18 dicembre 2013
Risposta della Segreteria di FARE per Fermare il Declino al mio articolo/proposta di alcuni giorni fa. Ovvero: FARE PER FERMARE IL DECLINO "versus" AMORE E LIBERTA'
Oggi la Segreteria di FARE per Fermare il Declino ha risposto al mio articolo/proposta di qualche giorno fa relativo alle scelte politiche di Michele Boldrin e del movimento da lui presieduto. Di seguito la risposta a firma di Costantino De Blasi, membro della Direzione nazionale di FARE e la mia controreplica.
L.B.
Missiva di Costantino De Blasi per conto della Segreteria Nazionale di FARE per Fermare il Declino

Caro Luca,
confesso che alcuni passaggi della tua
lettera,la stessa vedo pubblicata sul tuo blog, mi lasciano perplesso.
Accanto a giuste riserve, quelle ad esempio sull'alleanza con partiti
che hanno attraversato la prima e la seconda repubblica e sulla quale
tornerò dopo, mi sfugge il senso dell'alternativa che proponi. Quello
che intuisco è che la tua proposta consta di una sorta di velleitarismo
antipartitico che ponga Fare al di fuori dell'agone politico (fai
riferimento all'Agorà greca) altrimenti Boldrin sarà destinato all'oblio
della memoria. Ti invito a ragionare sull'impatto che ha avuto sino ad
ora Amore e Libertà e su quale seguito potrà in un futuro breve contare.
A me non sembra che questo tipo di azione in Italia sia mai riuscito ad
uscire dal perimetro di una sterile autoreferenzialità. Non vedo
inoltre sul tuo blog alcuna proposta politica concreta né alcun
tentativo di dare al Paese risposte ai tanti problemi, soprattutto
economici, che lo attanagliano.
Nel tuo invito scrivi "Per essere visibili non sono necessari finanziamenti. Basta darsi da fare nella quotidianità".
Noi
lo stiamo facendo. Ci stiamo dando da fare nella quotidianità
attraverso banchetti nelle piazze, incontri con il mondo delle partite
iva, ascolto delle istanze di fasce della popolazione che non ce la
fanno più a tirare avanti con uno Stato violento e confuso. Tutto questo
però costa. E costa non soltanto in termini economici ma anche sotto il
profilo del tempo che sottraiamo alle nostre famiglie e alle nostre
professioni, giacché tutti, dal coordinatore nazionale all'ultimo dei
tesserati, siamo dei volontari della politica. Le idee, caro Luca, hanno
bisogno di gambe su cui camminare e le gambe hanno sempre bisogno di
energia.
In
Italia, ma non solo in Italia, la politica si fa sia nelle strade che
nelle istituzioni perché se si facesse solo nelle strade o sui blog il
numero delle persone che ascolterebbero le tue idee sarebbe
inevitabilmente trascurabile.
Noi
pensiamo di avere buone idee; pensiamo di avere la lucida visione della
situazione economica e delle ricette per risolverla. Se limitassimo la
nostra azione alla sterile enunciazione delle stesse molti dei nostri
potenziali interlocutori ci accuserebbero, giustamente, di fare
filosofia a danno della realtà quotidiana.
Le alleanze.
Alcuni
dei partiti con cui stiamo dialogando hanno effettivamente visioni non
propriamente coincidenti con le nostre. Abbiamo però voluto provare a
superare le differenze per esaltare di contro le affinità e metterle a
valor comune. Non sappiamo se questo esperimento avrà successo. I primi
segnali ci dicono di si. Tuttavia sentiamo il dovere di rinunciare a un
poco del nostro particolare per poter essere più forti e rappresentare
una vera alternativa per il maggior numero possibile di elettori. In
questo senso Passera è stato fino ad ora uno degli interlocutori più
affini e affidabili, avendo condiviso la necessità di imprimere una vera
svolta alla politica italiana. Da parte sua c'è il vantaggio di
conoscere bene il funzionamento della macchina dello Stato e di aver
individuato le criticità strutturali. Contrariamente a quello che
affermi, è stato molto critico con il governo di cui ha fatto parte e ha
provato, dall'interno, a combatterne le politiche economiche. Per ora
questo ci basta. Nelle prossime settimane vedremo se anche lui dalla
teoria vorrà passare alla pratica. Se lo farà avremo un partner
affidabile e credibile con cui lavorare.
Mi fermo qui per ora, disponibile ad un ulteriore confronto
Cordialità

Costantino De Blasi
Membro della Direzione Nazionale di Fare per Fermare il Declino
Risposta di Luca Bagatin blogger, giornalista, Presidente fondatore di "Amore e Libertà"

Gentile Costantino,
innanzitutto permettimi di ringraziarti per questa tua risposta. L'articolo a cui ti riferisci, nella sua prima parte, vuole semplicemente fotografare una realtà. Una
realtà che, peraltro, ho vissuto in prima persona dal 1996 ad oggi,
ovvero da quando iniziai a fare politica nell'area laica, liberale,
libertaria e repubblicana. Una
realtà che, purtroppo, è diventata sterile ed autoreferenziale a causa
di ideologie che la maggior parte dei cittadini non conosce (e ciò è un
peccato e non a caso, da anni, propongo di istituire Fondazioni
culturali di alto profilo intellettuale, in luogo di partiti o movimenti
politici, affinché i giovani possano conoscere la Storia dei partiti
storici che hanno fatto grande questo Paese). Ed in particolare a causa
di dirigenti politici che, anziché inseguire il bene comune, ovvero il
buonsenso, hanno preferito o perseguire il proprio tornaconto personale
oppure scelte politiche senza alcun costrutto. In
passato lo abbiamo visto con i vari Poli Laici (di Taradash e Giovanni
Negri) e Case Laiche (di Diaconale e Giacalone), con le Rose nel Pugno
(di Pannella e Boselli) e, oggi, con quest'improvvisata alleanza di partitini. Sono
cose che sappiamo tutti come sono finite e mi ha davvero stupito che
una personalità estranea al mondo politico/partitico come Michele
Boldrin si sia lasciata prendere la mano in questo senso. Detto
ciò, passo a risponderti a quanto scrivi: tu mi scrivi "ti invito a
ragionare sull'impatto che ha avuto sino ad ora Amore e Libertà e su
quale seguito in futuro breve potrà contare". Il
punto è che le tue premesse sono errate. "Amore e Libertà", così come
scritto nel nostro Manifesto d'intenti, non ha di queste pretese. Anzi,
non ha alcuna pretesa. E' un pensatoio. Un pensatoio pubblico (anche con
tutta l'ironia del gioco di parole, poiché è l'ironia che ci fa
muovere, non c'erto la competizione). "Amore e Libertà" si limita a
veicolare proposte. Un elenco di proposte appannaggio di chiunque. Senza
chiedere danari. Senza essere o pretendere di essere un'organizzazione.
