Per il numero 3 del mese di Marzo 2010 della rivista "Secreta Magazine"
(Editoriale Olimpia), ho realizzato un interessante ed approfondito
articolo sul Maestro spirituale Sai Baba, che vorrei qui di seguito
riproporvi.
Sai Baba: un Maestro spirituale dei
nostri giorni


Sai Baba e Krishna, il principale Dio della trazione Vedica.
Sai Baba ne è l'attuale incarnazione ?
Chi è Sathya Sai Baba ?
Un mistico
? Un santone ? Un guru ?
Nella poliedrica varietà di sadhu e
mistici che popola il vastissimo continiente asiatico, è facile
confondere Sai Baba con uno di loro.
Ma Sai Baba è – in realtà
- molto di più.
Nato a Puttaparthi - un piccolo
villaggio dell'Andra Pradesh, regione dell'India meridionale - il 23
novembre del 1926, sin da bambino, dall'età di 10 anni, dimostra di
possedere poteri sovrannaturali.
Sai Baba, studiato da
numerosissimi ricercatori da decenni, possiede infatti poteri
cognitivi come la chiaroveggenza, la psicodiagnosi, la telepatia;
poteri psicocinetici come la capacità di materializzare oggetti,
apportarli, moltiplicarli, anche sotto l'occhio vigile di chi gli si
trova di fronte.
Ma egli stesso non sembra dare alcuna importanza
ai miracoli che compie. Sai Baba sembra compiere miracoli unicamente
per focalizzare l'attenzione di chi lo ascolta, per lanciare un
messaggio di unità fra tutte le religioni (simboleggiato anche dal
Suo vessillo, il Sarva Dharma: un fior di loto
contornato dal simbolo dell'Om Indù; dalla Ruota buddhista; dal
Fuoco zoroastriano; dalla Stella di David; dalla Luna e la Stella
dell'Islam e dalla Croce cristiana).
"Esiste una sola
religione", afferma Sai Baba, "la religione
dell'Amore. Esiste una sola razza, quella dell'umanità. Esiste un
solo Dio, che è onnipervadente".
Questo, in sintesi, il
messaggio che Sai Baba vuole trasmettere a chi lo ascolta.
Ho
avuto la fortuna, fra il 2002 ed il 2005, di frequentare
settimanalmente la casa di due anziani coniugi, da anni abitanti a
Pordenone: la romana Gerarda Cesarini, detta amichevolmente Gegè, ed
il napoletano verace Oscar Martino. Entrambi citati anche in numerose
opere dedicate a Sai Baba, in primis quelle dello psicologo Giancarlo
Rosati, massimo studioso italiano del fenomeno Sai Baba.
Gegè
ed Oscar sono stati, infatti, i primi fondatori di un Centro
intitolato a Sai Baba in Italia, negli anni '60 a Roma, in via
Benedetto Musolino, quando ancora era poco conosciuto. Questa
simpatica coppia fu anche in assoluto la più ricevuta dal
Maestro.
Oggi i Centri Sai Baba in Italia - peraltro tutti senza
scopo di lucro e senza alcuno spirito di proselitismo - sono
centinaia e nel mondo i devoti del Maestro, sono milioni.
Dal
Maestro, sì, perché infondo Sai Baba non è che un Maestro
spirituale il cui messaggio va ben oltre i suoi miracoli, per così
dire, ed il cui messaggio mira sempre a trasformare il cuore
umano.
Sai Baba, come dicevamo, è solo nato in un contesto indù,
ma il suo insegnamento - che fonda le sue radici nella concezione
gnostica ed esoterica delle Sacre Scritture di tutte le fedi e
tradizioni, i Veda in primis e che Baba invita a studiare, a partire
dal concetto di Reincarnazione - si basa sulla ricerca
della Divinità insita in ciascun individuo per mezzo del canto
devozionale, i Bahjan, della ripetizione dei mantra vedici ed in
particolare per mezzo del rispetto quotidiano di cinque valori umani:
Verità, Amore, Pace, Rettitudine e Nonviolenza.
Per mezzo delle
frequentazione dei coniugi Martino, sono rimasto letteralmente rapito
nella descrizione delle loro esperienze dirette con il Maestro.
Quando ad esempio ad Oscar materializzò un anello d'oro,
preziosissimo, sotto i suoi stessi occhi, o quando regalò ad
entrambi una cornice d'oro recante la sua effige ricavata dalla
povere dorata che Baba stesso lanciò in aria per poi ricomporsi,
magicamente, fra le sue mani.
Sai Baba, chissà perchè,
amava moltissimo Gegè ed Oscar. Una coppia di teosofi adorabile,
semplicissima e sempre pronta a dare una mano al prossimo. Una coppia
che fu peraltro, per anni, in contatto con Madre Teresa di Calcutta e
con Padre Anthony Elenjimittam, ultimo discepolo vivente del Mahatma
Gandhi, alle cui missioni elargirono gran parte del loro
patrimonio.
Si recarono in India, a Puttaparthi, sino in età
avanzata, 90 anni Oscar e 80 Gegè. E puntualmente, pur fra una marea
di devoti in attesa di uno sguardo dal Maestro, furono ricevuti in
udienza privata.
Oscar, uomo sensibilissimo, mi raccontò che
confidò a Sai Baba che avrebbe voluto morire prima della moglie,
perché non avrebbe sopportato il dolore della sua scomparsa. Fu
allora che Sai Baba predisse loro che sarebbero morti l'uno a
distanza di due soli giorni dall'altra. Prima sarebbe morto Oscar e
successivamente Gegè.
La scena mi commosse molto.
Ricordo
inoltre ancora con affetto quando - conoscendo la mia golosità -
Oscar mi ricopriva letteralmente di dolciumi e Gegè, pur non essendo
consigliabile per la sua salute, ne approfittava per mangiarne in
quantità.
Volevo molto bene a Gegè ed Oscar, che per me erano
come dei nonni ai quali confidavo veramente tutto e fu un duro colpo
quando appresi della loro morte.
Il Messaggero Veneto di Pordenone
del 10 gennaio 2006 titolava, a tutta pagina: "Muore di
dolore due giorni dopo il marito. Gerarda Cesarini e Oscar Martino
sono rimasti legati fino all'ultimo da un'incredibile storia
d'amore". Nell'articolo, ovviamente, si parlava anche di Sai
Baba e della sua previsione e di come la coppia fosse a lui
legata.
Persino il prete, in Chiesa, nonostante Sai Baba sia
fortemente criticato ed osteggiato dalla Chiesa cattolica, si prodigò
in elogi nei confronti di questo particolarissimo Maestro indiano
dalla folta e curiosa capigliatura.

