17 novembre 2011
Governo Monti: una possibile garanzia di crescita e sviluppo

Solo qualche giorno fa avevamo scritto
di come un tecnico al governo, oggi, fosse preferibile ad un politico
in quanto avrebbe certamente fatto danni minori al Paese. Confermiamo
ciò e rilanciamo. Ma questa volta in senso decisamente più
positivo. Mario Monti, nuovo Presidente del Consiglio, ha
presentato un governo di tecnici altamente qualificati sotto ogni
profilo: sia esso istituzionale che culturale. Un governo
equilibrato, senza fronzoli, senza nomine politiche inadeguate alla
situazione d'oggi, visto anche il bassissimo profilo della classe
politica degli ultimi diciassette anni. Il Governo Monti, dunque,
a noi piace ed anche per altre ragioni: è inviso agli estremisti di
sinistra e di destra dall'IdV a SeL, ai Comunisti vari, sino alla Lega Nord ed è governo
che, sin dalle prime dichiarazioni, appare riformatore e capace di
dare un po' di sollievo al dilettantismo dei governo precedenti: da
destra a sinistra. Mario Monti ha già parlato di riforma fiscale,
di privatizzazione delle muncipalizzate, di tagli ai costi della
politica, di tagli agli stipendi pubblici, di liberalizzazione degli
Ordini professionali. Bene, benissimo: è proprio da ciò che
riteniamo da sempre si dovrebbe partire per aggredire la crisi (e non
dalla tasche degli italiani). L'unica cosa che a noi non piace è la
probabile reintroduzione dell'Ici sulla prima casa: un'imposta iniqua
che colpisce la proprietà individuale a vantaggio di Comuni talvolta microscopici e che noi vorremmo fossero
aboliti ed aggregati a Comuni con un maggior numero di abitanti. Ad
ogni modo e comunque, in sostanza, giudichiamo positivamente il nuovo
Governo Monti, con una sola incognita: sarà sostenuto da quelle
forze politiche anti-riformatrici che, dal '94 sino ad oggi, non
hanno fatto certo gli interessi del Paese: dal Pd e dal PdL in
primis. Auguriamoci che queste non gli tolgano mai la fiducia,
altrimenti l'Italia sprofonderà davvero nel baratro. A noi
piacerebbe che il Governo Monti avesse carta bianca e fosse
sostenuto, in questo senso, dall'Europa e dagli Stati Uniti
d'America, sino a che l'Italia non ricominciasse davvero a
decollare. Piacerebbe, dunque, che il Governo Monti sopravvivesse
ben oltre il 2013, magari che durasse almeno cinque o sei annetti,
poi, chissà, magari le forze politiche italiche, nel 2020,
potrebbero anche essere mature per tornare a governare. Ma prima
sicuramente no.
 Luca Bagatin
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