Come dico sempre: siamo un simbolo (quello di Anita Garibaldi e ciò che
la sua figura rappresenta, tutt'oggi, pur nell'ignoranza mediatica
generale) ed un manifesto. Non ambiamo ad essere più di questo. Nel
Manifesto d'intenti non ci sono risposte a tutto, certo. Non siamo né
una Chiesa né un Partito. Vorremmo solo stimolare le persona a ragionare
e a proporre. In
questo senso va la mia proposta a Michele Boldrin ad aderire a questo
Manifesto. Le sue idee economiche e sull'abolizione del diritto d'autore
sono preziose e non vanno sprecate/perdute confondendosi con la mera politica-partitica. Tutto
ciò che fate, confondendovi con i partiti e con i partitini, finirà per
essere vano. Per essere stata una mera perdita di tempo. Lo dico per
esserci già passato, ma, ad ogni modo, ciascuno è libero di seguire la
propria strada come meglio crede. Le
energie politiche, in questo Paese, sono mancate proprio a causa di una
classe politica e di un sistema politico-economico (Ron Paul negli USA
insegna, a proposito della sua denuncia del sistema FED) che ha frodato i
cittadini. Ed
in questo senso i cittadini si stanno disinteressando alla politica. E
lo stanno facendo anche coloro i quali, anni fa, alla politica hanno
dato importanti contributi. Non è antipolitica (che oggi è rappresentata
unicamente dalle forze che siedono in Parlamento), ma un dato di fatto.
Sembra che ciò vi sfugga completamente. Quantomeno oggi.
Allorquando
FARE fu costituito ricordo che scrissi un'entusiastico pezzo che
l'amico Cesare Lanza pubblicò sul suo sito ufficiale
(http://www.lamescolanza.com/Temp=2012/082012/oscar_giannino=010812.htm).
Allora, però, FARE sembrava un'altra cosa. Sembrava puntare sulla
società civile e non sulle alleanze partitocratiche (con partiti che
peraltro hanno rinnegato la loro Storia da quel dì, da Einaudi sino a
Mario Pannunzio...se qualcuno li ricorda ancora). Tu
mi scrivi che i primi segnali di quest'alleanza con i partitini
dimostrano che sarà un successo. Un successo di che cosa e di chi
(ammesso che riusciate a superare l'1%, che è la soglia massima alla
quale ragionevolmente potrete ambire) ? Sono decenni che si parla di "svolta", ma nessuno declina mai che cosa sia questa "svolta". La
vera svolta, io credo, dovrebbe essere una politica fatta d'amore e con
amore. Da persone consapevoli, libere, aperte da ogni condizionamento.
Da persone comuni che fanno ciò che fanno unicamente per passione.
Sull'esempio di Anita Garibaldi, che, peraltro, morì giovanissima per
difendere l'unica vera Repubblica democratica che questo Paese abbia mai
conosciuto, ovvero la Repubblica Romana (tradita dalla non-Repubblica
dei partiti antirisorgimentali e antilaici, nel 1948). Ti rinnovo ad ogni modo i ringraziamenti per questa tua missiva, a cui sarà mia cura dare
pubblicazione al fine di contribuire al dibattito. Dibattito al quale mi farebbe piacere partecipasse quanto prima anche Michele Boldrin. Con viva cordialità,  Luca Bagatin
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25 febbraio 2013
Fine della politica. Evoluzione della Coscienza.
Non so, non sappiamo, forse nemmeno immaginiamo come siano o possano
essere andate queste elezioni politiche invernali, a poche ore di
risultati definitivi. Ciò che sappiamo è che questa campagna
elettorale ci ha delusi profondamente. Non abbiamo visto alcun
entusiasmo di piazza, escluso quello mediatico-indottrinatorio di Beppe
Grillo, che, a nostro parere, farà il pienone nelle urne a dimostrazione
di quanto sia facile, ancora una volta, imbrogliare ed imbrigliare le
masse (già imbrigliate ed imbrogliate dal Berlusconismo e dal
Cattocomunismo in questi ultimi
decenni). Abbiamo visto pochi manifesti; abbiamo sentito molti dire
che avrebbero votato "turandosi il naso", altri a dire che non
sarebbero andati a votare per la prima volta. Perché non si sarebbero
comunque sentiti rappresentati. Chi scrive è rimasto basito. Basito
dal comportamento di Oscar Giannino, alquanto poco comprensibile. Oltre
che basito dal comportamento di Luigi Zingales, a pochi giorni dal voto. Se non puoi fidarti nemmeno degli amici...si direbbe che tu
debba contare, ancora una volta, sulle tue forze. Sull'alternativa
politica, ovvero sull'alternativa controculturale alla politica.
Sull'utilizzo della politica per veicolare idee e progetti millenari di
Libertà e Liberazione. Questo solo ha, da sempre, un senso. Lo ha
avuto alla fine degli Anni '50, negli Anni '60 e '70 statunitensi,
attraverso le controculture letterarie ed artistiche Beatnik e Hippie
(Liberazione dal Militarismo, Liberazione Sessuale, Liberazione dal Dogma e dal Potere, Liberazione
Spirituale e riscoperta della Spiritualità Neopagana e Gnostica) e,
successivamente, negli Anni '80, con l'avvento del Cyberpunk, che ha
dato vita all'avvento del web e della comunicazione globale, svincolata
dai mass-media. Da sempre, in sostanza, gli autentici cabiamenti
coscienziali e sociali, non sono mai avvenuti attraverso la politica
tradizionale ("Se le elezioni cambiassero qualcosa non ce le
lascerebbero fare"- Mark Twain), bensì, attraverso singole intelligenze creative. Correnti artistiche, letterarie, erotiche, individualiste. Questo
blog, nel suo piccolo, ha sempre cercato, da quasi dieci anni a questa
parte - con ottime e poliedriche collaborazioni di alta qualità
artistica - di creare tale alternativa controculturale. Da eredi della trazione risorgimental-garibaldin-mazziniana e, quindi, Azionista, non molleremo !
