24 marzo 2014
Cari liberali, o abbracciate la linea extraparlamentare oppure siete destinati all'oblìo. "Amore e Libertà" ve ne offrirebbe la possibilità...
VERSUS  Non conoscevo questo Guy Verhofstadt,
così come non conoscevo questo Tsipras di cui pur i media si
occupano, in vista dello spettacolo pornocratico delle elezioni
europee previste per fine maggio.
Uno spettacolo pornocratico, dicevamo,
utile unicamente a spartire le poltrone di un Parlamento europeo
senza alcun potere se non quello di determinare la...lunghezza delle
zucchine o giù di lì (se non è pornocrazia questa !).
Uno spettacolo inutile se non fosse che
751 politicanti eletti a Bruxelles si spartiranno altrettanti
stipendi loro lautamente pagati dai contribuenti europei ai quali,
della lunghezza zucchine e del resto, francamente, interessa poco o
nulla.
Ma torniamo a Guy Verhofstadt che, un
po' come Tsipras per i comunisti italiani, sta diventando un'icona
liberaldemocratica da utilizzare a mo' di feticcio di un'accozzaglia
partitocratica utile solo a raccattare qualche voto e tentare di
superare la fatidica soglia del 4%. Impresa, lo abbiamo sempre
sostenuto, peraltro, impossibile.
Ora, qui non ci interessa tanto parlare
di Guy Verhofstadt, sicuramente degnissimo politico liberale belga
(che però di partiti italiani temiamo conosca poco o nulla), ma
dell'alleanza-accozzaglia che vogliono mettere in piedi il Centro
Democratico di Tabacci (che nel Parlamento italiano sta con i
cattocomunisti) e quel che resta di Fare per Fermare il Declino di
Michele Boldrin. Un'alleanza-accozzagli che vuole richiamarsi
all'Alde - ovvero all'Alleanza Liberaldemocratica Europea - e dovrebbe
chiamarsi “Scelta Europea con Guy Verhofstadt”.
Apprendiamo che anche ciò che resta
del Partito Nucariano...ehm, del Partito Repubblicano Italiano (ben
diverso dal partito che fu di Ugo La Malfa e Randolfo Pacciardi,
intendiamoci) ha aderito a quest'alleanza e che sarebbero corteggiati
anche il neo-partito di Giannino ALI; quel che resta del PLI del
sempreverde De Luca e forse anche ciò che resta di Scelta Civica
(partito peraltro inutile all'indomani dell'uscita del suo leader
Mario Monti).
Ora, ci si chiede a chi giovi tutto ciò
in casa liberale, ovvero quale programma comune di ispirazione
liberale e magari libertaria possa scaturire da una tale accozzaglia
che vede uniti democristian-cattocomunisti e pseudoliberali in salsa
ammuffita.
Tanto più ci chiediamo a che cosa
serva una lista liberale (ma anche una socialista, popolare o
comunista o grillina o neofascista) in Europa, visto che l'Unione
Europea è di fatto governata dalla Banca Centrale Europea e, per
decidere della lunghezza delle zucchine, ripetiamo, non servono
liberali, socialisti o popolari !
Diverso sarebbe se i liberali, quelli
duri e puri però, contaminati da un sano liberlsocialismo e da un
sano repubblicanesimo mazziniano e garibaldino, che conoscono le
battaglie di Ernesto Rossi, Mario Pannunzio, Ernesto Nathan e ancor
prima quelle di Giuseppe Garibaldi e Giuseppe Mazzini per un'Europa
affratellata, ove il Popolo governa sull'economia e sulle ruberie
politico-bancarie, iniziassero una sana battaglia extraparlamentare.
E' ciò che da lungo tempo ho proposto
loro, così come lo propongo a tutti i cittadini pensanti (magari
anche ai dissidenti ex grillini, se non rimanessero sordi all'appello
del loro stesso elettorato) allorquando ideai “Amore e Libertà”
(www.amoreeliberta.altervista.org
– www.amoreeliberta.blogspot.it),
che non è un partito elettoralistico, bensì è un Partito d'azione.
D'azione extraparlamentare in primis, per la Civiltà dell'Amore, per
un'Europa affratellata, per i diritti sociali e politici che possono
essere ottenuti fornendo ai cittadini una sovranità che non è mai
stata fornita loro. Attraverso l'autogestione e la libertà di
scelta: del proprio corpo, delle attività economiche, della
circolazione delle idee (attraverso lo sviluppo del copyleft e
l'abolizione del copyright), dell'autogestione dei capitali
attraverso l'unione fra capitale e lavoro di mazziniana memoria.
Tutto ciò è utipistico, forse. Ma è
utile ed ha senso. Per uscire da una crisi che è prima di tutto
umana. Da una crisi imposta dall'economia per mezzo della politica.
Imposta da una cattiva politica fatta da persone che ritengono sia
più utile il proprio posto assicurato nelle
istituzioni-prostituzioni - pagato dal cittadino-contribuente -
rispetto all'interesse del cittadino.
Temiamo di rimanere, purtuttavia, una
volta di più inascoltati dai partiti tradizionali. Ma, ad ogni modo,
ci auguriamo di non esserlo dalla gran parte degli elettori (o, meglio, degli ex elettori) che, a
maggio, si rifiuteranno di partecipare allo spettacolo pornocratico
delle elezioni europee. E preferiranno dare una chances all'amore ed
alla libertà di crescere in un'Europa e in un mondo senza violenze e soprusi
politico-economico-sociali.
