9 agosto 2014
Dieci anni di www.lucabagatin.ilcannocchiale.it
Sono ormai dieci.
La vita di un ragazzino di dieci anni.
Questo blog, in effetti, è per me
quasi come un ragazzino. E' il mio ragazzino, il figlio che temo non
avrò mai. Ma vabè, lasciamo stare i discorsi tristi, ovvero le
previsioni azzardate, per passare a quelli faceti.
Che cos'è accaduto in dieci anni ?
Prima di tutto sono passato dall'avere
25 anni ad averne 35. Sono diventato, insomma, maggiorenne e più che
vaccinato.
In seconda battuta questo blog è
diventato o quantomeno mi auguro che sia diventato la bandiera
(rossa, con ventisei cuori attorno e l'effige di Anita Garibaldi al
centro, mi raccomando !) di tutti coloro i quali amano vedere le cose
da punti di vista differenti rispetto alla massa. Amano approfondire
ed andare oltre le apparenze. Amano la cultura e l'intelligenza,
ovvero odiano l'ipocrisia e, tutto sommato, anche la tecnologia
dilagante senz'anima.
Ora, è vero, un blog necessita di
tecnologia per vivere. Purtuttavia non necessita di essere connessi
24 ore su 24. Io, ad esempio, non lo sono. Non ho tablet o smartphone
o come cappero si chiamano quegli aggeggi che tolgono sempre più
tempo alla comunicazione verbale.
La comunicazione. E' l'aspetto che ho
sempre ricercato attraverso il mondo dei blog.
La comunicazione è importante, ma non
lo è la comunicaZZone. La comunicaZZone è quella degli
(a)socialnetwork che, di fatto, è una non-comunicazione. E' un modo
per farvi credere che avete milioni di amici - costantemente connessi
– che vi seguono e che voi seguite...in una spirale di
pseudo-amicizia virtuale senza alcuna virtù.
Quel fottuto Zukerberg - grande censore
dei nudi femminili - ci fa i soldi con i vostri clik ! E a me fa
letteralmente vomitare.
In dieci anni di blog un qualche sfogo
contro uno sfigatello che si crede un re, avviluppato nel sistema di
quei beoti incolti degli WASP, ci vuole no ?
Ah come sei lontano Jack (Kerouac) ! Ah
come sei lontano Allen (Ginsberg) ! Ah, come ci vorrebbero i tuoi
colpi di arma da fuoco, caro Bill (Burroughs) contro questi imbecilli
della CocaCola ove tutto si mangia e si vende. Anima compresa.
Credo a chi l'anima non l'ha mai
venduta, ovvero la possiede ancora. Che vi volete fare !
Sapete perché non prendo posizione nei
conflitti internazionali ? Perché è tutta una questione di soldi. E
i soldi - benché siano importanti (ma mai quanto la comunicazione !)
- hanno accecato l'individuo. Lo hanno riportato allo stato barbarico
(gli WASP ne hanno peraltro le origini...) e lo hanno privato di ogni
forma d'amore.
Vabè, lasciamo perdere ancora una
volta i discorsi pensosi e vediamo di festeggiare questi dieci anni
ricordando le cose belle.
Su questo blog mi sono innamorato
diverse volte. Una volta mi ci sono anche fidanzato, con una blogger
del Cannocchiale. Ancora la rimpiango, ma vabè. Una volta, tempo
dopo intendo, ho provato un sentimento simile, leggendo le pagine di
un blog. L'amore può anche essere platonico. Fa meno male alla
salute e quanto a profondità posso assicurare che, da parte mia, non
è da meno. L'amore è sempre amore e l'amore è tale se è libertà.
Ho pubblicato due libri - "Universo Massonico" e "Ritratti di Donna" - avvalendomi
degli articoli che ho pubblicato su questo blog, attraverso il materiale che ho raccolto in dieci anni di studi
e ricerche su Massoneria e universo femminile.
Massoneria e donne sono sempre stati i
due punti cardine dei miei interessi, sin da bambino.