Sai Baba distribuisce la vibhuti (leggi più sotto) ai devoti
Sai Baba, lungi dall'essere un fenomeno
da baraccone o un santone mediatico, è universalmente noto per la
sua opera umanitaria e nel campo del sociale: dalla costruzione di
ospedali nei quali si eseguono interventi sofisticatissimi e a titolo
completamente gratuito (come il Super Speciality Hospital di
Puttaparthi e quello di Whitefield, entrambi inaugurati alla presenza
del Primo ministro dell'India) a scuole, centri di accoglienza per
indigenti, e numerosi progetti finalizzati a rendere potabile l'acqua
nei villaggi rurali e nelle regioni limitrofe ove vi è siccità.
Dagli anni '60 ad oggi, numerosissimi
studiosi, abbiamo detto, hanno cercato di approfondire la realtà di
Sai Baba.
Su di lui sono stati scritti
numerosissimi testi e notiamo come anche gli studiosi più critici,
alla fine, si sono convinti che questo curioso Maestro indiano ha
qualche cosa di profondamente mistico.
Pensiamo ad esempio al prete cattolico
Don Mario Mazzoleni che, partito per Puttaparthi per fare un
inchiesta per conto dell'Osservatore Romano, finì per convertirsi
al credo di Sai Baba, tanto
che venne scomunicato.
Oppure
al già citato psicologo Giancarlo Rosati, forse il più prolifico
nello scrivere e nel descrivere il fenomeno Sai Baba,
tanto che egli lo accosta al Cristo
Cosmico annunciato da
Gesù nel Vangelo di Giovanni, ma anche al Kalki
Avatar, l'ultima
incarnazione divina descritta dai Veda.
Invero,
Rosati, porta a sostegno di queste affermazioni una serie di
coincidenze: il Vishnu
Purana annuncia che il Kalki Avatar nascerà nell'India del Sud, in
un territorio bagato da tre mari, nel villaggio dei coni o termitai
(e Puttaparthi corrisponde esattamente a questa descrizione n.d.a.) e
vivrà sino a 95 anni (Sai Baba ha annunciato che vivrà sino a
quell'età).
Inoltre
nell'Apocalisse di Giovanni il Cristo Cosmico è chiamato “Fedele”
e Verace. E guarda caso
il nome di nascita di Sai Baba è Satya Narayana, che in sanscrito
significa appunto “Fedele” e “Verace”.
Andando
oltre, possiamo notare cone il grande mistico indù Sri
Aurobindo, il 24 novembre
del 1926, un giorno dopo la nascita di Sai Baba, fece l'annuncio che
quella notte il Divino si era incarnato portando con sé tutti i
poteri divini: l'Onnipotenza, l'Onniscenza e l'Onnipresenza.
Maometto,
il fondatore dell'Islamismo, fra le sue profezie, fece la descrizione
di quello che chiamò El
Mahdi Maoud o il Maestro
del mondo. E lo descrisse
distintamente: “La sua chioma sarà folta, i capelli neri
giungeranno fino alle spalle. Le sopracciglia si uniranno al centro
della fronte, che apparirà ampia. Il naso sarà dritto e avrà un
infossamento alla radice. Avrà un neo sulla guancia e non porterà
mai la barba. I denti centrali saranno separati e allontanati tra di
loro. I suoi occhi saranno neri e pungenti. Il suo corpo sarà minuto
e le sue gambe saranno quelle di un adolescente. Indosserà due abiti
color fiamma, l'uno sopra l'altro (....). Materializzerà piccoli
oggetti con la mano (…). Egli vivrà fino a 95 anni.”
Qui,
guarda caso, la
descrizione fisica è addirittura soprendentemente identica a quella
di Sai Baba: dalla chioma sino ai tratti somatici, passando per la
bassa statura (Baba è alto all'incirca 150 centimentri) e la
materializzazione di oggetti.

