Nord, un partito di una mentalità poco lungimirante,
spesso razzista e con tendenza alla emarginazione. Gente che vuole
sentirsi superiore a chi abita più a sud dove, è vero, l'organizzazione
statale ha sempre lasciata molto a desiderare. La cultura, la bellezza,
le risorse umane, le risorse energetiche e la vicinanza con le aree
mediterranee, il Medio Oriente, negli anni a venire saranno decisive per
una rinascita con grande vantaggio per l'Europa tutta.
A proposito del
razzismo vorrei dire che non bisogna mai discriminare nessuno, neanche i
popoli più primitivi dell'Africa o della Papuasia. Le differenze tra
noi esseri umani dipendono soltanto dalle diverse condizioni ambientali,
dalle diverse culture, dalla storia. Attraverso lo strumento dei
diritti umani dobbiamo darci una mano per superare il pensiero che vuole
dividere ed escludere.
Per tornare
all'Italia ritengo che la realizzazione della sua unità sia nata da una
lotta tra titani, cioè tra quelli che traggono le loro azioni dal
pensiero fisso, dogmatico, che personalmente chiamerei “non pensiero”, e
coloro che si ispirano al “pensiero libero”, da un eroe come Garibaldi
che era anche il Gran Maestro della Massoneria.
I cambiamenti
importanti vengono sempre iniziati da poche, talvolta pochissime
persone, che disinteressatamente mettono a disposizione di tutti le loro
idee e le loro energie.
I veri liberi
pensatori la pensano in modo diverso anche fra loro e difficilmente si
coalizzano in grandi o potenti organizzazioni, bensì ispirano con le
loro idee, con i loro diversi liberi pensieri anche le grandi masse che
in Italia si organizzarono nella Carboneria. Gli eventi storici
che si stanno susseguendo con grande rapidità sul nostro globo oramai
“globalizzato” dovranno portarci non solo ad una maggiore unificazione
europea ma ad un mondo più solidale che, nel rispetto dei diritti umani e
civili, del benessere e la felicità, dovrà diventare un “Mondo Unito”. Peter Boom
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1 gennaio 2011
Buon 150enario (Terza) ITALIA !!!!
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1 dicembre 2009
Lega Nord: un partito da isolare politicamente per il bene dell'Italia e dell'Occidente democratico

La Lega Nord sta davvero superando il
limite e ponendosi sempre di più al di fuori dalla normale
dialettica democratica. L'ennesima proposta flokloristica del
partito più folkloristico del Parlamento è quella di inserire nella
bandiera italiana (bandiera, che, lo ricordiamo, la stessa Lega Nord
vilipese a più riprese negli anni passati) la croce cristiana. Il
tutto - a sentire l'esponente del Carroccio, Castelli - per dare un
segnale forte, come hanno fatto gli svizzeri nel referendum proposto
dall'estrema destra elvetica, contro la costruzione di nuovi minareti
islamici sul loro territorio. Un esempio di civilità, a sentire
Castelli. Un esempio di fondamentalismo e di xenofobia, a sentire
noi. Quando Castelli, poi, afferma tutto ciò "al fine di
battere l'ideologia massonica e filoislamica", raggiunge
l'apoteosi della mancanza di cognizioni storiche e
culturali. Facciamo presente al Castelli, a Calderoli ed alla loro
compagnia - che farebbero meglio a tornare a scuola ove si insegni un
italiano corretto, piuttosto che un inutile e retrogrado dialetto che
in un'Occidente avanzato e globalizzato non parla quasi più nessuno
- che il Tricolore italiano nacque il 7 gennaio 1797 a Reggio Emilia.