 Luca Bagatin
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5 dicembre 2013
Legge sul finanziamento pubblico ai partiti e legge elettorale incostituzionali: le forze politico-parlamentari facciano ammenda e decadano
Solo pochi giorni fa è stata sollevata
davanti alla Consulta l'incostituzionalità del finanziamento
pubblico ai partiti, dal 1997 ad oggi. Ed infatti, se ci si ricorda
bene, il Parlamento tradì più volte l'esito referendario che,
invece, prevedeva la totale abolizione del finanziamento pubblico ai
partiti !
Oggi la Consulta stabilisce che la
legge elettorale denominata “Porcellum” è incostituzionale.
Siamo dunque di fronte a casi
gravissimi che vedono coinvolte le forze politico-parlamentari degli
ultimi vent'anni che, queste leggi, hanno sostenuto, scritto e
votato. Da non dimenticare, peraltro, che esiste una figura di alto
profilo istituzionale che dovrebbe essere garante della Costituzione,
ovvero il Presidente della Repubblica. C'è da chiedersi, infatti,
ove fossero e che cosa facessero i Presidenti della Repubblica
italiana dal 1993 ad oggi e perché abbiano abdicato al loro ruolo di
garanti.
C'è da chiederselo, perché
disattendere la legge più importante dello Stato, ovvero quella su
cui si fonda la Repubblica italiana, è atto gravissimo che andrebbe,
pertanto, perseguito per legge.
Andrebbero come minimo sanzionate le
forze politiche che hanno permesso che certe leggi incostituzionali
fossero scritte e votate e così i relativi parlamentari ed organi
istituzionali che ciò hanno permesso.
Sarebbe infatti ancor più grave se a
codesti parlamentari o figure istituzionali fosse ancora permesso di
occupare il posto che occupano e/o hanno occupato. Sarebbe una vera
beffa ed una vera ingiustizia.
La Costituzione, piaccia o non piaccia,
è questa e pertanto va rispettata. Diversamente si avvii un percorso
costituente atto a modificarla. Ma sin tanto che tale percorso non è
stato avviato, prego, si rispettino sia la Costituzione che le
relative leggi dello Stato.
La medesima cosa, infatti, valga per le
leggi elettorali.
Inutile discutere tanto, visto che
l'unica legge elettorale costituzionalmente ammissibile – come
nelle intenzioni dei Padri Costituenti - è quella proporzionale
pura, con le preferenze, senza alcun premio di maggioranza e senza alcuno sbarramento.
Chiunque voglia altre leggi elettorali
si adoperi per avviare un processo costituente, mediante l'elezione
popolare di un'apposita Assemblea Costituente. Tutto ciò è
lapalissiano, ma pare che i politicanti nostrani tutti - dal Pd al
PdL, passando per i centristi, sino ad arrivare ai grillini – non
l'abbiamo compreso e seguitino a sbraitare, nel totale disiniteresse
di un elettorato che si sente – e giustamente – preso in giro.
Qualcuno dica poi a Renzi e Berlusconi,
a Grillo e alla Bernini, a Segni e a Cuperlo, che non è
assolutamente vero che il proporzionale puro non garantisce la
governabilità. La Prima Repubblica, passata alla storia quale
“Repubblica del proporzionale” - quando ancora esistevano i
partiti veri e seri - ha dimostrato che la governabilità e la
stabilità erano garantite eccome ! Dal 1948 sino al 1993 abbiamo
avuto governi di coalizione Dc-Psi-Pri-Psdi-Pli !
L'ingovernabilità, diversamente, è
nata con un maggioritario imposto da forze (im)politiche (più
“comitati elettorali” che forze politiche) inventate lì per lì
che, peraltro, con i loro astrusi nomi (da Forza Italia sino al nuovo
partito di Alfano NCD, dal Pd sino al Moviento 5 Stelle) ancora
campeggiano nelle schede elettorali che, fortunatamente, sempre
maggiori elettori snobbano bellamente.
Ora, visto che la legge elettorale
vigente dall'ormai lontano 2005 - ovvero il “Porcellum”- è stata
giudicata incostituzionale, anche il vigente Parlamento deve essere
dichiarato illegittimo. Anche qui, la cosa, appare lapalissiana, a
meno che non vogliamo dare un'interpretazione capziosa del tutto. E
non sembra proprio che sia il caso.
Sarebbe dunque corretto andare al voto,
con il proporzionale puro e candidando solo personale politico che
non abbia né scritto né mai votato leggi incostituzionali.
Sarebbe corretto inoltre che, lo
ribadiamo, quelle forze politiche che in tutti questi anni hanno
sostenuto, scritto e votato leggi incostituzionali in Parlamento
fossero sanzionate (magari pecuniariamente, così da rimpinguare le
casse dell'erario con danaro finalmente non proveniente dalle tasche
dei contribuenti, bensì da quelle dei politicanti).
Chi scrive, ad ogni modo, seguiterà a
non andare a votare e ad invitare il prossimo a non votare per un
sistema che per troppi anni ha preso in giro l'elettorato.
Chi scrive, infatti, sostiene da
qualche tempo che, forse, in luogo di elezioni politiche, sarebbe ben
più democratico e civile tornare all'esempio dell'Agorà dell'Antica
Grecia, ovvero al sorteggio fra tutti i cittadini aventi diritto al
voto, compresi fra 18 e 65 anni (oppure fra i maggiori di 30 anni,
proprio come nell'Antica Grecia).
In questo modo non solo l'Italia intera
sarebbe davvero rappresentata - anche dal “signor nessuno”
abituato a subire le angherie della politca nostrana - ma non ci
sarebbero nemmeno lotte fra fazioni contrapposte.
Forse, allora, sarà il buonsenso della
massaia e quello del commerciante/imprenditore, dell'operaio e del
disoccupato a prevalere.
