9 ottobre 2015
Quando mi candidai alle Amministrative di Roma con la Staller e contro Marino e Alemanno
Nel 2013 mi candidai,
repubblicano mazziniano, libertario, chavista e peronista, nelle liste
del Partito Liberale Italiano, rilanciando la figura di Ilona Staller in
politica, alle elezioni Amministrative di Roma.
Lo
feci perché Ilona era un'amica che stimavo da sempre e mi intrigava
l'idea di rilanciare l'area laica con un programma "radicale" e di "estrema sinistra", che solo
Ernesto Nathan avrebbe potuto portare avanti e mi intrigava farlo con
un'icona hippie e fricchettona come Cicciolina, così simile al mio modo
di vedere la vita e la politica.
Con Ilona, per tutta la campagna elettorale, dicemmo e scrivemmo: "Dobbiamo impedire a Marino ed Alemanno - ovvero i riferimenti romani
dell'inciucio nazionale - di vincere queste elezioni comunali (...). All'antipolitica dell'inciucio
destra-sinistra, contrapponiamo le politiche in favore di disabili,
degli anziani, dei bambini, degli omosessuali, delle prostitute, delle
donne sole, dei senzatetto e degli animali. All'antipolitica
dell'inciucio, contrapponiamo gli ultimi, i più bisognosi, che
necessitano di strutture socialmente utili, parchi, asili nido sempre
più insufficienti, reddito di cittadinanza, trasporti efficienti e meno
costosi. Tutte cose che potrebbero essere attuate abbattendo del 50% gli
stipendi di Sindaco, Assessori, consulenti e funzionari pubblici". Lo dicemmo, pur inascoltati anche dagli stessi compagni di lista. Oggi assistiamo alle dimissioni di Marino, che, secondo noi, non avrebbe dovuto nemmeno essere eletto. Così come non doveva essere eletto, a suo tempo, Gianni Alemanno. I romani facciano ammenda. La causa del loro mal sono i politici, certo, ma anche loro stessi che li hanno eletti. Si diano da fare, cambino mentalità. Siano più solidali, puntino all'autogestione delle imprese pubbliche ATAC e ACEA. Siano rivoluzionari, così come cercammo di fare noi nell'ambito di quella folle campagna elettorale. Non ci illudiamo, certo. La Roma di oggi è e rimane una città servile, lontanissima dai fasti dell'Impero Romano e dai tempi di Ernesto Nathan. Occorrono spiriti liberi e coraggiosi. Altrimenti continuerà ad essere la Capitale, sì, ma dello sfacelo di questo Paese.  Luca Bagatin (nella foto con Ilona Staller)
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23 agosto 2015
A Roma va in onda la fiera dell'ipocrisia
A Roma va in onda non tanto e non solo
un funerale in stile hollywoodiano-kitsch come è stato definito, ma
anche la fiera dell'ipocrisia.
L'ipocrisia di una politica che finge
di scandalizzarsi, quando invece era tutto autorizzato. Dal Comune,
dai vigili, dall'AMA. Tutti sapevano, ma solo il giorno dopo tutti
costoro hanno iniziato a scandalizzarsi, a stracciarsi le vesti. A
scoprire che a Roma comanda la mafia, zingara o meno, da quel dì.
Del resto ci sono tanto di foto
storiche che ritraggono noti politicanti e noti burocrati accanto a
noti mafiosi. E tutti assieme cenano allegramente.
La mafia a Roma, del resto, è un
fenomeno antico quanto il mondo. Lo stesso Impero Romano si reggeva
sula corruzione e sul malaffare.
La mafia, del resto, è una certa
mentalità ipocrita, dedita alla ricerca del guadagno facile,
dell'edonismo senza faticare. La mentalità del “fotti il prossimo
e godi”. Una mentalità diffusa e difficilmente sradicabile. Una
mentalità familista e omertosa.
