Martin Rua è un amico, collega blogger e scrittore che conosco
da dieci anni.
Ci incrociammo sul web, attraverso i rispettivi blog, quando egli -
prima di aprire il sito ufficiale www.martinrua.com - curava il suo
mitico primissimo blog www.martinrua.ilcannocchiale.it con lo scopo
primario di divulgare il materiale narrativo che, allora, teneva nel
cassetto e che meditava di far pubblicare.
Nel 2008 vi riuscì,
finalmente, con "L'Ombra d'Argento", un bellissimo thriller
edito dalla A&B, con prefazione del prof. Luigi Pruneti, attuale
Gran Maestro della Gran Loggia d'Italia degli ALAM, ove alchimia,
massoneria e lotta al nazismo si fondevano.
Oggi, Martin, dopo
successi editoriali in e-book quali "La luna di sabbia" e
"Il Codice Baphomet", che hanno avuto oltre diecimila
scaricamenti sul web, è approdato alla Newton Compton, la quale gli
ha pubblicato il bel tomo cartonato dal titolo "Le nove chiavi
dell'antiquario" e dove il protagonista è, ancora una volta, un
antiquario napoletano aderente alla Massoneria, ovvero Lorenzo
Aragona.
Lorenzo Aragona, nel
primo volume della Parthenope Trilogy, così come il Martin Rua de
"L'Ombra d'Argento", dovrà scongiurare l'avvento della
Nuova Thule, ovvero un'organizzazione neonazista mai scomparsa dalla
fine della Seconda Guerra Mondiale, la quale ha l'obiettivo di
ricostituire il Reich.
In "Le nove chiavi dell'antiquario" la Thule vorrà
impossessarsi del mitologico Baphomet dei Cavalieri Templari, nel
quale è racchiuso il Guardiano della Soglia, altra figura mitica di
cui parlò, per la prima volta, lo scrittore ottocentesco Edward
Bulwer-Lytton nel suo "Zanoni".
Ma
a che scopo risvegliare il Guardiano della Soglia ? E che cosa c'entra
l'antiquario massone Lorenzo Aragona in questa vicenda ?
Fra
Napoli, Kiev, Zurigo e Roma, il romanzo di Martin Rua si snoda su tre
livelli narrativo-temporali: la Gerusalemme dei Templari, la Berlino
del 1945 e i giorni nostri in un susseguirsi di colpi di scena, donne
affascinanti, enigmatiche e tutt'altro che docili e personaggi
alquanto bizzarri.
Lungi
dal voler svelare altri arcani del romanzo, oggi ho il piacere e
l'onore di intervistare, per la prima volta e in esclusiva, l'amico
Martin.
Lua Bagatin: Iniziasti come
blogger, nel 2004, proprio per promuovere i tuoi primi scritti. Ne è passata di acqua sotto i ponti,
da allora...
Martin Rua: Eh sì,
sono decisamente più vecchio di allora ! E di certo più consapevole
di limiti e capacità.
Luca Bagatin: Come è nata la
tua passione per la scrittura, il mistero, l'esoterismo?
Martin Rua: Le tre
cose non sono necessariamente collegate. Ho iniziato a scrivere da
piccolo, prima soprattutto poesie, poi anche racconti e infine
romanzi. La passione per il mistero l’ho sempre avuta e poi, a un
certo punto, ho trovato nelle discipline esoteriche un ulteriore
approfondimento.
Luca Bagatin: Quanto ha
influenzato la tua conoscenza della Massoneria nella stesura dei tuoi
romanzi?
Martin Rua: Parecchio direi, tanto che il mio
protagonista, Lorenzo Aragona, è egli stesso massone, anche se
questa sua appartenenza verrà fuori di più nei romanzi successivi.
Luca Bagatin: Come ti spieghi il
successo senza precedenti di titoli come “La luna di sabbia” e
“Il Codice Baphomet”, tutti pubblicati in formato e-book ?
Martin Rua: In realtà il
vero boom l’ho avuto con “Il Codice Baphomet” – che poi
sarebbe una versione meno curata de “Le nove chiavi
dell’antiquario”. Mi sono sempre spiegato il successo come una
combinazione di tre elementi: una buona storia, una bella copertina,
un prezzo interessante.
Luca Bagatin: Pensi che gli
e-book surclasseranno i libri tradizionali?
Martin Rua: Fintanto che ci
saranno tradizionalisti come te, no ! (ride).
Scherzi a parte, non credo proprio, ma stanno comunque guadagnando
terreno. Vanno tenuti in considerazione.
Luca Bagatin: E' vero che sei
un “alchimista operativo”? Ovvero?
Martin Rua: Non è
esattamente così. Mi appassiona l’alchimia, quella vera, quella da
laboratorio e i libri che leggo sono quelli scritti da alchimisti che
materialmente lavoravano ai fornelli nei loro laboratori. Questo però
non vuol dire che lo faccia anche io. Almeno non ancora. Ho molto da
imparare.
Luca Bagatin: Nel tuo ultimo
romanzo “Le nove chiavi dell'antiquario” si parla sia di
Massoneria che di Templari. Tematiche che, negli ultimi anni,
sembrano andare per la maggiore. Come te lo spieghi?
Martin Rua: Sono due
argomenti che portano con sé un bagaglio di segreti e misteri. Due
elementi che affascinano l’uomo da sempre. Mettili insieme e
ottieni una miscela esplosiva.
Luca Bagatin: A tuo parere i
massoni speculativi odierni sono davvero gli eredi degli antichi
Templari?
Martin Rua: No, e chi
lo pensa è un illuso. Primo perché i Templari sono ufficialmente
finiti nel 1314. Secondo perché dei massoni speculativi di oggi
credo che pochi abbiano ancora le conoscenze esoteriche di un tempo.
Detto questo, però, sono convinto che esistano ancora iniziati, in
giro per il mondo, che sanno più di quello che noi sappiamo sulla
reale conoscenza dei Templari. E questi iniziati possono anche essere
massoni, ma non necessariamente. La Massoneria è una via, un metodo
per avvicinarsi all’illuminazione. Ma è “un” metodo, non “il”
metodo.
Luca Bagatin: Il tuo primo
romanzo, “L'ombra d'argento”, ha avuto come protagonista te
stesso. Oggi Martin Rua sembra aver ceduto il passo all'antiquario
massone napoletano Lorenzo Aragona, come mai questa modifica?
Martin Rua: Per
evitare una certa confusione tra autore e protagonista. Meglio tenere
le due cose separate. Almeno per ora !
Luca Bagatin: Che cos'è, per te, la Massoneria
oggi ?
Martin Rua: Ho un'idea di Massoneria abbastanza
idealizzata e sicuramente lontana da tutti gli stereotipi
complottisti così in voga. La Massoneria è una scuola iniziatica,
insegna un metodo per migliorarsi. Ma è anche una degli ultimi
depositari di antiche tradizioni esoteriche, ormai quasi scomparse.
Da questo punto di vista i massoni hanno la grande responsabilità di
"custodi".

Luca Bagatin