24 aprile 2014
"Riflessioni politiche flash (parte seconda)" by Luca Bagatin
Sandro
Bondi, già sindaco comunista di Fivizzano ed oggi esponente di un
partito che si chiama Forza Italia, afferma che Renzi sarebbe come
Blair, mentre Berlusconi sarebbe come la Thatcher. Peccato che Blair sia l'erede
del liberalsocialismo inglese e non del cattocomunismo demitiano e -
oltretutto - non abbia mai fatto il gioco delle tre carte con i
cittadini britannici. E peccato che la Thatcher non abbia mai
avuto pendenze con la giustizia, abbia attuato politiche liberiste e
non corporative e, oltretutto, non abbia mai strizzato l'occhio ai
dittatori comunisti (da Lukashenko a Putin), bensì li ha sempre
combattuti.
Anziché
dare solo un contentino di 80 euro (peraltro solo a coloro i quali un
lavoro già lo hanno !), Matteino Renzi avrebbe potuto abbassare
drasticamente l'IVA di 5 punti percentuali. Una boccata di aria
fresca per tutti i consumatori ! Dove trovare la copertura
finanziaria ? Da una riduzione del 50% sullo stipendio di parlamentari e funzionari pubblici.
Tutti a criticare il
qualunquismo ed il populismo, ma nessuno che conosca o si ricordi
davvero che cos'è stato il Fronte dell'Uomo Qualunque, poi
ribattezzato Fronte Liberale Democratico dell'Uomo Qualunque, fondato
dal repubblicano mazziniano Guglielmo Giannini.
Se così fosse ci si
ricorderebbe che l'Uomo Qualunque propugnava il liberismo economico,
la lotta al capitalismo della grande industria, la limitazione del
prelievo fiscale e l'abolizione della presenza statale nella vita
sociale dei cittadini.
In sostanza fu, dopo il
Partito d'Azione di Giuseppe Mazzini, il primo movimento politico
organizzato dalla parte del cittadino e contro il malaffare politico.
E ci si ricordi che, il
cosiddetto e tanto vituperato “populismo”, è sempre preferibile al
“papponismo” di Stato.
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20 marzo 2010
Le mie indicazioni di voto per le amministrative del 28 e 29 marzo
Beh, se proprio vi venisse la voglia di disertare vi capirei. Anzi,
forse un po' vi incoraggerei pure. Per quel che mi riguarda, lo faccio
già da tempo.
Come ha scritto nell'editoriale del 13 marzo scorso sul "Corriere
della Sera" Sergio Romano, a proposito delle amministrative del 28 e 29
marzo, di fronte a partiti che si occupano di tutto fuorché di programmi
e di questioni amministrative, "anche le astensioni, in questo caso,
avranno un significato".
Ad ogni modo e comunque, penso che in Lazio un voto alla radicale Emma
Bonino si possa anche dare. Come anche un voto alla sua lista
Bonino-Pannella che trovo andrebbe sostenuta anche e soprattutto laddove
si presenta quel geniaccio goliardico di Tinto Brass (Lombardia e
Veneto, se non vado errando) che è forse l'unico che - di fronte alla
bramosia di potere dei "comitati d'affari Pd-PdL" - li irride con un bel
sederone sui manifesti e con una politica - come recita il manifesto
del suo blog tintobrassblog.blogspot.com - contro la partitocrazia, le
ingerenze del Vaticano, lo scippo di legalità e laicità, il politically
correct ed il bigottismo di chi lancia il sasso - o il sesso - e poi
nasconde la mano.
Altra regione interessante sotto il profilo elettorale è la Campania,
ove l'unico candidato progressista e liberale è il socialista Stefano
Caldoro, sostenuto dal centro-destra. Per battere i "furbetti del
quartierino" Bassolino e Jervolino.
E nello specifico voglio seguire l'indicazione dell'amico repubblicano
Carmine Pezzullo (candidato peraltro alla carica di Consigliere comunale
di Frattamaggiore), invitando a votare per la lista Nuovo
Psi-MpA-Partito Repubblicano con preferenza per il repubblicano Geppino
Capasso, che sostiene - appunto - Stefano Caldoro Presidente.
