7 marzo 2014
Silvio Berlusconi: il comunista (nemmeno troppo) occulto
Berlusconi, ancora una volta, denuncia
i crimini del comunismo, presentando il libro “Il sangue di Abele.
Vivi per testimoniare”, che racconta i crimini del regime comunista
in Albania.
Peccato che Berlusconi –
contemporaneamente - sia anche amico del comunista ex Kgb Vladimir
Putin; abbia più volte strizzato l'occhio al dittatore comunista
bielorusso Lukashenko e abbia fra le fila del suo partito Antonio
Razzi, grande apologeta del regime comunista nordcoreano.
Peccato che Berlusconi sia vittima di
queste pesanti contraddizioni.
Saranno le famose “contraddizioni del
capitalismo” individuate a suo tempo da Karl Marx ?
Ne dubitiamo.
E' invece evidente che Berlusconi non
conosce la Storia al punto che, nel corso della conferenza stampa di presentazione del libro al
Senato, ha affermato che il Partito Laburusta inglese ha “abbandonato
il comunismo cent'anni fa”. Peccato che il Partito Laburista, con
il comunismo, non abbia mai avuto nulla a che spartire, essendo
partito liberalsocialista e socialdemocratico da sempre (cento anni fa, diversamente da quanto affermato dal Cavaliere, il Partito Laburista collaborò addirittura con il Partito Liberale inglese).
Il comunismo è sì una malattia, ma
Berlusconi da sempre ne appare occulto sostenitore, al punto che il
suo partito da anni flirta con il Pd, partito cattocomunista per
eccellenza (non a caso sta con esso realizzando l'autoritaria legge
elettorale definita “Italicum”). In tempi non sospetti erano peraltro noti anche
i rapporti fra Partito Comunista Italiano e lo stesso Berlusconi, come
documentato sia dalla biografia di Paolo
Guzzanti pubblicata alcuni anni fa da Aliberti Editore, che da “Il
Baratto” di Michele De Lucia della Kaos Edizioni,
Il Compagno Silvio Berlusconi, dunque,
si chiarisca le idee e lo faccia in fetta.
E magari impari anche a parlare un po' meno a
sproposito.
 Luca Bagatin
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19 maggio 2013
"La mia vita è un Caos Calmo: "FAVOLE": monologo by Baglu
Mi ricordo Marco Pannella, magro, emaciato, sorridente, con al collo una
collana con il simbolo della pace, il fucile spezzato in due e con
indosso una semplice maglietta con stampata la rosa nel pugno e quella
scritta: "Cambiamo la vita".
Quella foto mi commuove sempre. Saranno
stati i primi Anni '70 e tutti volevano cambiare il sistema, cambiare
il mondo, mentre Marco voleva...cambiare la vita. Che è una cosa ben più
profonda. Che poi mi dispiace invece che da tutti i recenti volumi
sui Radicali siano stete rimosse le foto con Cicciolina. Ho sempre avuto
un
debole per Cicciolina che, più e meglio di...Francesco Rutelli e
Gaetano Quagliariello (pernacchie di sottofondo), seppe rappresentare il
pensiero Radicale. Qualcuno, negli Anni '70 ed anche oggi era
comunista. Lo diceva
Giorgio Gaber che ha sposato una che è finita nelle liste di
Berlusconi. Sì, qualcuno era comunista e quindi era di destra. Anzi, di
centro-destra ed infatti è finito con Berlusconi come Ferrara, Bondi,
Cicchitto e anche Piergigi Bersani ed Enrico di Letta a di Governo. Qualcuno
era comunista ed era di destra, mentre io che sono sempre stato di
sinistra, anzi, di estrema sinistra, sono sempre stato anticomunista. Qualcuno
diceva "cos'è la destra cos'è la sinistra" ed è finito per diventare la
grancassa di Adriano Celentano, quando questo parlava contro le cellule
staminali e contro la procreazione assistita. Qualcuno è comunista
ed è di destra, anzi, di centro-destra. Qualcuno è di centro-sinistra e