 Luca Bagatin
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21 febbraio 2013
Elezioni del 24 e 25 febbraio 2013: l'appello all'EX VOTO di www.lucabagatin.ilcannocchiale.it (sposando così l'appello del Partito dell'Amore)
Mancano pochi giorni, ore, minuti, all'esercizio mediatico e mediocre di massa: il voto elettorale. Un
esercizio a
proposito del quale, il celebre scrittore ed umorista ottocentesco Mark
Twain, affermava: "Se le elezioni cambiassero qualcosa non ce le
lascerebbero fare". Ecco, beh, diciamo che noi alle elezioni, in tempi non sospetti, credevamo. Credevamo e
militavamo e, per molti versi, militiamo anche oggi. Ma non ci stracciamo più le vesti per nessuno. La vicenda che ha visto coinvolto Oscar Giannino è triste, ma lo è ancor più a causa del "fuoco amico
tafazziano" presente in FARE per Fermare il Declino. A proposito di
questo, proprio ieri, scrivemmo un'email indirizzata alla Segreteria
nazionale del movimento stesso, ad Oscar Giannino ed alla Segreteria di
FARE del
Friuli. Riportiamo, qui di seguito, il testo:
Buongiorno a tutti,
relativamente alla decisione presa dal
candidato Premier di FARE, Oscar Giannino, mi sento di esprimere,
brevemente, quanto segue. La vicenda è spiacevole, in sé, ma non
tanto per quel "master" che è sfuggito a Giannino nell'intervista che
ben tutti conosciamo ed abbiamo ascoltato. Quanto per l'uscita del prof.
Zingales, il quale, a pochi giorni dal voto, poteva risparmiarsela,
onde evitare di danneggiare non tanto o solo Giannino, quanto piuttosto
l'intero movimento FARE ed i suoi militanti. Questa storia del
"master", in sé, diciamocela, non è poi così grave. Possiamo intenderla
come una parola sfuggita a Giannino ? Oppure come un lapsus ? Oppure
come una innocente menzogna ? Ci sta tutto, ma, per favore, non
prendiamola così sul serio perché ciò significa e significherebbe
vanificare il lavoro svolto da luglio ad
oggi, oltre che dai fondatori del movimento, anche dei militanti di
FARE sparsi per l'Italia. Ora, posso esprimere solo la mia opinione
personale, in qualità di collaboratore di testate giornalistiche,
osservatore, studioso, scrittore, blogger e simpatizzante di FARE (oltre
che militante per qualche giorno): se Oscar Giannino rinuncerà al suo
seggio, non ha alcun senso votare. E non ha senso andare a votare,
perché significherebbe dare ragione ai Tafazzi che, a pochi giorni dal
voto, hanno danneggiato FARE. E significherebbe peraltro e pergiunta
avvalorare questo sistema corrotto e partitocratico. In questo senso: O GIANNINO IN PARLAMENTO O NIENTE. Con viva cordialità,
Luca Bagatin www.lucabagatin.ilcannocchiale.it
Per completezza, riportiamo anche la pur laconica risposta:
Salve,
grazie per il sostegno morale.
Se voi elettori ce ne darete la possibilità faremo del nostro meglio per portare a buon fine Il nostro programma.
Le auguro buona giornata. Team Fermare il declino Ora, al di là delle cose che dice o millanta dadaisticamente Oscar Giannino, la mia personale stima nei suoi confronti non viene né verrà meno. In
un mondo ed in un'Italia marcia - anche nel privato di ciascuno, oltre
che nel pubblico (aspetto che non va affatto sottovalutato, tutt'altro) -
e dunque in una politica che segue il suo putrido corso, queste facezie
gianniniane, fanno quantomeno sorridere. Oscar Giannino è e rimane
persona competente in campo economico e sociale, anche da autodidatta
(in effetti personalmente non avevo mai sentito di titoli a lui
attribuiti o auto-attribuiti). Autodidatta come chi scrive, peraltro,
aspetto rivendicato con orgoglio in un Paese ove tutti
hanno la laurea ma nessuno conosce né la Storia, né la
politica e/o altri aspetti dello scibile umano. Detto ciò, è notizia di ieri, Giannino ha dichiarato che, se eletto, rinuncierà al seggio parlamentare. Ha fatto bene ? Ha fatto male ? Non sta a me dirlo e/o giudicare tale decisione. La
decisione di questo blog è, di conseguenza, EX VOTO, in accordo -
peraltro - con l'invito del Partito dell'Amore, guidato dall'amico
Mauro Biuzzi, che intervistammo solo quache giorno fa. EX VOTO,
ovvero obiezione di coscienza al voto, in quanto, se proprio dovevamo
votare, lo avremmo fatto per mandare Oscar Giannino - e non altri,
magari cravattoni - in Parlamento. Di cravattoni non abbiamo bisogno. Di
lucidi folli di cultura pannunziana e pazzi melanconici - per citare
Gaetano Salvemini - sì, invece.
EX VOTO dunque perché:
Ci
rifiutamo di avvalorare questo sistema partitocratico ed
autoreferenziale, delle leggi elettorali incostitizuonali, con
sbarramenti, con liste elettorali bloccate.
Ci rifiutiamo
di avvalorare una politica-spettacolo mediatica e mediocre, che ha
fatto strage dei valori repubblicani e
risorgimentali sui quali fu fondata la Repubblica Romana del 1849 (e
non già la Repubblica Partitocratica e Cattocomunista del 1948, nella
quale non ci riconosciamo).
Ci rifiutiamo di prendere parte
all'indecoroso spettacolo eversivo che danno, da oltre un anno,
Berlusconi-Bersani-Monti, con l'avallo dei media, tutti pronti a dare la
parola a loro e solo a loro, in primis.
Ci rifiutiamo di dare
l'avallo a chi ha mal governato l'Italia negli ultimi vent'anni, dando
vita al Partito Unico Pd-PdL, oggi con il concorso montian-casinista. Auspichiamo una Repubblica fondata su valori di Democrazia Laica, Libertarismo,
Liberalsocialismo, Liberalismo, Amore Universale e senza distinzioni.
