25 gennaio 2013
"Tarli senza cornici" di Marcella Andreini: un romanzo sulla follia e l'emarginazione
 Il Sig. L., attore in pensione,
sessantenne, una famiglia a carico che non ricorda nemmeno di
avere. Vittoria, barbona per scelta o, meglio, poetessa per
vocazione. Sessantenne anche lei, con un figlio che l'ha
abbandonata. Lui è o, meglio, diventa Giuseppe, mentre Vittoria
diventa Vittorina e, dopo aver conosciuto lui, sceglie di essere Luce
e, infine, Maria. Giuseppe e Maria, due emarginati che decidono di
ricostruire - al giorno d'oggi - la Sacra Famiglia. Giuseppe,
figura da sempre di secondo piano dell'iconografia cristiana, alla
ricerca di un figlio che ha perduto, che non è mai stato "suo"
nel senso naturale del termine. Maria, madre di un figlio morto
sulla croce, che vuole scrivere al Papa per essere ricevuta ed
accettata per quello che è oggi: vecchia e brutta. Giuseppe e
Maria o, meglio, i protagonisti di "Tarli senza cornici",
secondo romanzo di Marcella Andreini, decidono di andare a Firenze in
treno - agli Uffizi - per osservare le varie esposizioni delle Sacre
Famiglie. In treno incontrano Valerio, 11 anni, genitori separati,
che va da solo a Pisa dal padre. Giuseppe e Maria gli chiedono di
diventare, per finta, il loro unico nipote e così il piccolo
incarnerà una sorta di Gesù che si affezionerà più ai suoi
presunti nonni che ai genitori, i quali non si amano più. Valerio,
come è logico che sia, non recandosi più a Pisa, bensì a Firenze,
sarà dichiarato scomparso e la vicenda sarà seguita, oltre che
dalle forze dell'ordine, dalla televisione e dai media. Giuseppe e
Maria, o, meglio, il Sig. L. e Vittoria, intanto, vivono la loro
finzione di impersonare i veri Giuseppe e Maria. Osserveranno, nei
dipinti, un Cristo biondo e con gli occhi azzurri, anziché un
galileo, con occhi e pelle bruni. Osserveranno una Madonna giovane e
bella, lontana dalla figura di una vera madre. Ed un Giuseppe
marginale, quasi inutile. La finzione è veramente loro o,
piuttosto, quella di un'iconografia cristiana che ha alterato la
realtà ? La finzione è veramente di questi due folli emarginati o,
piuttosto, quella dei mass media che seguono le loro vicende, con
feticistica morbosità ? Valerio, infondo, non è stato realmente
rapito. Valerio vuol bene a Giuseppe e Maria che, purtuttavia, una
volta intercettati dai Carabinieri, finiranno in manicomio. "Sani
nell'arte e pazzi per la gente". Un romanzo suggestivo,
quello di Marcella Andreini, che già con il suo "Volevo solo
essere adorata" ha affrontato il tema scottante del suicidio.
Con "Tarli senza cornici" affronta così l'altra tematica
tabù della società moderna, ovvero la follia e l'emarginazione. In
un affresco dai contorni laico-religiosi, spirituali, filosofici che
rapisce anche il lettore meno sensibile.