quindi è ancor più a destra di quelli di destra. Qualcuno si chiede perché esistano gli speed date e gli annunci per fare sesso a pagamento o anche gratis. Qualcuno si chiede perché, nel mondo o forse solo in Italia, ci sia così tanta frustrazione oppure
così tanta voluta confusione. Qualcuno si chiede perché sia così
difficile anche solo pensare di amare una sola persona per tutta la
vita, farci dei figli e viverci felici e contenti. E' un pensiero
semplice, ma quando lo esprimo vengo guardato strano. Anzi no, non vengo
nemmeno guardato. C'è chi si gira dall'altra parte e magari continua a
parlare dei suoi poliamori. Che poi io sono perché ciascuno si faccia
i fatti propri e non voglio giudicare, però questa cosa dei poliamori
mi lascia molto perplesso. A volte mi fa pure incazzare, diciamolo. E allora mi giustifico, sorridendo,
dicendo che sono bigotto e dogmatico, che poi magari non è nemmeno vero,
ma è più facile a dirsi. Qualcuno era di destra e non lo sapeva. Pochi erano di sinistra e infatti il mondo va a rotoli. Anzi, va a farsi fottere, anche fisicamente ma senza godere. Qualcuno
diceva anche di essere stato socialista, ma lombardiano e quindi di
destra, conservatore come Befano che dalla Cgil è passato al Piddì. Una
volta l'Epifania era una cosa che da bambino
aspettavi e la mattina ne ricevevi una bella calza piena di dolciumi ed
io ricevevo anche un fumetto natalizio. Una volta Topolino Speciale
Natale e un'altra persino Alan Ford. Oggi mi chiedo chi legga ancora Alan Ford. Forse io, ma solo i numeri arretrati, acquistati alle fiere del fumetto. Un giorno una ragazza mi ha detto "a te le donne piacciono molto, ma spero che tu non sia di bocca buona perché lo detesterei". No,
non sono di bocca buona, ma soprattutto sono molto selettivo a livelli
quasi snob. E soprattutto guardo molto i dettagli comportamentali. Non bacio una donna che non amo. Non faccio sesso con una donna che non amo. Anzi, io non faccio mai sesso. Faccio l'amore, alla faccia di quelli che mi dicono che è sdolcinato dire così e cosà (fanculo !). Non sono innamorato o forse sì, ma sicuramente è un'informazione che tengo per me. Ieri
pomeriggio in libreria ho visto un libro di foto relativo alla
televisione dagli Anni '80 alla fine del Mondo, ovvero al 1994, quando
il mondo morì ucciso da Di Pietro, Bossi e Berlusconi, i tre che oggi
hanno non pochi guai con la giustizia. Allora Dio esiste, anche se
arriva spesso in ritardo. Enrica Bonaccorti era bellissima e
raggiante e così tutti gli altri. Negli Anni '80 c'erano tre donne che a
noi bambini piacevano molto: Lory Del Santo, Sabrina Salerno e
Cicciolina. A me le prime due non interessavano molto. Non avevo occhi
che per Cicciolina. Quando oggi parlo con Ilona e le dico che allora pensavo di sposarla, ridiamo a crepapelle. Poi,
con gli anni, il mito della donna nordica biondissima occhi azzurri e
bianchissimi mi è passato. Non ho un tipo di donna. O forse uno sì, una
che mi sappia amare e non è poco. Una che mi voglia sposare e che voglia un figlio da me e vivere felici e contenti. Ma alle favole non ho mai creduto. Nemmeno da bambino.
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22 agosto 2010
E' il momento di una coalizione laica e liberale
Chi l'avrebbe mai detto che la situazione politica italiana sarebbe mutata sotto il sole d'agosto ?
Sarà che il Berlusca era stufo dei continui "distinguo" laici e liberali
di Gianfranco Fini e della sua componente; sarà che per far contenta
l'inconcludente Lega Nord ha fatto in modo di espellere la truppa
finiana dal PdL; sarà che, come se non bastasse, contro Gianfranco Fini
ha persino scatenato l'immancabile stampa-killer facendogli piovere
addosso (stranamente solo ora !) accuse ancora tutte da provare, in
perfetto stile giustizialista.
