23 ottobre 2009
UN AMORE SENZA FINE romanzo a puntate by Luca Bagatin (CAPITOLO SECONDO E TERZO)
Proseguiamo - per la neo rubrica FEUILLETTON - con la pubblicazione del secondo e terzo capitolo del romanzetto inedito che scrissi all'età di quattordici anni ambientato nel '700 prussiano.....
 L.B.
Capitolo secondo Il duello Il giorno seguente era un giorno di pioggia e per questo il giovane Einrich era triste, tuttavia lo consolò il fatto di fare nuovamente visita alla sua amata Verusca. Arrivato a Palazzo, venne fermato da un giovane che all'apparenza poteva avere la sua stessa età, non molto alto, imberbe, vestito con una giubba rossa con borchie in oro e dei calzoni blu e, fatto curioso per l' epoca, non portava parrucca ma aveva ben in mostra i suoi corti capelli castani. Il giovane puntò la sua pistola contro Einrich. - Con chi ho il piacere di parlare, messere?-, chiese Einrich stizzito. - Sono il barone Mark Von Grimbukow, fidanzato della duchessina Verusca Von Holstein e suo futuro sposo e non vi permetterò più di conversare con lei come avete fatto ieri, altrimenti dovrete risponderne alla mia spada!- Einrich, nonostante tutto non si diede per vinto e gli disse apertamente: - Caro barone, voi non potete obbligare né la duchessina a non vedermi, né tantomeno me a non poterla vedere, altrimenti mi vedrò costretto a sporcare con il vostro sangue la mia spada - I due rimasero alcuni istanti guardandosi fissi negli occhi, poi di colpo Einrich scese da cavallo, estrasse la spada ed iniziò a duellare con il nobile. Poco dopo, avvertita dalle sue amiche del duello, arrivò Verusca, la quale pregò i due di non commettere pazzie e di interrompere la tenzone. Einrich, alle parole della sua amata, rifoderò immediatamente la spada, mentre il barone ne approfittò per ferirlo alla spalla. Il giovane, privo di sensi venne soccorso da Verusca, ma l'aristocratico la prese violentemente per il braccio e la riportò nel palazzo, dicendo: - Quel romantico borghesotto non ha il diritto di vivere, lasciamolo alla sua sorte ! - e rise sguaiatamente. Einrich, successivamente, ripresi i sensi, saltò nuovamente in groppa al suo cavallo, ormai deciso ad uccidere Von Grimbukow e a conquistare la sua adorata Verusca.
Capitolo
terzo

L' uccisore
Le
tenebre erano appena calate quando Einrich rientrò a casa. La
prima cosa che fece fu togliersi la giubba, ormai sgualcita e
strappata, che ripose sopra il suo enorme letto.
D’un
tratto notò un foglio insanguinato attaccato con un coltello alla
porta della stanza. Lo lesse e rimase sbalordito. Fu quasi sul punto
di perdere la testa: si trattava di una pesante minaccia!
Caro
amico, se tenete alla vita della duchessina ed alla vostra, uccidete
la sua amica Alexandra, residente nella stanza accanto a quella della
vostra amata
Morgan
Turning, detto “l' uccisore”
Il
giovane, alcuni istanti dopo, si riprese dallo stato confusionale che
lo aveva colpito, impugnò la spada, scese nella scuderia e, come se
le fatiche della giornata fossero state risucchiate dal vento, montò
in groppa al suo cavallo e cercò di raggiungere il più velocemente
possibile il maniero degli Holstein-Grimbukow. Alcune
guardie tentarono di fermarlo, ma lui non esitò ad abbatterle e ben
presto penetrò nel Palazzo. Salì le scale e si precipitò nella
stanza della giovane Alexandra, la quale, vedendolo, si intimorì e
lo ammonì: - Messere, nessuno vi ha insegnato a bussare prima di
entrare in una stanza e, per giunta, di una ragazza? -
Einrich
ne rimase mortificato e rispose: - Scusate madama, ma, insieme alla
duchessina, dovete lasciare al più presto la città. Ho infatti
ricevuto un messaggio che diceva che avrei dovuto uccidervi e che se
non l' avessi fatto, la duchessina sarebbe sicuramente morta -
La
ragazza sorrise e non si preoccupò affatto dell' accaduto.
-
Messere, chi volete che abbia intenzione di uccidere una giovane ed
indifesa dama di Corte come me? Se volete conquistare la duchessina,
cercate almeno delle scuse più credibili! -
- Vi
dice nulla il nome di Morgan Turning, madama? - intervenne Einrich.
Alexandra,
alle parole del giovane, svenne ed Einrich le venne in soccorso.