Terra d'impeto lucidamente rivoluzionario, ove si costituì la
Repubblica Cisalpina dalle ceneri del barbaro dominio Pontificio. Il
verde del Tricolore, aggiunto al bianco ed al rosso della bandiera
della Rivoluzione Francese, era il colore dell'albero della libertà
e del diritto dei popoli all'emancipazione e molti massoni e
carbonari lo utilizzarono originariamente nelle loro "logge"
e "vendite". Si pensi che nel 1796, un anno prima della sua
ufficializzazione, uno stendardo recante il Tricolore, fu consegnato
da Napoleone ad un corpo di volontari lombardi a Milano, con alla
sommità dell'asta il "livello" massonico. Gli esponenti
della Lega Nord, digiuni del tutto di Storia e di simbologia, queste
cose, ovviamente, non le conoscono. Gli esponenti della Lega Nord
preferiscono utilizzare simboli astrusi, senza alcun aggancio alla
Storia, come le ampolle del Dio Po, le stelle celtiche, il colore
verde utilizzato senza conoscerne il significato, la croce cristiana
senza sapere che è un simbolo mutuato dall'Antico Egitto e così
via. La Lega Nord, oltretutto - il che è ben più grave - per
alzare l'attenzione dei media su di sé, alimenta la xenofobia ed
esaspera il fondamentalismo. Anziché studiare, approfondire la
cultura Islamica, così come quella Buddhista, Induista e così via,
la rifiuta a priori riproponendo il cattolicesimo delle crociate. Un
partito così non solo non dovrebbe stare al governo, ma andrebbe
politicamente isolato, così come a suo tempo fecero i partiti demcoratici con comunisti e missini, e farebbero bene gli esponenti del PdL
a ricordarselo nei mesi a venire. La Lega Nord, facciamo poi
notare, è il partito che sino ad oggi ha bloccato - anche per mezzo
del Ministro Tremonti - tutte le riforme che questo governo aveva
promesso in campagna elettorale e contava di attuare: abolizione
delle Province e degli Enti inutili e riduzione della spesa pubblica
improduttiva in primis. Il PdL non può permettersi ancora di
farsi mettere i piedi in testa da chi non ha la competenza e la
cultura per governare. Il Presidente della Camera Gianfranco Fini
è, al momento, raro esempio di politico di centrodestra ad averlo
compreso e pensiamo sia il caso che sin dalle prossime regionali il
PdL rompa tutte le alleanze con la Lega, preferendo intese con l'Udc
e con le forze moderate della tradizione democratica
italiana. L'Italia intera, figlia delle lotte del Risorgimento e
della Resistenza antifascista prima ed anticomunista poi, non si
merita ulteriori insulti da chi non ha mai avuto nella sua tradizione
storica martiri che hanno combattuto per la libertà e la
democrazia.
 Luca Bagatin (nella foto con Aldo Chiarle, già partigiano socialista della Brigata Garibaldi)
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28 agosto 2009
Luigi Magni: il regista del nostro Risorgimento anticlericale
Luigi Magni è l'unico regista italiano che, nella storia del Cinema, è
riuscito a rendere giustizia al nostro Risorgimento ed in particolar
modo ai suoi martiri. Parliamo in particolare dei martiri condannati
a morte dall'allora Stato Pontificio o Stato della Chiesa che dir si
voglia. Patrioti, anticlericali, ebrei, carbonari. Martiri come i carbonari Angelo Targhini e Leonida Montanari, ricordati ne "Nell'anno del Signore", film del '69, che non devono essere ricordati nei libri di scuola, come rammenta lo stesso Magni, perché uccisi dal regime dei preti ! Un
regime, quello della Roma Papalina, ove agli ebrei non era consentito
professare la propria fede ed ove i loro figli venivano rapiti e fatti
impunemente battezzare da Santa Romana Ecclesia. Un regime ove le
vaccinazioni erano proibite e così il progresso scientifico (vi ricorda
niente ?). Ove solamente il Potere di Cardinali, Vescovi ed
Aristocratici contava qualche cosa. Tutto ben documentato negli
affreschi cinematografici di Luigi Magni, appunto: dal film già citato
a "In nome del Papa Re", sino a "La notte di Pasquino" del 2002, con un
intramontabile Nino Manfredi nei panni di Pasquino. Affreschi
storici, presentati come delle commedie dal cast ricchissimo e
brillante: comprendenti attori del calibro di Nino Manfredi appunto,
Ugo Tognazzi, Claudia Cardinale, Alberto Sordi, ma profondamente
drammatici, vista la drammaticità degli eventi che vedono sempre
protagonisti popolani ed eroi del nostro Risorgimento in lotta per la
conquista della libertà dalla tirannia. Eroi anticlericali, perché
il clericalismo è il contrario della pace religiosa, è il Potere che si
traveste da agnello. Che dice di voler "salvare l'anima"....ma alla
fine condannare il corpo ! E condannati a morte per decapitazione
furono i vari Targhini e Montanari, appartenenti alla gloriosa Società
segreta della Carboneria, per aver voluto rovesciare codesto Potere ed
erigere la Repubblica. Correva l'anno 1825 e da allora passeranno anni
e generazioni: verranno Mazzini e Garibaldi, e, con l'aiuto dell'astuto
Cavour, si giungerà finalmente all'unità d'Italia ed alla cadita del
Potere temporale dei Papi ed alla proclamazione di Roma Capitale il 20
settembre del 1870. Sarà il riscatto degli oppressi, del popolo romano, degli ebrei, dei massoni, dei carbonari tutti. Sarebbe
ora che la televisione italiana ed il Cinema nostrano rendesse merito a
questo grande artista che fu Luigi Magni e che nelle scuole di ogni
ordine e grado fossero proiettate e fatte conoscere le sue opere.
Senza il Risorgimento e quei martiri oggi l'Italia sarebbe un Paese non
solo profondamente diviso, ma - quel che è più grave - ancora più
arretrato di quel che già è....per merito della Chiesa. Di una Chiesa che da sempre fa politica.

Luca Bagatin
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1 agosto 2009
Giù le mani dalla Giovine Italia !