Sarà, forse, che Silvio Berlusconi non ha più nulla da dire, dopo aver
ampiamente tradito egli stesso il patto elettorale con i cittadini che l'hanno votato.
Perché mai ? Detto fatto.
Non ha abolito le costosissime Province; non ha ridotto la burocrazia
statale; non ha ridotto di un centesimo la spesa pubblica improduttiva;
non ha abbassato le imposte nè tantomeno ridotto l'imposizione fiscale a
due o tre aliquote; non ha introdotto - nonostrante la crisi che ha
colpito molte famiglie italiane - congrui ammortizzatori sociali; non ha
riformato la giustizia introducendo la separazione delle carriere dei
magistrati e spoliticizzando il CSM.
L'elenco potrebbe continuare.
Ora, se un Gianfranco Fini, un Fabio Granata, un Benedetto Della Vedova,
un Luca Barbareschi, alzano la voce per riportare il governo al proprio
mandato, ecco che l'espulsione è immediata.
Triste, triste davvero.
E l'Umberto-Senatur-Bossi che fa ? Grida alle elezioni anticipate se Fini non si dimette da Presidente della Camera !
Ora, o Bossi non capisce nulla di politica, oppure è in totale malafede.
Un Presidente della Camera è espressione del Parlamento e non del
governo. Dunque, non ha alcun obbligo nei confronti della maggioranza di
governo ed in questo senso, Fini, è più che legittimato a stare dove
sta.
Il punto è che a Bossi, visti i sondaggi, andare ad elezioni anticipate
farebbe più che comodo. Idem all'Italia dei Valori di Di Pietro.
Aprite gli occhi, dunque, gente !
Non fatevi intortare da questi furbettini del quartierino sostenuti da
"Il Giornale", da "Libero" e compagnia cantante in perfetto stile - lo
ribadiamo - marxista-leninista (non sarà che le troppe frequentazioni
del Berlusca in casa Putin hanno finito per condizionare anche la sua
truppa e consacrarla ad un nuovo stalinismo ?).
Occorre qui costruire una coalizione di laici e liberali da contrapporre a conservatori e furbetti.
"Futuro e Libertà per l'Italia" potrebbe essere un'ottima partenza.

Luca Bagatin
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9 luglio 2009
Blogger e ddl Alfano: perché non passare dalla protesta alla proposta ?

Questa cosa della protesta relativa al
DDL Alfano che introduce, fra le altre cose, l'obbligo di rettifica
di inesattezze o diffamazioni entro 48 ore per i siti web ed i blog,
pena una multa dai 7 ai 12 mila euro, mi lascia un po' perplesso. Non
che il DDL, in sé, non lasci perplessi, ma semplicemente ritengo che
il punto sia un altro. Innanzitutto sarebbe bene rettificare ogni
qual volta richiesto - e se tecnicamente ciò non è possibile in 48
ore, si conceda pure un tempo maggiormente dilazionato - se quanto
scritto può offendere chiunque sia chiamato in causa. Magari però
evitando spiacevoli querele, chiudendo bonariamente la
questione quasi fosse una "constatazione amichevole"
automobilistica. Ad ogni modo i protestatari tuonano affermando
che così si equiparano i blog ai giornali ed ai mezzi di
informazione. Beh, e allora ? Lo scandalo mi appare un
altro. Ovvero la mancanza della possibilità per i blogger che fanno
informazione di essere iscritti di diritto e con tutti i privilegi di
casta nell'Ordine dei Giornalisti (istituito ai tempi del fascismo,
guarda caso) e la conseguente possibilità, per i suddetti blogger,
di usufruire dei contributi previsti dalla Legge sul finanziamento
pubblico all'editoria. Ad un preciso dovere (quello della
responsabilità relativa a ciò che si scrive) dunque, si preveda un
sacrosanto diritto come per tutti coloro i quali nel nostro Paese si
ritengano atti a fare informazione (chi scrive la pensa diversamente,
nel senso che nei fatti non occorrerebbe essere titolare della
tesserina dell'Ordine - e dunque di relativi privilegi - per scrivere
con competenza, ovvero fare informazione. E parimenti chi scrive
dovrebbe farlo in primis con la passione dello scrittore e del