Sai
Baba, materializza, in primis, una curiosa cenere profumata, chiamata
vibhuti.
La
vibhuti,
secondo l'iconografia indù, è attribuita al Dio Shiva, che la porta
sulla fronte e su altre parti del corpo a rappresentare l'immortalità
dell'anima.
Sai Baba ne
materializza in quantità, unicamente per mezzo del palmo della sua
mano che agita in senso orario, così, dal nulla. La dona ai devoti
più bisognosi ed essa ha proprietà spesso miracolose, per così
dire.
Ora,
sappiate che chi scrive – per indole caratteriale – è a
prescindere uno scettico. Purtuttavia ho avuto modo di applicare una
sola volta della vibhuti
sulla zampina malata della mia gattina, che anni fa soffriva di un
incurabile tumore, visibilissimo e purulento. Dopo un paio di giorni
il tumore le si era completamente riassorbito e quindi scomparso, con
grande sorpresa mia e del veterinario.
Questo è solo un
banalissimo caso accadutomi personalmente, ma nelle pubblicazioni
dedicate a Sai Baba (edite in Italia dalle Edizioni Milesi) se ne
trovano a bizzeffe e di molto toccanti.

Ganesh e Sai Baba di Shirdi (reincarnazione dell'attuale Sai Baba)
Sai Baba ha fatto
inoltre numerose profezie per gli anni a venire, come quella che - a
partire dal 2015 – ci sarà un ritorno all'Età dell'Oro, di pace e
prosperità, che dovrebbe avere il suo apice attorno al 2021, anno
della morte prevista per Sai Baba stesso.
Numerosissime
altre cose ci sarebbero da dire su questo Maestro spirituale che
afferma con candore: “Io sono Dio, ma lo sei anche tu”,
ma, forse, l'unico modo per comprendere davvero la sua realtà
spirituale è quella di
accostarsi al Divino, nella forma in cui ciascuno si riconosce
maggiormente e continuare a ricercare, entro sé stessi, quella
scintilla divina che
rende ciascuno di noi – quotidianamente - davvero speciale.

Luca Bagatin