16 maggio 2011
Lotta all'omofobia, promozione di una sessualità consapevole: le sfide per il Paese del domani
 
E' incredibile come, proprio a distanza
di pochi giorni dal 17 maggio - giornata mondiale contro l'omofobia -
si sia scatenata un'ondata di casi di inciviltà omofobica
gratuita. Vediamoli nell'ordine. Il rappresentante friulano del
movimento politico neofascista La Destra, Ernesto Pezzetta, dichiara
di voler oscurare i 15.000 manifesti contro l'omofobia promossi da
Arcigay e da quindici associazioni. Un ragazzo omosessuale
triestino è stato aggredito a Lubiana. A Brindisi è stata
rifuitata la patente ad un ragazzo in quanto omosessuale. La stessa
medesima cosa era peraltro già accaduta a Catania. Vicende di
ordinaria inciviltà, di ordinaria incultura, i cui responsabili
andrebbero sanzionati con pene severe. Sarebbe già un primo passo
verso la civiltà, in un Paese come il nostro che, purtroppo, civile
non lo è mai stato completamente. Arcigay, Arcilesbica, GayLib e
numerose altre associazioni per i diritti civili, sono da tempo
impegnate in campagne di sensibilizzazione sulla questione
omosessualità, anche nelle scuole. E' fondamentale che ciò sia
fatto: in ogni città, in ogni Comune, in ogni quartiere. L'omofobia
non è che frutto della non conoscenza del fenomeno. Un fenomeno del
tutto naturale, visto che, l'omosessualità, è un orientamento
sessuale assolutamente normale. Rimango spesso stupito quando
sento dire, anche da qualche rappresentante di partiti laici (a me è
capitato con un amico, ad esempio), che "l'omosessualità va
accettata quando non è ostentata". Posso garantire che
nessun omosessuale al mondo "ostenta" la sua omosessualità.
E che la maggioranza degli omosessuali non è come è dipinta
dall'immaginario collettivo: una macchietta
effemminata. L'omosessuale sei tu, sono io, siamo tutti noi.
Persone qualsiasi. E questo, a chi non conosce la questione, fa
paura. Fa paura perché è molto facile associare l'omosessuale
all'esibizionista, a colui che può mettere le mani addosso a
chiunque. All'effemminato sculettante. E' facile farlo perché
molti non riescono a pensare ad altro che al sesso come ad una cosa
morbosa. Sono assolutamente scandalizzato quando sento persino
dire che le Veline del programma satirico e di approfondimento
"Striscia la Notizia" mercificano il loro corpo. Mai
sciocchezza mediatica fu più grande. Il punto è sempre quello:
il corpo altrui, il corpo di una bella ragazza non ammiccante, visto
semplicemente come aspetto morboso. Penso sia il momento di
educare le nuove generazioni ad una sessualità sana, a partire dalle
scuole. Ove insegnare ai ragazzi che del proprio corpo non ci si deve
vergognare, che sono belli tutti i corpi e che la morbosità è una
cosa da malati di mente. Che l'omosessuale è la variante
dell'eterosessuale e che entrambi concorrono a costruire la nostra
variegata società. Una società ove ciascuno vive appieno la propria
sessualità, nel pieno rispetto gli uni degli altri. Poi c'è
l'aspetto squisitamente politico. Perché devono esistere coppie
di serie A e coppie di serie B ? Perché due uomini o due donne
che si amano debbono avere meno diritti rispetto ad un uomo e ad una
donna ? Perché dobbiamo lasciare che i sessuofobi ed i morbosi
continuino a legiferare in maniera così scriteriata ? Occorre il
registro delle unioni di fatto. Direi di più: occorre garantire i
medesimi diritti a tutte le coppie che decidono di contrarre un
vincolo di amore reciproco. Anche nelle adizioni, certo. Perché è
assurdo pensare che due donne o due uomini non siano in grado di
fornire un'esistenza sana ad un bambino.
Poi c'è la questione dei Parchi
dell'Amore: perché non aprirne uno in ogni città ove ciascuno, in
totale sicurezza ed igiene, possa appartarsi con il/la proprio/a
partner ? Ci arriveremo anche in Italia ? La sfida è dunque
fra rimanere un Paese che guarda al medioevo o va incontro alla
civiltà. Alla civiltà dell'amore e della sessualità
consapevole.
 Luca Bagatin
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