1 agosto 2013
Riflessione sull'amore e sul senso dei sensi
L’amore non è l’incontro di due corpi, ma la fusione di due quintessenze.
Può accadere che due esseri non si siano mai sfiorati nemmeno con un
dito, eppure possano sentire tra loro un legame potente,
indistruttibile; altri, invece, pur dormendo da anni nello stesso letto si sentono soli, estranei l’uno all’altro. Quando due esseri si amano veramente, niente e nessuno può separarli. Anche se ci fossero migliaia di chilometri tra loro, in realtà essi sono sempre insieme. Nonostante i muri, nonostante le montagne e gli oceani, essi sono insieme, perché ciò che vivono si trova così in alto, da sfuggire alle limitazioni del piano fisico.
(Omraam Mikhaël Aïvanhov)
 Questo celebre discorso del pedagogo e spiritualista bulgaro Omraam Mikhaël Aïvanhov, mi ha fatto affiorare una riflessione.
Il fulcro dell'amore è nella "fusione di due quintessenze". Ove i
termini "fusione", "due" e "quintessenze" non sono affatto utilizzati a
caso. In assenza della "fusione delle quintessenze", in particolare, non c'è amore.
So di detenuti che vivono storie bellissime con persone che non hanno
mai conosciuto, ma con le quali mantengono da anni profonde
corrispondenze e la stessa cosa accade anche ad alcuni disabili che
conosco. La stessa cosa accadeva nei secoli passati. Avete mai letto
delle raccolte di epistole fra due amanti, che so, del XVIII o del XIX
secolo ? Purtroppo abbiamo perduto
il piacere di "immaginare", "leggere fra le righe", andare oltre. Oltre
tutto, anche la materialità. Abbiamo perduto il piacere per la metafora e
per la sottile ironia. Siamo talmente privi di fantasia che
necessitiamo di "stimoli esterni". Che, non a caso, non sono mai eterni.
E' così che i nostri sensi - ormai quasi tutti - si sono addormentati
ed abbiamo procreato un mondo avvelenato, brutto, insipido, senza amore e
senza senso. "Senso", non a caso.
Luca Bagatin
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