Una mentalità che si riverbera nella
politica odierna, una politica effimera, che ha ucciso il pensiero,
fondata sugli slogan, sulla disonestà intellettuale e
sull'autoritarismo prima berlusconiano e poi renziano. Una politica
fondata sul “gioco delle tre carte” che fa il paio con
l'altrettanto ipocrita Chiesa cattolica che anche oggi finge di
stracciarsi le vesti, la quale nel 2006 non autorizzò il funerale
del povero Piero Welby, la cui memoria è stata ancora una volta
oscurata. Dal malaffare diffuso. Dalla disonestà intellettuale e
morale. Dalla bestemmia di coloro i quali hanno usurpato il Verbo del
Cristo.
Non sappiamo come se ne potrebbe
uscire. Forse iniziando a legalizzare droghe e non droghe,
togliendone alla criminalità il monopolio. Forse abolendo per sempre
gli appalti per le opere pubbliche e facendo realizzare i lavori ad
aziende pubbliche e autogestite dai cittadini stessi. Forse
istituendo comitati popolari composti da cittadini estratti a sorte,
come nell'Agorà Greca, abolendo partiti ed elezioni politiche,
portatrici di corruttela, clientelismo, dittatura della burocrazia.
Ad ogni modo tutto ciò sarebbe solo
parzialmente risolutivo del problema. Occorre un cambio radicale di
mentalità e di atteggiamento.
Sin tanto che il popolo sarà ipocrita,
tendente alla corruzione ed alla corruttela, ovvero baserà la
propria vita sull'egoismo anziché sull'amore per il prossimo, ovvero
baserà la sua vita sul guadagno anziché sul dono; sino a che gli
individui condurranno una vita ove ammirano chi ha di più anziché
chi utilizza il proprio tempo libero per godere dei piaceri della
natura e lavora onestamente...sin tanto che ciò tenderà a
prevalere, la mafia continuerà ad avere la meglio.
E, come al solito, chi è causa del suo
mal, pianga sé stesso.
 Luca Bagatin
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19 luglio 2014
Chi è questo bambino beatnik-hippie-cyberpunk ?
Chi è questo bambino che, immerso nella realtà urbanizzata,
cementificata e depauperata delle periferie di una Roma Anni '80, si
aggira con una carriola zeppa di fiori, come ad estraniarsi e a
contrapporsi ad una realtà che da sempre lo disgusterà per proporne una
alternativa, frikkettona e colorata? Ovviamente il sottoscritto !

Chi è questo bambino che, sin da quando aveva un anno, non disdegnerà la compagnia di affascinanti signorine ?
Ovviamente quello che, un momento prima, si aggirava con una carriola
zeppa di fiori, come ad estraniarsi e a contrapporsi ad una realtà che
da sempre lo disgusterà per proporne una alternativa, frikkettona e
colorata. Ovviamente il sottoscritto ! 
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5 dicembre 2013
"Aforismi e riflessioni d'Amore e Libertà" by Luca Bagatin
Al consenso è preferibile il buonsenso. Al
consesso è preferibile il buon sesso.
Se il mattino ha l'oro in bocca significa che
tutto sommato non ha risentito della crisi. C'è chi, infatti, si
può permettere capsule decisamente più economiche.
Agli scoop giornalistici preferisco le scopate
letterarie.
Antonio Gramsci sosteneva che la verità è
sempre rivoluzionaria. Ma è la nudità a rappresentare, davvero,
la verità. Quindi è la nudità ad essere rivoluzionaria !Adoro la figura del rivoluzionario Benjamin
Franklin, non solo perché fu eminente massone ed attivista della
Rivoluzione Americana, ma anche perché non brevettò mai la sue
invenzioni. Egli riteneva infatti che dovessero essere appannaggio di
tutto il popolo. Un vero antagonista dei brevetti e dei diritti
d'autore, a tutto vantaggio della collettività !
Non c'è nulla di più entusiasmante
dell'erotismo, specie se è l'anticamera per il romanticismo.La pubblicità commerciale, come accaduto per la
televisione e per molti giornali, renderà il web meno libero. Ce ne
renderemo conto presto, purtroppo.
La differenza fra lealisti berluscones e
alfaniani; fra cuperliani e renziani; fra grillini e leghisti ? Nessuna. Codeste fazioni, infatti, meriterebbero di essere cacciate dal Parlamento,
senza passare per il Via (ovvero senza alcuna indennità pagata dai
contribuenti).
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