
Il prof. Aldo A. Mola in un disegno di Franco Bongiovanni
Il prof. Aldo Alessandro Mola, nato a
Cuneo nel 1943, è il maggior storico della Massoneria e del
Risorgimento in Italia. Dal 1980 Medaglia d'Oro di benemerito della
scuola e della cultura, è direttore del Centro Europeo Giovanni
Giolitti, presidente del comitato cuneese dell'Istituto per la
Storia del Risorgimento italiano e della sezione “Urbano Rattazzi”
(Alessandria) del Centro “Mario Pannunzio”.
E' stato fondatore del Centro per la
Storia della Massoneria e, dalla metà degli anni ’70, collabora
con le maggiori Obbedienze massoniche quali il Grande Oriente
d'Italia e la Gran Loggia d'Italia degli ALAM. E' infatti componente
del Comitato di Redazione delle riviste “Hiram” e “Officinae”,
rispettivamente del GOI e della GLDI.
Autore di numerosissimi saggi storici
su Giolitti, Garibaldi, Mazzini, il Partito d'Azione, la Monarchia
italiana, Silvio Pellico, Giosue Carducci e, recentemente, ha
pubblicato un saggio su Licio Gelli e la P2, nonchè – proprio in
questi giorni – stanno andando in libreria i suoi ultimi quattro
volumi: “Italia. Un Paese speciale. Storia del Risorgimento e
dell'Unità” (Edizioni del Capricorno - Torino).
Oggi abbiamo l'amichevole possibilità
di intervistarlo.



Luca Bagatin: Prof. Mola, come
nasce il suo interesse per la Massoneria ?
Aldo A. Mola: Nacque
nel periodo del liceo e degli studi universitari.
Negli anni 1965/1967 scrissi i miei
primi libri sul Partito d'Azione (pubblicati con prefazione di
Ferruccio Parri) e sulle figure di Mazzini e Garibaldi e la Storia
dell’Amministrazione provinciale di Cuneo (1971). Nel loro corso mi
imbattei nelle figure di molti massoni e mi resi conto che in Italia
non vi era nessuna pubblicazione che parlasse di storia della
Massoneria. Mi adoperai, dunque, per colmare questa lacuna. Presi
contatti con il Grande Oriente d'Italia; Lino Salvini, Gran Maestro
di allora, e il suo predecessore Giordano Gamberini, letti i lavori
da me già pubblicati, mi aprirono gli archivi, che confrontai con
i fondi dell’Archivio Centrale dello Stato, studiati con la guida
della prof. Paola Carucci, ora Sovrintendente all’Archivio Storico
della Presidenza della Repubblica. Dopo anni di ricerche scrissi la
“Storia della Massoneria italiana”, pubblicata nel novembre 1976,
che poi ebbe due edizioni aggiornate, nel 1992 e nel 1994, e molte
ristampe .
Luca Bagatin: Giordano
Gamberini, già Vescovo della Chiesa Gnostica, fu un Gran Maestro
lungimirante sotto il profilo iniziatico ed esoterico. Che cosa può
dirci di lui ?
Aldo A. Mola: Giordano
Gamberini fu il più lungimirante fra tutti i Gran Maestri del Grande
Oriente d’Italia dal 1943 ad oggi, per ben tre motivi: mirò al
riconoscimento del GOI da parte della Gran Loggia Unita
d'Inghilterra; rese nuovamente protagonista la Massoneria grazie al
dialogo con la Chiesa cattolica e tutte le altre confessioni; ottenne
il riconoscimento pubblico della Massoneria nella vita istituzionale
italiana e l’attenuazione dell’ostilità da parte di partiti che
tradizionalmente le erano avversi o addirittura nemici. I frutti dei
nove anni della sua gran maestranza vennero raccolti durante quella
del suo successore, Salvini (a sua volta di grande merito): lo
scambio dei garanti d’amicizia con la GLU d’Inghilterra; la
lettera del cardinale Seper, prefetto della Congregazione per la
dottrina della fede, che dichiarò compatibili logge e sacramenti
cattolici e la presenza del GOI in iniziative pubbliche.
Luca Bagatin: Lei fu, peraltro,
negli anni '80, il fondatore del Centro per la Storia della
Massoneria, comprendente studiosi sia massoni sia profani. Ci
racconti la sua personale esperienza.
Aldo A. Mola: Con il
Gran Maestro Armando Corona, fondai il Centro per la Storia della
Massoneria (CeSM) che esiste tutt'ora. Il successore di Corona,
Giuliano Di Bernardo tentò di estromettermi per farne uno strumento
suo perché del resto concepiva lo stesso Grande Oriente come uno
strumento al proprio servizio. Il tempo mi dette ragione. Nel 2008 mi
venne proposto un colloquio per superare l’impasse; ma le cose sono
come erano e debbono essere: se vogliono essere davvero scientifici,
gli studi sono e debbono essere liberi.