Auspichiamo
un sistema elettorale coerente, con il ritorno delle preferenze: o
maggioritario purissimo, ove il primo partito governa, senza
compromessi, oppure proporzionale purissimo, senza sbarramenti.
Auspichiamo l'elezione diretta del Presidente della Repubblica, con funzioni di governo ed al di fuori del sistema dei partiti.
Auspichiamo
la liberazione del mercato del lavoro (senza oppressioni
stataliste-classiste-bancarie), che è diretta emanazione delle lotte di
liberazione sessuale e sociale degli Anni '60 e '70, delle Generazioni
Beatnik, Hippie e Cyberpunk, pur nelle loro diversità e peculiarità.
Auspichiamo
la liberazione civile del nostro Paese: una legge per legalizzare
droghe e non droghe; introduca il matrimonio omosessuale; introduca il
diritto all'eutanasia ed al suicidio assistito, in pieno accordo con il
rispetto della volontà della singola persona
umana.
Auspichiamo tutto ciò e, forse, molto altro. In tutto
ciò, chi scrive, ha proposto la sua candidatura come consigliere
comunale al Partito Liberale Italiano, come indipendente, per le
elezioni amministrative di Roma del 26 e 27 maggio. Con quattro punti
concreti e senza fronzoli: recupero del verde pubblico; riduzione della
spesa pubblica improduttiva; costituzione dei Parchi dell'Amore; lotta
alla corruzione ad ogni livello. Crediamo ancora nel valore civico,
in particolare in aree metropolitane come quella di Roma, ove peraltro fu costituita la già citata Repubblica Romana, il 9
febbraio 1849. Non crediamo più nei partiti - in particolare quelli
storici riteniamo debbano diventare delle Fondazioni culturali - ma a
livello locale, piccole realtà ideali, possono ancora emergere dalla
cloaca dell'indistinzione mediatica.
Detto ciò, buon EX VOTO a tutti.
 Luca Bagatin
Tratto da www.partitodellamore.it/attivita/index.html#interviste
- 21 febbraio
- s. Eleonora
La nostra campagna dell'Ex Voto.
Il blogger Luca Bagatin,
dopo l’incidente di percorso di Oscar Giannino che lo
priva di un riferimento parlamentare, ha deciso di sostenere
la ns campagna Ex Voto da un punto di vista certamente
repubblicano e che, come tale, non possiamo che apprezzare.
Ha addirittura pubblicato il ns quadro programmatico
qui a sinistra.
Anche lui festeggia con Moana, con il PdA
e con gli italiani che non vogliono più dare a nessuno
la propria delega in bianco, una scommessa che abbiamo già
vinto!
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16 febbraio 2013
Alessandro De Nicola a Pordenone per spiegare come FARE per Fermare il Declino dell'Italia
Alessandro De Nicola, giurista e Presidente della Adam Smith Society -
associazione che si occupa della diffusione dei principi di libera
iniziativa economica e di libera concorrenza - oltre che fondatore del
movimento politico FARE per Fermare il Declino, è stato presente nella
città di Pordenone venerdì 15 febbraio scorso, per presentare il movimento che, alle elezioni
politiche del 24 febbraio, candida Oscar Giannino alla carica di
Premier. FARE per Fermare il Declino, come spiegato dal coordinatore
pordenonese Michele Daniel, non ha preso un solo euro di finanziamento
pubblico ai partiti, né intende prenderlo. Per questo, ogni candidato in
lista, ha versato una quota associativa allo scopo di autofinanziare il
movimento. Un movimento che, come spiegato da De Nicola, nasce dalla
buona volontà di sette
persone, fra giuristi, economisti e giornalisti economici fra cui Luigi
Zingales, Michele Boldrin e lo stesso Giannino, con lo scopo di
abbattere drasticamente la spesa pubblica e, successivamente, abbattere
drasticamente le imposte. Vere cause - spesa pubblica e imposte elevate - della recessione
economica e dell'impoverimento dei cittadini meno abbienti e meritevoli. "FARE per Fermare
il Declino è nato da un senso di angoscia" - ha spiegato De Nicola - da
parte di persone come noi, che non hanno mai fatto politica, ma che
hanno pensato ai propri figli, ormai condannati a cercare lavoro
all'estero in quanto, in Italia, il merito ed il talento sono
penalizzati". E così, il gruppo costitutivo di FARE per Fermare il Declino -
fra la fine di luglio e gli inizi di agosto 2012 - ha pagato degli spazi
pubblicitari sul Sole 24 Ore, Il Fatto Quotidiano, Il Gazzettino, Il
Mattino, il Messaggero di Roma ed Il Foglio, per diffondere dieci punti
concreti per abbattere la spesa pubblica e ridurre le imposte.
Nel giro di una settimana il movimento ha ricevuto ben 120.000 adesioni ed 85.000
euro di contributi volontari da singoli cittadini. E' chiaro che, FARE per
Fermare il Declino, non è un movimento improvvisato, "che parla a
vanvera come fanno Bersani, Berlusconi e Monti, proponendo di tutto e di
più", ha proseguito Alessandro De Nicola, ma un movimento che "propone
innanzitutto di togliere i 25 miliardi di sussidi statali alle imprese,
in modo da rompere il clientelismo fra imprese e politica; togliere
l'IRAP sulle imprese, permettendo loro di crescere ed assumere; ridurre
il carico pensionistico in quanto in Italia si spende ben il 17% del PIL
in particolare in pensioni d'oro a fronte del 13% in Francia e dell'11%
in Germania; abolire i 5.600 Comuni al di sotto dei 5.000 abitanti;
abolire le Comunità montane e le Province (in tutto riusciremo a
recuperare il 4,2% del PIL); vendere i beni immobili dello Stato, che
esso stesso mal amministra; vendere le aziende pubbliche". Questi, in
sostanza, i punti programmatici di FARE per Fermare il Declino che,
come ha concluso Alessandro De Nicola, ha anche lo scopo di
"cambiare il paradigma culturale, ovvero vogliamo un'Italia ove a
primeggiare siano il merito, l'opportunità, la concorrenza e la diffusione
della conoscenza, proprio per rispondere alle aspettative dei cittadini
più svantaggiati".