Mi raccontavano che, da bambino, quando
vedevo una bella donna – a Roma – le gridavo : “A bbonaaaa !”.
Eh già, ero un bambino precoce.
Le donne le ho sempre amate, nel senso
che, per me, hanno sempre rappresentato un grande mistero da
scroprire. In tutti i sensi. Da amare. In tutti i sensi. Da perderci
la testa. Ed anche i sensi.
In realtà sono pochissime le donne che
da tempo catturano la mia attenzione. Quelle poche, però, mi
piacerebbe sposarle. Mi limito invece a scriverne e, soprattutto, a
pensarle, ad immaginarle, così come immagino un universo diverso.
Più pulito e luminoso.
Sono un utopico utopista, questo è il
mio biglietto da visita da dieci anni. Questo è il biglietto da
visita di questo blog, attraverso il quale ho condotto diverse
battaglie (per una sessualità libera, per il diritto alla morte, per
i diritti dei disabili, per un'economia ed una politica diverse,
incentrate sul cittadino, l'individuo, l'amore per gli animali, per
l'arte, per la natura, per la cultura libera dai condizionamenti)
anche con il contributo di personalità interessanti: parlo di Peter
Boom, teorico della Pansessualità, parlo di Ilona Staller
Cicciolina, parlo di Debdeashakti e di tutte le persone che hanno
creduto in me quali il prof. Luigi Pruneti, il prof. Aldo A. Mola
(che in una dedica ad suo saggio mi ha definito “Capitano
coraggioso”) e non ultimo Francesco Serra di Cassano, al quale non
posso dimenticare di fare una dedica speciale e con il quale desidero
iniziare una collaborazione culturale nei mesi avvenire.
Sulle pagine di questo blog - che ho
visto riconosciute anche in numerose voci e citazioni di Wikipedia -
ho dato voce e scritto di aspetti che la Storia ufficiale, la
controinformazione dei media e della stampa tradizionale, hanno
spesso oscurato. Ho parlato di Pier Carpi, di Randolfo Pacciardi, di Edgardo Sogno, della criminale famiglia
Kennedy, ho raccontato la vera storia della Loggia Propaganda nr. 2 e
di Licio Gelli, ho raccontato di Riccardo Schicchi, di Mauro Biuzzi, di Moana Pozzi e
della vera storia del Partito dell'Amore e, prima ancora, di Diva
Futura; ho parlato di Simon Bolivar e di una nuova società fondata
sull'Amore, attraverso la fondazione del non-movimento (anti)politico
e (contro)culturale “Amore e Libertà” (www.amoreeliberta.altervista.org; www.amoreeliberta.blogspot.it), ovvero dell'unico vero
partito italiano in stile Ottocentesco (ovvero inteso come nucleo
d'azione, di progetti, di teorie e di pratica politica).
Ho scritto poesie, riflessioni,
pensieri personali, raccontandovi anche la parte più crepuscolare
della mia anima che, forse, non è così diversa dalla vostra.
Ho parlato molto di Massoneria e ho
voluto dimostrare che essa non è altro che una grande istituzione per il
miglioramento morale ed intellettuale dell'individuo alla ricerca di una libertà e
di una fratellanza possibile e necessaria. Perché è la ricerca che
muove il mondo. Non il danaro, non i fottuti giornalisti in cerca di
scoop gossippari o fantomatici golpe o complotti mai esistiti.
Ho parlato della FED e della necessità
del ritorno al sistema aureo. E a come i signori dei governi e
dell'economia ci stanno fottendo alla grande. Ovvero del perché è
necessario un ritorno all'Eden, ad un Paradiso Terrestre guidato da
una coscienza superiore, che è la nostra potenziale Anima Divina.
Tutto il resto, cari miei, sono solo
cazzate.
Vedrò di proseguire nella mia opera e
di non deludervi. Proseguendo sul Cannocchiale, nonostante i tanti
problemi tecnici della piattaforma non risolti e nonostante mi dicano
(dalla regia) che la piattaforma è “vecchiotta”.
Amo il vintage e me ne fotto del resto.