Pochi
istanti dopo entrò nella stanza la duchessina Verusca, la quale era
solita, ogni sera, dare la buona notte alla sua amica e, vedendo
Einrich e l' amica svenuta, non esitò a dare un urlo così forte che
il grosso della Corte era salito a vedere cosa fosse accaduto.
D' un
tratto apparve dalla finestra della stanza di Alexandra, un uomo
molto anziano, con il viso ricoperto di rughe, gli occhi gonfi ed il
naso grosso e lungo. Indossava un abito verde chiaro, tempestato quà
e là da brillanti e zaffiri di ogni forma, inoltre, portava una
parrucca grigiastra che terminava con un codino legato a treccia: era
Morgan Turning, il famoso "uccisore", l' autore del perfido
messaggio.
Il
vecchio si rivolse ad Einrich: -Tu, tu, piccolo borghesotto, invece
di uccidere Alexandra la soccorri. Allora vorrà dire che ucciderò
la tua adorata Verusca! - e, ridendo sguaiatamente, estrasse la
pistola, scese dal davanzale della finestra, e la puntò alla tempia
della duchessina, la quale era in preda ad un prossimo svenimento.
Einrich
allora, con uno scatto fulmineo degno di un lupo, atterrò Morgan,
gli tolse di mano la pistola e gliela puntò contro; poi gli chiese:
- Chi siete? Perché volete uccidere Alexandra, messere? -
-
Perché questa dolcissima fanciulla mi ha abbandonato dopo il nostro
felice matrimonio, e, quanto alla prima domanda: io sono il Maggiore
Morgan Turning, ex ufficiale dell' esercito inglese al servizio di
Sua Maestà Re Giorgio II - rispose divertito il vecchio.
Alexandra,
calmatasi, intervenne dicendo: - Non credete alle sue parole,
messere, egli non è altri che un pazzo che perseguitò per anni la
mia famiglia: uccise prima mio padre, poi mia madre, ed infine il mio
unico fratello. Così ... senza una precisa ragione ... credo. Ed ora
... ora vuole uccidere anche me... -
Morgan
l’interruppe dicendo: - Vi sbagliate Alexandra, io non uccido
“senza una precisa ragione”, bensì per la più nobile delle
ragioni, quella di dare un senso alla mia vita! -
Einrich
gli chiese pensieroso: - Non capisco: perché volevate che la
uccidessi proprio io? Perché dite di uccidere solo per dare un senso
alla vostra vita? -
Turning
rispose:- Dovevate ucciderla voi perché credevo che, essendo un
ingenuo borghesotto innamorato della duchessina, avreste ceduto all'
astuto ricatto. Alla seconda domanda posso rispondervi con le stesse
parole di Alexandra: io sono pazzo, sì, è vero, ma voi tutti, non
mi avrete mai! - e si gettò dalla finestra scomparendo nel nulla.
‘Una
creatura dell' Inferno’, pensarono tutti. 
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16 ottobre 2009
UN AMORE SENZA FINE romanzo a puntate by Luca Bagatin (CAPITOLO PRIMO)
APPENDICE O APPENDICITE ? presentazione by Luca Bagatin
Quel che vorrei proporvi - aprendo peraltro la nuova rubrica FEUILLETTON - è un mio scritto inedito, anzi, di più, il mio primo romanzo e - pergiunta - inedito.
Lo scrissi nel 1993, a quattordici anni, ed è e rimane una mezza bojata
(è, infatti, inedito per scelta del sottoscritto e non di presunti
editori ai quali mai lo sottoposi, tanto fa schifino).
Non che l'idea fosse malaccio, per carità, anzi. Anticipò di anni quel
polpettone chiamato "Elisa di Rivombrosa" sia per ambientazione che per
trama. Con la differenza che il mio "Un amore senza fine" è decisamente
più avventuroso e meno melenso. Un Luca Bagatin anticipante Cinzia TH Torrini, quindi ? Un Luca TH Bagatin insomma, in cui il TH sta per THE (e si pronuncia letteralmente THE, senza quella orribile pronuncia anglofona che ti costringe a mettere la lingua fra i denti e spruzzare saliva a chi ti sta di fronte) !
"Un amore senza fine" l'ho dunque pensato sedici anni fa, come un soggetto per un film o, ancor meglio, per un fotoromanzo.
Ne è uscito un feuilletton, un fogliettone, un romanzo più d'appendicite che d'appendice.
Un romanzo che voglio somministrarvi - di capitolo in capitolo - settimanalmente sino ai primi di gennaio o giù di lì.