 Luca Bagatin
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30 gennaio 2013
Gli pseudo repubblicani (nucariani) stanno rasentando il ridicolo. Solo "Fermare il Declino" - oggi - può rappresentare la cultura mazziniana
L'essere presenti - alle imminenti elezioni politiche di febbraio - in
solo una o due regioni italiane e l'aver assistito alla fuga di eminenti
esponenti Repubblicani in favore del movimento liberale di Oscar
Giannino, evidentemente, all'ex Partito Repubblicano Italiano (oggi
Partito Nucara) brucia non poco. Ancora una volta Francesco Nucara,
ovvero il Segretario del suo personale partito, dalle colonne del suo
personale giornale, "La Voce Repubblicana", tuona contro il movimento di
Oscar Giannino "FARE per Fermare il Declino". Reo, a detta di Nucara,
di non aver voluto l'appoggio dell'ex PRI. Ora, ancora una volta
Nucara se la prende con l'Avvocato Alessandro De Nicola, ovvero uno dei
rappresentanti di FARE, affermando che egli non sarebbe stato né "serio"
né "chiaro". Ora, anche alla luce delle affermazioni del e
dei rappresentanti di FARE, la chiarezza appare lampante. La
risposta di De Nicola ed anche di Giannino, infatti, è ed è stata la
seguente: "se volete confluire nella nostra aggregazione sarete i
benvenuti". E' chiaro che, un movimento non ideologico e non
identitario come quello di Giannino, non poteva accettare un appoggio
tout court del Partito Repubblicano Italiano in quanto partito
ideologico. Molti Repubblicani mazziniani storici e non solo (la gran
parte dei quali dimessisi anche dalla Direzione Nazionale del PRI) lo
hanno compreso ed infatti hanno deciso di aderire al movimento di
Giannino. Abbandonando Nucara al suo destino. Ciò a Nucara può anche dispiacere, ma è la logica conseguenza dei fatti. La
"fuga dei cervelli" Repubblicani è logica conseguenza dell'immobilismo
del partito di Nucara, ormai autoreferenziale, subalterno a Berlusconi e
inconcludente in termini di proposte politiche. Lo scriviamo da oltre
un anno ed oggi siamo lieti che autorevoli
personalità Repubblicane - quali ad esempio il prof. Riccardo Gallo -
stiano iniziando a comprenderlo. Oscar Giannino, lo dicemmo anni fa,
avrebbe meritato la Segreteria Nazionale del PRI. Avrebbe potuto
trasformare il partito, mantenendone la memoria storica, e fondare
un'aggregazione più ampia ed aperta alla società civile. Non
potendolo fare nel PRI - capitanato da oltre dieci anni da Francesco
Nucara (e qui è anche responsabilità della stragrande maggioranza degli
iscritti repubblicani aver dato carta bianca a costui per tutti questi
anni) - ha deciso di fondare un movimento aperto: FARE per Fermare il
Declino, al quale aderiscono eminenti studiosi, economisti, persone del
mondo del lavoro, dell'impresa e della società civile. Tutta gente, in
sostanza, che - a differenza dei parlamentari "nucariani" - non ha mai
vissuto alle spalle del contribuente. Dunque, da ciò cosa si evince ?
-
Che nel prossimo Parlamento non ci saranno
più personalità antiquate ed autoreferenziali quali Nucara, la
Sbarbati, Ossorio, Del Pennino e, ci auguriamo, nemmeno più Giorgio La
Malfa. Si godano, costoro, la cospicua pensione (pagata, peraltro, dai
contribuenti) e lascino che altre personalità - che mai hanno gravato
sul contribuente, peraltro - si adoperino per fermare il declino del
nostro Paese, martoriato da imposte, balzelli, burocrazia e
partitocrazia.
- Che per "fermare il declino" occorre prima di
tutto FARE e non chiacchierare o fare citazioni altisonanti di Mazzini o
Garibaldi. Ci si ricordi, invece, che Mazzini e Garibaldi mai vollero
immischiarsi nei partiti politici (al punto che Garibaldi si ritirò
presto dalla vita politica per tornare nella sua Caprera a fare il
contadino), ma organizzarono gruppi di giovani ed intransigenti
combattenti. E mai accettarono una lira dal contribuente (Garibaldi
rifiutò sempre pensioni o rendite pubbliche, preferendo vivere in
povertà piuttosto che gravare sul prossimo).
- Che oggi lo
spirito mazziniano e garibaldino è incarnato da Oscar Giannino e dal suo
movimento civile FARE per Fermare il Declino.
- Che FARE per
Fermare il Declino esiste per arrestare il declino dell'Italia e non
quello del partitino autoreferenziale di Nucara e, pertanto, non è un
autobus sul quale salire a piacimento per tornare a scaldare una
poltrona.
- Che occorre che spiriti indipendenti e
volontaristici istituiscano una FONDAZIONE PARTITO REPUBBLICANO
ITALIANO, per recuperare la memoria storica di questo glorioso partito
ormai defunto.
Ci auguriamo, con questo ennesimo scritto, di aver
contribuito a fare chiarezza anche per coloro i quali fossero piuttosto
duri ci comprendonio.
 Luca Bagatin
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11 gennaio 2013
Chi tiene alta e fiera la bandiera dell'Edera e della Liberaldemocrazia è "Fermare il Declino"
Ma, insomma, questi Repubblicani mazziniani esistono ancora ? Parliamo
degli eredi di Ugo La Malfa e Randolfo Pacciardi, ovvero di coloro i
quali portarono - dal dopoguerra agli anni '90 - l'Italia nel Patto
Atlantico, nell'Unione Europea, resero il nostro Paese più laico, libero
e civile. La risposta è affermativa. La cultura Repubblicana mazziniana è ancora vitale, anche se non alberga più nel PRI da un pezzo. O,
meglio, sarebbe opportuno chiarire un po', così come ha fatto l'ottimo
Oscar Giannino alcuni giorni fa dalle colonne de "La Voce Repubblicana",
storico organo del Partito Repubblicano Italiano. Oscar Giannino è
sempre stato un Repubblicano storico che, coerentemente con la sua
storia liberaldemocratica, ha fondato l'estate scorsa il movimento
d'opinione "Fermare il Declino", assieme ad otto fondatori - fra
professionisti ed accademici - con un elenco
di dieci punti programmatici di impostazione economica liberale. "Fermare
il Declino", nel corso dei mesi, è diventato un vero e proprio
movimento politico che non si propone tanto di occupare posti in
Parlamento o dare
testimonianza, quanto piuttosto proporre dieci interventi per la
crescita:
- Ridurre l'ammontare del debito pubblico
- Ridurre la spesa pubblica di almeno 6 punti percentuali del PIL nell'arco di 5 anni
- Ridurre la pressione fiscale complessiva di almeno 5 punti in 5 anni
- Liberalizzare rapidamente i settori ancora non pienamente concorrenziali
- Sostenere i livelli di reddito di chi momentaneamente perde il
lavoro anziché tutelare il posto di lavoro esistente o le imprese
inefficienti
- Adottare immediatamente una legislazione organica sui conflitti d'interesse
- Far funzionare la giustizia
- Liberare le potenzialità di crescita, lavoro e creatività dei giovani e delle donne
- Ridare alla scuola e all'università il ruolo, perso da tempo, di
volani dell'emancipazione socio-economica delle nuove generazioni
- Introdurre il vero federalismo con l'attribuzione di ruoli chiari e coerenti ai diversi livelli di governo.