Un abbraccio a tutti voi. E un bacio a
due donne in particolare.
 Luca Bagatin
Numero di visite di questo blog al 9 agosto 2014: 4.784.040 (quattromilionisettecentottantaquattrozeroquaranta) mica calzettoni !
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11 dicembre 2012
"Volevo solo essere adorata" di Marcella Andreini: un libro che racconta l'anima inquieta di una studentessa
"Volevo solo essere adorata" (Edizioni L'Autore Libri - Firenze), scritto da Marcella Andreini, cara amica laureata in lingue e letterature straniere nonché blogger (www.orlando-kokoro.blogspot.it), è la storia
di due studentesse che abitano nella stessa strada. Meglio ancora, il
libro di Marcella Andreini, è la storia di Emilia, la cui storia è
raccontata dall'amica, in prima persona. Emilia, anima fragile,
enigmatica, profondamente riflessiva. Anima fragile non in quanto
debole, tutt'altro. Anima fragile in quanto, piuttosto, capace di andare al di là
delle apparenze, dei meri rapporti umani, spesso vuoti e fatti di
"normalità". Quella "normalità" che vede nelle sorelle e nella
madre. Nella sorella che sta per sposarsi e vuole dei figli. Emilia no.
Non li desidera. Lei ama dipingere e vuole andare a Capo Nord. Lei
ama "auto-intervistarsi". E' un modo per riflettere su sé stessa. E' un
modo, come il suo dipingere, per far sì che l'artista prevalga sulla
persona, altrimenti la realtà prenderà il sopravvento, come lei stessa afferma. Una realtà, quella che la (ci) circonda,
che Emilia non accetta. Dentro di lei si sente profondamente sola, è
come ...essere strigliati da una spazzola di metallo sotto la pelle,
aghi che ti percorrono le ossa, le vene...tutto il corpo.... Emilia non
ama la vita e vuole farla finita. Lo confessa alla sua amica, dicendole
che la sua vuole essere una scelta di coerenza con sé stessa, ponderata e
preparata da anni. E così avverrà. Del resto Emilia all'amica diceva
cose come: Forse è qui il segreto della mia apparente serenità: sapere
che volendo uno può farla finita. Emilia si toglierà la vita, senza
che la sua amica abbia potuto fare nulla per lei, se non ascoltarla, in
vita, così come Emilia le chiedeva. In verità Emilia non ha mai chiesto
niente a nessuno. E' volata via, in punta di piedi. Lucidamente e
razionalmente. "Volevo solo essere adorata", io credo, è un piccolo romanzo per andare al cuore, all'anima della sua protagonista, che può essere anche l'anima di ciascuno di noi. Un'anima spesso inascoltata, tormentata, bombardata e violentata da miriadi di informazioni, personalità, affetti passati che forse non torneranno più. Oppure affetti presenti, che sono lì, silenti, in attesa di riunirsi alla nostra anima, ancora confusa, ancora preda di futili attaccamenti.
 Luca Bagatin
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23 giugno 2012
Luca Bagatin a Radio Radicale
Devo ringraziare l'amico Lanfranco Palazzolo, giornalista di Radio Radicale, per questo splendido servizio fotografico, interamente visibile (e scaricabile ahahahahah), al link:
http://lanfrancopalazzolo.blogspot.it/2012/06/luca-bagatin-radio-radicale.html PERCHE' RADIO RADICALE E' L'UNICA SENZA MEDIAZIONI, SENZA FILTRI (come le Stop, ve le ricordate ???!!!), SENZA VELINE. PERCHE' RADIO RADICALE E' DENTRO, MA FUORI DAL PALAZZO. MICA CALZETTONI !!!!(visibile, a Roma, anche sul digitale terrestre al canale 118)
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15 ottobre 2010
Norman Zarcone: un italiano onesto e meritevole
Norman Zarcone, 27enne palermitano, poteva diventare a pieno titolo
parte di un'ipotetica futura classe dirigente del Paese. Una classe
dirigente colta, meritevole, talentuosa, onesta.
