28 aprile 2012
"La mia vita è un Caos Calmo: Frasi fritte" monologo by Baglu
Eccomi qui, seduto su questa panchina. Leggo il giornale, guardo le
persone passeggiare, le automobili, il palazzo di fronte, a volte fumo, a
volte mangio. Sì mangio, ma mangio più volentieri da Mario, il
ristorante vicino a questa panchina che, stranamente, non è mai occupata
nelle ore in cui ci passo io. Ogni giorno una ragazza che passeggia
con il suo cane - un husky - mi sorride e saluta. Poi c'è un ragazzo
disabile che viene da me
e mi regala una caramella. Poi c'è anche un pensionato, nel palazzo
di fronte, che a volte ha bisogno di compagnia ed a volte mi invita a
mangiare degli spaghetti al pomodoro da lui. E' vedovo da due anni. C'è un deficiente che ha detto che chi siede in panchina perde il suo tempo. Anzi no, ha detto "campa cavallo che l'erba cresce". Poi c'è
anche qualche altro deficente che viene da me e mi dice: "La vita continua", anzi no "La partita della vita continua". Ecco, se c'è una cosa che non sopporto sono le frasi fatte. Ed i paragoni privi di senso come "partita", "discesa in campo". Qualche anno fa c'era anche un politico che parlava di "discesa in campo". Mah. Questo
modo di parlare mi fa pensare ai vuoti di pensiero e non posso pensare
che gli esseri umani siano così pieni di vuoti di pensiero. Ecco, "pieni di vuoti" è una contraddizione in termini, ma oggi mi va di parlare così. Oggi ho visto la Morte in faccia. No, non è una metafora, che poi sarebbe una metafora abusata, se così fosse. Oggi,
come ogni giorno da un anno, stavo seduto sulla mia panchina, quando ad
un tratto una figura alta, avvolta da una lunga tunica nera, con una
falce in mano, mi si è seduta accanto e si è messa ad osservarmi. Era uno scheletro, sì, uno scheletro avvolto da una tunica,
con questa imponente falce. L'ho osservata per un attimo, distogliendolo da una rivista che stavo leggendo. Per un solo attimo. Poi ho ripreso la lettura. "Baglu... Tu sei Baglu, l'uomo della panchina. Quello che scrive per riviste specializzate..." "Non lo so. Non mi interessa. Per cortesia, potrebbe almeno fare silenzio ? Sto leggendo !" "Quello che fa politica, anche."
"Facevo politica. Da ragazzo."
"Baglu, tu mi temi, non è vero ?" "No. Non è vero." "Ah già, sì, hai ragione. Tu prediligi le precisazioni." "Chi sei ?" "La Grande Mietitrice." "Uhm." "E tu sei Baglu, quello che teme la morte delle persone care." "Sì, anche." "Ed anche la fine delle cose..." "Sì, delle cose che amo, quelle che mi hanno fatto stare bene. Anzi no, non si tratta di cose ma...la fine di..." "Perché parli al passato, Baglu ? La vita, infondo, continua..." Mi sono alzato di scatto, ho gettato la rivista sulla panchina e, rivolgendomi alla Grande Mietitrice: "Eh no ! Eh no ! Non puoi parlare anche tu per frasi fatte ! Che cosa vuol dire la vita continua ?!? Non puoi
presentarti qui, dire "Sono la Grande Mietitrice" e poi parlare per frasi fatte e dire cazzate, sì, cazzate ! Non accetterò mai certe cose. Non voglio accettarlo. Non è giusto. Non starei su questa panchina se credessi alle cazzate che mi dici. Non leggerei cose che mi piace ancora leggere, anche se passate. Ma passate in un modo che non è passato. Perché il sentimento rimane. Quello non finisce. Le cose che ci sono state, che ci saranno, che ci sono. No, Grande Mietritrice, tu non puoi capire. Non puoi capire le emozioni che si provano nel leggere o rileggere cose tipo "Orgoglio e Pregiudizio", ma non il romanzo, no. Quello che Lei scriveva allora, le emozioni che provava, quando nemmeno la conoscevo ancora. O a quando scriveva di Nano che era...sull'asfalto, esanime, e quanto amore gli aveva trasmesso quando era in vita, sin da quando l'aveva accudito sin da piccolo, quando la madre era morta. Ma tu, Grande Mietitrice, che cosa ne sai, eh ? Cosa ne sai del dolore ? Che ne sai, tu e le tue frasi fatte ??? Tu, una battuta come quella delle cassaforti che si incontrano, nemmeno la capiresti. Ed invece a ma aiuta a sorridere. Ancora.". La Morte scomparve dalla panchina. Al
suo posto una musica...ed io lì a cantare "Lontano lontano" di Luigi
Tenco, danzando con la ragazza dell'husky, il ragazzo disabile, il
risoratore Mario ed il pensionato degli spaghetti.
|