In questi giorni La Voce Repubblicana e
l'amico Enzo Cardone hanno sollevato la questione relativa alla
denominazione che intende assumere il movimento giovanile del PdL:
"Giovane Italia". "Giovane", o, meglio
"Giovine Italia" fu il nome che il nostro Giuseppe Mazzini
diede al movimento insurrezionale, di stampo carbonaro, che mirava
durante il Risorgimento a rendere l'Italia una Repubblica sovrana ed
indipendente dal giogo austriaco, francese, papalino e
borbonico. Ora, che cosa c'entri il PdL con tutto ciò proprio non
si capisce. Ma andiamo a monte, ovvero allorquanto l'On. Stefania
Craxi decise di fondare l'Associzione Giovane Italia, braccio
politico della Fondazione Craxi, a sua volta braccio culturale di
Forza Italia. Che confusione ! Figuriamoci che nel 2000
Stefania Craxi rispose di suo pugno (inviandomi una missiva
direttamente a casa) ad una mia lettera nella quale le facevo i
complimenti per l'iniziativa di mettere in piedi una Fondazione
intitolata a suo padre, grande socialista liberale ingiustamente
vilipeso. Una Fondazione, ovvero un "luogo di dibattito
culturale" e non già un "luogo politico" ad uso e
consumo di qualcuno. Stefania Craxi, anche a dispetto di ciò che
mi scrisse, agì diversamente e si fece eleggere finanche in
Parlamento. Ma che cosa c'entra la "Giovine Italia" con
il partito di Berlusconi ? Nulla. Se diversamente l'operazione di
Stefania Craxi prima e dei giovani del PdL poi, fosse quella di
riconoscere i meriti dell'azione mazziniana, tanto varrebbe che
costoro si iscrivessero al PRI. Diversamente trattasi di
un'operazione simile a quella dei cattocomunisti che in questi anni
sull'Unità si mettono a pubblicare Salvemini o a tirare per la
giacca Mario Pannunzio, in prossimità del centenario della sua
nascita. Operazioni furbesche e mistificatorie, visto che
Salvemini e Pannunzio combatterono con ferocia il cattocomunismo e
furono i primi a denunciarne la pericolosità ed incapacità
politica. Personalmente, purtuttavia, ritengo che i giovani del
PdL manchino semplicemente di originalità nella scelta della loro
denominazione. E mi chiedo anche se conoscano davvero l'opera
politica e culturale di Mazzini. E allora varrebbe la pena che
facessero come i giovani di Alleanza Nazionale qui da noi, a
Pordenone, in cui continuano orgogliosamente a chiamarsi Azione
Giovani come prima e a tenersi la loro bella fiamma tricolore quale
simbolo. Quanto al PdL, in sé, mi si permetta una breve
riflessione. Trattasi di un partito di transizione, che esisterà
sin tanto che esisterà Silvio Berlusconi. Senza radici e senza
una vera linea politica, è partito a noi tutti utile per governare
oggi l'Italia in assenza di un'opposizione credibile visto che il Pd
ed i suoi alleati non possono ritenersi credibili per governare il
nostro Paese, né oggi né in futuro. Il PdL è partito che con il
tempo andrebbe trasformato e finanche spaccato al fine di ridisegnare
un nuovo bipolarismo di cui questo Paese ha bisogno. Da una parte
i Liberaldemocratici e dall'altra i Conservatori. Il
dopo-Berlusconi è dietro l'angolo: diamoci da fare anche noi.
 Luca
Bagatin
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9 dicembre 2008
"In Viaggio verso il Tempio": racconto esoterico-allegorico by Luca Bagatin
Viaggiavo di notte.....mi teneva compagnia solo il mio gattino nero Blakie. Sapete com'è, sono molto molto molto piccolo. Sono alto neanche mezzo metro e questo mi ha sempre causato grandi difficoltà di movimento. Faceva molto freddo ed a guidarmi c'era solo la luna che rischiarava la vallata. Oh....come mi si stringeva il cuore nel vedere quella strega a cavallo della sua scopa, illuminata anch'ella dalla luna. Ne avevo sentito parlare in quelle leggende che ti raccontano da bambino, ma non le avevo mai prese troppo sul serio. E invece..... Oh, quella sua risata stridula ! AHAHAHAHAHHAH................. Come poterla sopportare ! “SONO LA STREGA CIOCOLLA !”, urlò volando in picchiata verso di me. Cercai di allontanarla, agitando le mie piccole mani in aria.......invano. “NON TEMERE....NANETTO.....QUANDO TI AVRO' BOLLITO NON CI SARA' PIU' NULLA DA TEMERE PER TE.....AHAHAHAHAHAH.....” “Oh, non ne dubito......” “MI PRENDI IN GIRO ?” Il suo volto era verde ed il suo naso raggrinzito era pieno di pustole