Certamente sarebbe un sistema migliore
di quello attuale e costringerebbe i cittadini italiani tutti a
mettersi in gioco davvero, in prima persona, senza mediazioni
partitiche.
 Luca Bagatin
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25 febbraio 2013
Un comico si è "bevuto" due pagliacci: BERS & BERL
E' proprio il caso, questa volta un comico è riuscito letteralmente a
inghiottirsi, ingollarsi, sorbirsi, i voti dei due maggiori protagonisti
della scena politica dell'ultimo Ventennio (non a caso scritto con la
"V" maiuscola): Bersani e Berlusconi che, sino all'altro giorno, governavano assieme a Mario Monti. Beppe Grillo ed il suo Movimento Cinque Stelle supera
il 25% dei consensi e, da solo, conta quasi quanto la coalizione
Cattocomunista e quella Clericofascista, che ancora stanno lì a
immaginare scenari futuri e futuribili, alleanze e pastrocchi. Da
sempre non abbiamo mai creduto nel Movimento di Grillo, nel senso che è
un pastrocchio esso stesso, di persone senza una coscienza ed una
cultura politica alle spalle e - soprattutto - solo apparentemente
organizzato dal basso e, di fatto, di proprietà del suo stesso
fondatore, ovvero Grillo medesimo. Tale Movimento,
ad ogni modo, non manca di suggestioni interessanti, come ad esempio il
fatto che è composto da persone totalmente sconosciute e nuove che - oggi
elette in massa in Parlamento - chissà mai che cosa combineranno. Sarà
questa, finalmente, la lezione che i partiti tradizionali ed
autoreferenziali debbono imparare ? Quante volte abbiamo detto e scritto
che - anche nei partiti cosiddetti "storici" - andavano ed andrebbero
candidati emeriti sconosciuti che, magari, hanno titoli e meriti per
avere una rappresentanza ? Che cosa ci fanno ancora i Bersani, i Berlusconi, i Maroni-Calderoli ed i Casini in Parlamento ? Ad
ogni modo, i risultati di queste elezioni - ove il non voto aumenta (e non siamo fra
coloro i quali ci siamo rifiutati di partecipare all'esercizio di un
voto inutile, con una legge elettorale incostituzionale ed antidemocratica) e
l'instabilità è palese - devono e dovranno far riflettere. I risultati di queste elezioni dovrebbero innanzitutto zittire i capi delle grandi coalizioni, i quali ancora
adesso si accapigliano in televisione alla ricerca di quello
zerovirgola in più che permetterebbe loro di avere un pur inutile
"premio di maggioranza". Dovrebbero innanzitutto far capire a
lorsignori che non ci sarà, di fatto, alcuna maggioranza di governo,
bensì debbono tutti quanti mettersi attorno ad un tavolo
(Centrosinistri, Centrodestri, Grillini, Montiani) e cercare di condurre
in porto questa nave chiamata Italia. Almeno sin tanto che sarà
possibile e sino a quando non saranno riscritte le regole del gioco,
ovvero una nuova legge elettorale che, chi scrive, auspica o
maggioritaria purissima o proporzionale purissima, ove il primo partito abbia la possibilità di governare autonomamente, mentre l'opposizione controlla e propone. Lo capiranno mai, lorsignori, oppure continueranno a mostrarci il loro triste e patetico teatrino e gioco delle parti ?
 Luca Bagatin
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21 febbraio 2013
Elezioni del 24 e 25 febbraio 2013: l'appello all'EX VOTO di www.lucabagatin.ilcannocchiale.it (sposando così l'appello del Partito dell'Amore)
Mancano pochi giorni, ore, minuti, all'esercizio mediatico e mediocre di massa: il voto elettorale. Un
esercizio a
proposito del quale, il celebre scrittore ed umorista ottocentesco Mark
Twain, affermava: "Se le elezioni cambiassero qualcosa non ce le
lascerebbero fare". Ecco, beh, diciamo che noi alle elezioni, in tempi non sospetti, credevamo. Credevamo e
militavamo e, per molti versi, militiamo anche oggi. Ma non ci stracciamo più le vesti per nessuno. La vicenda che ha visto coinvolto Oscar Giannino è triste, ma lo è ancor più a causa del "fuoco amico
tafazziano" presente in FARE per Fermare il Declino. A proposito di
questo, proprio ieri, scrivemmo un'email indirizzata alla Segreteria
nazionale del movimento stesso, ad Oscar Giannino ed alla Segreteria di
FARE del
Friuli. Riportiamo, qui di seguito, il testo:
Buongiorno a tutti,
relativamente alla decisione presa dal
candidato Premier di FARE, Oscar Giannino, mi sento di esprimere,
brevemente, quanto segue. La vicenda è spiacevole, in sé, ma non
tanto per quel "master" che è sfuggito a Giannino nell'intervista che
ben tutti conosciamo ed abbiamo ascoltato. Quanto per l'uscita del prof.
Zingales, il quale, a pochi giorni dal voto, poteva risparmiarsela,
onde evitare di danneggiare non tanto o solo Giannino, quanto piuttosto
l'intero movimento FARE ed i suoi militanti. Questa storia del
"master", in sé, diciamocela, non è poi così grave. Possiamo intenderla
come una parola sfuggita a Giannino ? Oppure come un lapsus ? Oppure
come una innocente menzogna ? Ci sta tutto, ma, per favore, non
prendiamola così sul serio perché ciò significa e significherebbe
vanificare il lavoro svolto da luglio ad
oggi, oltre che dai fondatori del movimento, anche dei militanti di
FARE sparsi per l'Italia. Ora, posso esprimere solo la mia opinione
personale, in qualità di collaboratore di testate giornalistiche,
osservatore, studioso, scrittore, blogger e simpatizzante di FARE (oltre
che militante per qualche giorno): se Oscar Giannino rinuncerà al suo
seggio, non ha alcun senso votare. E non ha senso andare a votare,
perché significherebbe dare ragione ai Tafazzi che, a pochi giorni dal
voto, hanno danneggiato FARE. E significherebbe peraltro e pergiunta
avvalorare questo sistema corrotto e partitocratico. In questo senso: O GIANNINO IN PARLAMENTO O NIENTE. Con viva cordialità,
Luca Bagatin www.lucabagatin.ilcannocchiale.it
Per completezza, riportiamo anche la pur laconica risposta:
Salve,
grazie per il sostegno morale.
