24 novembre 2010
"Non ho un buco libero" (cit.): racconto surRenale by Luca Bagatin
Impedire che il figlio nascesse era il mio segreto proposito.
Beh, detto così suonerebbe brutto.
Brutto come un pasticciaccio brutto di Via Margutta ove non c'è il
negozio di pasticci della Sig.ra Lovett perché quello sta - o, meglio,
stava - in Fleet Street.
Sono contro l'aborto di Stato, ma ancor più sono contro l'aborto di
mercato.
Sono contro l'aborto clandestino.
Impedire che il figlio nascesse era il suo, non certo il mio, segreto
proposito.
Io non ho un buco libero.
Io non ho un buco: ho una vagina.
Io sono mia e il mio corpo me lo gestisco io.
Non credo al gestalt e penso che la gestazione sia una pratica
utilizzata dagli automobilisti incazzati.
Non credo alle creme abbronzanti.
Sono una credenza. Impopolare.
Sono una cretina che ha un marito assassino. O potenziale tale.
Solo perché il mio potenziale figlio non è figlio suo. Impotente.
Lo chiameranno figlio della colpa, ma la colpa è di chi ? E che non si
dica figlio di....
Noi due lo stesso pensiero. Noi due lo stesso destriero. Noi due che ci
libriamo in volo.
Mannaggià a me e a quando ho incontrato Fabio Volo.
Ho gettato mio marito dalla torre. E' stato un gioco.
Il gioco della torre. L'arrocco.
L'allocco era lui. La torre era quella di Pisa.
Il suo dente pendeva. Il suo pene anche. Era nudo. Come la verità non
menzognera.
Si è sfracellato al suolo con le cervella spappolate come la
pappapappapappa col pommopommopommodor.
Rita Pavone è la mia vicina di casa e mi invita spesso a cena.
Devo sempre rinunciare. Non ho un buco libero.
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