puzzolenti. I suoi occhi erano d'un azzurro vitreo. Si allontanò da me solo quando vide che portavo il mio Grembiule da Cerimonia. “AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH !” Mi spaventai a mia volta. “TU SEI UNO DI quelli !” mi urlò con rabbia. “Quelli....?” SEI UNO DI QUELL.......AAAAAAAAHHHHHHHHHH ! PORTI CON TE ANCHE UN GATTO NERO !” Miao....miagolò Blakie. Io guardai la strega sorpreso, ma anche con il cuore in gola alla vista del suo terribile volto e dei suoi insopportabili urli satanici. “TU SEI UNO DI QUEI GREMBIULINI CHE SI RIUNISCE NEL BOSCO ! VOI ED I VOSTRI INNI AD ISIDE !” “Sì...io....sono un massone”, rivelai sempre più intimorito. “VOI INVOCATE LA DEA DEI GATTI !” “Veramente noi cerchiamo solo di.....innalzare Templi alla Virtù e scavare profonde prigioni al vizio !”, cercai di spiegare non senza una certa punta d'orgoglio. La strega spalancò la bocca e da essa giunse un insopportabile odore di morte. Compresi che era sua intenzione farmi un incantesimo, ma la sua impresa miseramente fallì. “E' COLPA DEL TUO GREMBIULE ! IO NULLA POSSO....” Alle mie spalle si manifestò Franz de Telek, uno dei miei Fratelli Spaccalegna. “No, Ray Crust, la Strega Ciocolla non può nulla contro di noi. Indipendentemente dal Grembiule che indossiamo. Ti invito a togliertelo ed avrai la prova che attendi”. Guardai verso l'alto Franz, alto almeno il triplo di me. Il suo sguardo, rischiarato dalla luna, mi ispirava immensa fiducia e tranquillità. Mi tolsi quindi il Sacro Grembiule. Il volto della strega mutò espressione. Il suo sorriso si trasformò in una smorfia terrificante ed il volto intero si ruppe come uno specchio in frantumi. Il corpo divenne gassoso e la scopa sulla quale volava divenne morbida come gomma. Il Sole che brillava al centro del mio Grembiule di Maestro si illuminò e rischiarò la valle. Miao....miagolò ancora Blakie. Franz de Telek mi prese la mano sinistra abbassando la sua spalla destra ed insieme proseguimmo addentrandoci nel bosco alla ricerca del Tempio.
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26 novembre 2008
Jules Verne: un viaggio straordinario nell'esoterismo
Quanti di noi, da ragazzi, hanno letto i Viaggi Straordinari di Jules
Verne, ovvero sono discesi sino al centro della Terra, hanno raggiunto
la Luna, fatto il giro del Mondo in 80 giorni in compagnia di Phileas
Fogg e di Passepartout e finanche hanno scoperto il mistero celato
dietro al Castello dei Carpazi ? Storie avvincenti, misteriose, ma anche saldamente legate al positivismo ottocentesco. Ebbene, miei cari, non è proprio così. Michel
Lamy, con il suo "Jules Verne e l'esoterismo" (Edizioni Mediterranee), svela il vero
significato delle opere dello scrittore di Nantes: un opera legata al
mondo massonico, rosacrociano ed occultistico. Per coloro i quali
avranno la pazienza e la volontà di addentrarsi in questo approdondito
volume, alternandolo alla lettura e/o alla rilettura delle opere
verniane, si aprirà un nuovo universo letterario. Un vero e proprio
universo capovolto. Verne,
nello scrivere i suoi romanzi, era solito utilizzare la cosiddetta
"lingua degli uccelli", ovvero un linguaggio criptato fatto di giochi
di parole e di simboli. E così scoprirete che egli era a conoscenza
di misteri legati all'esoterismo cataro e templare ancora oggi non del
tutto chiari, come quello di Rennes- le-Chateau ed il suo tesoro
segreto, nonché il simbolismo della chiesa stessa ed i suoi legami con
Maria Maddalena ed il Sacro Graal. Verne era a conoscenza di tutto ciò
e lo dichiara e racconta con dovizia di particolari (ovviamente per chi avrà la pazienza e la voglia di decrittare il "linguaggio degli uccelli")
nel suo romanzo "Clovis Dardentor" . Questo è solo uno degli
innumerevoli esempi presentati dal Lamy che ripercorre la vita
esoterica del Verne, mostrandocene un lato del tutto insolito: iniziato
alla Massoneria, adepto dei Rosa+Croce e appartenente alla segretissima
Società Angelica - detta anche La Nebbia - legata al raggiungimento
della Divinità per mezzo dello studio e dell'approfondimento della
Natura, così come la Gnosi. E
così, Jules Verne, ha celato nei suoi celebri "Viaggi", elementi che si
rifanno a questi antichi insegnamenti occulti (come ad esempio la