Oggi, Norman, è un cadavere. Metafora dei giovani della sua/nostra
generazione, letteralmente provata da un Paese nel quale sono i furbi, i
paraculi ed i leccaculo ad andare avanti. I mediocri che non hanno mai
il coraggio di alzare la testa, se non per sputtanare ed infangare
qualcuno migliore di loro.
Norman, due lauree con 110 e lode di cui una in filosofia del linguaggio
e un dottorato di ricerca in scadenza: nessuna prospettiva lavorativa e
di carriera nell'ateneo. Ove vigono le baronie ed il paraculismo di
un'Italia costruita 150 anni fa su principi liberali e meritocratici, ma
affossata dalla mancanza di coscienza civile di un Paese che ha, tutto
sommato, la classe politica che si merita.
Quante altre vittime di questa inciviltà, di questa incultura ci saranno
ancora in questo Paese caZZolico che guarda più all'arricchimento
facile (meglio se fottendo il prossimo) che all'evoluzione
psicopersonale, spirituale e scientifica della propria società e/o
individualità ?
Norman si è suicidato ed ha lasciato scritto: "La libertà di pensare è
anche la libertà di morire. Mi attende una nuova scoperta anche se non
potrò commentarla".
Norman, questa libertà di pensiero e di azione, non voleva certo
perderla per chi non è mai stato abituato a pensare. Per chi è piuttosto
abituato ad ubbidire ai padroni, ai superiori, ai capoccia che sono lì,
alla loro scrivania non certo per merito.
Norman ha esercitato il suo diritto alla vita che, certo, taltolva può
giungere alle sue estreme conseguenze quando monta dentro la voglia di
vivere, di esprimersi, di gridare al Paese l'estrema rabbia contro un
male endemico che si chiama vergogna.
Vergogna che ricade sulla nostra classe politica, che andrebbe
delegittimata in quanto non solo incapace di governare e legiferare, ma
finanche in quanto eletta sulla base di norme incostituzionali (mai
peraltro denunciate dalla Presidenza della Repubblica o dalla Corte
Costituzionale).
Vergogna sulle coscienze putride di un popolo, quello italico, che non
ha saputo, dal 1870, elevarsi culturalmente, moralmente, spiritualmente,
sino ad emanciparsi del tutto e giungere a pensare davvero con la
propria testa e non con quella del dittatore di turno, dell'ideologia
massimalista di turno, del prelato di turno, dell'imbonitore televisivo
di turno.
Ma quanti ragazzi vogliamo/volete fare ancora fuori ?
Temiamo che, italianamente, a questa domanda si risponda con un silenzio tombale,
di finto rispetto per un morto, sepolto come le coscienze di questo
Paese. Un silenzio fatto di ipocrisia pura.

Luca Bagatin
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22 aprile 2010
Costruire con Gianfranco Fini l'alternativa Gollista e Liberaldemocratica per l'Italia
Da oltre un anno Gianfranco Fini si sta muovendo per l'alternativa. L'alternativa
a che cosa ? Ad una maggioranza di governo capitanata - "ad interim"
- da un Silvio Berlusconi che, checchè ne dica, è al traino di una Lega
Nord conservatrice e statalista. Un Silvio Berlusconi
neo-filo-sovietico amico di Putin e di Gheddafi in chiave
anti-occidentale. Un Silvio Berlusconi che ha selezionato la sua
classe dirigente sulla base più del "sex appeal" che delle reali
competenze politiche. Un Silvio Berlusconi che, da troppo tempo, ha
dimostrato di non voler fare alcuna riforma liberale e garantista del
mondo del lavoro e della giustizia. Gianfranco Fini è passato dunque
al contrattacco fondando prima un "think-tank", Fare Futuro, ed oggi una
corrente interna al PdL. Ovviamente ci aspettiamo molto, ma molto di
più. Il PdL non è un partito, ma un "comitato d'affari" al pari del
suo omologo Pd. Non ha un'ossatura ideale né tantomeno un progetto
politico di ampio respiro. Gianfranco Fini, è vero, proviene dalle
file del principale partito della destra italiana. Un partito, il Msi