 Luca Bagatin
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18 luglio 2012
"Al prelievo del sangue": cortometraggio by Baglu
Ci sono molte cose che si possono osservare facendo la fila al prelievo del sangue. Baglu
ne osservava molte, di facce. Quasi tutte bruttine, tristi, alcune
anche simpatiche. C'erano anche ragazze carine, questo sì. C'era un ragazzo di colore molto nervoso che continuava a grattarsi le caviglie mentre chiacchierava con una ragazza. Baglu
li osservava, insistentemente. Poi fu la volta di un signore con la
barbetta ma...Baglu non riusciva a credere ai suoi occhi: si trattava di
Baldi. Com'era invecchiato dall'ultima volta che si erano visti. "Speriamo
che non mi
veda", pensò fra sè Baglu. "Non mi va. Che poi finisce che ci facciamo
sempre i soliti discorsi...No, non mi va. E' troppo invecchiato". Accanto
a Baglu una ragazza con gli occhiali intenta a leggere una rivista, e
per lui fu istintivo allungare lo sguardo verso i fogli che questa
teneva in mano, ovvero i foglietti della ricetta medica. Baglu, sui
foglietti, scorse il nome della ragazza. Si chiama Germana. "E lei, Germana, che dice ? Vedo che legge, bene, bene. E' una rivista di moda ? Ma si parla di crisi industriale....". La
ragazza lo guardò, perplessa, ritirò il giornale e indignata: "Ma che
dice, è matto ?". Si alzò e si allontanò da lui che, senza scomporsi,
rimase seduto sulla sedia della sala d'attesa, sorridendo cordialmente. Una ragazza mora, con i capelli lunghi ed il camice da infermiera lo chiamò: "Signor Baglu, è il suo turno, venga !" "La ringrazio, buongiorno. Dove mi metto, lì ?" "Sì, prego, si sieda e allunghi il braccio qui sul lettino" "Non devo mica togliere l'orologio ?" "No,
non serve" "Ma, mi dica...Alessandra vero ? Lo vedo qui, sul suo
tesserino. E' un po' una mia fissa quella di leggere i tesserini, di
conoscere i nomi di chi mi sta di fronte..." Alessandra gli sorrise: "Guardi, però, non abbiamo molto tempo...Devo farle il prelievo e c'è altra gente" "Sì lo so. La gente è piena di impegni, di problemi...Ma lei pensa che non ne abbia anch'io ?" "Di impegni ?" "No, di problemi" "Non so..." "Ecco,
no, le dicevo. Mi piacciono molto le sue scarpe, con il tacco, verdi, eleganti, proprio adatte a lei.
Le osservavo già appena sono entrato. Verdi...però è curioso per una ragazza
giovane come lei, forse, no ?" "Veramente...beh, oggi è il mio compleanno" "Auguri allora ! Ma che c'entra ? Vuole dire che lei non è giovane ?" "Beh" "Mannò,
dai, lasci stare. Non mi interessa la sua età, ma per me lei è giovane.
Che poi cosa vuol dire oggi essere giovani ? Prendiamo me, anzi, no,
prendiamo lei, che avrà più o meno la mia età.
Lei lavora qui come infermiera, ma là fuori ? Là fuori che fanno i
ragazzi della nostra generazione ?" "Eh, soccazzi...scusi la volgarità" "No,
infatti, infatti, ha detto bene: soccazzi ! Ma lo sa che a me già lo
dicevano a sei anni ? Già quando avevo sei anni mi prospettavano il
futuro della mia generazione. Che poi noi siamo anche giovani, però dopo
i trent'anni chi è più giovane, in verità ? Nessuno. Solo a noi, della
nostra generazione, ci chiamano ancora giovani ! E lo sa chi ci chiama così ? Quelli che oggi hanno il culo al caldo ! E ora scusi lei, la mia volgarità." "Signor Baglu, lei è molto simpatico però...devo farle il prelievo, fuori c'è la fila" "No,
vabè, io la ringrazio, anzi, ti ringrazio, permettimi, Alessandra.
Arrivederci, ciao, lasciamo perdere, oggi no, il prelievo proprio no". Baglu le sorride, la ragazza risponde al sorriso. Stranamente, lei, non pensa proprio che lui sia matto. Anzi. Lo si nota dallo sguardo sul quale, la telecamera, fa un primissimo piano, prima dei titoli di coda e della colonna sonora di chiusura.
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29 novembre 2010
"Consigli surRenali per venire a patti con chiunque. Tranne che con la vostra coscienza" by Baglu
Non scrivete mai la verità su qualcuno, specialmente se questa
corrisponde esattamente alla verità dei fatti per come si presentano di
fronte anche ad un imbecille. Qualcuno, infatti, potrebbe dirvi che
siete saccenti, ignoranti o - peggio - avete la penna in vendita (o in
affitto) oppure cercate notorietà.
Se, ad esempio, il Re è nudo: evitate di farglielo notare.
Dategli semplicemente ragione ed elogiatelo per il bell'abito che...ehm..."indossa".
Se dovete fare una recensione siate sempre lusinghieri e benevoli,
ovvero non criticate mai negativamente il libro che andate recensendo
anche se questo è robaccia o, meglio, roba buona solo a nettarsi il
deretano.
Diversamente l'autore vi accuserà di non averlo letto o, peggio, di
incompetenza e vi additerà come incapace persino a leggere libri o,
peggio, a nettarvi il deretano.
Se ricevete l'apprezzamento di qualcuno che, magari, così, per simpatia,
decide di pubblicare ciò che avete scritto, RIFIUTATE ! Qualcuno,
dotato di particolare "UMILTA'" potrebbe accusarvi di dossieraggio, di
killeraggio, di aggiotaggio, di primomaggio !
