7 febbraio 2012
Per una Nuova Repubblica...ricordando quella Romana

La Repubblica Romana e chi se la
ricorda più ? Se non ci si ricorda di essa allora significa che
non la si è voluta ricordare. Ed in effetti, se andiamo alle
cronache scolastiche, non è che la si approfondisca poi molto, per
quanto, tale storico avvenimento è e fu per l'Italia la base della
sua futura democrazia. Ma, andiamo con ordine. Che cosa accadde
esattamente il 9 febbraio del 1849 ? Fu proclamata, appunto, la
prima Repubblica libera, democratica e laica d'Italia. Con una
Costituzione ben più libera, democratica e laica, persino della
Costituzione della Repubblica italiana del 1948 che, invero, nacque
dal tristissimo compromesso fra clericali e comunisti, ovvero i
continuatori di quel fascismo che, a parole, dicevano di voler
combattere. Ordunque della Repubblica Romana e della conseguente
Costituzione, Giuseppe Mazzini ne fu il propugnatore ed ispiratore
politico e fu grazie al valore militare ed al sangue versato dai
garibaldini e dal popolo romano, se i moti insurrezionali ebbero
successo ed il Papa Pio IX si vide costretto a fuggire a Gaeta. Fu
dunque una rivoluzione di popolo quella che porterà Mazzini al
Quirinale, trimunviro assieme ai repubblicani Aurelio Saffi e Carlo
Armellini. Una volta scacciato Papa Pio IX, dunque, la Repubblica
si dotò immediatamente di una Costituzione liberale la quale, agli
Articoli I e II, stabiliva che la sovranità spettasse unicamente al
Popolo, il quale si dava per regola tre principi fondamentali:
l’eguaglianza, la libertà e la fraternità, senza riconoscere
alcun privilegio di casta o di titolo nobiliare. In tutto il
Documento si può peraltro notare come essa ricalcasse perfettamente
i principi della Costituzione democratica degli Stati Uniti d’America
redatta alla fine del ‘700, ovvero quanto gli USA avevano scacciato
il tirannico regime monarchico inglese. Inoltre si può notare quanto
fosse liberale e tutt’altro che antireligioso lo spirito di tale
Costituzione, la quale, all’Articolo VIII dei Principi Fondamentali
stabiliva che al Papa sarebbero comunque state concesse tutte le
“guarentigie necessarie per l’esercizio indipendente del potere
spirituale” e, all’Articolo precedente, si stabiliva la piena
libertà religiosa dei cittadini della Repubblica. I
risorgimentali mazziniani, peraltro, fondarono la Repubblica non su
valori materialisti ed ateistici, bensì su valori spirituali e
teisti, considerando la Divinità - ovvero il concetto "Dio e
Popolo" impresso nella bandiera Tricolore della Repubblica -
quale entità adogmatica al di sopra di ogni Potere costituito o,
peggio, prostituito come invece era quello papalino. La Repubblica
Romana sopravvisse solamente cinque mesi: soffocata nel sangue il 3
luglio 1849, dopo un mese di assedio, dai soldati francesi di
Napoleone III alleati al Papa. Purtuttavia essa fu un evento storico
fondamentale e di svolta nelle lotte risorgimentali per l’Unità
d’Italia nonché per gettare il seme della speranza verso la
creazione di uno Stato laico, civile e repubblicano. Uno Stato
libero dall’influenza della Chiesa e di Casa Savoia, entrambe ree
di aver gettato gli italiani, specie i popolani e le classi sociali
meno abbienti in generale, nel più nero sottosviluppo. Oggi,
dicevamo, a parte qualche fugace passaggio televisivo come ad esempio
la fiction dedicata alla figura di Anita Garibaldi, recentemente
andata in onda su Rai Uno, della Repubblica Romana non vi è quasi
traccia fra il popolo, spesso bue, che rischia ogni giorno di più di involvere e
di mandare al Potere la solita masnada clericale, cattocomunista,
leghista o conservatrice senza nè arte nè parte. Occorrerebbe
tornare allo spirito dei giovani mazziniani che si immolavano per la
Repubblica. Una Repubblica che, con Randolfo Pacciardi, vorremmo
Nuova: senza finanziamenti pubblici a partiti e sindacati;
Presidenziale nel solco degli insegnamenti di Mazzini; laica perché
non asservita a nessuna volontà religiosa o di parte. Occorrerebbe
un'unità dei laici, dei repubblicani, dei liberali, dei
liberalsocialisti sparsi in ogni dove. Occorrono soprattutto giovani
che delle "mummificate celebrazioni" accademiche non ne
possono più. E che non ne possono più di essere soggetti e
personale politico incapace o quasi centenario. Sono appena
passate le celebrazioni dei 150 anni di Unità d'Italia, ma nessuno
ancora si rende conto che, forse, l'Italia andrebbe riunificata
nuovamente. Andrebbero denunciate ed annullate le sacche di
parassitismo, clientelismo, corruttela presenti in ogni dove.
Andrebbero decurtati del 40 - 50% tutti gli emolumenti e stipendi
alla classe politica, che dovrebbe svolgere una funzione di servizio
alla comunità e non vivere alle spalle di essa. Andrebbero
laicizzati e democratizzati i programmi di insegnamento, introducendo
nelle scuole i "Doveri dell'Uomo" di Mazzini, piccolo
compedio di vita morale, etica e civile, lontana anni luce dalle
assurdità anti-umanitarie del marxismo che corruppe un'infinità di
menti a cavallo fra gli anni '60 e '70 del Novecento. Occorre,
insomma, tornare sulle barricate per una nuova Repubblica Romana,
anzi, per una nuova Repubblica Italiana. Perché questa qui non ci
piace punto.
 Luca Bagatin
|