A prescindere dall’episodio Di
Bernardo, molto più devastante di ogni altro per la storia del
Grande Oriente come istituzione iniziatica, ho ottimi rapporti con i
massoni del Grande Oriente d’Italia.
Luca Bagatin: Che cosa pensa del
Gran Maestro attuale del GOI, l'Avvocato Gustavo Raffi ?
Aldo A. Mola: Ha
dovuto e deve affrontare gravi difficoltà. Dopo il disconoscimento
del GOI da parte della Gran Loggia Unita d'Inghilterra (capolavoro di
perfidia ai danni della Massoneria italiana: basta andare a
rileggerne le motivazioni: addussero persino le mie lettere di
direttore del CeSM a storici del Grande Oriente di Francia), il
Grande Oriente d’Italia finì in un tunnel, al di fuori dei
circuiti massoni internazionali (la GLU da un canto, le Obbedienze in
relazioni fraterne con il Grande Oriente di Francia dall'altro). Il GOI puntò
molto sulla GL Nazionale Francese la cui vicende non sono
edificanti, tanto che, caso unico nella storia delle massoneria dei
Paesi occidentali, è stata “commissariata”. In molti casi il
GOI risultò sovraesposto sul terreno partitico, con dichiarazioni
poco opportune. Infine venne e viene ostentato un anticlericalismo
arcaico, di maniera, come se la Chiesa cattolica fosse ancora ferma
al Sillabo e al potere temporale d’antan.
Gli osservatori constatano che il
Gran Maestro Raffi non ha avviato un dialogo con l'altra Obbedienza
massonica legittima e regolare italiana, cioè la Gran Loggia
d'Italia, quasi che i suoi affiliati non siano anch’essi Fratelli
massoni ! Il Sovrano e Gran Maestro della Gran Loggia d’Italia,
Luigi Pruneti, ha pubblicato gli Annali della Gran
Loggia d’Italia, 1908-2010: cinquecento
pagine di date, fatti, profili biografici, informazioni statistiche.
E’ infantile fingere che la realtà non esista.
Luca Bagatin: La Gran Loggia
d'Italia, peraltro, a differenza del Grande Oriente d'Italia, inizia
anche le donne alla Massoneria. Che cosa pensa dell'Iniziazione
femminile ?
Aldo A. Mola: In
origine, è vero, le donne furono escluse dall'accettazione. Sappiamo
bene, però, che all’origine le Logge britanniche praticavano molte
altre forme di esclusione e che, a lungo preclusi in quelle degli USA
i neri organizzarono una loro massoneria di colore. Non è mai stata
fornita una motivazione chiara dell’esclusione delle femmine
dall’accettazione in loggia, né quindi si comprende per quale
motivo la Massoneria debba ancora attenersi a tale vincolo. La
Massoneria non conosce dogmi; le sue norme possono essere
modificate. Le Costituzioni di Anderson sono documento di un’epoca,
ma come tutte le leggi umane sono soggette alle decisioni sovrane di
quanti le hanno accettate e che, nella loro sovranità di persone
libere, possono modificarle. La Massoneria non si fonda su una
Rivelazione ma su una Convenzione, su Regole deliberate e condivise
sino a quando non se ne decida la modifica.
Il Grande Oriente di Francia, che
abolì l’obbligo della formula iniziatica AGDGADU (un passo molto
più audace rispetto alla preclusione dell’iniziazione femminile),
sino allo scorso anno escluse l’iniziazione delle donne, ma ora la
ammette.
Luca Bagatin: Lei è stato fra i
pochissimi, assieme allo scrittore Pier Carpi, a “sdoganare” la
figura controversa di Licio Gelli e la P2 e lo ha fatto con tanto di
prove documentate pubblicate nel suo ultimo saggio, edito dalla
Bastogi: “Gelli e la P2 fra cronaca e Storia”.
Che cosa l'ha portata a parlare, senza
pregiudizi, di Gelli e della P2 ?
Aldo A. Mola: Ho
scritto quel libro perché, a trent'anni di distanza dal falso
scandalo P2, non c'è stato un solo convegno scientifico nel quale si
sia discusso criticamente che cosa fu la P2, l’uso (e abuso) che
se ne fece. Né si parla delle vite spezzate con l’accusa, in sé
inconsistente, di “piduismo”: un modo come un’altro per
continuare a diffondere il mito del complotto ai danni dello Stato,
della democrazia, tutte fiabe che oggi lasciano indifferenti i
cittadini.