credenza gnostica e teosofica della Terra Cava, ovvero la teoria
secondo la quale la Terra sarebbe popolata da un misterioso popolo
sotterraneo, quello di Agarthi). Molto probabilmente spinto dal suo
editore, Pierre Jules Hetzel, anch'egli legato alle sopra citate
società esoteriche. Il volume di Michel Lamy è al contempo semplice
come un romanzo, ma allo stesso tempo complesso come un testo di alta
filosofia esoterica. Merita di essere letto almeno due volte per
essere meglio compreso, per quanto non sia del tutto in grado di
fornirci alcune determinanti domande che naturalmente ci sovvengono. Qual era lo scopo ultimo di
Verne e/o dell'editore Hetzel nel voler celare determinati elementi esoterici in
semplici romanzi popolari ? Perché
Jules Verne subì un attentato da parte del nipote, il quale poco prima
lo avvertì dicendogli: "Ti seguono, vogliono ucciderti !" ? Chi voleva
uccidere Jules Verne e soprattutto, perché ? Perché, prima di morire, Jules Verne distrusse tutto il suo archivio ? Che
collegamento di può essere fra l'opera verniana e l'avvento di Thule e
quindi del nazismo, ventilata nel volume del Lamy stesso ? A questa
domanda, a dire il vero, vorrei dara una risposta. Una risposta che do
anche a coloro i quali confondono la Massoneria, la Teosofia e il
Rosacrocianesimo con Thule e l'esoterismo che diede origine al più
grande abominio della Storia: il nazismo. L'Ottocento, pur essendo
un secolo sostanzialmente legato al positivismo ed alla scienza, fu
anche un secolo nel quale nacquero e si costituirono numerosissimi
circoli e cenacoli esoterici ed specificatamente occultistici, ovvero
legati allo spiritismo ed al paranormale, come mezzo per comprendere la
realtà che ci circonda. Fu così che tornarono in auge le
antiche teorie gnostiche derivanti dalle più Antiche Civilità apparse
sulla Terra, con particolare riferimento a quella Egizia.
Vi fu pertanto un rinnovato interesse (in realtà mai sopito) per i
Rosa+Croce, specie fra i letterati del tempo quali Bulwer-Lytton (che
ne fece uno splendido romanzo: "Zanoni") e George Sand, legata alla
Società Teosofica.
Ovvero un rinnovato interesse per la conoscenza diretta del Divino per
mezzo dello studio del Simbolismo, della Natura, degli Elementi
visibili ed invisibili. Conoscenza diretta che avrebbe potuto
traghettare l'Umanità verso quella nuova Età dell'Oro profetizzata dai
Veda, ovvero gli Antichi testi Sacri indù (invero in ogni tradizione
antica si parla dell'Età dell'Oro o di Era dell'Acquario).
Da qui lo studio dell'Oriente, del catarismo e del cristianesimo gnostico.
Taluni stolti pensarono bene che le teorie buddisthe, gnostiche e
teosofiche, fossero il modo più rapito per ascendere al Potere sulle
masse.
Fu così che a Monaco di Baviera (e qui vi è una stretta connessione con
gli Illuminati della Baviera, società infiltrata nella Massoneria di
fine '700 per costituire un sanguinario moto rivoluzionario. Le idee
degli Illuminati influenzarono pesantemente il marxismo prima ed il
nazismo poi, come scritto anche nel volume di Lamy) Rudolf Glauer, nel
1918, fondò la società segreta Thule, la quale deformò e stravolse
completamente le dottrine esoteriche di Madame Blavatsky e della
Società Teosofica e le rielaborò a suo uso e consumo.
Thule preparò quindi l'ascesa del nazismo caratterizzandosi per il suo
arianesimo quale razza superiore rispetto a quella semitica (gli
adepti di Thule ritenevano che i Semiti, ovvero gli ebrei, possedessero
delle conoscenze e dei poteri occulti che avrebbero potuto annientare
la presunta razza ariana). E' dunque in questo contesto che si confonde l'esoterismo con l'occultismo teosofico e con il nazismo.
La Storia e l'Umanità è piena di organizzazioni che affondano le loro
origini e dottrine nelle Antiche Civiltà pre-cristiane. Talune operano
per il bene ed il progresso (Massoneria, Rosa+Croce, Teosofia),
talaltre contro di essi (nel '700 gli Illuminati di Baviera, poi Thule,
il Ku Klux Klan, le Bestie di Satana e molte altre non ancora del tutto individuate ed individuabili...).
Jules Verne e le sue opere si situano dunque in questo contesto. Che
meriterebbe davvero anni di studio ed approfondimento per tutti coloro
i quali sentono l'esigenza di comprendere la realtà e la Storia per mezzo del
simbolismo che ci circonda.