creativo e non con quella di portarsi a casa la pagnotta. Assoggettandosi così ad un qualsivoglia padrone/editore). La protesta,
al massimo, andrebbe indirizzata in tal senso, ma a quel punto non
sarebbe più una protesta strumentale, bensì diventerebbe una
proposta. Provocatoria sin che si vuole, ma anche no. Da
blogger (di cultura più che di informazione, in quanto ritengo ben
più utile la formazione, rispetto all'informazione, con quanto ne consegue in termini di giudizio, pregiudizio, pettegolezzo)
quale sono da cinque anni, dunque, non parteciperò alla protesta
on-line indetta il 14 luglio prossimo da taluni blogger e
giornalisti. Mi limito a proporre, nel maremagnum, qualche
cosa di forse un po' più concreto, meno impositivo, ma, ritengo, più
positivo e costruttivo anche e soprattutto per i blogger. E che metta in evidenza le
contraddizioni del sistema corporativo italiano. Da riformare, quello
sì, dalla radice.  Luca Bagatin
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7 giugno 2008
Antiproibizionismo In/Coscienza
Sabato 26 luglio 1997: si parte con
la fondazione del comitato In/Coscienza per l'uso legale della canapa
indiana, ovvero della Cannabis ! Pordenone è una città notoriamente bigotta e storicamente clericale. Oggi come
ieri. I primi tavoli di raccolta firme per la legalizzazione della
cannabis e dei suoi derivati li ho organizzati a 17 anni, assieme ad alcuni
radicali del Club Pannella Riformatori. Pochi, pochissimi risultati allora. Ci voleva quindi un'idea nuova,
trasversale, che coinvolgesse il mondo della cultura oltre che quello della politica.
Così, nell'estate del '97 ho avuto l'idea, assieme ad altri amici, di
fondare un comitato antiproibizionista per diffondere proprio la
cultura della regolamentazione delle non-droghe.
Era un pomeriggio dal sole cocente. Era appunto il 26 luglio 1997
quando il sottoscritto, allora portavoce dei Giovani della Federazione
dei Verdi (quando i Verdi non erano rossi, bensì liberali), il radicale
John Fischetti (oggi nel direttivo nazionale dell'Associazione Luca
Coscioni per la libertà della ricerca scientifica), l'allora Presidente
della Sinistra Giovanile pordenonese Massimiliano Santarossa (che oggi
ha abbandonato la politica e ha recentemente dato alle stampe un libro
sull'emarginazione giovanile a Pordenone. Peraltro da me recensito per
l'Opinione delle Libertà) e
l'indipendente Andrea Satta (di cui si sono perse le tracce...) ci
siamo riuniti nell'allora sede provinciale dei Verdi per
gettare le basi dell'associazione. Il nome fu scelto da John:
In/Coscienza, ovvero un gruppo di "coscienti incoscienti" capaci di
sfidare, mettendosi in gioco, il bigottismo locale raccogliendo
adesioni trasversali. Il tutto con il principale scopo di spiegare i
motivi del perché oggi si muore di proibizionismo sulle droghe e sulle non-droghe. Un proibizionismo
antiscientifico che genera scippi, rapine, carcere, prostituzione,
mafia, criminalità d'ogni genere.
Dopo qualche settimana dalla fondazione di In/Coscienza, ricevemmo la chiamata da parte di una rete televisiva locale,
"Canale 55", per un'intervista concordata: il velo d'indifferenza era rotto !
Nei mesi successivi organizzammo tavoli di raccolta firme a sostegno
della proposta di legge antiproibizionista depositata alla Camera dall'allora
Sottosegretario verde Franco Corleone, osteggiata dalla destra, dal
centro cattolico e dalla sinistra più retrograda (oggi diremmo dal Partito Democratico). Nonché dall'allora
Presidente del Consiglio Mortadellone-Prodi (di cui oggi, per fortuna, non sentiamo più parlare). Con i nostri tavoli
scendemmo in piazza, ma anche ai concerti locali, alle feste paesane ecc...e raccogliemmo, in poco tempo, oltre che adesioni
trasversali di cittadini (ma anche di politici da Rifondazione
Comunista sino a Forza Italia), anche fondi per le nostre campagne
politico-culturali: 300.000 lire in tutto in neanche una settimana.