Nei Comuni e nelle Regioni ove è presente l'Edera del PRI, ovviamente,
il consiglio che vi do è di votarlo e sostenere questa isola felice di
Storia, libertà e laicità.
Altrove astenetevi pure o, quantomeno, al nord, votate ovunque contro i
candidati della Lega Nord, che è la principale responsabile
dell'aumento della burocrazia, dei costi e delle baronie a livello
locale. Dite dunque NO alla PADANIA LADRONA.
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2 novembre 2009
Intervista esclusiva all'attore e militante per i diritti civili Peter Boom per www.lucabagatin.ilcannocchiale.it by Luca Bagatin

Peter Boom nei panni di un frate "alla Savonarola" nel film di Roberto Benigni e Massimo Troisi "Non ci resta che piangere" del 1984. La sua battuta "Ricordati che devi morire !" rimarrà celebre nella Storia del cinema (e non solo)
Peter Boom è un caro amico al quale
più di un anno fa ho proposto di tenere sul mio blog
www.lucabagatin.ilcannocchiale.it
la rubrica sulla sua Teoria della Pansessualità nella quale parlare
- senza peli sulla lingua e pruderie di sorta - di sessualità,
omosessualità e diritti civili. Peter è nato nel 1936 a
Bloemendaal, in Olanda, e vive in Italia dal 1956 ove studiò lirica
ed iniziò la carriera di attore, recitando peraltro in numerosi film
a cavallo fra gli anni '60 e gli anni '90, accanto a personalità
quali Nino Manfredi - di cui fu molto amico - Ugo Tognazzi, Roberto
Benigni, Massimo Troisi ed altri. Nella sua vita si occupò,
peraltro, di ricerche di mercato e lavorò anche come investigatore
privato. Gay dichiarato e militante dei diritti civili degli
omosessuali, Peter fu fra gli attivisti del Fronte Unitario
Omosessuale Rivoluzionario Italiano ! (F.U.O.R.I. !) federato al
Partito Radicale e fondato da Angelo Pezzana sul finire degli anni
'60 ed anche oggi si occupa di tematiche inerenti alla Liberazione
sessuale, omosessuale e transgender, curando – fra l'altro – il
sito web www.pansexuality.it
Ha scritto sino ad oggi due romanzi: il giallo "Vendetta al
curaro" e "2020 Il Nuovo Messia", romanzo ricco di
simbologia freudiana. Lo ringrazio dunque di avermi concesso
questa amichevole intervista.
 Luca Bagatin: Che cosa ti ha portato a
trasferirti, dalla libera Olanda, alla casta Italia degli anni '50
?
Peter Boom: Milano, La Scala, la
Lirica, studiavo canto e l'Italia era il non plus ultra alla fine del
1956 in pieno “boom” economico, ma … non tanto casto e prima
che li chiudessero sono stato ancora tre o quattro volte nei casini.
Circa tre anni dopo ho scoperto di preferire la compagnia di giovani
uomini. Ecco là, oltre all'autoerotismo le mie prime esperienze
pansessuali.
Luca Bagatin: Ricercatore di
mercato, detective, cantante.....ma quante ne hai fatte prima di
approdare al cinema ?
Peter Boom: Ehi!
Ma il cinema non è mica il bengodi ! Ci sono frequenti periodi di
crisi ed anche tutte le volte che non pagavano. Allora vendevo
bigiotteria orientale che compravo a Roma dagli ebrei persiani
scappati dall'Iran; vendevo enciclopedie; facevo piccoli trasporti;
segretariato d'albergo e così via. Poi cantavo, doppiavo nei film,
facevo l'interprete e anche qualche traduzione. Non stavo mai fermo.
Luca Bagatin: Qual è il
film nel cui ruolo ti sei riconosciuto maggiormente ?
Peter
Boom: Nessuno
Luca Bagatin: Mi raccontasti
di essere stato molto amico di Nino Manfredi, che peraltro negli
ultimi anni della sua vita interpretò il ruolo di un anziano
omosessuale ("Un difetto di famiglia", film per la Rai del
2002 con - fra gli altri - Lino Banfi). Puoi raccontarci qualche cosa
di lui ?