Luca Bagatin
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10 novembre 2008
Relazione che ho tenuto alla 9a Accademia del Rito Simbolico Italiano il 9 novembre scorso
COSI' PARLO' BELLEVUE (in quel di Rimini) Gli amici e, perché no, Fratelli, del Rito Simbolico Italiano del
Grande Oriente d'Italia con particolare riferimento a Moreno Neri,
curatore del loro sito web www.ritosimbolico.net, sono stati davvero
gentili ad invitarmi quale relatore della loro 9a Accademia il 9
novembre scorso a Montefiore Conca (Rimini), fra relatori veramente di alto livello (escluso il sottoscritto). Il 9 è un numero esotericamente e gnosticamente Sacro
e ciò ha reso l'incontro ancor più perfetto (9 Accademia e 9 novembre,
sarebbe stato possibile chiedere di più ?). Il titolo
dell'Accademia, poi, è stato ispirato da alcuni miei scritti e proposte
disseminati su questo mio blog e sugli organi di stampa con cui
collaboro. E'
stato per me un piacere ed un onore conoscere Bent Parodi di Belsito, ultimo
discendente dei Gattopardi siciliani, Grande Oratore del Grande Oriente d'Italia
ed esperto di Storia del Mito e delle Religioni ed alloggiare con lui
all'Hotel Bellevue di Rimini, nonché pranzare e cenare.
Bent mi ha regalato frammenti di esoterismo di rara bellezza che non scorderò.
Inoltre ho rivisto il mio vecchio amico Aldo Chiarle, impetuoso come
sempre ed ironicamente pungente nel sottolineare la mia bassa statura... ;-)
Coltissimi gli interventi del prof. Antonio Panaino, eminente figura
del GOI e docente di Filologia Iranica, nonché quelli del prof Arturo
Menghi Sartorio. Il tutto si è concluso con una grande ed amabile abbuffata in stile romagnolo presso l'Agriturismo La Ruota di Montefiore, fra amici mazziniani e repubblicani (mai incontrati così tanti mazziniani in vita mia !), ma anche massoni filo-templari con i quali ho avuto la possibilità di discutere con grande interesse e passione di Rosslyn, Rennes le Chateau, la Maddalena, i Catari e tutto il filone esoterico-gnostico legato ai Templari ed alla loro Tradizione.
Conclusione: Massoneria di Popolo o Massoneria d'Elite ?
Un po' l'una, un po' l'altra. Nel senso che questa storica associazione
è aperta a chiunque, ma ha come obiettivo ultimo il perfezionamento
individuale dell'essere umano.
Bent Parodi, non a caso, ha affermato che il compito della Massoneria
dovrebbe essere proprio quello di rendere l'Umanità intera un'elite.
Di individui consapevoli, liberi, eguali e fratelli.  Luca Bagatin (con al centro Bent Parodi di Belsito, Moreno Neri ed Aldo Chiarle) UNA MASSONERIA DI POPOLO PER UN NUOVO UMANESIMO by Luca Bagatin
Innanzitutto vorrei ringraziate il Rito Simbolico Italiano per avermi così gentilmente invitato quale relatore di questa tavola rotonda. Il vostro Rito mi è particolarmente caro proprio in quanto volto a riprendere ed a seguire la tradizione gnostica di Pitagora che è così vicina alla mia concezione filosofica e spirituale dell'Universo. La prima volta che ho sentito parlare di Massoneria è stato alle suole elementari e sin da allora ne sono rimasto affascinato. Così affasinato dalle Società Segrete risorgimentali - Carboneria e Massoneria - appunto, da realizzarne la mia tesina di quinta elementare. Per me, allora, rappresentavano il mistero ed al contempo la lotta per l'Unità d'Italia. La parola Fratellanza, poi, contribuiva in me bambino, ad accrescere i miei buoni sentimenti nei confronti del prossimo. Fu così, credo, che nacque in me l'amore per la figura di Giuseppe Garibaldi la cui scuola elementare che frequentavo allora portava il suo nome e così la via nella quale abito tutt'ora. Con il tempo continuai a sentir parlare di Massoneria. Purtuttavia in termini spregiativi e ciò mi ferì profondamente. Ricordo che, a 17 anni, partecipai fra il pubblico ad un dibattito organizzato dai giovani del movimento politico di Alleanza Nazionale in cui si accusava la Massoneria dei peggiori crimini. Purtuttavia si continuava a parlare dell'ideale di Fratellanza e di Internazionalismo e ciò rafforzò in me la fede massonica al punto che in quel dibattito presi la parola e, pur giovanissimo, dichiarai che io mi sentivo massone e che avrei fatto di tutto negli anni a venire per smentire le loro invettive propagandistiche che tanto odoravano di clericalismo (io abbandonai il cattolicesimo, per scelta personale, all'età di 10 anni in quanto ritenni tale dottrina completamente falsa e insultante nel confronti della figura di Gesù detto il Cristo). Fu così che, da lettore e ricercatore appassionato, mi imbattei in numerosi testi massonici ed esoterici. Taluni storici, talaltri antropologici, talaltri ancora a carattere spirituale ed occulto. Compresi, in