Ora,
il Partito Repubblicano Italiano al quale anche il sottoscritto fu
iscritto, da parecchi anni, pur proponendo a parole un fantomatico
"Progetto Liberaldemocratico", non ne ha mai delineato un programma di
massima, né tantomeno ha presentato un progetto politico di ampio
respiro. Il "Progetto Liberaldemocratico" è rimasto un
non-progetto, una parola vana da snocciolare così, tanto per riempire di
contenuti enfatici discorsi senza alcuna prospettiva concreta.
Il
PRI, da parecchi anni, diciamocelo pure, non ha nemmeno una linea
politica vera e propria, è prigioniero di una Segreteria nazionale
"calabrocentrica" ed autoreferenziale, da inutili litigi con un Giorgio
La Malfa che non si sa nemmeno più che fine ha fatto e da una recente
alleanza con Berlusconi che non ha portato alcun risultato concreto
in termini politico-programmatici. In tutto ciò è più che
comprensibile che autorevoli membri della Direzione Nazionale del
PRI (a cominciare dallo stesso Giannino) abbiano preso le distanze da
questo partito e oggi si presentino fra le fila di "Fermare il Declino",
che non è un partito politico, bensì un contenitore "non ideologico"
che mira a raccogliere i consensi di tutti coloro i quali - siano essi
di destra, centro, sinistra o apartitici, condividano i dieci punti
programmatici delineati. Tutto ciò mi pare ed appare ineccepibile.
Il Progetto Liberaldemocratico, quello vero, sostanzioso e sostanziale,
l'hanno realizzato Oscar Giannino, Luigi Zingales, Michele Boldrin ed
altri autorevoli esponenti del mondo del lavoro, dell'impresa,
dell'economia e della società civile. Tornando al PRI, ovvero a
coloro i quali, come il sottoscritto, hanno a cuore il destino
dell'Edera, chi scrive, da parecchi anni, propone una soluzione non solo
dignitosa, ma anche utilissima alle nuove generazioni. Non
sciogliere il partito, ma trasformarlo. Trasformarlo in una Fondazione
culturale e ciò per tutelare un patrimonio storico-politico che, dal
1895, ha attraversato questo nostro Paese. Del resto, e questo
molti Repubblicani tendono a dimenticarlo o a non dirlo, Giuseppe
Mazzini non fondò mai un partito politico con fini elettoralistici.
Tutt'altro. Nel 1853 fondò il Partito d'Azione, ovvero un partito di
giovani combattenti, con lo specifico copito di combattere il Trono e
l'Altare, restituendo la sovranità al Popolo. In questo PRI,
ovvero in ciò che ne resta, non ci sono più né giovani, né tantomeno
combattenti. Rimangono persone legate a talune poltrone, che peraltro
con uno 0,1% alle elezioni politiche non onorano nemmeno più la storia
gloriosa dell'Edera. Viva dunque il Progetto Liberaldemocratico e Repubblicano di Oscar Giannino !
Viva una possibile e necessaria Fondazione Partito Repubblicano Italiano !  Luca Bagatin
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7 gennaio 2013
Alle elezioni politiche del 24 febbraio occorre abbattere la partitocrazia. Ovvero contrastare l'"Agenda Monti-Berlusconi-Bersani-Vendola-Grillo-Ingroia-Di Pietro-Maroni"
Che faccia tosta ! Che faccia tosta
Silvio Berlusconi criticare oggi Mario Monti, dopo averlo sostenuto
per oltre un anno al governo e, recentemente, avergli proposto di
guidare il PdL, quale candidato Premier di centrodestra. Che
faccia tosta Mario Monti, che prima non pensa nemmeno lontanamente di
candidarsi e poi fonda una lista di centro tutta sua. Che faccia
tosta Pierluigi Bersani, anche lui sostenitore di Monti della prima
ora e poi a lui contrario, che organizza anche delle primarie "di
popolo", ma riservandosi un "listino di candidati" da
piazzare nelle liste bloccate di questo porcellum di legge
elettorale. Che faccia tosta, questa partitocrazia, sostenitrice
del sistema delle banche centrali e della Fed, stampatrici di
cartamoneta e foriere di inflazione, a tutto danno dei cittadini
onesti, dei lavoratori e del mercato. Che faccia tosta, questa
partitocrazia sostenuta dal Vaticano, con la sua potente banca, lo
IOR ed i suoi traffici. Che faccia tosta, questa partitocrazia
che, con Monti - sostenuto praticamente da tutti - ci aumenta l'IVA,
comprimendo i consumi e danneggiando le famiglie con asprissime
imposte sulla casa e sul reddito. Che faccia tosta, Giuseppe Piero
Grillo, in arte "Beppe l'urlatore", che sbraita a destra e
a manca, denuncia il malaffare, salvo poi espellere chiunque la pensi
diversamente da lui. Che faccia tosta quei magistrati che, anziché
essere indipendenti come il loro alto ufficio e professione
richiederebbero, si candidano in politica, magari come Ingroia che sul
suo simbolo inserisce, "rubandolo", il bellissimo quadro di
ispirazione socialista di Giuseppe Pelizza da Volpedo, "Il
Quarto Stato", forse per non dire che la casta dei magistrati in
politica rappresenta un "Quinto Potere", l'ennesimo sulla
testa dei cittadini inermi. L'Agenda sul tappeto di queste
elezioni è unica e non si chiama solo "Agenda Monti".
