7 giugno 2008
Antiproibizionismo In/Coscienza
Sabato 26 luglio 1997: si parte con
la fondazione del comitato In/Coscienza per l'uso legale della canapa
indiana, ovvero della Cannabis ! Pordenone è una città notoriamente bigotta e storicamente clericale. Oggi come
ieri. I primi tavoli di raccolta firme per la legalizzazione della
cannabis e dei suoi derivati li ho organizzati a 17 anni, assieme ad alcuni
radicali del Club Pannella Riformatori. Pochi, pochissimi risultati allora. Ci voleva quindi un'idea nuova,
trasversale, che coinvolgesse il mondo della cultura oltre che quello della politica.
Così, nell'estate del '97 ho avuto l'idea, assieme ad altri amici, di
fondare un comitato antiproibizionista per diffondere proprio la
cultura della regolamentazione delle non-droghe.
Era un pomeriggio dal sole cocente. Era appunto il 26 luglio 1997
quando il sottoscritto, allora portavoce dei Giovani della Federazione
dei Verdi (quando i Verdi non erano rossi, bensì liberali), il radicale
John Fischetti (oggi nel direttivo nazionale dell'Associazione Luca
Coscioni per la libertà della ricerca scientifica), l'allora Presidente
della Sinistra Giovanile pordenonese Massimiliano Santarossa (che oggi
ha abbandonato la politica e ha recentemente dato alle stampe un libro
sull'emarginazione giovanile a Pordenone. Peraltro da me recensito per
l'Opinione delle Libertà) e
l'indipendente Andrea Satta (di cui si sono perse le tracce...) ci
siamo riuniti nell'allora sede provinciale dei Verdi per
gettare le basi dell'associazione. Il nome fu scelto da John:
In/Coscienza, ovvero un gruppo di "coscienti incoscienti" capaci di
sfidare, mettendosi in gioco, il bigottismo locale raccogliendo
adesioni trasversali. Il tutto con il principale scopo di spiegare i
motivi del perché oggi si muore di proibizionismo sulle droghe e sulle non-droghe. Un proibizionismo
antiscientifico che genera scippi, rapine, carcere, prostituzione,
mafia, criminalità d'ogni genere.
Dopo qualche settimana dalla fondazione di In/Coscienza, ricevemmo la chiamata da parte di una rete televisiva locale,
"Canale 55", per un'intervista concordata: il velo d'indifferenza era rotto !
Nei mesi successivi organizzammo tavoli di raccolta firme a sostegno
della proposta di legge antiproibizionista depositata alla Camera dall'allora
Sottosegretario verde Franco Corleone, osteggiata dalla destra, dal
centro cattolico e dalla sinistra più retrograda (oggi diremmo dal Partito Democratico). Nonché dall'allora
Presidente del Consiglio Mortadellone-Prodi (di cui oggi, per fortuna, non sentiamo più parlare). Con i nostri tavoli
scendemmo in piazza, ma anche ai concerti locali, alle feste paesane ecc...e raccogliemmo, in poco tempo, oltre che adesioni
trasversali di cittadini (ma anche di politici da Rifondazione
Comunista sino a Forza Italia), anche fondi per le nostre campagne
politico-culturali: 300.000 lire in tutto in neanche una settimana.
Nei mesi successivi fummo invitati a dibattiti pubblici e
televisivi a
"Canale 55" "contro" i giovani di AN, proibizionisti ed oscurantisti da
sempre. Ricordo ancora quando io, emozionatissimo e visibilmente
paonazzo in volto,
assieme ad Andrea Satta, in diretta, tenevamo testa con umiltà alle
argomentazioni prive di fondatezza scientifica dei giovani aennini.
Noi non contrapponevamo lo "spinello libero" all'ordine costituito come
spesso faceva la "sinistra de noantri", assolutamente no !