Nei mesi successivi fummo invitati a dibattiti pubblici e
televisivi a
"Canale 55" "contro" i giovani di AN, proibizionisti ed oscurantisti da
sempre. Ricordo ancora quando io, emozionatissimo e visibilmente
paonazzo in volto,
assieme ad Andrea Satta, in diretta, tenevamo testa con umiltà alle
argomentazioni prive di fondatezza scientifica dei giovani aennini.
Noi non contrapponevamo lo "spinello libero" all'ordine costituito come
spesso faceva la "sinistra de noantri", assolutamente no !
Contrapponevamo invece lo spinello LEGALE all'illegalità politica e
comune di
un proibizionismo che si fonda solo sulla morale individuale, che,
appunto, in quanto individuale, è opinabile e non può essere fatta
valere indiscriminatamente per tutti. Inoltre affermavamo che proprio
l'Unione Europea stanziò fondi per la coltivazione di cannabis ad uso
industriale per la produzione di carburanti meno inquinanti dei
derivati del petrolio, di cordami, saponi, fibre sintetiche come
avviene in Svizzera e in Olanda e poi, come dimenticare i malati di
tumore che alleviano le loro sofferenze attraverso l'uso della canapa
indiana? E lo fanno anche in Italia. Illegalmente: come sempre.
Le nostre battaglie giunsero sino ai banchi del Consiglio Comunale
attraverso una mozione che avrebbe impegnato il Comune di Pordenone a
farsi portavoce in Parlamento della proposta di legge per la
regolamentazione delle non-droghe. Una mozione libertaria e liberale,
presentata proprio dall'allora liberale Sergio Bolzonello (oggi Sindaco
di
Pordenone nella giunta di centrosinistra, che tuttavia ha abbandonato
ogni residuo di liberalismo approssimandosi invece al
"democristianesimo"). Pochi i voti a sostegno, a
dire il vero, ma, ce l'aspettavamo. L'obiettivo in ogni caso fu
raggiunto: il voto favorevole di ben due leghisti (la Lega aveva la
maggioranza assoluta del Consiglio Comunale!) e l'astensione del
Presidente del Consiglio Comunale (leghista anche lui). Avevamo scovato
qualche "anima laica" anche nella Lega, al punto tale che uno dei
Consiglieri, il giovane Davide Scaglia, si iscrisse al nostro comitato.
Che fine ha fatto oggi il comitato In/Coscienza? I suoi quattro
militanti-fondatori principali oggi hanno preso strade e percorsi
diversi. Le battaglie proseguono in altri settori, in altri ambiti. Fu una stagione assolutamente positiva, certo. Ahinoi non più ripetuta. Ammetto
che oggi, molto più di ieri, ho una sostanziale fiducia in Silvio
Berlusconi e nel suo Governo. Negli ultimi anni mi sono anche
avvicinato ed oggi iscritto al Partito Repubblicano Italiano - partito
storico fondato nel 1895 e continuatore del Partito d'Azione di
mazziniana memoria - che è suo laicissimo e fido alleato, pur con ampia
autonomia di azione. Ho fiducia, certo, visti i primi provvedimenti di stampo liberal-riformatore dei Ministri Sacconi e Brunetta ed in parte di Tremonti. Però
sono pronto subito a "bacchettare" Berlusconi per essersi chinato, come
altri hanno fatto prima di lui, di fronte alle richieste del Papa dei
cattolici: simbolo di quel clericalismo che ha ridotto l'Italia ad
essere un Paese non ancora del tutto uscito dal Medioevo. E' una
vergogna che ancora la nostra legislazione sia proibizionista in tema
di non-droghe (specie alla luce del fallimento della Legge
Fini-Giovanardi e prima ancora della Iervolino-Vassalli). Lo è ancor di
più il fatto che il Premier in carica rassicuri il Vaticano sullo
stanziamento di fondi alle scuole private confessionali (un vero
insulto in barba alla scuola pubblica ed autenticamente democratica di
ispirazione repubblicana e mazziniana). E
ci auguriamo davvero che il sig. Ratzinger, Papa dei cattolici, non
riesca ad influenzare così tanto la politica italiana da giungere ad
una modifica della legge sull'aborto e che renda ancor più restrittiva
la legge sulla procreazione assistita. Sarebbe una sconfitta per lo
stesso Berlusconi neo-riformatore. E l'Italia si renderebbe ancora una
volta ridicola ed anacronistica di fronte all'Occidente democratico. Anime laiche ed antiproibizioniste urgono, tanto al governo quanto all'opposizione, oltre che in tutto il Paese.