sintesi, che la Massoneria è un'organizzazione mondiale i cui valori fondanti sono tre: Libertà, Fratellanza ed Uguaglianza alla Gloria del Grande Architetto dell'Universo per l'edificazione del Tempio dell'Umanità. Messaggio semplice e complesso al contempo. Messaggio profondo ed universale, ovvero patrimonio dell'Umanità intera sin dalle sue millenarie origini. La Libertà è alla base dell'individualità e dell'emancipazione da qualsiasi condizionamento esterno. La Fratellanza è la consapevolezza di essere tutti frutto di una stessa fonte Divina ed al contempo di trovarsi tutti quanti a vivere un'esperienza esaltante chiamata Vita. L'Uguaglianza non è invece mero livellamento, bensì consapevolezza dell'"altro", dell'apparentemente "diverso" da noi stessi. Il quale è invece inevitabilmente il nostro specchio interiore. Il Grande Architetto dell'Universo è invece la fonte Divina: l'energia creativa e creatrice che anima ciascuno di noi. Possiamo credere in un Dio esterno o interno a noi stessi in Massoneria. Purtuttavia la consapevolezza è la medesima: esiste un'energia invisibile che muove il mondo e le altre stelle, citando Dante. E che muove anche noi stessi, la nostra anima e la nostra psiche più recondita. Come ho dichiarato anche in un mio relativamente recente articolo, non ho mai fatto mistero di essere affiliato da diverso tempo ad una società paramassonica (ovvero non massonica in senso stretto, ma comunque fondata da massoni e a sfondo iniziatico ed esoterico) a carattere spirituale denominata Società Teosofica fondata nel 1875 da un'occultista russa, Madame Blavatsky e dal colonnello Henry Olcott. Nel medesimo articolo ho scritto anche che ho tuttavia delle bonarie critiche da muovere alla Massoneria, che forse sono piuttosto delle annotazioni costruttive e che ora vi illustrerò. Trovo che la Massoneria, nel suo complesso, sia un po' troppo elitaria, chiusa in sé stessa, divisa al suo interno e ahimé le varie Logge chiedono spesso ai loro affiliati delle quote sociali un tantino elevate. Il che è anche il motivo principale della mia mancata affiliazione ad una qualsiasi Loggia Massonica. Queste peraltro sono le medesime critiche che mosse il nostro Profeta dell'Unità d'Italia Giuseppe Mazzini, pur venerato dai massoni come un'"icona del libero pensiero". Vorriei però andare con ordine e per gradi. L'Istituzione massonica nel suo complesso è un'istituzione giustamente e correttamente iniziatica e quindi inevitabilmente non aperta a 360 gradi. Essa deriva dalla Gnosi, dal pensiero gnostico ed esoterico delle più Antiche Civiltà apparse sulla Terra. Egizi, Caldei, Israeliti, Ariani, ma anche Catari e Templari sono da sempre alla base dell'universo massonico ed esoterico. I Massoni, sono insomma i custodi delle conoscenze millenarie dell'Universo. Per quanto, taluni o molti di loro, ritengano semplicemente che entrare in Massoneria sia un modo come un altro per far parte di un club esclusivo all'inglese. Ove magari è possibile anche far carriera. La Gran Loggia Unita d'Inghilterra, non a caso, ha criticato gli ottimi volumi degli ottimi Fratelli massoni Robert Lomas e Christopher Knight proprio in quanto essi cercavano di dare un significato antorpologico, psicologico e spirituale dell'Istituzione massonica. La Gran Loggia Unita d'Inghilterra si accontenta di credere che la Massoneria sia sorta nel 1717 nella "Taverna dell'Oca e della Graticola" come club esclusivo. Evidentemente la Massoneria è molto di più e, a parer mio, le spetta un ruolo ancor più incisivo per il prossimo futuro. Altro grosso ostacolo all'interno della Massoneria sono le divisioni al suo interno. Da profano mi chiedo se sia possibile che in Italia esistano ben 3 Obbedienze massoniche ! E va bene che il 3 è un numero esotericamente Sacro, ma trovo che ciò sia assolutamente controproducente proprio per la funzione che l'Istituzuone ricopre ovvero può ricopripre per l'Umanità intera. Tali divisioni sono essenzialmente dovute a motivi di carattere storico e note a tutti i presenti, per cui non mi vi soffermerò. Tali divisioni, ovviamente, non sussistono solamente nel nostro Paese, ma in tutto il Mondo e ciò mi vede non solo contrariato, ma finanche mi intristisce molto. Se l'ideale e l'obiettivo di crescita morale e spirituale è comune, perché mai dividersi come fanno i più infimi partitini politici adoperandosi in pseudo nuovi esperimenti di scissione dell'atomo ? Lascio a voi la domanda in sospeso. Poi c'è la questione dell'iniziazione delle donne nella Massoneria del Grande Oriente d'Italia. Il Generale Giuseppe Garibaldi iniziava le donne ! Egli iniziò anche Madame Blavatsky ai "misteri e privilegi delle Luce massonica" ! Ora, io