Contrapponevamo invece lo spinello LEGALE all'illegalità politica e
comune di
un proibizionismo che si fonda solo sulla morale individuale, che,
appunto, in quanto individuale, è opinabile e non può essere fatta
valere indiscriminatamente per tutti. Inoltre affermavamo che proprio
l'Unione Europea stanziò fondi per la coltivazione di cannabis ad uso
industriale per la produzione di carburanti meno inquinanti dei
derivati del petrolio, di cordami, saponi, fibre sintetiche come
avviene in Svizzera e in Olanda e poi, come dimenticare i malati di
tumore che alleviano le loro sofferenze attraverso l'uso della canapa
indiana? E lo fanno anche in Italia. Illegalmente: come sempre.
Le nostre battaglie giunsero sino ai banchi del Consiglio Comunale
attraverso una mozione che avrebbe impegnato il Comune di Pordenone a
farsi portavoce in Parlamento della proposta di legge per la
regolamentazione delle non-droghe. Una mozione libertaria e liberale,
presentata proprio dall'allora liberale Sergio Bolzonello (oggi Sindaco
di
Pordenone nella giunta di centrosinistra, che tuttavia ha abbandonato
ogni residuo di liberalismo approssimandosi invece al
"democristianesimo"). Pochi i voti a sostegno, a
dire il vero, ma, ce l'aspettavamo. L'obiettivo in ogni caso fu
raggiunto: il voto favorevole di ben due leghisti (la Lega aveva la
maggioranza assoluta del Consiglio Comunale!) e l'astensione del
Presidente del Consiglio Comunale (leghista anche lui). Avevamo scovato
qualche "anima laica" anche nella Lega, al punto tale che uno dei
Consiglieri, il giovane Davide Scaglia, si iscrisse al nostro comitato.
Che fine ha fatto oggi il comitato In/Coscienza? I suoi quattro
militanti-fondatori principali oggi hanno preso strade e percorsi
diversi. Le battaglie proseguono in altri settori, in altri ambiti. Fu una stagione assolutamente positiva, certo. Ahinoi non più ripetuta. Ammetto
che oggi, molto più di ieri, ho una sostanziale fiducia in Silvio
Berlusconi e nel suo Governo. Negli ultimi anni mi sono anche
avvicinato ed oggi iscritto al Partito Repubblicano Italiano - partito
storico fondato nel 1895 e continuatore del Partito d'Azione di
mazziniana memoria - che è suo laicissimo e fido alleato, pur con ampia
autonomia di azione. Ho fiducia, certo, visti i primi provvedimenti di stampo liberal-riformatore dei Ministri Sacconi e Brunetta ed in parte di Tremonti. Però
sono pronto subito a "bacchettare" Berlusconi per essersi chinato, come
altri hanno fatto prima di lui, di fronte alle richieste del Papa dei
cattolici: simbolo di quel clericalismo che ha ridotto l'Italia ad
essere un Paese non ancora del tutto uscito dal Medioevo. E' una
vergogna che ancora la nostra legislazione sia proibizionista in tema
di non-droghe (specie alla luce del fallimento della Legge
Fini-Giovanardi e prima ancora della Iervolino-Vassalli). Lo è ancor di
più il fatto che il Premier in carica rassicuri il Vaticano sullo
stanziamento di fondi alle scuole private confessionali (un vero
insulto in barba alla scuola pubblica ed autenticamente democratica di
ispirazione repubblicana e mazziniana). E
ci auguriamo davvero che il sig. Ratzinger, Papa dei cattolici, non
riesca ad influenzare così tanto la politica italiana da giungere ad
una modifica della legge sull'aborto e che renda ancor più restrittiva
la legge sulla procreazione assistita. Sarebbe una sconfitta per lo
stesso Berlusconi neo-riformatore. E l'Italia si renderebbe ancora una
volta ridicola ed anacronistica di fronte all'Occidente democratico. Anime laiche ed antiproibizioniste urgono, tanto al governo quanto all'opposizione, oltre che in tutto il Paese.
 Luca
Bagatin
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