prima e An poi, che certo non ha mai avuto nulla a che spartire con la
destra liberale europea. Purtuttavia, poiché solo i cretini non
cambiano mai idea, Fini ha dimostrato di essersi evoluto sia
ideologicamente che politicamente. A differenza dei cattocomunisti,
ha abiurato in toto al suo passato postfascista e ha contribuito - già
con An - a dare un'impronta gollista al suo partito. Il che, infatti,
gli è costata la scissione dei fascisti della destra sociale di Storace e
della Santanchè. Oggi Gianfranco Fini ed i suoi fedelissimi mirano
alla costruzione di un partito moderno, laico, gollista e di destra
liberale. Che guarda a Sarkozy, a Cameron e persino ai
Liberaldemocratici inglesi. In questo senso, infatti, sarebbe utile
una spaccatura costruttiva del PdL, come sostengo da tempo, per la
costruzione di un'alternativa liberal-moderata alla conservazione
esistente. Un'alternativa capace di attrarre non solo i voti di
quanti non si riconoscono nell'attuale leadership berlusconiana, ma
anche di coloro i quali non vanno più a votare o sono delusi
dall'attuale centrosinistra. In questo senso, Fini, potrebbe
costruire un suo movimento politico che da subito potrebbe attrarre -
approssimativamente - il 10% dell'elettorato. E partire con la
costruzione di una nuova coalizione di centro-destra (con il trattino !)
in alternativa alla Lega ed a Berlusconi, ma anche, certamente,
all'ormai marginalissimo Pd. Una coalizione che potrebbe contare sul
sostegno dell'Udc di Casini e dell'Api di Rutelli e Tabacci, alla quale
si sono già aggregati anche i liberali di Zanone. E a noi laici,
repubblicani del PRI, liberali del PLI e
- se lo volessero - anche i Radicali, non rimarrebbe che costituire un
rassemblement denominabile, preferibilmente, "Unione Liberaldemocratica"
a sostegno dello stesso Gianfranco Fini. Forse corro troppo con la
fantasia, ma ritengo che una coalizione a quattro (Movimento di Fini,
Udc, Api, Laici-Libdem) di tal fatta potrebbe certamente scompaginare i
giochi e puntare a rappresentare quasi un terzo dell'elettorato. Coalizione
unita su pochi ma condivisi punti programmatici: politica estera
filo-occidentale senza tentennamenti o connivenze con dittature o
presunte tali; politica di integrazione dell'immigrazione con il
riconoscimento dei diritti di cittadinanza, ma anche di rigore nei
confronti dei clandestini; politica economica di sostegno alle piccole e
medie imprese che miri alla detassazione dei redditi ed all'erogazione
di congrui ammortizzatori sociali; riforma della giustizia che punti
alla separazione delle carriere dei magistrati ed alla responsabilità
civile del giudice ed alla spoliticizzazione del CSM; abolizione delle
Province, dei consorzi, delle comunità montane ed accorpamento dei
piccoli comuni.
Con Gianfranco Fini leader ed una sinergia fra moderati, laici e
liberali, tutto ciò, forse, sarà possibile. Diversamente, la stagnazione regnerà sovrana.

Luca Bagatin
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6 aprile 2010
Ciao Roberta !
L'8 aprile dell'anno scorso moriva suicida la giornalista femminista e
militante dei diritti civili Roberta Tatafiore.
La volli ricordare su questo blog con un articolo che - con profondo
dispiacere - feci già allora difficoltà a scrivere e che fu poi
pubblicato anche da "La Voce Repubblicana".
Feci difficoltà a scriverlo, come faccio ora a scrivere queste poche
righe di presentazione.
Roberta Tatafiore, poco conosciuta ai più, fu per molti di noi irriducibili libertari (a cui della "destra" e della "sinistra" non è mai importato nulla), un mito.
Un mito di libertà individuale, di coscienza civile all'anglosassone, di
liberazione che personalmente non esito a definire "psicosessuale"
(consapevolezza dell'utilizzo della propria mente e del proprio corpo,
senza costrizioni, condizionamenti o gabbie mentali).