Se è la festa del lavoro vi consigliamo dunque di passarla a letto. Se è
un qualsiasi altro giorno della settimana, ANCHE ! Ogni cosa che
scriverete potrà essere usata contro di voi ed ogni singola lettera
digitata potrebbe causarvi particolari disturbi gastrointestinali.
Anche se conoscete discretamente bene un argomento o, magari, lo sapete
anche a menadito o magari ne siete così curiosi da averlo approfontito
per anni: evitate di esprimere un'opinione in merito o, peggio, di
parlarne, di scriverne, di discettarne.
Rischierete altrimenti di farvi dare del "tuttologo" o, peggio, dell'"indemoniato".
Già che ci siete, evitate di esprimere opinioni, specie se ben
argomentate: non sarete mai abbastanza titolati a farlo quanto qualcun
altro.
Qualcuno o qualcun altro sono il vostro Dio.
Voi stessi siete il vostro Satana.
Purificatevi, spurgatevi. E ricordatevi di nettarvi il deretano con
particolare cura (se sapete leggere e recensire un libro come si deve
!!!!).
Non scrivete mai consigli surRenali. Qualcuno potrebbe adontarsene.
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14 dicembre 2009
Solidarietà al Presidente del Consiglio
Non sono uso intervenire, nè amo farlo, nelle tematiche "mediatiche" e
questo per una precisa scelta comunicativa che ho sempre voluto seguire
in cinque anni ed oltre di blog.
Purtuttavia - quando in un Paese democratico o che si vorrebbe tale, è
di scena la barbara violenza - non è possibile non focalizzare
l'attenzione su di essa.
Vorrei dunque esprimere tutta la solidarietà di questo blog al
Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi per la triste aggressione
che ha subito.
Che essa sia frutto del gesto di un folle non ci piove. Purtuttavia la
Storia è piena di gesti di folli che hanno fatto scoccare la scintilla
di guerre e sommosse.
Il nostro Paese, già faticosamente uscito dalla seconda guerra
mondiale, già provato da presunti "golpe" alla fine degli anni '70 come
quelli nei quali si accusarono ingiustamente gli eroi antifascisti
Edgardo Sogno e Randolfo Pacciardi e da una falsa rivoluzione
giustizialista - negli anni '90 - che lo ha privato degli unici cinque
partiti democratici che l'abbiano mai governato, non ha certo bisogno
di ulteriori scossoni.
Non vogliamo aggiungere altro a parte la necessità di un rasserenamento
dei toni, nonché l'isolamento politico di quelle forze partitiche che da
troppo tempo tendono ad esasperarli.
 Luca Bagatin
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17 luglio 2008
LA DOTTRINA DEL DISPREZZO by Peter Boom
LA DOTTRINA DEL DISPREZZO by Peter Boom Sono nero, giallo, bruno, meticcio, bianco
albino. Sono un ebreo, sono vecchio, malato, bambino. Sono arabo, sono
nato nel Sud, di un'altra religione, di nessuna religione.
Sono
omosessuale, cieco e amo la natura. Non so chi è mio padre, mia madre forse
puttana. Sono donna, sono povero, sono paria e handicappato. La mia sedia a
rotelle è questa società.
Sono un indiano, e sono meno di te e son
strano, diverso. La mia squadra di calcio non è la tua. Peccato. Porto i
capelli fuori moda e vestiti rattoppati. Sono un animale, una pianta e
rispetto la natura. Sono tutto questo, sono la maggioranza! E poi sono
razzista, ma solo con i razzisti!
THE
DOCTRINE OF CONTEMPT by Peter Boom
I'm black, yellow, brown, halfbreed, albino
white. I'm old, I'm a Jew, I'm ill, only a child. I'm an Arab, born in the
South, of another religion, of no religion.
I'm blind, homosexual, and
I love nature. I don't know my father, my mother perhaps a whore. I'm a
woman, I'm poor, I'm a pariah and handicapped, my wheelchair is this
society.
I'm an indian, I'm less than you and I'm strange,
different. My soccerclub is not yours, sorry. My haircut is out of fashion
and my clothes are patched. I'm an animal, a plant and I respect
nature. I'm all this, I'm the majority. And then... I'm a racist, but only
with racists.
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11 dicembre 2007
"CAPOLINEA" cortometraggio by Luca Bagatin
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