Se voi elettori ce ne darete la possibilità faremo del nostro meglio per portare a buon fine Il nostro programma.
Le auguro buona giornata. Team Fermare il declino Ora, al di là delle cose che dice o millanta dadaisticamente Oscar Giannino, la mia personale stima nei suoi confronti non viene né verrà meno. In
un mondo ed in un'Italia marcia - anche nel privato di ciascuno, oltre
che nel pubblico (aspetto che non va affatto sottovalutato, tutt'altro) -
e dunque in una politica che segue il suo putrido corso, queste facezie
gianniniane, fanno quantomeno sorridere. Oscar Giannino è e rimane
persona competente in campo economico e sociale, anche da autodidatta
(in effetti personalmente non avevo mai sentito di titoli a lui
attribuiti o auto-attribuiti). Autodidatta come chi scrive, peraltro,
aspetto rivendicato con orgoglio in un Paese ove tutti
hanno la laurea ma nessuno conosce né la Storia, né la
politica e/o altri aspetti dello scibile umano. Detto ciò, è notizia di ieri, Giannino ha dichiarato che, se eletto, rinuncierà al seggio parlamentare. Ha fatto bene ? Ha fatto male ? Non sta a me dirlo e/o giudicare tale decisione. La
decisione di questo blog è, di conseguenza, EX VOTO, in accordo -
peraltro - con l'invito del Partito dell'Amore, guidato dall'amico
Mauro Biuzzi, che intervistammo solo quache giorno fa. EX VOTO,
ovvero obiezione di coscienza al voto, in quanto, se proprio dovevamo
votare, lo avremmo fatto per mandare Oscar Giannino - e non altri,
magari cravattoni - in Parlamento. Di cravattoni non abbiamo bisogno. Di
lucidi folli di cultura pannunziana e pazzi melanconici - per citare
Gaetano Salvemini - sì, invece.
EX VOTO dunque perché:
Ci
rifiutamo di avvalorare questo sistema partitocratico ed
autoreferenziale, delle leggi elettorali incostitizuonali, con
sbarramenti, con liste elettorali bloccate.
Ci rifiutiamo
di avvalorare una politica-spettacolo mediatica e mediocre, che ha
fatto strage dei valori repubblicani e
risorgimentali sui quali fu fondata la Repubblica Romana del 1849 (e
non già la Repubblica Partitocratica e Cattocomunista del 1948, nella
quale non ci riconosciamo).
Ci rifiutiamo di prendere parte
all'indecoroso spettacolo eversivo che danno, da oltre un anno,
Berlusconi-Bersani-Monti, con l'avallo dei media, tutti pronti a dare la
parola a loro e solo a loro, in primis.
Ci rifiutiamo di dare
l'avallo a chi ha mal governato l'Italia negli ultimi vent'anni, dando
vita al Partito Unico Pd-PdL, oggi con il concorso montian-casinista. Auspichiamo una Repubblica fondata su valori di Democrazia Laica, Libertarismo,
Liberalsocialismo, Liberalismo, Amore Universale e senza distinzioni.
Auspichiamo
un sistema elettorale coerente, con il ritorno delle preferenze: o
maggioritario purissimo, ove il primo partito governa, senza
compromessi, oppure proporzionale purissimo, senza sbarramenti.
Auspichiamo l'elezione diretta del Presidente della Repubblica, con funzioni di governo ed al di fuori del sistema dei partiti.
Auspichiamo
la liberazione del mercato del lavoro (senza oppressioni
stataliste-classiste-bancarie), che è diretta emanazione delle lotte di
liberazione sessuale e sociale degli Anni '60 e '70, delle Generazioni
Beatnik, Hippie e Cyberpunk, pur nelle loro diversità e peculiarità.
Auspichiamo
la liberazione civile del nostro Paese: una legge per legalizzare
droghe e non droghe; introduca il matrimonio omosessuale; introduca il
diritto all'eutanasia ed al suicidio assistito, in pieno accordo con il
rispetto della volontà della singola persona
umana.
Auspichiamo tutto ciò e, forse, molto altro. In tutto
ciò, chi scrive, ha proposto la sua candidatura come consigliere
comunale al Partito Liberale Italiano, come indipendente, per le
elezioni amministrative di Roma del 26 e 27 maggio. Con quattro punti
concreti e senza fronzoli: recupero del verde pubblico; riduzione della
spesa pubblica improduttiva; costituzione dei Parchi dell'Amore; lotta
alla corruzione ad ogni livello. Crediamo ancora nel valore civico,
in particolare in aree metropolitane come quella di Roma, ove peraltro fu costituita la già citata Repubblica Romana, il 9
febbraio 1849. Non crediamo più nei partiti - in particolare quelli
storici riteniamo debbano diventare delle Fondazioni culturali - ma a
livello locale, piccole realtà ideali, possono ancora emergere dalla
cloaca dell'indistinzione mediatica.
Detto ciò, buon EX VOTO a tutti.