Una donna che ha sempre, del resto, vissuto con coerenza la sua
esistenza giungendo financo a decidere il giorno ed il modo in cui
morire.
Da mercoledì 7 aprile prossimo, uscirà in libreria il suo diario "La
parola fine - diario di un suicidio", edito da Rizzoli con il contribito
del quotidiano "Il Foglio", che la Tatafiore iniziò a scrivere a
gennaio del 2009 proprio per documentare la sua scelta estrema con
riflessioni, paure, dubbi, ma anche con la certezza che la sua scelta di
morire sarebbe stata ineluttabile.
Vorrei qui riprodurre l'articolo che scrissi all'indomani della sua
morte, aggiungendo una piccola riflessione che Roberta Tatafiore
riprodusse nel suo diario: «A chi
appartiene la vita? Credo che la vita appartenga a ogni individuo
libero di affidarla a chi vuole in base a ciò che gli suggerisce la
coscienza».
 Luca Bagatin
UN ATTO DI ESTREMA COERENZA di Luca Bagatin da "La Voce Repubblicana" del 28 aprile 2009
 
Ricordo che la prima volta che ho
sentito parlare di lei è stato...... Avevo 17 anni ed allora ero un
verde militante. Fu così che conobbi i primi radicali storici, quelli
che avevano vissuto i mitici anni Sessanta, Settanta ed Ottanta con le
loro lotte per i diritti civili (divorzio, aborto, obiezione di
coscienza alla leva militare, voto ai diciottenni, liberazione sessuale,
omosessuale, transessuale, antiproibizionismo su droghe, non droghe,
ricerca scientifica, ambientalismo laico, autogestione del proprio corpo
e della propria mente....). Frequentavo la sede dei Verdi di
Pordenone, allora sita in Via Rovereto, ove oggi c'è un call center per
immigrati. Mi avevano lasciato una copia delle chiavi ed allora mi
dilettavo a riordinare il polverosissimo archivio fatto di vecchi numeri
di Quaderni Radicali (ne conservo a casa ancora un sacco di copie), di
Frigidaire (con un poster di Ilona Staller, al secolo Cicciolina), di
Radicalchic (una rivistina radicale di satira che usciva nei primi anni
'80), de Il Male, dei vecchissimi numeri di Lotta Continua
e.....Lucciola, il giornale dei diritti delle prostitute diretto da lei:
Roberta Tatafiore. Non so perché, ma sono sempre stato attratto dai diritti
degli “sconciati”, dei “diversi”, degli “emarginati”. Forse
perché, sin da ragazzino, sono sempre stato un tipino abbastanza
stravagante, poco incline al conformismo (nei comportamenti, nel modo di
vestire, nelle abitudini, nel modo di pensare....), ontologicamente
controcorrente. Per me l'amore per tossici, puttane, disabili, froci e
lesbiche e chi più ne ha più ne metta è stato dunque naturale. Più che
amore è stata empatia, comprensione. Fra anticonformisti ci si riconosce
a pelle. E' così che ho iniziato a leggere quel vecchio numero di
Lucciola, gli articoli della Tatafiore e ricordo persino un buffissimo
quanto emblematico fotoromanzo a tema prostituzione con protagonisti la
stessa Tatafiore ed un giovanissimo Chicco Testa. Ma chi era Roberta
Tafafiore ? Una femminista, proveniente dal quotidiano “Il Manifesto” e
poi una militante radicale in prima linea per i diritti civili delle
prostitute e dunque per la loro autogestione. Ironia della sorte, nel
1999, collaborerò io stesso – lavorativamente parlando, pur per un
breve periodo – con il Comitato dei Diritti Civili delle Prostitute,
fondato anche con il contributo di quelle battaglie libertarie e con
sede nazionale proprio a Pordenone. Ormai abbandonata la militanza
sinistrorsa nei Verdi (che stava diventando sin troppo sinistrorsa ed
ideologizzata per un individialista liberale e libertario come me) e
anche quella nella Lista Emma Bonino per la quale avevo comunque
