13 settembre 2012
La persecuzione antimassonica in Italia: dal falso scandalo P2 all'inchiesta Cordova

La persecuzione antimassonica, chissà
mai perché, non fa gran che notizia. Sarà perché ci hanno
voluto far credere che la Massoneria è un centro di "poteri
occulti", centro segreto di chissà quali nefandezze mafiose e
criminali. E dunque, pertanto, i massoni meritano di essere
perseguitati. E' antica la persecuzione antimassonica ed è stata
costruita ad arte, sin dai tempi più antichi. Pensiamo al Medioevo,
ove le varie confraternite gnostiche, catare, esoteriche saranno
perseguitate dalla Chiesa cattolica in quanto considerate "eretiche",
poiché ritenevano che la Divinità andasse ricercata anche in sé
stessi, senza l'ausilio di sacerdoti o di Papi. Pensiamo al
Settecento, ove le prime Logge massoniche, le quali recuperavano
proprio le tradizioni delle antiche confraternite, erano guardate con
sospetto da Trono ed Altare, ovvero dai Re e dai Papi, i quali
ritenevano che in esse potessero annidarsi pericolose sette
rivoluzionarie e sarà così per tutto l'Ottocento, al punto che vi
saranno anche massoni farlocchi come Léo Taxil che faranno soldi a
palate inventandosi di rituali orgiastici in seno alle Logge
massoniche e della presenza dello stesso Belzebù a capo dei
lavori. Il Novecento, invece, sarà il secolo delle dittature, le
quali non mancheranno di imprigionare i massoni nei lager, nei gulag,
di mandarli al confino, come in Italia, ove saranno bruciati gli
arredi dei Templi e distrutte le Logge. Ed anche nella solo
formalmente democratica Italia di trent'anni dopo la liberazione dal
fascismo, ecco rispuntate pericolose leggi e tendenze antimassoniche.
Dal 1975 al 2000, infatti, la Massoneria italiana subirà le più
grandi persecuzioni mai avvenute. Ce lo raccontarono e ce lo
raccontano diversi studiosi, fra cui Pier Carpi, il prof. Luigi
Pruneti, il prof. Aldo A. Mola, ma c'è un bel libretto, patrocinato
dalla Gran Loggia d'Italia degli ALAM ed edito da Arktos nel 1998,
che merita particolare attenzione e dal quale ho avuto modo di
attingere ulteriori informazioni. E' scritto da Donatello
Viglongo, già Gran Segretario Aggiunto del Grande Oriente d'Italia
dal 1976 al 1981 ed ha il titolo significativo di "Roghi di
Stato". Veri e propri roghi, quelli raccontati da Viglongo,
che ebbero inizio con il falso scandalo P2, sollevato inizialmente da
presunti "massoni democratici", proseguito con la
sottrazione e la pubblicazione degli elenchi di gran parte dei
massoni d'Italia e di un presunto elenco di affiliati alla Loggia
Propaganda nr. 2, gettati così in pasto alla gogna mediatica e
conclusosi il tutto con assoluzioni piene con sentenze definitive del
1994 e del 1996. In effetti che cosa era la Loggia P2, se non una
Loggia particolare, fondata alla fine dell'800, al fine di
raccogliere personalità importanti del mondo della cultura, della
politica, delle forze armate, dell'industria del Paese che, per
ragioni di particolare riservatezza avevano necessità di tenere
nascosta la loro appartenenza all'Ordine massonico ? Erano costoro
dei criminali ? Erano criminali Giosue Carducci, Ernesto Nathan,
Menotti Garibaldi (primogenito dell'Eroe dei due Mondi e di Anita),
Aurelio Saffi, Agostino Bertani e, in tempi più recenti, il
repubblicano Emanuele Terrana, il comico Alighiero Noschese, il
cantante Claudio Villa, lo scrittore Roberto Gervaso, il Generale
Carlo Alberto Dalla Chiesa ? Difficile da credere. Tanto più che,
costoro, non si riunirono mai tutti assieme. E, pertanto, ma
complottarono contro alcunché, come invece scrissero i media e