 Luca Bagatin
Tratto da www.partitodellamore.it/attivita/index.html#interviste
- 21 febbraio
- s. Eleonora
La nostra campagna dell'Ex Voto.
Il blogger Luca Bagatin,
dopo l’incidente di percorso di Oscar Giannino che lo
priva di un riferimento parlamentare, ha deciso di sostenere
la ns campagna Ex Voto da un punto di vista certamente
repubblicano e che, come tale, non possiamo che apprezzare.
Ha addirittura pubblicato il ns quadro programmatico
qui a sinistra.
Anche lui festeggia con Moana, con il PdA
e con gli italiani che non vogliono più dare a nessuno
la propria delega in bianco, una scommessa che abbiamo già
vinto!
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26 dicembre 2012
"Intervista esclusiva all'On. Ilona Staller in arte Cicciolina" di Luca Bagatin
Ilona Staller in arte Cicciolina,
classe 1951, ungherese di nascita e italiana di adozione. Prima
pornostar eletta in Parlamento - peraltro con 20.000 voti di
preferenza, tutti conquistati sul campo - nelle file del Partito
Radicale, nel 1987. "Scoperta" in Italia del
recentemente scomparso Riccardo Schicchi, fotografo e regista
italiano che seppe innovare il costume del bigotto e apparentemente
"perbenista" Stivale e con lui ideatrice della prima lista
ambientalista nel nostro Paese, la "Lista del Sole", nel
1979 e successivamente del Partito dell'Amore, che portò poi avanti
Moana Pozzi. Ilona è una nostra carissima amica, solare,
simpatica, gentile e soprattutto intellettualmente onesta. Lontana da
certa frivolezza che le viene talvolta malignamente attribuita. Ed
abbiamo pertanto il piacere di intervistarla.
 
ANNI '80: a sinistra con Riccardo Schicchi destra con Nastassja Kinski e Marco Pannella
Luca Bagatin: Dunque,
Ilona, iniziamo da un tuo ricordo di Riccardo Schicchi, con il quale
hai convissuto peraltro per molti anni, sino al 1988. Ilona
Staller: Con Riccardo ci siamo conosciuti nel '74. Allora
in Italia erano uscite le mie prime foto, in quanto lavoravo come
modella a Milano ed avevo un amico che lavorava nel cinema e mi
faceva fare piccole parti. Abitavo a Roma, in Via Gaudenzio, sulla
Cassia e c'è questo Riccardo, che ancora non conoscevo, che mi
bombardava di messaggi, anche in segreteria, proponendomi vari
servizi fotografici... Un mattino uscii con il mio cagnolino "Bubu"
e mi trovai sotto casa questo ragazzo, giovane quasi quanto me
(allora avevamo una ventina di anni), che mi si presentò in una
posizione yoga, a testa in giù e con le gambe per aria (Ilona
ride...). Rimasi molto colpita e da allora non ci separammo più.
Riccardo amava chiamarmi: "romantica fricchettona" (Ilona
sorride). Fricchettoni e trasgressivi eravamo tutti e due, infondo !
(ride). Schicchi, poi, era innamorato di me e
della mia immagine di “ragazza bionda con gli occhi azzurri. Io
invece lo vedevo più come un padre, visto che nella mia adolescenza mi
era mancata una figura paterna.
Luca Bagatin: Iniziasti
quindi a lavorare con lui... Ilona Staller: Sì,
Riccardo amava fotografarmi, sia nuda che vestita. Anni dopo fondammo
l'agenzia di casting "Diva Futura" in cui lanciammo varie
modelle e pornoattrici come Moana Pozzi, Ursula Davis, Baby Pozzi e
altre.
Luca Bagatin: Che cosa univa te e
Riccardo, in particolare ? Ilona Staller: L'amore
per la natura, la rottura dei tabù e dei pregiudizi, soprattutto nel
sesso. Amavamo i tramonti e viaggiare in posti esotici. Una volta,
nel '75, in un viaggio, scoprii che soffriva di diabete ed ebbe anche
una crisi. Non ci innamorammo mai, anche se facevamo sesso, ma non
scoccò mai il vero amore che trovai anni dopo, nel '91, quando mi
sposai con Jeff Koons, grande artista americano dell'arte
contemporanea e dal nostro amore nacque mio figlio Ludwig, il 29
ottobre 1992. Oggi ha vent'anni ed è bellissimo !
Luca Bagatin: Una
carriera professionale, ma anche politica quella tua e di Riccardo
Schicchi... Ilona Staller: Sì, certo
! Credevamo molto in quello che facevamo e capimmo subito che fare
politica voleva dire darsi da fare sul serio. Fondammo il primo
partito ambientalista italiano, la Lista del Sole, prima ancora della
nascita dei Verdi, che oggi usano lo stesso simbolo che inventammo
noi, ovvero il sole che sorride. Il mio slogan era: “Scaldiamoci
con il sole e con l'amore. NO ALL ENERGIA NUCLEARE”. Amavamo la
natura e lottavamo per la pace e contro il militarismo. Facemmo un
sacco di manifestazioni, con me nuda, per provocare e trasgredire,
una volta anche vestita tutta di verdura (Ilona sorride)... Io
poi sono stata la prima a battermi contro la bomba al neutrone e,
quando ero nel Partito Radicale, ad invitare i militari italiani a
non andare a combattere in Iraq. Allora mi beccai una denuncia per
vilipendio alla Patria...