Un romanzo che vi terrà dunque con il fiato...sul collo. Alitandovi
ogni settimana come un venticello che vi capulterà (letteralmente) nel
XVIII secolo, nella Prussia degli Hohenzollern.
Vivrete dunque le (dis)avventure di due teneri amanti, Einrich Von
Breith e Verusca Von Holstein....fra duelli, guerre e tradimenti.
Come ho scritto all'inizio, tengasi conto che il tutto lo scrissi in pieno
periodo di acne giovanile. Forma e lessico sono dunque assai poco
"raffinati" e così anche il resto che - ribadisco - renderebbe molto
meglio se se ne realizzasse un lungometraggio o un fotoromanzo.
Buona lettura....
 Luca Bagatin
Capitolo
primo
L' incontro
Correva
l' anno 1735 e a Brema erano appena suonate le quattordici, quando un
giovane borghese, alto come un granatiere, emaciato, vestito con una
giubba di velluto bianco, dei pantaloni di raso dello stesso colore,
un ampio tricorno nero ed una parrucca bianchissima e riccioluta,
usciva dalla sua dimora, la quale non era certo una reggia, dato che
era molto antica e quindi "barcollante", tanto che quando
si salivano le scale per andare ai piani superiori, bisognava far
attenzione a dove si poggiavano i piedi per non rischiare di sfondare
i gradini di legno scuro.
Il
giovane si chiamava Einrich Von Breith ed era un discreto musicista
ed un accanito collezionista di armi, tanto che aveva speso quasi
tutti i suoi risparmi per acquistare l' ultimo modello di pistola
ricaricabile con stoppino in ottone finissimo.
Ora,
infatti, si trovava in gravi condizioni economiche ed aveva
addirittura perso il posto come maestro di musica presso la Cappella
di Brema, per aver schiaffeggiato pubblicamente il cappellano, che
precedentemente aveva tirato le orecchie ad un giovane mendicante che
aveva rubato delle mele nel suo giardino.
Einrich
infatti diceva: - Tutte le cose create dalla natura sono di tutti ed
ha maggior ragione che lo siano dei mendicanti, i quali non possono
permettersi di comperarle! Ho perso il posto, bene, ma l' ho perso
con onore e per una causa più che giusta! -
Poco
tempo dopo nel Gran Piazzale apparve la maestosa carrozza della
duchessina di Brema: Verusca Von Holstein. Ella era una ragazza molto
giovane, aveva i capelli mossi e neri nascosti, tuttavia, da un'
enorme parrucca bianca che detestava per la sua scomodità.
Verusca
era molto pallida, aveva le labbra sottili e gli occhi chiari, di
perla, che riflettevano tutta la sua persona.
Einrich,
come del resto tutti gli abitanti della città, ammirava la festosa
parata e rimase subito colpito dall' infinita bellezza della
duchessina, tanto che decise di seguire, con il suo fedele cavallo
bianco (ormai una delle sue pochissime proprietà), la carrozza, che
si fermò davanti al Palazzo Ducale: un enorme maniero bianco con il
tetto blu, facilmente paragonabile alla reggia del Re di Prussia.
Einrich
aveva molti amici presso i granatieri che difendevano la reggia e per
questo gli fu facile penetrarvi.
Entrato,
si fece annunciare come il nuovo compositore di Corte e si inchinò
dinanzi alla duchessina. La giovane, stupita ed incuriosita, ordinò
alla servitù di uscire ed Einrich, rimasto solo con lei, non negò
di esserne innamorato e, per dimostrarglielo, le regalò un semplice
mazzetto di variopinti fiori che aveva colto pochi minuti prima.
La
duchessina lo osservò divertita per alcuni istanti e poi disse:
-Voi, messere, siete molto gentile ma il mio cuore appartiene ad un
altro-
Il
giovane la guardò sbalordito e le rispose: -Madama, chiamatemi pure
Einrich. Ed io, se non sono troppo imprudente, come posso
chiamarvi?-.
-Verusca-,
rispose la giovane.
Einrich
continuò: -Io sono solo un semplice borghese, non un nobile come voi
o come probabilmente il vostro promesso, tuttavia sappiate che farei
qualsiasi cosa pur di far breccia nel vostro cuore, e che comunque vi
amerò per sempre! Se volete posso venire a farvi visita ogni giorno
e, quando e se lo vorrete, potrei accompagnarvi a fare una
passeggiata-
Verusca
tuttavia rispose che c'era già qualcun altro che l' avrebbe
accompagnata ed Einrich si vide costretto a lasciare il maniero
deluso ed amareggiato, ma ricolmo d' amore, un amore che lo aveva
portato a spingersi fino al cospetto di una fra i più importanti
nobili di Prussia: la sua amata!
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