Peter Boom: Nino era un
Ariete come me e forse per questo ci capivamo meglio. Era molto amico
degli omosessuali e nonostante facesse benissimo l'effeminato, amava
solo le donne e possibilmente quelle giovani. Mi raccontava che era
stato la prima volta con una sua zia. A quindici anni soffriva di una
grave forma di tisi e da dietro la porta, origliando, aveva sentito
dire il dottore a sua madre che non avrebbe resistito più molto e
che sarebbe morto da lì a poco. Invece no ! Il suo spirito ha reagito
e dopo ne ha fatta di strada.
Luca Bagatin: Veniamo dunque
al Peter Boom militante per i diritti civili......che ci racconti in
merito ?
Peter Boom: Che ? Devo
scrivere un libro ? Sono un ribelle di natura e non ho mai avuto
pregiudizi. Oramai sono schiavo della lotta per i gay, per la
pansessualità, per le donne, per la gente di colore, etcetera,
etcetera e si può evincere benissimo dal breve pensiero poetico “La
Dottrina del Disprezzo” (pubblicato
spesso anche su www.lucabagatin.ilcannocchiale.it).
Nel 1971 incontrai Angelo Pezzana a Torino ed aderii al
F.U.O.R.I.. L'anno dopo partecipai alla prima manifestazione gay in
Italia a San Remo ed ebbi la pazza idea di produrre e cantare il
primo disco di lotta gay in Italia, che poi mi costò la bene avviata
carriera di cantante di musiche da film.
Luca Bagatin: Militasti anche
nel Partito Repubblicano Italiano, che era ritenuto - dai più - un
partito un po' troppo "moralista". Come mai approdasti
al PRI ?
Peter Boom: Approdai al
Partito Repubblicano dopo Ugo La Malfa. A Viterbo ho conosciuto
Giorgio La Malfa e la combattiva Luciana Sbarbati. Non mi pare che il
partito fosse ingiustamente moralista. Mi piaceva perché regnava
un'atmosfera di LIBERO PENSIERO. Oggi, almeno mi pare, non esista più
nessuna morale in politica. In Italia mancano figure come Obama, come
Zapatero e pochi altri. Ora esiste solo una Grande Madre Chiesa che
comanda insieme con le diverse mafie. E' pietoso vedere un Paese con
sistemi fiscali e giudiziari così confusi, voluti politicamente, ed
una famosa banca dentro Roma che tranquillamente ed impunemente
ricicla le grosse tangenti ed i capitali della delinquenza. Una
situazione dalla quale non sarà facile uscire e che costituisce un
pericolo per tutta l'Europa e probabilmente per tutto il mondo.
Luca Bagatin: Con gli anni
iniziasti ad elaborare la Teoria della Pansessualità. Com'è
possibile che un attore, per quanto poliedrico, inizi - dal nulla -
ad occuparsi di argomenti scientifici e psicologici ?
Peter
Boom: Embé, no, già da bambino mi interessavo di
psicologìa, leggevo molti buoni libri: Freud, Jung, Cronin, Nevil
Shute e molti altri. Frequentavo scuole Montessori, grandi esempi di
libertà di pensiero e di espressione. Nel periodo del liceo classico
vedevamo gli spettacoli di tutti i migliori teatri di prosa venuti da
Parigi, Vienna e Londra, inoltre sono cresciuto con la musica
classica e con la lirica, che era una passione di tutta la mia
famiglia. Ho goduto di una buona formazione culturale, cosa che
apprezzo sempre più.
Luca Bagatin: Puoi
spiegarci, in poche parole, la tua Teoria della Pansessualità
?
Peter Boom: Più precisa è la mia
Filosofia della Pansessualità. In una mezza paginetta ho voluto
spiegare il mio pensiero sulle possibilità sessuali che portiamo
dentro di noi. Finché c'è vita, nel campo sessuale possiamo fare
scoperte ed esperienze strabilianti ed innumerevoli, che magari prima
non avremmo nemmeno accettato. Prendo sempre come esempio un nonno
86enne, cattolicissimo, che si innamora perdutamente dell'amico
ventenne del nipote. e.... naturalmente non c'è niente di male e …
può succedere anche l'opposto, cioè il ragazzo che si innamora del
vegliardo.