Il mio libro, peraltro, venne
recensito con molto favore dal periodico “Humanisme” del Grande
Oriente di Francia, ora è tradotto in romeno con prefazione di
Constantin Savoiu, gran maestro della Gran Loggia Nazionale di
Romania“1880”, una Obbedienza legittima e regolare, che continua
coraggiosamente la tradizione dei massoni fondatori della moderna
Romania.
La P2 non fu un'associazione
segreta. Non organizzò complotti militari o politici. Lo
stabilirono, sentenze passate in giudicato.
Il falso scandalo P2 fu, invece, il
preludio a Tangentopoli: esso consistette nella criminalizzazione
da parte del Partito Comunista Italiano delle forze politiche e di
governo di ispirazione risorgimentale e atlantica. Tale
criminalizzazione colpì, infatti, gli aderenti alla P2 che
appartenevano a tali forze politiche (repubblicani,
socialdemocratici, socialisti, liberali e la componente “occidentale”
della Democrazia cristiana, tollerante, dialogante).
I partiti democratici e di governo,
dunque, vennero screditati e, con Tangentopoli, negli anni '90,
subirono il colpo finale. Da allora furono elevate agli onori quelle
forze politiche ed i politici di ispirazione antiliberale e
antiatlantica, come i comunisti ed i democristiani di sinistra, oggi
componenti del Partito Democratico. La convivenza tra ex comunisti e
sinistra democristiana nel partito democratico è una coabitazione
basata su ambiguità e baruffe. I primi tentarono di incriminare
persino l'allora Presidente della Repubblica Francesco Cossiga “reo”
- così dissero – di non aver mai condannato la P2 e la Massoneria.
I cattolici del PD chiesero che venisse formalmente decretata
l’incompatibilità tra iscrizione al partito e logge, come già
avevano fatto Mussolini e Lenin. Chissà come finirà…
Luca
Bagatin: Ma Raffi dice
che la Gelli e la P2 stanno alla Massoneria come le Brigate Rosse al
Partito comunista….
Aldo A. Mola: Appunto.
Il Partito comunista (ex Partito comunista d’Italia, membro della
Terza Internazionale di Lenin e Stalin ) ebbe sempre al proprio
interno nuclei rivoluzionari. Del pari il Grande Oriente d’Italia
ebbe dal 1877 la ”Propaganda Massonica”, una loggia “di élite”,
sintesi di un possibile, auspicabile “partito dello Stato” in un
Paese nel quale lo Stato rischiò troppe volte di ridursi a zerbino
strumento dei partiti.
Così essa venne concepita da
Adriano Lemmi e così venne pensata da Gamberini, Lino Salvini e da
Licio Gelli, creato Maestro Venerabile della loggia Propaganda Se
si legge senza preconcetti il Piano di Rinascita della P2 si deve
constatare che esso mirava a consolidare la democrazia e a conciliare
i cittadini.
Luca
Bagatin: Quale
futuro può avere, a suo giudizio, la
Massoneria in Italia?
Aldo A. Mola: Per
molti aspetti la vera vita della Massoneria in Italia può cominciare
ora. Il nostro è un Paese di formazione recente ma ormai è
abbastanza solido, Ha retto ai totalitarismi ideologici
catto-comunisti e, recentemente, ai borbottii di partiti regionali
che addebitano a complotti massonici internazionali la loro
incapacità di proporre un discorso filosofico e civile da Terzo
Millennio.
La Massoneria ha ottenuto ragione
dalla Storia con il riconoscimento dell’Unità come valore da parte
della Santa Sede. Perciò ora è libera da quel passato. A cospetto
dell’eclissi di partiti e sindacati e mentre le istituzioni
attendono interventi restaurativi urgenti, in presenza del tracollo
delle Università (parlo delle Facoltà umanistiche), la Massoneria
può essere laboratorio di pensiero libero. La maggiori Obbedienze
dovrebbero però dare qualche segnale preliminare. Per esempio il
riconoscimento della propria storia recente da parte del Grande
Oriente (ma qualcuno vanta invece di aver azzerato tutti i grandi
maestri da Gamberini a Salvini, da Battelli a Corona) e un incontro pubblico
tra le Obbedienze.
Il peggior segnale è invece
un’anacronistica adunata a Porta Pia come se a Roma vi fossero
ancora Pio IX e il generale Kanzler. In questo modo ci si fa contare
e si fa constatare che non si conta nulla. Ma, come dicevano i
latini, ognuno è fabbro della propria sorte. Se vuol essere davvero
scuola di libertà la Massoneria deve liberarsi dai fantasmi del
passato, incluso quello dell’antimassonismo.

Luca Bagatin