mi chiedo che problema ci sia ad iniziare le donne anche qui, fra di voi. Possibile che un'istituzuone antidogmatica sia così legata ad un certo tipo di tradizione forse un po' troppo patriarcale, così come avviene nella Chiesa cattolica ? Intendiamoci, i miei sono solo pensieri sparsi, suggerimenti, consigli di un profondo amante della Massoneria. Non prendetele come invettive. Amo troppo i Fratelli del Grande Oriente d'Italia per inveire contro la loro storica istituzione, di cui mi onoro peraltro di portare appuntato alla giacca il distintivo regalatomi dall'amico Aldo Chiarle. Vorrie proseguire illustrandovi brevemente una mia piccola utopia. Un'utopia di cui scrissi in quell'articolo poc'anzi citato e di cui percepisco la necessità: ovvero il concetto di una nuova Massoneria di Popolo. Ove il Popolo è visto in chiave mazziniana, ovvero un'insieme di individui consapevoli alla ricerca di sé stessi e della propria emancipazione individuale e quindi spirituale. Una Massoneria di Popolo come una Scuola Iniziatica per la crescita e l'implementazione della Creatività e della Coscienza individuale. Al fine di scoprire il nostro "Sé" più profondo. Al fine di combattere i dogmi, i pregiudizi, le ipocrisie, le prevaricazioni sociali e psicologiche. In sintesi: per restituire il potere ad ogni singolo individuo il quale potrebbe finalmente ritornare ad essere il "pilota" dell'Esistenza nel senso più ampio del termine. La Massoneria nelle sue varie forme potrebbe avere un ruolo importante in questo progetto, ma solo se essa sarà capace di attingere dalle proprie origini (Verità, Sapienza, Conoscenza) e di tornare ai tempi di Mazzini, Garibaldi, Mameli in Italia e Benjamin Franklin, George Washington ed i rivoluzionari americani negli Stati Uniti, ove il popolo stesso era al centro della vita massonica per l'emancipazione e le libertà. Emancipazione e libertà prima di tutto dai condizionamenti esterni. La nostra società è in profonda crisi di valori e di ideali ed il materialismo da una parte ed il fondamentalismo dall'altra stanno distruggendo le menti più giovani ed indifese. I nostri giovani sono sempre più precari sotto il profilo materiale e mentale. L'obesità è in aumento fra i giovani e così la depressione che ne è all'origine. Ora, io semplifico, ma sono questioni e situazioni sotto gli occhi di tutti ai quali solamente un'Istituzione millenaria antidogmatica e patrimonio dell'Umanità intera può porre un freno. La Massoneria può svolgere, a parer mio, questo compito di rinnovata elevazione morale e spirituale. Non occupandosi di politica o religione, bensì comprendendole, bensì costituendo scuole e seminari pubblici e gratuiti aperti a chi è desideroso di vedere la Luce. Ovvero per mezzo di un nuovo approfondimento e di un nuovo approccio olistico, ovvero globale alla Simbologia ed al Simbolismo che ci circonda e che è parte di noi stessi. Ovvero per mezzo di un approfondito studio su “Chi siamo” e “Da dove veniamo”, senza pregiudizi e preconcetti e senza conclusioni affrettete: bensì con la continua volontà di ricerca della Verità Universale. Verità Universale che non è mai “verità ultima”, come vorrebbero le Chiese ed i totalitarismi, bensì Verità in continua evoluzione dentro e fuori noi stessi. Non si tratta di rivelare ad alcuno i rituali massonici, bensì di essere portatori di valori universali in quanto formatisi nel corso dell'evoluzione umana. Ecco, io non ho mai creduto al concetto di "rivoluzione", bensì a quello di "evoluzione" individuale e quindi collettiva. Ed è qui che si insinua la necessità di una riaffermazione della Laicità quale valore e principio fondante del riconoscimento reciproco e della libera ricerca. Riconoscimento reciproco che fa sì che “il diverso” da noi sia visto come “il nostro specchio” per mezzo del quale è possibile “vedere” l'altra parte di noi stessi, ovvero comprendere le nostre specificità-diversità e quindi comprendere quelle altrui. Ed in questo ambito la Massoneria ed in particolare quella del Grande Oriente d'Italia con il suo Gran Maestro Gustavo Raffi, è all'avanguardia. Ecco, concludendo, è proprio grazie ad una rinnovata e compatta Massoneria di Popolo laica e finanche libertaria, con quote associative accessibili e che sappia attingere alle sue origini gnostiche, misteriche ed antropologiche, attualizzandole, sono certo che una Nuova Era di Illuminati (non certo la favoletta degli Illuminati della Baviera ed i loro complitti per il controllo del Mondo) potrebbe nascere. Con un pizzico di Utopia, Fantasia e Creatività. E la consapevolezza che siamo nati tutti quanti liberi, eguali e fratelli !
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