Ben vengano gli operatori sanitari e le
unità di strada, del resto sono cose di cui si è sempre occupato
anche il Comitato per i Diritti Civili delle Prostitute, fondato a
Pordenone negli Anni '80 da Pia Covre e Carla Corso ed al quale
collaborò anche la femministra Roberta Tatafiore oltre che, pur per un breve periodo, anche il sottoscritto.
Ben vengano perché coloro le quali o i
quali decidono di prostituirsi sono persone, tanto quanto lo sono i
loro rispettivi clienti. Detto ciò: abbasso il moralismo e
l'ipocrisia e l'etica lasciamola fuori dalle lenzuola, per cortesia !
Pensiamo alle persone, ai loro bisogni ed alla loro salute prima di
tutto !
La proposta del Sindaco di Roma Ignazio Marino
di "tollerare" la prostituzione in un'area specifica dell'EUR –
lontana dalle abitazioni - fa discutere ed ancora non si è ben
compreso come sarà attuata. Ciò che si sa è che costerà
cinquemila euro mensili, ma non si comprende a che cosa servirà.
Forse solo a “controllare” un fenomeno, ma quando la politica ci
mette troppo lo zampino (specie sotto le lenzuola !) rischia sempre
di fare dei danni. E di farli anche pagare a tutti quanti.
Quando con l'On. Ilona Staller mi candidai come indipendente nelle liste del Partito Liberale alle
elezioni comunali di Roma del 2013, fummo gli unici (pur pressoché ignorati
anche all'interno del partito che ci “ospitò”) a proporre
l'istituzione dei cosiddetti “Parchi dell'Amore”, sull'esempio di
molti Paesi europei ed anche di diverse città italiane. Ovvero dei
luoghi attrezzati, verdi e gestiti dal Comune nei quali le coppie
possono appartarsi, senza essere molestate da nessuno, rischiare
aggressioni o altro.
Ecco un modo civile e oltretutto
remunerativo per le casse del bilancio comunale, ad esempio, per
evitare il manifestarsi di situazioni pericolose e di degrado
pubblico e urbano.
Quanto alla prostituzione: si
legalizzi, punto e basta ! Basta all'ipocrisia dei molti e dei
troppi.
Ma lo si faccia in modo adeguato, senza
che sia legalizzato lo sfruttamento della prostituzione. Ovvero si
legalizzi la prostituzione nella forma dell'autogestione.
A che cosa serve, infatti, tollerare la
prostituzione in una piccola area della città se non a ghettizzare ?
E poi, che cosa c'è da tollerare ?
Intollerabile è che vi sia lo
sfruttamento della prostituzione da parte della malavita !
Intollerabile è che un Comune multi il cliente, ma non faccia di
tutto per contrastare il racket della prostituzione: legalizzando,
oltre che permettendo i controlli igienico-sanitari opportuni.
Intollerabile poi - ma qui ci
permettiamo una digrassione - è che in una società apparentemente
“evoluta” come la nostra ci sia ancora l'esigenza di andare a
prostitute (o a prostituti, si intende). Una società fatta da
persone che sanno che cosa sia l'amore, che sanno amare anziché
passare il loro tempo a chattare su Facebook o su Watshapp o a
rincoglionirsi davanti alla televisione, certamente non
necessiterebbe di altro se non dell'amore in tutte le sue forme. Perché sarebbe una società sessualmente evoluta.
Una società in cui l'educazione
sessuale e sentimentale venisse insegnata nelle scuole, anziché
delegata ad altro tipo di “insegnamento”, forse sarebbe ben più
sana.
Una società in cui ci fosse, peraltro,
l'assitenza sessuale ai disabili (e forse ci stiamo
arrivando...speriamo !), ovvero fosse garantito anche al diversamente
abile la possibilità di fare del sesso, sarebbe una società ben più
evoluta della nostra.
Forse certe questioni, certe
problematiche, sono originate proprio da questo: ci sentiamo evoluti,
ipertecnologici, multimedializzati, mentre in realtà siamo solo
repressi, ipocriti, isolati gli uni dagli altri.
Chissà che tornare a parlare
nuovamente di certe tematiche non serva, quantomeno, a riflettere un
po' di più su noi stessi e su coloro i quali ci circondano, anziché
puntare il dito contro qualcuno, ghettizzarlo, dire “questo non si
fa”. La proibizione non ha mai fatto bene a nessuno se non a coloro
i quali, con il proibizionismo, hanno creato imperi economici sulle
spalle della povera gente.
E, purtroppo, continuano – ogni
giorno – a farlo.

Luca Bagatin