condotto – con nessun mezzo ed assieme alla radicale storica Paola
Scaramuzza – la campagna elettorale per le europee in città (secondo
partito a Pordenone con il 14% dei voti: ci dedicarono anche la prima
pagina de “Il Gazzettino"), mi sono per molti versi avvicinato al
progetto del Polo Laico e poi della Casa Laica. Per un'area libertaria
nel centrodestra. Il Polo Laico era animato da persone che
culturalmente e politicamente stimavo molto: Givanni Negri, Arturo
Diaconale, Luca Barbareschi e.....Roberta Tatafiore appunto ! Eccola
che ritorna. Ascoltai su Radio Radicale anche il suo intervento di
fondazione di quel progetto che pur ebbe vita breve. Come poteva una
femminista ex di sinistra avvicinarsi ad un progetto nell'alveo del
centrodestra ? Poteva eccome, se era sufficientemente laica e libertaria
da rendersi conto che dall'altra parte – nei salotti buoni della gauche
au caviar - i “diversi” sono sempre stati trattati come degli appestati
(personalmente ricordo che allora, solo con i giovani di Alleanza
Nazionale riuscivo a parlare apertamente, in dibattiti pubblici e
televisivi, di legalizzazione della cannabis e di somministrazione
controllata di eroina ai tossicomani. Io a favore e loro contro. Con i
“sinistri” era impensabile, tanto erano attenti a mantenere buoni
rapporti con i loro amici cattolici). Non a caso, lo storico leader
del Partito Repubblicano Italiano, Randolfo Pacciardi, preferendo
l'alleanza con i clericali piuttosto che quella con i comunisti,
affermava: “Meglio una messa al giorno che una messa al muro”. Come non
dargli torto ! Ma ecco che comunque, anche lì, fra quegli ingenui
clericaloni e parrucconi del centrodestra berlusconiano, i laici,
liberali e libertari duri e puri davano fastidio. Solo qualcuno si è
salvato quà e là. Mi pare che la stessa Tatafiore abbia aderito ai
Riformatori Liberali di Della Vedova e Taradash, ma, ad ogni
modo.....non c'è stata trippa pè gatti ! Negli ultimi anni Roberta
Tatafiore curava una rubrica - Thelma e Louise - su “Il Secolo
d'Italia”, in cui continuava a parlare libertariamente di femminismo
con Isabella Rauti. In un recente articolo su “La Voce Repubblicana”
l'ho persino citata come rappresentante di quei radicali dalla mente
libera (come anche Adele Faccio, Angelo Pezzana, Giovanni Negri....),
che non hanno chinato la testa di fronte ai deliri pannelliani che hanno
portato quella tradizione alla totale distruzione politica e culturale.
In questi giorni, per mezzo di un bellissimo articolo dell'amico
Vittorio Lussana su “L'Opinione delle Libertà” (che con la Tatafiore per
un periodo ha anche convissuto), vengo a sapere che ella si è tolta la
vita all'età di 66 anni. Mi scende una lacrima, poi comprendo e
rispetto. Rispetto una scelta consapevole e rifletto. Rifletto sul
fatto che – come andiamo ripetendo da anni - solo noi siamo i padroni
della nostra esistenza, solo noi siamo in grado di gestirci ed
autogestirci, perché noi siamo “il pilota” della nostra vita, della
nostra mente, della nostra coscienza. E' un discorso filosofico, ma
anche eminentemente politico. E forse Roberta Tatafiore ha così compiuto
il suo ultimo, estremo, atto politico di un'esistenza profondamente
coerente, liberale e libertaria. Penso quindi ad Alex Langer. Poi a
Piero Welby ed infine a Beppino Englaro ed a Eluana. Esperienze che
non c'entrano assolutamente nulla fra loro. Non le giudico, sorrido, e
penso a quanto sia fortunato ad aver potuto comprendere ed apprendere –
nel mio piccolo – qualche cosa dalle loro esistenze.

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