Luca Bagatin: Anche oggi il
tuo impegno sul fronte politico-militante è
attivo.....raccontaci.
Peter Boom: Sì,
il mio attivismo non viene mai meno, anzi, ora che sopravvivo con una
pensione troppo piccola (meno male che possiedo una casa e un
computer), solo e libero ho molto più tempo di prima per pensare e
scrivere. Sono in contatto con importanti sessuologi e sto
comunicando la Teoria e la Filosofia della Pansessualità a tutto il
mondo, prima con la mia partecipazione a due conferenze
internazionali organizzate dalla European Federation of Sexology, e
poi naturalmente attraverso internet. Sto penetrando con le mie idee
anche in alcuni paesi a maggioranza musulmana, dove esiste una forte
repressione della donna ed una innaturale resistenza ad ogni
sessualità diversa.
 
Ringrazio
davvero l'amico Peter per l'intervista che mi ha concesso,
impegntissimo com'è nel suo lavoro militante. Come lo ringrazio per
ogni volta che interviene dottamente ed umanamente sul mio blog –
non solo nell'ambito della sua rubrica – con interessantissimi
commenti e per tutte le volte che, spesso telefonicamente, mi propone
nuovi spunti di riflessione. Spunti che è sempre mia cura rilanciare
in articoli e/o interventi ad hoc nel
solco, appunto, della laicità e del Libero Pensiero.

Luca Bagatin
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11 marzo 2009
Liberalismo e Cristianesimo
In questi anni di grande confusionismo ideale, in Italia, si è giunti persino ad affermare che il liberalismo ed il cristianesimo di matrice cattolica sono dottrine “contigue” e “complementari”. E' emblematico che tale dibattito avvenga in Italia - Paese che ha conosciuto il liberalismo al governo solamente durante il Risorgimento – ove il Potere Temporale ha sempre esercitato un notevole influsso sulle coscienze dei governanti (salvo, appunto, durante il periodo risorgimentale). La questione, tuttavia, potrebbe già dirsi risolta allorquando si prenda coscienza dell'astrusità del porre sullo stesso piano una religione messianica con una dottrina politico-economica propugnatrice e foriera di libertà individuale e quindi, di coscienza. Capirei, al massimo, se si volesse disquisire di ideologie messianiche: la principale delle quali il marxismo. Quest'ultima, invero, non è forse così lontana dal finalismo giudaico-cristiano-cattolico di una società perfetta (quella che Orwell riassunse nel suo “1984”), idilliaca, imposta da un ipotetico Dio - magari per mezzo dei suoi rappresentanti terreni - o dallo Stato (o dallo Stato che si fa Dio), magari una società finanche senza classi. Una società ove l'etica e la morale - e quindi l'autorità statuale e/o ecclesiastica (con a capo il Funzionario di Partito e/o il Cardinale) primeggiano rispetto alla coscienza del singolo individuo. Individuo che purtuttavia – nei fatti - non è ontologicamente affatto perfetto, perché la vita stessa non può essere perfetta in quanto è permeata da una continua ed incessante ricerca entro e fuori sé stessa. E' infatti l'individuo a trovarsi ontologicamente a giocare la sua partita, a ricercare sé stesso, per mezzo delle sue stesse potenzialità fisiche, ma anche e soprattutto intellettuali e psicologiche. Tornando alla querelle relativa al liberalismo ed al cristianesimo, specie quello di matrice cattolica, sarà ad ogni modo utile tornare ad Alexis de Tocqueville ed al suo “Democrazia in America”. Testo peraltro così amato dal nostro Camillo Benso conte di Cavour. Qui Tocqueville parla anche e giustamente del cristianesimo e di come gli Stati Uniti d'America, patria del liberalismo per eccellenza, siano da sempre permeati da una profonda coscienza religiosa cristiana (ed anche massonica, aggiungerei io, sollolineando il fatto che la spiritualità massonica è fortemente connessa ad una profonda spiritualità di matrice gnostico-cristiana) e di come gli statunitensi siano allo stesso tempo permeati da un forte senso di libertà. Proprio tale