 Luca
Bagatin
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15 marzo 2008
L'unico voto utile se non sei inciucista, fascista, comunista o clericale è semplicemente.....LIBERALE !
Ebbene sì: alle politiche del 13 e 14 aprile le liste del Partito
Liberale Italiano saranno presenti in tutta Italia nelle schede di
Camera e Senato. Da laici, laicisti e autentici democratici quali
pensiamo di essere, non vedevamo l'ora e vogliamo denunciare con
fermezza la palese violazione della Legge sulla par condicio da parte
di Rai e Mediaset e dei maggiori organi d'informazione nel rifiutarsi
di far conoscere ed invitare esponenti dell'unica presenza Liberale
alla competizione elettorale. Detto ciò, andiamo avanti per la
nostra strada: infondo esistono i blog e gli organi di stampa laica
attraverso i quali possiamo inteloquire e fare informazione senza peli
sulla lingua. Ricordiamo qui che il Partito Liberale di Stefano De
Luca si è staccato da tempo dalla Casa delle Libertà e si è
recentemente federato con il Partito Repubblicano di Giorgio La Malfa e
fu l'unico che inserì nel suo simbolo la dicitura "Casa dei Laici"
proprio all'indomani di quel bellissimo pamphlet intitolato "Democrazia
e Libertà - Riflessioni laiche" che uscì nel 2004 (edito da Rubettino
a cura di Arturo Diaconale e Davide Giacalone ed al quale collaborai
anch'io con alcuni scritti), che mirava proprio alla costituzione di
una Casa Laica, Liberalsocialista e Liberaldemocratica contro il
bipolarismo conservatore. Lo storico PLI, fondato nel 1943 dal
filosofo Benedetto Croce, sarà presente alle prossime elezioni con il
coraggio di chi vuole denunciare in primis "il rischio che la
democrazia rappresentativa italiana precipiti in una pericolosa deriva
plebiscitaria di stampo sudamericano", come recita il Comunicato Stampa
ufficiale della Segreteria del PLI. Il voto al PLI è, peraltro,
l'unico possibile voto utile per il cittadino tartassato (visto che lo
stesso EURISPES raccomanda vivamente la Liberale "flat tax" al 20%)
che, malgovernato in questi 15 anni sia da Berlusconi che dall'armata
Brancaleone di Veltroni ha visto ridotti i suoi introiti senza aver
ricevuto alcun reale servizio pubblico (si pensi anzi agli enti inutili
da abolire subito quali Province e comunità montane veri e propri
carrozzoni succhiasoldi). Il voto al PLI è poi l'unico voto utile per
il cittadino che vuole che siano rispettate le sue scelte e volontà
individuali, senza interferenze dogmatiche di questa o quella fede
religiosa, la quale è sempre e comunque un fatto privato; per il
cittadino che ritiene che il ruolo dello Stato debba essere limitato ai
servizi essenziali e che quei servizi dovrebbero essere comunque
realmente percepiti dall'utenza e, infine, per il cittadino che crede
nella scuola pubblica ed in una cultura laica e pluralista, ma senza
interferenze stataliste. Tanto il Pdl quanto il Pd hanno fatto di tutto per soffocare le voci laiche, liberali e riformatrici al loro interno. Il
Berlusca ha rinunciato a candidare Daniele Capezzone, il liberale
Alfredo Biondi, il repubblicano Antonio Del Pennino (che molto aveva
fatto per la revisione della legge sulla procreazione medicalmente assistita e per
la ricerca scientifica), Dario Rivolta e molti altri laici. Il Pd ha
imbaracato "qualche sasso in capponaia" radicale (ma alla fine sono 6,