Luca Bagatin: Che
poi, di denunce, ne hai collezionate parecchie nel corso della tua
carriera politica... Ilona Staller: Sì,
almeno cinquanta, per fortuna tutte amnistiate. Negli anni '70 ed '80
io e Riccardo fummo denunciati per "offesa del comune senso del
pudore", si diceva a quei tempi. Oggi per fortuna è un reato
che non esiste più ! Pensa che sono finita anche in carcere, a
Bruxelles, dopo uno spettacolo, solo perché avevo mostrato appena
appena qualche pelo pubico !
Luca Bagatin: Possiamo
quindi dire che, se oggi in Italia ci sono un po' meno tabù ed i
costumi sono più liberi, lo dobbiamo a te ed a Schicchi. Ilona
Staller: Sì, abbiamo contribuito a far cadere quello che
veniva chiamato "comune senso del pudore". Quello con
Riccardo, posso davvero dirlo, è stato per me più di un matrimonio.
Luca Bagatin: Puoi raccontarci, brevemente, la
tua esperienza da parlamentare radicale ? Ilona
Staller: Sono stata in carica dall'87 al '92 ed ero molto
presente a Montecitorio. Ho presentato molte proposte di legge,
ancora oggi validissime. E poi voglio anche dire che il 60% del mio
stipendio di parlamentare andava al Partito Radicale. Non mi sono
arricchita con la politica, anzi. Ero più ricca quando lavoravo come
pornodiva. Oggi, anche se abbiamo preso strade diverse, sono comunque
vicina alla battaglia che sta combattendo Marco Pannella in difesa
dei detenuti.
Luca Bagatin: E poi c'è stato
anche il tuo impegno nel sociale... Ilona
Staller: Sì, quando ero deputato, ho raccolto fondi per
la lotta all'AIDS, a Tokyo, assieme a Riccoardo Schicchi, donando
l'equivalente di circa un milione di euro al Ministero della Sanità
giapponese. Poi nel '91 mi sono sposata e ho avuto poco tempo per
la politica... Il Partito dell'Amore infatti rimase in eredità a
Moana.
Luca Bagatin: Per
concludere, c'è una cosa che proprio non riesci a sopportare
? Ilona Staller: Sì, gli estremi, gli
eccessi. Nel fumo e nell'alcool soprattutto. E anche gli estremismi.
Fanno sempre male. Anche in politica.
 L'On. Staller al Parlamento giapponese. Ilona Staller oggi.
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15 dicembre 2012
"Luoghi comuni sulla Massoneria" di Franca Barbetti Celetto (lettera pubblicata sul Messaggero Veneto del 12/12/2012)
Ho
letto lo scorso 25 novembre una lettera al Direttore del signor
Luciano Miele , del direttivo PD di Marano Lagunare, che ironizzava
circa le “lezioni” di filosofia che sta tenendo il consigliere
regionale del PD Marco Travanut.
Non
entro nel merito della discussione “politica” tuttavia mi
permetto di notare come, per l’ennesima volta, nella lettera sia
stata tirata in ballo la Massoneria, senza, a mio parere, pertinenza
e motivo alcuno.
Se anche il relatore, per spiegare le concezioni filosofiche di Kant
e Cartesio, avesse bisogno di far riferimento ai testi di De
Crescenzo, autore del quale apprezzo moltissimo la simpatia e la
sagacia, non credo potrebbe tuttavia rinvenire in lui posizioni del
tutto obbiettive sulla Massoneria.
Ricordo,
in particolare, i suoi commenti circa l’appartenenza, ormai
ampliamente documentata, di Totò alla Massoneria.
"Non
può essere vero
- sbottava lo scrittore - io
che l' ho conosciuto, lo posso dire: tutto poteva essere tranne che
un massone. Io parlerei di un' incompatibilità di tipo caratteriale.
Perché ci si iscrive ad un' associazione più o meno segreta? Per
ricavarne dei vantaggi, per contare di più. Ma a che tipo di
vantaggi poteva aspirare uno come Totò, che nel suo campo era il
massimo, e che ovunque andava era conosciuto ed amato da tutti?".
Ed è proprio qui che De Crescenzo si sbaglia. I luoghi comuni sono
quelli, la realtà è un'altra. Luciano De Crescenzo farebbe bene ad
approfondire lo studio ed evitare di cadere nel ridicolo come quando
parla, addirittura, di liste malavitose, con il solito riferimento
alla P2.
La Massoneria è tutt’altra cosa, è un’istituzione
vivace, moderna, capace di attrarre anche i giovani non perché offre
loro potere, soldi o appoggi politici, ma valori,
e lo sta dimostrando giorno per giorno con manifestazioni, convegni,
eventi di tipo culturale ed etico ma soprattutto con la testimonianza
e l’esempio di tanti Liberi Muratori nella vita quotidiana.
E’ convinto il signor Miele che altrettanto si possa oggi
sostenere dell’attuale classe politica?
Franca
Barbetti Delegato
Magistrale della Regione Friuli della
Gran Loggia d’Italia degli ALAM
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13 novembre 2012
La Gran Loggia d'Italia degli ALAM organizza a Udine un Convegno su bioetica, testamento biologico ed eutanasia
Convegno nazionale, Sabato 17 novembre 2012 E.V., ore 9,00,
Hotel La' Di Moret, Udine, viale Tricesimo 276 tratto dal sito www.granloggia.it
Da
una felice sinergia fra la Regione Massonica Friuli e la Consulta
Nazionale di Bioetica della Gran Loggia d’Italia, e' nato il progetto
del Convegno in oggetto che si terra' in un centro congressuale di
prestigio ed ottimamente attrezzato, quale l'Hotel La' di Moret.
Il tema dell'incontro e' particolarmente intrigante: “Vita e pensiero dei momenti ultimi".
Con questo titolo si è voluto porre in risalto, rispetto ad altri
eventi simili, non il momento della morte ma quello della vita negli
ultimi istanti dell’esistenza.