coscienza ha fatto sì che lì le leggi fossero assolutamente autonome rispetto a qualsiasi morale religiosa, rispettando quel principio che il Cavour definì di “Libera Chiesa in libero Stato”. Si noti come invece da noi, ove l'influenza del dogma cattolico è molto forte – anche e soprattutto nelle leggi dello Stato - dilaghi l'irresponsabilità individuale, l'immoralità, la corruzione, e finanche l'ateismo (concetto pressoché sconosciuto negli USA ove al massimo si giunge ad un sano angosticismo). Si noti poi come un altro grande filosofo liberale del '900, Benedetto Croce, affermava sì che “Non possiamo non dirci cristiani”, rivalutando l'influenza del cristianesimo nel pensiero occidentale (già pregno dalla cultura greco-romana), ma intendendo per cristianesimo una rivoluzione “umana” e non già “divina”, ove il Dio crociano era una divinità immanente, ma non trascendente. Non a caso Benedetto Croce fu in prima linea contro il Concordato fra l'Italietta fascista di Mussolini ed il Vaticano. Concordato che abolì nei fatti il “Libera Chiesa in libero Stato” dell'Italia liberale di Cavour e di Giolitti e tristemente inserito nella Costituzione repubblicana all'Articolo 7 grazie all'accordo unanime di democristiani e comunisti (eredi e propugnatori, non a caso, delle ideologie messianiche di cui abbiamo parlato all'inizio dell'articolo). Non è forse un caso che nella confusa Italia d'oggi, i maggiori sostenitori di un liberalismo di matrice giudaico-cristiana siano i cosiddetti “atei-devoti”, magari financo formatisi culturalmente e politicamente in ambiente marxista e/o vicini all'estremismo socialista (vedi Giuliano Ferrara, Ferdinando Adornato e Fabrizio Cicchitto). E non è un caso che la Chiesa cattolica oggi, rischiando di perdere sempre più fedeli (ormai stanchi di dogmi e rituali pragmaticamente lontani dalla loro vita quotidiana), cerchi di permeare non già la società , bensì la politica: imponendole una sua personalissima visione della vita, della morte, della morale e via discorrendo (si pensi all'attualissima discussione sul fine vita). Ci chiediamo sino a quando una situazione di tal fatta sia ancora possibile e sostenibile in un Paese collocato nell'Occidente progredito e democratico. Una situazione destinata presto o tardi a veder prevalere o l'oscurantismo di matrice medievale o l'illuminismo di matrice liberale.
 Luca Bagatin
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16 luglio 2007
Per Corso Libero Bovio
 L'avvocato penalista milanese Corso Libero Bovio si è ucciso sparandosi un colpo con una 357 Magnum alcuni giorni fa, senza lasciare alcun messaggio a spiegazione del suo gesto.
E' con profonda tristezza che vorrei ricordarlo.
Leggevo i suoi colti e puntiali articoli nella rubrica "Giustizia e dintorni" curata sulla Voce Repubblicana e quando ho appreso la notizia al telegiornale mi sono sentito un colpo al cuore. E' stato come se una parte di me se ne andasse via per sempre.
E' questo ciò che probabilmente accade quando ti affezioni ad un articolista che pure non conosci, ma di cui condividi gran parte del pensiero.
Corso Libero Bovio era un repubblicano senza altri aggettivi che vantava fra i suoi avi proprio quel Giovanni Bovio di Trani che è considerato uno dei personaggi più autentici del laicismo ottocentesco di matrice mazziniana.
Nell'apprendere della sua morte sono venuto a conoscenza, purtroppo tardivamente, che egli era anche un poeta ed uno scrittore financo di fiabe e ciò, non so perché, ha agginto commozione alla commozione.
Avrei voluto conoscerlo personalmente.
Oggi siamo in molti a chiederci il motivo del suo gesto, purtuttavia credo sia bene ricordarlo con il suo sorriso di sempre.
Perché un sorriso, a volte, può essere più forte del dolore.
E il dolore che la vita spesso ci arreca è transitorio, ma un sorriso può superare ogni tempo e durare in eterno nei nostri cuori.
Luca Bagatin
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