Bensì "Agenda
Monti-Berlusconi-Bersani-Vendola-Grillo-Ingroia-Di Pietro-Maroni".
E' l'agenda della conservazione partitocratica ai danni degli
elettori. A contrastare tutto ciò solo due, piccoli movimenti
che, anche loro, hanno la faccia tosta di presentarsi pur con una
legge elettorale antidemocratica. Stiamo parlando di "Fermare
il Declino" di Oscar Giannino e Luigi Zingales e dei Radicali con la loro lista
"Amnistia Giustizia Libertà". Liste coraggiose guidate
da amici e compagni liberali, repubblicani e libertari. Per le
libertà economiche, i diritti civili ed i diritti sociali. Di tutti,
anche di coloro i quali, come diceva Pier Paolo Pasolini, "non
sanno di avere diritti". L'alternativa, insomma, è fra la
massa delle barbarie che hanno martoriato questo Paese, e le
minoranze sveglie, oneste e consapevoli, di questa nostra Italia. Che
merita, finalmente, civiltà e onestà intellettuale.
 Luca
Bagatin
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23 ottobre 2012
Sondaggio Spincon: il candidato ideale per il centrodestra ? Oscar Giannino !
 Fonte Spincon. Le interviste sono state effettuate su di un campione stratificato per
sesso, età e ampiezza dei comuni. Metodo di raccolta delle informazioni:
CAWI. Numero delle persone interpellate e universo di riferimento:
1.480 casi, popolazione residente in Italia, di 18 anni e oltre, di
entrambi i sessi ed appartenenti a qualsiasi condizione sociale.
Al campione in rientro è stata applicata una ponderazione (RIM
weighting). Margine di errore pari al 2,5% con intervallo di confidenza
pari al 95%.
Data del sondaggio: 10-14/10/2012
Noi lo diciamo da tempo, da mesi, forse da anni. Il centrodestra, dopo il '94, è diventato un ricettacolo di bigotti, mezzi preti, mezze suore, molti cattocomunisti, altrettanti clericofascisti e di furbetti del quartierino (Fiorito solo uno dei tanti). Oggi anche i sondaggi sembrano darci ragione e dare ragione a quanto affermava anche il compianto prof. Luigi De Marchi: gli elettori di centrodestra e moderati sono, fondamentalmente, laici, liberali e libertari. Il recentissimo sondaggio di Spincon è lampante: gli elettori di centrodestra vogliono Oscar Giannino candidato premier con il 30,5% dei consensi. Oscar Giannino: esponente storico del Partito Repubblicano Italiano, laico, liberale della prima ora, contro le tasse e la spesa pubblica improduttiva, che, non a caso, da tempo sta mettendo i piedi un movimento di persone concrete ed esterne alla partitocrazia, ovvero "Fermare il declino". Sarebbe bello se, ai sondaggi, seguisse un po' di lungimiranza. Ovvero il pensionamento anticipato dei vari Alfano, Cicchitto, Quagliariello and Company. E la scomparsa definitiva di Silvio Berlusconi dalla scena politica. Un amico di Putin e di Lukashenko non può certo ritenersi persona credibile e democratica. Oltre che non può certo pensare di battere i cattocomunisti di Bersani che, quanto a bolscevismo, ne sanno qualche cosa.
 Luca Bagatin
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29 settembre 2012
Democrazia Natura Amore, Fermare il Declino, Radicali Italiani, Le Ali Alla Sicilia: ecco i movimenti laici, liberali, liberalsocialisti e libertari contro la partitocrazia e la mafiosità politica d'oggi
Ilona Staller, in arte Cicciolina, ex pornostar ed ex parlamentare del
Partito Radicale, ha ufficializzato la presentazione della lista
Democrazia Natura Amore alle prossime elezioni politiche italiane del
2013. Il programma è presto detto: colpire gli indennizzi dei
parlamentari e delle alte cariche pubbliche, le quali devono essere
rapportate al paniere di vita degli altri cittadini, senza esuberi;
abolizione dei senatori a vita, dei tribunali e dei giudici di pace ed
abolizione delle tasse universitarie, al fine di garantire l'istruzione a
tutti i meritevoli; riduzione
della pressione fiscale a partire da IVA, IRPEF ed IMU; limitazione
degli impieghi pubblici ad un membro per famiglia, così da evitare
indecorose "parentopoli". Questi, in sostanza, alcuni dei punti del
programma,
uniti a quelli di sempre della Staller: tutela dell'ambiente e dei
diritti degli animali; legalizzazione della prostituzione; introduzione
dell'educazione sessuale nelle scuole; legalizzazione della cannabis;
diritti civili dei carcerati, ecc. Da tempo, dalle colonne del mio blog, sostengo il movimento di Ilona Staller che, finalmente, ha deciso
di sciogliere le riserve e presentarsi. Assieme a questa buona
notizia c'è anche la discesa in politca di Fermare il Declino, a quanto
pare, a cui già un recente sondaggio del Corriere della Sera attribuisce l'8%, guidato dal giornalista economico Oscar Giannino e sostenuto da
eminenti economisti dell'area liberale, fra cui spicca Luigi Zingales. Anche
qui, il programma del movimento di Giannino, non è lontano da quello
della Staller: riduzione della spesa pubblica di almeno 6 punti
percentuali; riduzione della pressione fiscale di almeno 5 punti
percentuali; sostenere chi perde il lavoro e non difendere un
posto di lavoro a tutti i costi e/o le imprese inefficienti;
introduzione di una legislazione organica sul conflitto di interessi;
introduzione di un autentico federalismo. Una sinergia fra Democrazia Natura Amore e Fermare il Declino, a nostro parere, sarebbe auspicabile oltre che necessaria. Come
auspicabile sarebbe una sinergia anche con i Radicali di Emma Bonino e
Marco Pannella, da sempre impegnati sotto il profilo economico nell'ambito della
libertà del lavoro e dell'impresa, oltre che della riduzione del carico
pubblico e del carico fiscale e, sotto il profilo civile, per una
legislazione che garantisca le libertà individuali. Sinergie, dunque,
auspicabili in quanto questi tre movimenti presentano caratteristiche
ed obiettivi comuni e necessarie in quanto utili a semplificare il
quadro politico. Occorre, in sostanza, contrapporre valori liberali e
libertari a disvalori partitocratici e conservatori, incarnati, questi ultimi, dal Pd
di Bersani, dal PdL di
Berlusconi ed Alfano, dall'Udc di Casini, dalla Lega Nord magnacciona,
dallo sfascismo di SeL ed IdV e dalle furberie dell'associazione
Grillo-Casaleggio-Il (mis)Fatto Quotidiano. Già in Sicilia, alle
prossime elezioni regionali del 28 ottobre, assistiamo finalmente alla
presenza di una lista civica antipartitocratica ed anticorruzione:
Le Ali alla Sicilia, guidata dall'amico giornalista Davide Giacalone, un
grande liberale dalle mani e dalla coscienza pulita, che, a scapito del
suo stesso mestiere e della sua stessa carriera professionale, ha deciso
di mettersi al servizio della comunità sicialiana. Contrapponendosi
alla partitocrazia locale che, nei fatti, è in continuità con il regime
di Raffaele Lombardo. E non è un caso che i mass media abbiano spesso
oscurato la presenza dell'amico Giacalone ed oscurino, a livello
nazionale, il movimento della Staller, quello di Giannino e dei
Radicali. Siamo, forse, gli ultimi resistenti in una Repubblica
democratica che, purtroppo, tale non è più: sosteniamoli, sosteneteci,
liberiamoci da questo nuovo fascismo partitocratico ! Facciamo, per quanto possibile, trionfare il merito e la trasparenza !