In altre occasioni, infatti, le tematiche si sono limitate ad
affrontare aspetti tecnici, quali le dichiarazioni anticipate di fine
vita (testamento biologico), o l'eutanasia. Argomenti importanti ma
circostanziati ad una sfera medica, biologia, giuridica. Tutto sembra,
in tal caso, ridursi a parametri "tecnici", dettati da dati clinici e da
procedure notarili, indicate dalla legge.
Ciò che si dimentica e' l'aspetto più importante, quello umano di una
persona che vede avvicinarsi la morte ma che ancora vive ed ha il
diritto di farlo. Siffatta esigenza sarà, invece, predominante
nell'evento del 17 novembre, dove argomenti tipici della bioetica
saranno esaminati in un'ottica tipicamente massonica.
Ben quattordici relatori estremamente qualificati da punto di vista
professionale hanno accolto l’invito ad affrontare da diverse
angolature, la vita e il pensiero dei momenti ultimi.
Gli interventi, ripartiti in tre sessioni aperte al pubblico,
seguiranno un filo conduttore complesso ed esaustivo che, partendo
dall'etica massonica, approderanno ad un esame della gestione del "fine
vita" nel nostro paese e all'estero. Il programma del Convegno è scaricabile qui: http://www.granloggia.it/GLDI/GetDoc.aspx/2174/PieghevolePublic2.pdf
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16 settembre 2012
20 settembre 2012: l'Italia può dirsi un Paese laico ?
Il 20 settembre è alle porte e, come ogni anno, sarebbe bene rammentare
che cosa significhi tale data per la coscienza laica italiana, che ne è
stata privata dal Regime fascista prima e dalla Repubblica
cattocomunista costitutasi nel 1948, poi. Ebbene, il 20 settembre del
1870, con l'entrata dei Bersaglieri a Roma e dunque la vittoria di tutti i liberali, mazziniani, monarchici, garibaldini, ebrei, massoni e cattolici liberali, si pose fine al Potere
temporale
dei Papi e Roma divenne capitale di un'Italia finalmente completamente
unita, sovrana e laica, per quanto ancora posta sotto il giogo
monarchico dei Savoia. Il 20 settembre è dunque una data simbolica
che, prima del
fascismo, era celebrata quale festa nazionale, mai più ripristinata
tale nemmeno con l'avvento della Repubblica, la quale nacque purtuttavia
sotto i peggiori auspici di un connubio fra la clericale Democrazia
Cristiana ed il
Partito Comunista finanziato dalla dittatura sovietica, il quale, per
mezzo dell'allora Guardasigilli Togliatti, amnistiò persino i reati
commessi dai fascisti, strizzando così di fatto l'occhio al nascente
Movimento Sociale Italiano. A parte queste rievocazioni storiche, oggi, 20 settembre 2012, l'Italia può dirsi davvero uno Stato laico ? Certamente no. Esiste ancora il Concordato, firmato da Craxi, che concede ampie garanzie anche pecuniarie al Vaticano. Esiste
una legge che vieta, di fatto, la procreazione assistita e l'utilizzo
di cellule staminali a fini terapeutici, la quale, pur essendo stata
bocciata in sede europea, è fortamente sostenuta dall'attuale Ministro
clericale della Salute Balduzzi. Non esiste una legislazione che
preveda il testamento biologico, l'eutanasia, il suicidio assistito,
ovvero la possibilità per l'individuo di decidere della propria vita e
della propria morte. Non esiste una legislazione che riconosca le coppie di
fatto. Non esiste una legislazione che regolamenti e dunque
legalizzi le non droghe, quali cannabis e derivati, anche a fini
terapeutici. Non esistono ancora norme attuative che facciano pagare l'IMU agli immobili ecclesiastici. Non
esiste, quindi, una libera Chiesa in libero Stato, secondo il dettato
liberale del conte di Cavour. Esiste, diversamente, una Chiesa che ha
abdicato al suo ruolo religioso per farsi profana, sia in termini
politici che economici. Esiste uno Stato che ha abdicato al suo ruolo di
garante e servitore del cittatino, a tutto vantaggio di uno Stato
estero - quello Vaticano - di cui si vergognerebbe lo stesso Gesù detto
"Il Cristo", il quale, a rileggere la sua parola, mai avrebbe immaginato
come sarebbe stata profanamente travisata e trasformata. In tutto
ciò la popolazione italiana, ha dimostrato e continua a dimostrare di
essere molto più laica della sua classe politica che ormai mal sopporta.
In tutte le rilevazioni statistiche ed in tutti i referendum, la
stragarande maggioranza degli italiani è per una legislazione laica, in
linea con gli altri Paesi occidentali. Il 20 settembre, in sostanza, è, di fatto già nella coscienza civile, prima ancora che patriottica, degli italiani. Se
ne accorgeranno i vari Monti, Bersani, Berlusconi, Alfano, Vendola, Di
Pietro, Casini e compagnia cantante, che tanto di fronte alle telecamere e sulle
pagine dei quotidiani litigano o fingono di litigare, ma, di fatto, sono da sempre d'accordo
per mantenere lo status quo ?
 Luca Bagatin
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11 settembre 2012
CHI E' GIANFRANCO MICCICHE' ? di Paolo Bianchi
Amiche e amici visitatori del blog di Luca Bagatin, il mio nome è Paolo Bianchi e sono un cittadino italiano (e qui parlo da semplice cittadino italiano); in quanto tale sono
interessato (e spesso preoccupato) per le sorti dell'Italia, di tutta
l'Italia.
Si presentano imminenti le elezioni in Sicilia: una regione critica da sempre per le tante ragioni tristemente note.
