20 ottobre 2007
ANDREA G. PINKETTS: l'Uomo, lo Scrittore, il Mito, ma soprattutto....
   Ho conosciuto Andrea G. Pinketts alcuni anni fa. Il come ed il perché non è il caso di riferirlo. Ad
ogni modo si sappia che entrambi avevamo (ed abbiamo) una passione
sfrenata per la scrittura, le donne, il fumo e le armi da fuoco
(esattamente in questo ordine). Ho conosciuto, dicevo, Andrea G. (la
G sta per "Genius") Pinketts al Trottoir di Milano, nella centralissima
Piazza XXIV Maggio, zona Navigli. Correva l'anno....e beato lui (o esso che dir si voglia !) che correva: per quel che mi riguarda non c'ho più
fiato (colpa delle mie sigarette al mentolo ?). Io ed Andrea
fraterniazzammo subito e ci scambiammo persino i numeri di telefono ed
un paio di racconti (oltre a qualche dritta e financo a qualche
manrovescio a causa del fatto che stavo corteggiando l'allora sua
baby-fidanzata Maria Carla XXX, figlia di un noto editore lombardo). Di
Andrea sapevo tutto quel che mi bastava per instaurare un rapporto, se
non d'amicizia, quantomeno di rispetto reciproco: lo leggevo sin dal
1991, quando avevo 12 anni e lui ne aveva 30 ed era agli inizi della
carriera e Maurizio Costanzo, quando ancora sembrava un giornalista (semi)serio, lo intervistava al suo storico "Show". Irrequieto ed insofferente delle costrizioni, adolescente, il Nostro, venne espulso dal liceo. Cosa
che rischiai anch'io in quanto insofferente ai bulletti di quartiere ai
quali debitamente riversavo tutte le sedie ed i tavoli che mi passavano
a tiro: non ero fisicamente forzuto, ma certo non ero parco quanto ad
effetti speciali. Prima di diventare scrittore di gialli e noir, il
nostro amico Pinketts è stato fotomodello, attore di fotoromanzi,
istruttore di arti marziali e giornalista investigativo. E tutto ciò in
meno di 30 anni di vita. Il sottoscritto, pur appartenendo alla
generazione successiva, in 28 anni di vita, è stato: ragioniere,
callcenterista, segretario di partito, giornalista free lance, autore
di prefazioni e financo collaboratore del Comitato per i Diritti Civili
delle Prostitute fondato in Pordenone nei primissimi e mitici anni '80.
E' il caso di dire che potevo benissimo fargli concorrenza ! La
cosa che, a parer mio, rende maggiore onore ad Andrea G. Pinketts
risale al 1992, anno in cui il comune di Cattolica gli ha riconosciuto
il titolo di sceriffo con delibera della Giunta numero 8636 perché
indagasse sulle infiltrazioni camorristiche della riviera adriatica e
le cui indagini portarono a ben 106 arresti. Dal 1991 ad oggi ho
letto praticamente tutti i suoi gialli che si ispirano pressoché
totalmente alle sue inchieste giornalistiche di "nera": da "Lazzaro
vieni fuori" a "Il vizio dell'agnello" passando per "Il senso della
frase", "Il conto dell'ultima cena", "L'assenza dell'assenzio",
"Fuggevole turchese", "Nonostante Clizia" e "Sangue di yogurt". Mi
manca solo il suo ultimo "Ho fatto giardino", per il semplice fatto che
è l'ultimo prodotto neuronale del Vate, e, rispetto agli ultimi, da
immodesto quale sono, preferisco di gran lunga i penultimi. Quantomeno
in oridne di pubblicazione, come ad esempio "L'ultimo dei neuroni", una
raccolta di racconti dei pellerossa del cervello pinkettsiano. Il
linguaggio e lo stile frizzante dei romanzi, ha reso Pinketts uno
dei migliori scrittori e giallisti postmoderni. E, cosa curiosa, sono
scritti tutti quanti fra una pinta di birra e l'altra al Trottoir,
locale milanese di cui all'inizio di questo articolo. L'ultima volta
che ho incontrato il Vate è stato allo Smouth di Via Buonarroti (sempre
a Milano, che è l'unica città che riesce veramente ad entusiasmarmi e
ad ispirarmi): barba incolta e nervosismo a fior di pelle. Era il
giorno di Pasqua, se non ricordo male, ed era appena tornato da Asti in
cui stava recitando "Zoe", un film di Giuseppe Varlotta che forse
uscirà (se uscirà) la prossima primavera. Un film inaspettatamente
drammatico ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale con Francesco Baccini, Serena Grandi e Bebo Storti. Abbiamo
parlato del più e del meno: del nuovo e prossimo romanzo ("Depilando Pilar")
che forse non vedrà mai la luce a causa dei numerosi impegni
(oltre al film in questione ci sono anche le continue pinkettsiane scorribande
televisive sull'Italia sul Due e su Markette di Chiambretti ove, come
dice lui stesso, "faccio il valletto di me stesso"); della mia ex
ragazza che mi ha lasciato (e che lui conobbe il novembre dell'anno
prima); del fatto che odia farsi crescere la barba e del suo amico Pogo
il Dritto che è ricoverato in clinica a curarsi la psoriasi. Ovviamente
abbiamo anche parlato di letteratura in senso stretto ed in particolare
di Raul Montanari, il giallista che ha recentemente curato un'antologia
dall'evocativo titolo "Incubi" edita da Baldini & Castoldi. Concludendo,
Andrea G. Pinketts è certamente una persona dalla quale non comprerei
mai un'utilitaria, purttuttavia sono certo che nemmeno lui farebbe lo
stesso da me. Proseguiamo così entrambi per le nostre strade, a
scrivere e ad evocare "mostri" di una quotidianità zeppa di cronaca, se
non proprio "grigia", quantomeno "nera". In attesa del giorno del pregiudizio, se mai verrà.
 Luca Bagatin
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