 Luca Bagatin
Davide Giacalone, candidato alla Presidenza della Regione Sicilia, buttato fuori da un dibattito fra candidati. Quando la mafiosità politica, di destra, centro e sinistra, amiche di Raffaele Lombardo, è contro la democrazia e la legalità.
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24 settembre 2012
Luigi Zingales spiega il Manifesto capitalista: contro un'economia corrotta
Luigi Zingales, economista liberale, autore del "Manifesto capitalista
contro un'economia corrotta" (Rizzoli), è stato da noi intervistato nei
giorni scorsi nel corso della conferenza stampa tenutasi a Pordenone,
nell'ambito della fiera del libro Pordenonelegge. "E' evidente" - ha
affermato il prof. Zingales - "che le regole sono state violate e che la
rabbia delle persone, relativamente a questa crisi, per molti versi
esagerata, siano fondate.
Gli Stati Uniti d'America stanno per molti versi diventando come
l'Italia, ovvero degenerando verso un capitalismo clientelare, ove le
lobby stanno diventando simili a quelle di casa nostra". "Gli ex
dipendenti delle aziende" - prosegue Luigi Zingales - "diventano
Ministri, un po' come accadeva da noi nell'era di Berlusconi, e questi
fanno
unicamente l'interesse della loro azienda-lobby di riferimento". Il
capitalismo, spiega il prof. Zingales, sta dunque degenerando e perdendo
la sua natura originaria. Occorre, pertanto, riformarlo. Negli USA
il libertario repubblicano Ron Paul, per molti versi, è stato fra i
pochi a denunciare tale degenerazione e, per quanto il prof. Zingales lo
ritenga per molti versi troppo "estremista", ha confermato che il fatto
stesso che Ron Paul, di elezione primaria in elezione primaria del
Partito Repubblicano USA, continui ad aumentare i suoi consensi, è
indice di come i cittadini statunitensi stiano iniziando a prendere
consapevolezza di tale degenerazione e, dunque, di tale necessità di
riforma del capitalismo. "Nel Nord Est italiano le aziende famigliari
hanno avuto grande successo in quanto hanno avuto manager capaci ed
all'altezza del loro ruolo. Pensiamo ad esempio ad un'azienda come la
Luxottica. Purtroppo in Italia non c'è, come altrove, la
concezione del conflitto di interessi, per cui accade spesso che gli
imprenditori tendano a delegare la funzione di manager a loro famigliari
e/o a persone che non hanno alcuna competenza specifica o contezza del
loro ruolo aziendale". Ciò ha determinato quella che Luigi Zingales
definisce "peggiografia", con conseguente crisi dell'azienda stessa. "Le
imprese italiane" - ha proseguito il prof. Zingales - "hanno un altro
tipo di problema da affrontare, ovvero un'eccessiva presenza dello Stato
che in Italia è da sempre più o meno stato di impostazione socialista
e, proprio per far vivere l'impresa, l'imprenditore ha dovuto spesso
eludere le numerose imposizioni statali". Ad ogni modo il prof. Luigi
Zingales intravede uno spiraglio di speranza, dovuto proprio a questo
stato di disperazione generato dalla crisi. I giovani, ovvero la categoria più
colpita in Italia dalla crisi, si stanno rendendo conto che il sistema dei piccoli
privilegi dati a tutti non funziona
più e si rendono ancor più conto che loro stessi non avranno più una
tutela previdenziale. Ciò è e sarà, a parere del prof. Zingales, la
molla per il cambiamento radicale. Già in alcune aziende, ha spiegato
l'economista, vi è chi, per combattere ad esempio il fenomeno
dell'assenteismo e del privilegio - ovvero quella che potremmo definire
l'"incultura della furbizia" - ha iniziato a svergognare pubblicamente
sia gli assenteisti sia i medici compiacenti, attraverso apposite
circolari. Per concludere al prof. Zingales abbiamo chiesto, visto
che è fra i promotori del Manifesto Liberale promosso da Oscar Giannino
"Fermare il declino", se questo si tradurrà o potrebbe tradursi in un
progetto politico-elettorale e lui ci ha risposto che, pur non avendo
alcuna intenzione di candidarsi, ritiene che tale progetto sia
funzionale a cambiare l'offerta politica nel nostro Paese, introducendo
una sana competitività elettorale che già inizia ad
affacciarsi anche in altri partiti, con primarie vere. Quello di
"Fermare il declino" è un tentativo che può avere successo o meno, a
parere di Zingales, ma, ad ogni modo, potrà essere utile al fine di
permettere ai cittadini di partecipare finalmente ad un progetto
politico dal basso.
 Luca Bagatin
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