raccontò la Commissione parlamentare presieduta dall'On. Tina
Anselmi e da altri parlamentari, i quali nulla o quasi nulla
conoscevano di ritualità massonica. Fu, ad ogni modo, quella del
falso scandalo P2, occasione ghiotta per la politica di allora e per
i mass media di gettare un po' di fumo negli occhi nei confronti dei
cittadini-elettori. Ricordiamoci che eravamo in pieno fermento
terroristico e di lì a poco la gran parte della classe politica di
allora avrebbe lasciato morire Aldo Moro per mano delle Brigate
Rosse, in nome di una presunta "fermezza" (sic !). Ed
allora, come un tempo Hitler in Germania dette la colpa della crisi
economica agli ebrei, ecco che i politici, i magistrati, i "massoni
democratici" in odor di potere ed i mass media a caccia di
gossip, si inventarono la tesi golpista ordita dai massoni della P2
e, via via, dall'intera Massoneria, visto che anche l'altra grande
Obbedienza italiana, la Gran Loggia d'Italia, subì inchieste e
controinchieste ignominiose. Ed a nulla servì il documento
conclusivo stilato dalla Federazione Internazionale dei Diritti Umani
(FIDH), nel quale fu chiaramente scritto che "La Delegazione
ha, infine, ravvisato in tutta la vicenda speciosamente montata,
oltre i limiti tollerabili del buon gusto e del buon senso comune,
qualcosa che va al di là del fatto specifico in questione. Per
motivi occulti, ma facilmente intuibili sia il "Raggruppamento
Gelli", sia la Massoneria italiana del GOI, sono stati usati e dati
in pasto all'opinione pubblica per galvanizzarla e siarla da altri
importanti problemi che da troppo tempo assillano la società
italiana". Di tale documento, infatti, per anni non ne
abbiamo mai sentito parlare. Ce lo riporta integralmente Donatello
Viglongo, nel suo prezioso saggio. Curioso poi, che, allorquando i
massoni della P2 e tutta la Massoneria italiana sarà assolta con
sentenze definitive da ogni capo di imputazione di "complotto ai
danni dello Stato" (sic !), il Grande Oriente d'Italia non abbia
mai speso una parola, tanto da ritenere tutt'oggi i cosiddetti
"piduisti", ancora dei criminali (sic !). Per carità,
le pecore nere sono d'appertutto ed alcune erano annidate anche nella
Loggia Propaganda nr. 2, ma per il resto i suoi componenti erano
tutti dei galantuomini, fra i quali possiamo annoverare anche il
Generale in pensione Umberto Granati, che è un caro amico e che
alcuni hanni fa ha raccontato la sua triste vicenda, fortunatamente
finita bene, in "Diario di un piduista" (Ipertesto
Edizioni) e che, chi scrive, ha avuto il piacere di recensire. Come
se la prima persecuzione antimassonica non avesse danneggiato già
abbastanza l'immagine della Massoneria, ecco, negli anni '90,
spuntarne subito un'altra. Pochissimi
infatti sanno o ricordano che, negli anni '90, un'inchiesta senza
alcun fondamento, introdusse in Italia una nuova Santa
Inquisizione. Una Santa Inquisizione guidata dall'allora
magistrato di Palmi Agostino Cordova, il quale scatenò una vera e
propria battaglia inquisitoria contro cittadini onesti, rei
unicamente di appartenere alla Massoneria. Di tutto ciò nessuno
ricorda pressochè nulla, oppure si continua ancora a nascondere la
verità, nonostante ci siano state sentenze definitive che hanno
stabilito che Cordova aveva torto marcio. Ma, oramai, molte famiglie
e molte carriere erano state distrutte. Storia di ordinaria
ingiustizia in un Paese nel quale il magistrato sembra avere ragione
anche quando ha torto. Ad ogni modo, ancora una volta, questa
inchiesta faceva guadagnare fior fior di quattrini a certa stampa
scandalistica, con particolare riferimento alle solite "La