7 o 8 i deputati radicali sicuri ?) viste le insopportabili insistenze
di Marco Pannella ed Emma Bonino che evidentemente temevano che i loro
rischiassero di rimanere fuori dal Parlamento e quindi: addio ai lauti
rimborsi elettorali ed alla possibilità di un po' di visibilità
mediatica (sic !). Quanto al programma del Partito Unico
Veltrusconiano è noto a tutti: più Stato e meno mercato; più Chiesa e
meno individuo; più Potere alle oligarchie e meno al cittadino. Morale della favola: "a regazzì, lassatece lavorà !" E'
per questo che, dal basso della nostra umile passione politica
dodecennale, invitiamo coloro i quali non si rassegnano allo status quo
(e quindi non solo i laici, liberali, liberalsocialisti, radicali non
irregimentati e repubblicani) a votare e sostenere l'unica presenza
Liberaldemocratica sulla scheda elettorale: l'unico voto utile a tutti
noi per non scadere definitivamente ed irreversibilmente in un nuovo
autoritarismo messmediatico e populista in un Paese che è già controriformatore (come ebbe a dire il grande riformatore e leader repubblicano Ugo La Malfa) di per sé .
Luca Bagatin
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10 marzo 2008
IL 13 E 14 APRILE VOTA PARTITO LIBERALE ITALIANO
   
Se non sei inciucista, fascista, comunista o clericale: il 13 e 14 aprile VOTA semplicemente LIBERALE
WWW.PARTITOLIBERALE.IT
COMUNICATO STAMPA
Il Partito Liberale
Italiano presenta liste in tutta Italia sia alla
Camera dei deputati che al Senato della Repubblica,
al di fuori degli schieramenti.
Questa decisione coraggiosa costituisce innanzitutto
un atto di denuncia rispetto al rischio che la
democrazia rappresentativa italiana di precipitare in
una pericolosa deriva plebiscitaria di stampo
sudamericano.
Le due maggiori formazioni politiche hanno, di fatto
raggiunto un accordo per eliminare le forze minori,
anche quelle di grande tradizione culturale,
invocando il “voto utile” onde governare
poi insieme o, comunque, fare di comune accordo, una
riforma costituzionale autoritaria, che
trasformerebbe il parlamento in un luogo di
“operai volenterosi ed ubbidienti” con
l’unico compito di schiacciare bottoni.
Dopo aver occupato l’informazione, le banche,
le assicurazioni, gran parte delle società di
costruzione, alcuni grandi gruppi finanziari stanno
cercando la complicità affaristica della politica
dominante per completare il saccheggio in corso del
Paese.
Gli italiani, tartassati dalla pressione fiscale,
dagli aumenti dei prezzi, dalla crisi economica,
hanno perso ogni fiducia in una classe dirigente, di
destra come di sinistra, che non ha saputo né voluto
avviare la necessaria modernizzazione del Paese.
Il PLI si pone come obiettivo quello di proseguire la
competitività, il riconoscimento del merito,
l’alleggerimento delle pastoie .burocratiche
con i relativi costi, la riduzione del carico
fiscale, le liberalizzazioni e privatizzazioni,
soprattutto nei servizi pubblici locali per ridurre i
costi a carico dei cittadini e garantire lo sviluppo.
Quella liberale intende porsi come una alternativa
radicale di chiarezza e trasparenza, rispetto al
progmatismo, dai contorni confusi , dilagante,
rimettendo l’individuo al centro della società
e restituendogli in pieno la sovranità, prevista
dalla costituzione, cominciando dalla reintroduzione
del voto di preferenza.
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