Tra i candidati alla presidenza della Sicilia c'è anche l'on.
Miccichè, appoggiato da una lista comune composta dal Partito Liberale
Italiano e da Futuro e Libertà per l'Italia. Io, pur essendo
anche il Commissario Nazionale della Gioventù Liberale Italiana (GLI),
che è la sezione giovanile del Partito Liberale Italiano (PLI), ho
esplicitato liberamente, rivolgendomi ai massimi dirigenti del partito,
la mia più assoluta contrarietà a tale scelta politica. I motivi di
questa mia posizione non c'è bisogno che ve li spieghi, si desumono
facilmente dal breve articolo (una semplice nota biografica, ma
totalmente attendibile) che ha trovato accoglienza qui, sul blog
dell'amico e autentico liberale Luca Bagatin, che ancora ringrazio.
Perché, qualunque sia la nostra opinione, è sempre bene esprimerla; per dirla con Martin Luther King: "Non è grave il clamore chiassoso dei violenti, bensì il silenzio spaventoso delle persone oneste".
"Buona" lettura, Paolo Bianchi
Chi è Gianfranco Miccichè? di Paolo Bianchi

L’on. Gianfranco Miccichè, attuale leader di “Grande Sud”, nasce a Palermo il 1° aprile del 1954. È stato due volte sottosegretario, una volta vice ministro del Ministero dell’Economia e delle Finanze e,
tra 2005 e 2006, Ministro dello Sviluppo e Coesione territoriale. Tutte le volte sotto la presidenza di Silvio Berlusconi. Nato da un’agiata famiglia della borghesia palermitana; si attiva politicamente negli anni ’70, aderendo
alla formazione extraparlamentare di orientamento comunista rivoluzionario “Lotta Continua”, per poi cominciare nel 1993, con l’adesione a “Forza Italia”, il lungo connubio berlusconiano. Nell’estate del 2006 viene eletto Presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana.
Da Presidente della “Fondazione Federico II” nomina direttore generale l’ex deputato Alberto Acierno, che
sarà arrestato tre anni più tardi dalla Guardia di Finanza per aver usato le carte di credito della Fondazione per pagare bollette Sky ed Enel, viaggi e scommesse effettuate su casinò on line. Nel 1988 Micciché, che all’epoca lavorava presso “Publitalia ‘80” (grazie alla conoscenza di Marcello Dell’Utri), è stato interrogato nell’ambito di un’inchiesta sul traffico di droga a Palermo, in quanto
sospettato di spaccio. La risposta dell’onorevole è stata: “Non sono uno spacciatore, ma solo un assuntore di cocaina”. Alcune sue dichiarazioni hanno, negli anni, creato scalpore: nel 2001 dichiarò che “se per fare gli appalti
dovessimo aspettare che finisca la criminalità mafiosa allora non partiremmo mai”; lo disse in difesa di Pietro Lunardi , il quale aveva precedentemente affermato che “con mafia e camorra bisogna convivere”.
Nell’ottobre 2007 Micciché ha criticato l’intitolazione dell’aeroporto di Palermo ai giudici Falcone e Borsellino; poiché tale titolo sarebbe causa di un’immagine negativa.
Di questi giorni è la notizia che il Partito Liberale Italiano e Futuro e Libertà per l’Italia sosterranno, con liste comuni, la candidatura di Gianfranco Micciché a Presidente della Regione Sicilia.
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28 agosto 2012
Questa partitocrazia non vuole una legge elettorale democratica e liberale
Temiamo che, presto o tardi, questi partiti troveranno un'accordo sulla
legge elettorale e, ancora una volta - come da copione degli ultimi anni
- ne sforneranno una a tutto svantaggio degli elettori (ovvero a tutto
svantaggio di governabilità e rappresentanza) ed a tutto vantaggio del
sistema di potere partitocratico dominante (dominato dal Pd-PdL, ma
anche da Lega Nord, IdV, SeL, Udc).
Eppure, fare una legge elettorale che sappia garantire rappresentanza e governabilità, sarebbe molto semplice ed immediato.
La riassumo in tre punti.
Reintroduzione delle preferenze, innanzitutto, visto che non è affatto
democratico che siano le Segreterie di partito a decidere chi deve
essere nominato e chi no.
Attribuzione del 51% dei seggi al primo partito (non alla coalizione) che raccoglie più voti e che quindi andrà a governare.
Ripartizione dei rimanenti seggi secondo il sistema proporzionale puro, con sbarramento massimo all'1%.
Ecco garantite, in un solo colpo, democrazia, governabilità a rappresentanza.
Ciò, ad ogni modo, non fa comodo ai partiti che amano gli accordi
sottobanco. Non fa comodo agli amanti delle ammucchiate. Non fa comodo
perché, ad esempio il partito di Beppe Grillo o il possibile nascente
movimento liberale di Oscar Giannino potrebbero rischiare di prendere
più voti degli altri e quindi di andare al governo.
Ve li immaginate Bersani, Berlusconi, Casini, Maroni, Vendola e Di
Pietro, finalmente, tutti assieme, all'opposizione per cinque anni ?
Ve l'immaginate un'Italia nuova e finalmente democratica, libera da questi Generalissimi populisti ?
Questa sarebbe la democrazia, signori miei. Non certo la dittatura partitocratica alla quale siamo abituati da troppi anni.
E non ha alcun senso alzare i toni della discussione fra accuse e contro
accuse di "fascismo". Il fascismo è morto e sepolto. Il regime
partitocratico, purtroppo, ancora no.
Noi, ad ogni modo, abbiamo lanciato il sasso nello stagno della stagnante stagione che viviamo.

Luca Bagatin
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