Repubblica" e l'"L'Unità" che sulla caccia al massone
avevano costruito la loro presunta credibilità. E a poco, anche
allora, servirono gli interventi e le aperture di Gran Maestri quali
Renzo Canova di Piazza del Gesù, il quale, come il suo predecessore
Giovanni Ghinazzi, aveva ben pensato di aprire i Templi massonici e
di garantire la massima trasparenza. Agostino Cordova, magistrato,
evidentemente completamente digiuno di Massoneria e con nessuna
voglia di informarsi ipotizzò infatti un "teorema"
totalmente privo di qualsiasi fondamento e disse: poichè
qui in Calabria c'è la 'ndrangheta ed in Sicilia la mafia che
tramano contro la stabilità dello Stato, allora dietro a loro c'è
la Massoneria che trama nel segreto. Ma
quale arguzia, per un servitore dello Stato ! Tutto ciò è più
che evidente che rimanesse un teorema astratto ed un magistrato non
può certo basarsi su congetture, bensì dovrebbe farlo per mezzo di
prove concrete, indizi, magari raccolti da Polizia e Carabinieri,
prima di lanciare accuse ed inchieste. Ma il Cordova aveva già
stabilito che i massoni italiani erano tutti colpevoli e, dunque, da
inquisire. Fu così che si attivò per acquisire tutti gli elenchi
dei massoni italiani, alcuni dei quali finiranno anche in pasto ai
media, come se fossero una lista di proscrizione, fatta di
delinquenti abituali. Inutile dire che le più colpite furono le
due maggiori Obbedienze massoniche italiane: Grande Oriente d'Italia
e Gran Loggia d'Italia, con il maggior numero di iscritti. Persone
comuni, liberi professionisti, pensionati, operai. Cittadini italiani
paganti le tasse come tanti altri. Con la sola "abitudine"
di frequentare Logge massoniche per la loro evoluzione spirituale ed
interiore ! Fatto sta che, tutto ciò, dopo aver fatto spendere
alle casse dello Stato fior fior di quattrini per l'inchiesta ed aver
rovinato numerose famiglie e carriere, non portò a nulla. Nessun
reato era stato commesso. Come volevasi dimostrare: un teorema senza
prove, è e rimane una congettura. E fu così che la Suprema Corte
di Cassazione stabilì che Agostino Cordova aveva palesemente violato
la Costituzione della Repubblica Italiana agli Articoli 13 e 14, che
stabiliscono che la libertà personale ed il domicilio sono
inviolabili e non sono ammesse forme di detenzione, ispezione e
perquisizione se non per atto motivato. Inoltre il Cordova aveva
violato gli articoli 247 e 253 del codice di procedura
penale. Purtroppo, però, il danno economico per le casse dello
Stato era ormai stato fatto e così il danno morale per i cittadini
ingiustamente coinvolti. Il 23 settembre del 2003, il magistrato
Cordova, sarà peraltro allontanato dal Tribunale di Napoli e
giudicato inadeguato. Ancora in tempi recenti si è tantato, in
alcune amministrazioni pubbliche, di reintrodurre la legislazione
fascista che impone ai dipendenti statali di dichiarare la propria
appartenenza ad associazioni quali la Massoneria, ciò in palese
violazione della Costituzione. Fortunatamente gli organismi
Internazionali e democratici hanno sempre bocciato tali legislazioni
liberticide. Sarebbe interessante, anziché raccogliare un elenco
degli affiliati alle varie Obbedienze massoniche italiane,
raccogliere un elenco dei politici, magistrati, giornalisti ed
amministratori pubblici che hanno fatto della persecuzione alla
Massoneria il loro cavallo di battaglia e la loro principale fonte di
guadagno. Tale elenco andrebbe ricordato e diffuso al fine di
avere contezza di chi sono i veri nemici della libertà e della
democrazia nel nostro Paese.
 Luca Bagatin
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